chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Pisa
Pisa
chiesa
sussidiaria
S. Lazzaro
Parrocchia di Santo Stefano Extra Moenia
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1967)
1177 - 1177(citazione intero bene); XIII - XIII(citazione intero bene); XIII - XIII(citazione intero bene); XV - XV(citazione intero bene); XVII - XVII(ricostruzione intero bene); XVIII - XVIII(altari intero bene); 1785 - 1785(sopraelevazione canonica); XIX - XIX(citazione inero bene); 1910 - 1920(ristrutturazione intero bene); 1967 - 1967(restauro intero bene); 1968 - 1970(completamento presbiterio); 1975 - 1975(citazione intero bene); 1985 - 1985(restauro intero bene); 1985 - 1985(resaturo campanile)
Chiesa di San Lazzaro
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Lazzaro <Pisa>
Altre denominazioni S. Lazzaro
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1177  (citazione intero bene)

La prima attestazione documentaria della chiesa di San Lazzaro risale al 31 ottobre 1177. Il chiesino viene menzionato come "Sancti Lazari de malatis de ultra Ausere".

XIII  (citazione intero bene)

Annesso alla chiesa di San Lazzaro, esisteva un ospedale dipendente dal monastero benedettino femminile di Santo Stefano oltr'Ozeri.

XIII  (citazione intero bene)

Come risulta da un documento del 1296, l'edificio servì anche da ospedale e da lebbrosario: "domus infectorum San Lazari".

XV  (citazione intero bene)

Nel 1461, la chiesa, fino a quel momento dipendente da Santo Stefano extra moenia, passò in proprietà all'Università dei Cappellani del Duomo, così come la chiesa e il monastero di Santo Stefano. Da quel momento i cappellani elessero un curato preposto a seguire la vita pastorale della zona fuori le mura, che ebbe la sua abitazione nella casa adiacente il chiesino di San Lazzaro.

XVII  (ricostruzione intero bene)

Nel XVII secolo, la chiesa di San Lazzaro e l'ospedale annesso furono abbattuti e ricostruiti sulla via pubblica.

XVIII  (altari intero bene)

Nel 1736, Mario del Mosca nella Nota delle chiese e pievi della diocesi pisana descrive la chiesa di San Lazzaro dotata di due altari, uno maggiore e uno laterale. Affianco all'Altare maggiore era collocato un affresco del santo.

1785  (sopraelevazione canonica)

Nel 1785, furono eseguiti importanti lavori di restauro e modifica del complesso, legato sopratutto al rialzamento della canonica.

XIX  (citazione inero bene)

Nel corso del XIX secolo il chiesino fu sostanzialmente abbandonato.

1910 - 1920 (ristrutturazione intero bene)

A partire dal 1910, l'edificio fu rispristinato e, nel 1920, riconsacrato.

1967  (restauro intero bene)

Nel 1967, la chiesa fu sottoposta ad alcuni lavori di restauro: fu realizzata la nuova pavimentazione, fu rinnovato il presbiterio con l'inserimento del nuovo altare, dell'ambone e della sede del celebrante, furono comprate le panche, sostituito il portone principale ed eseguita l'imbiancatura generale sia interna che esterna.

1968 - 1970 (completamento presbiterio)

Nel 1968, al centro della parete di fondo del presbiterio fu inserito il grande tabernacolo di bronzo dello scultore Mario Bertini e, nel 1970, fu realizzato e sistemato il grande crocifisso in rame.

1975  (citazione intero bene)

Il 23 settembre 1975 la chiesa di San Lazzero, su istanza di Mons. Walfo Dolfi, venne donata dall'università dei Cappellani all'Ente chiesa di Santo Stefano.

1985  (restauro intero bene)

Nel 1985 la ditta Antonelli eseguì il rifacimento del tetto della casa canonica, la revisione della copertura del chiesino, il restauro del piccolo campanile a vela e altri interventi di riqualifica del complesso.

1985  (resaturo campanile)

Nel 1985 fu restaurato il campanile.
Descrizione

La chiesa di San Lazzaro sorge a Nord della città, appena fuori Porta a Lucca: il piccolo edificio faceva parte di un più ampio complesso, costituito da un ospedale che col tempo assunse anche funzioni di lazzaretto, dipendente dalla chiesa e dal Monastero benedettino femminile di Santo Stefano extra moenia. L'antica chiesa e l'annesso ospedale furono distrutti nel XVII secolo e ricostruiti intorno al 1638. La facciata a capanna, intonacata e tinteggiata, presenta un portale d'ingresso principale, sormontato da una finestra rettangolare. Il fianco destro è dotato di un secondo accesso alla chiesa, incorniciato da stipiti e architrave in pietra, e da tre finestre alte di forma rettangolare. Il fianco sinistro è costruito in aderenza alla casa canonica, cosi come il prospetto tergale addossato ad edifici di altra proprietà. Sulla falda di sinistra della copertura sorge il piccolo campanile a vela, caratterizzato da una luce per l'alloggiamento di una sola campana. All'interno la chiesa si presenta a navata unica, priva di abside, coperta da un tetto a capriate lignee. Sul lato sinistro dell'aula una porta conduce in sacrestia.
Struttura
Muratura portante mista, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio. Tutte le murature della chiesa si presentano completamente intonacate.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica priva di abside. L'area presbiteriale risulta rialzata di un gradone rispetto all’aula. La sacrestia è accessibile da una porta posta sul lato sinistro dell’aula.
Coperture
Copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea sorretta da tre capriate. La sacrestia ha una copertura piana in laterocemento. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula presenta una pavimentazione in marmo di color beige con elementi di forma rettangolare. Nell'area presbiteriale è presente una pavimentazione in marmo rosso con lastre rettangolari. La sacrestia è dotata di un pavimento in graniglia.
Elementi decorativi
La facciata a capanna presenta al centro il portale d'accesso principale, profilato da cornice intonacata e completato al vertice da una mensola modanata. Al di sopra, si apre una finestra rettangolare con vetrata policroma. All'interno, la navata unica priva di presbiterio risulta caratterizzata da un aspetto semplice e sobrio, con pareti imbiancate e copertura a capriate lignee. A sinistra dell'ingresso, è collocata un'acquasantiera a colonna in marmo bianco, costituita da una base e una tazza seicentesche, raccordate da un fusto di fattura moderna. Vicino alla controfacciata, sulla parete sinistra, un'ampia nicchia a parete espone il dipinto del XVI secolo della Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino, attribuito ad Andrea del Sarto (coll. privata). A metà della navata, si fronteggiano due edicole rettangolari ospitanti le statue devozionali della Madonna di Lourdes e di Sant'Antonio da Padova, del 1920. Sulla parete sinistra vicino al presbiterio, trova posto la tela seicentesca raffigurante il Transito di San Francesco d'Assisi, attribuito al pittore Ludovico Cardi (1559-1613), detto il Cigoli. Affianco, si inseriscono due frammenti erratici: un capitello romanico e un busto femminile, quest'ultimo ascrivibile al XV secolo, collocato un tempo sull'architrave esterno della chiesa e qui trasferito nel corso del XIX secolo per motivi di conservazione. L'area presbiteriale, rialzata di un gradone rispetto al resto dell'aula, ospita al centro l'Altare maggiore in marmo, accompagnato da un leggio con basamento in marmo scolpito e dalla sede del celebrante in legno. Al centro della parete di fondo è inserito il grande tabernacolo bronzeo di Mario Bertini del 1968, sormontato dal Cristo crocifisso in rame del 1970.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1967)
L'adeguamento liturgico ha comportato la sostituzione dell'Altare maggiore preconciliare con una nuova mensa in marmo per la celebrazione liturgica versus popolum. A destra del presbiterio è collocata la sede in legno per il celebrante e a sinistra il leggio in marmo e legno.
Contatta la diocesi