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Piazzette
Usseglio
Torino
cappella
sussidiaria
San Desiderio
Parrocchia di Assunzione di Maria Vergine
pianta; facciata; prospetti laterali; Impianto strutturale; interni; presbiterio; apparato liturgico
nessuno
VII - VII(costruzione antica costruzione); X - XI(diffusione culto carattere generale); 1170 - 1170(testimonianza documentaria carattere generale); 1300 - 1300(ricostruzione intero bene); XIV inizi - XVI metà(erezione parrocchiale carattere generale); 1594 - 1594(visita pastorale intero bene); 1769 - 1769(visita pastorale intero bene); 1843 - 1843(visita pastorale intero bene); 1850 - 2015(ritrovamento e ricollocazione intorno); 1867 - 1867(testimonianza grafica intero bene); 1920 - 1921(rifacimento pala d'altare); XX metà - XX metà(relazione parrocchiale intero bene); XX metà - XX metà(relazione parrocchiale carattere generale); 1990 - 1990(visita pastorale intero bene); 1997 - 1998(rifacimento copertura)
Cappella di San Desiderio
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella di San Desiderio <Piazzette, Usseglio>
Ambito culturale (ruolo)
impianto medievale (costruzione primitiva)
architettura alpina (ricostruzione)
architettura alpina (ampliamento)
Notizie Storiche

VII  (costruzione antica costruzione)

Non si conosce la data esatta della costruzione della primitiva cappella. Agli inizi del Novecento il teologo Giacomelli annotava nelle sue relazioni che l'erezione ascendeva al VII secolo, quando le Valli di Lanzo erano aggregate al vescovado di Moriana in Savoia. Questo spiegherebbe la dedicazione della cappella a San Desiderio Vescovo di Vienne in Francia, che attuò la riforma delle chiese francesi, e la cui commemorazione avveniva nelle date dell'11 febbraio, coincidente con la traslazione delle reliquie, e del 23 maggio, coincidente con la lapidazione.

X - XI (diffusione culto carattere generale)

Risale ai secoli X e XI la diffusione nelle valli lanzesi della devozione di San Desiderio martire, e la fioritura di cappelle a lui intitolate dovuta all'influenza diretta del monastero benedettino di Novalesa.

1170  (testimonianza documentaria carattere generale)

Si hanno notizie documentate dell'edificio nella collazione beneficiaria redatta dal Vescovo di Torino, Milone, il quale concedeva a Simeone dell'Abbazia di San Giacomo di Stura la chiesa di San Desiderio di Usseglio, nella frazione di Piazzette, con tutti gli utili che le appartenevano, a condizione che l'abate di allora ed i suoi successori avessero riconosciuto tale donazione offrendo ogni anno alla sede episcopale di Torino due ceri di tre libbre ciascuno.

1300  (ricostruzione intero bene)

Un'iscrizione presente sulla cappella sino alla metà del XIX secolo riportava la data del 1300. Sino alla visita pastorale del vescovo Fransoni del 1843 questa venne indicata come l'anno della sua erezione. L'analisi dei documenti arcivescovili e studi storici successivi stabilirono, invece, che tale data potesse riferirsi piuttosto a una ricostruzione e non alla realizzazione del primitivo edificio.

XIV inizi - XVI metà (erezione parrocchiale carattere generale)

La chiesa di San Desiderio in regione Piazzette era l'antica parrocchia che abbracciava nel suo distretto le comunità di Usseglio, Lemie e Forno. Essa sorse come "cura", una parrocchia minore, alle dipendenze della pievania di Lanzo, entro la cui giurisdizione si trovarono conglobate nel 1386 le parrocchie di Lemie, Col San Giovanni e Viù. La primitiva cappella venne sostituita per tutte le funzioni religiose dalla chiesa di S.Maria costruita nel pianoro di Usseglio, con ogni probabilità per motivi legati alla sua collocazione geografica su di un'altura. Le cause che determinarono lo spostamento del servizio religioso restano dubbie, ma per molto tempo le due cappelle restarono unite nel titolo della rettoria comparendo insieme a tutti gli atti vescovili. La condizione di "quasi parrocchialità" si prolungò fino verso la metà del XVI secolo, quando venne soppressa la giurisdizione delle pievi sulle chiese minori o "cure", ed eretta la nuova chiesa parrocchiale, nell'anno 1646.

1594  (visita pastorale intero bene)

Nella visita pastorale condotta da Monsignor Broglia si attesta che la cappella di San Desiderio risulta completamente abbandonata, quindi si ordina che venga chiusa e sia riparata prima che crolli, e che venga adornata convenientemente, in maniera che vi si possa consentire la celebrazione della Santa Messa.

1769  (visita pastorale intero bene)

Le notizie contenute nella visita pastorale dell'arcivescovo Luserna Rorengo di Rorà, riportano che la cappella di San Desiderio si trovava sulla sommità di un poggio, ampliata e restaurata per interessamento dell' abate Pietro Costa. L'icona in alcuni punti era scrostata e lacera, l'altare maggiore era staccato dalla parete di fondo essendoci un "concamerato" , ovvero una specie di corridoio buoi e umido, dichiarato di "antichissima costruzione" e indecoroso. All'interno di questo corridoio il Visitatore ritrovò un armadio a muro contenente parecchie ossa di persone defunte. Quella di seppellire le persone all'interno era usanza comune quando la cappella era la chiesa parrocchiale dalla quale dipendevano i paesi di Usseglio, Lemie e Viù. Sulla parete esterna, sotto il tetto, dalla parte dell'epistola, in prossimità della facciata vi era una finestra non protetta da alcun riparo, accessibile da chiunque per poter salire sulla volta della cappella.

1843  (visita pastorale intero bene)

Nella visita dell'arcivescovo Fransoni si accenna a una nuova modifica della cappella. L'altare di San Desiderio era direttamente addossato al muro di fondo; la cappella era retta dal Sindaco e dal Vicesindaco che in virtù della loro carica ne erano i Priori. Una iscrizione sulla cappella faceva risalire la costruzione di essa al 1300, anche se analisi documentali e studi storici hanno ipotizzato trattarsi in realtà dell'epoca di una prima ricostruzione della chiesa primitiva medievale. all'epoca la proprietà della cappella è attribuita al Comune.

1850 - 2015 (ritrovamento e ricollocazione intorno)

Secondo alcuni storici la cappella venne edificata lungo la via romana dei valichi dell'Autaret e di Arnas e proprio nel 1850 in prossimità della chiesa fu rinvenuta l'ara votiva a Giove, di epoca romana. Dal 2015 l'ara romana è collocata nella sezione di Archeologia del Museo Tazzetti di Usseglio.

1867  (testimonianza grafica intero bene)

Nelle mappe del Catasto Rabbini, risalenti al 1867, l'edificio è rappresentato nella sua conformazione attuale, con una sagoma addossata sullo spigolo destro della facciata a ponente, con ogni probabilità una tettoia che verrà menzionata nelle relazioni parrocchiali di epoca successiva.

1920 - 1921 (rifacimento pala d'altare)

L'icona di San Desiderio venne rifatta dal pittore Spingur di Torino, l'opera costò L.400. L'11 febbraio del 1921 fu ribenedetta nella chiesa di San Vito a Piazzette e nell'agosto fu restituita alla sua cappella campestre.

XX metà  (relazione parrocchiale intero bene)

Nella sua relazione il Teologo Giacomelli descrive la cappella ad "un vano e due arcate", di cui la prima di costruzione più antica, e la seconda, quella verso ponente, più recente, lasciando supporre che in origine vi fosse una tettoia sulla facciata rivolta a ovest. Sul lato a levante era ben visibilmente tracciato un arco di volta, che ipotizzava, invece, l'esistenza di un prolungamento del fabbricato verso est, che avrebbe potuto servire per le persone addette al servizio e alla custodia della chiesa. Tale prolungamento però non viene considerato verosimile, in quanto lo sperone di roccia su cui è costruita la cappella finisce a un metro di distanza dal muro di fondo, dopodiché vi è il precipizio. E' probabile che quell'arco sia il residuo di un'absidiola preesistente, visto l'orientamento a est secondo l'uso antico, oppure che faccia riferimento al "concamerato", il corridoio, già citato dal Rorà un secolo e mezzo prima.

XX metà  (relazione parrocchiale carattere generale)

Il Teologo Giacomelli nella sua relazione riporta che " un teschio col corpo si trovava presso l'altare della cappella di San Desiderio". Per essere contro le leggi liturgiche la conservazione di uno scheletro, con ogni probabilità venne murato nel dietro altare e il teschio esposto sul cornicione della cappella vene in seguito chiuso in una nicchia per un voto privato. Si dice che appartenesse a San Candida, ma di fatto si trattò di una sepoltura privata ritrovata presso San Desiderio forse di un antico custode della cappella stessa. L'urna di legno collocata a lato dell'altare, sul cornicione che corre lungo le pareti interne, riporta l'incisione: "Voto - fatto - di Costa - Margherita - di Santa Candida".

1990  (visita pastorale intero bene)

Nella visita pastorale del 17 ottobre del 1990 la cappella di San Desiderio è descritta in disuso, molto mal ridotta e necessitante di un recupero completo.

1997 - 1998 (rifacimento copertura)

La copertura della cappella venne interamente rifatta con orditura on legno e manto in lose, grazie a una raccolta fondi tra gli abitanti, i villeggianti e il Comune di Usseglio.
Descrizione

La cappella si colloca lungo l'antica mulattiera che collega i paesi di Lemie e Usseglio, sulla sinistra orografica della valle, raggiungibile da sentiero che diparte dalla frazione di Piazzette. Sorge isolata rispetto alle due costruzioni circostanti e presenta facciata rivolta ad ovest. La cappella ha pianta rettangolare ad aula unica suddivisa in due campate, entrambe coperte da volte a crociera. L'edificio ha struttura in muratura portante in pietra; il tetto è a due falde, con struttura lignea e manto di copertura in lose. La facciata presenta fronte a capanna. Il portone, soprelevato rispetto al piano di campagna, è collocato in asse con l’aula ed è affiancato da due finestre quadrangolari. I prospetti laterali presentano un intonaco di tipo grezzo. L'edificio si mostra in cattivo stato conservativo sia internamente, dove sono presenti fessurazioni diffuse e macchie d’umidità, che esternamente; sia la facciata che i prospetti laterali presentano fenomeni di distacco dell'intonaco lasciando intravedere la tessitura muraria in pietra sottostante. La cappella è officiata in occasione della festa del Santo titolare.
pianta
La cappella ha pianta rettangolare ad aula unica suddivisa in due campate.
facciata
La facciata è rivolta ad ovest e, presenta fronte a capanna. Il portone è sopraelevato rispetto al piano di campagna; esso è in legno a singolo battente, collocato in asse con l'aula e affiancato da due finestre quadrangolari. Quest'ultime sono dotate di serramenti in legno a doppio battente e corredate da grate in ferro. Al centro del prospetto si intravede l'imposta di un arco di volta e con ogni probabilità il tamponamento di un'apertura preesistente. Agli angoli, nella parte inferiore, sono collocati due elementi in muratura con base quadrangolare, per rinforzo della costruzione. In alcune parti della facciata è presente la finitura ad intonaco di tonalità ocra, mentre le porzioni interessate dai fenomeni di distacco dello strato superficiale lasciano intravedere la tessitura muraria sottostante in pietra.
prospetti laterali
I prospetti laterali presentano una finitura ad intonaco di tipo grezzo che, in alcuni punti, si è distaccato mettendo a nudo la muratura in pietra sottostante. Su entrambi i lati lunghi, in corrispondenza della seconda campata, è presente un'apertura riquadrata da una cornice bianca dipinta; quella sul fronte nord è murata.
Impianto strutturale
L'edificio ha struttura in muratura portante in pietra, intonacata sia internamente che esternamente; il tetto è a due falde, con struttura lignea e manto di copertura in lose. Lo spazio interno è sormontate, in entrambe le campate, da volte del tipo a crociera.
interni
La due campate sono separate da due lesene che reggono un arco a tutto sesto. In prossimità dei quattro angoli sono presenti altrettante lesene angolari. Al di sopra dei capitelli delle lesene corre una cornice che cinge lo spazio interrompendosi solo in prossimità di dove un tempo era collocata la pala d’altare. Le finiture interne presentano evidenti forme di degrado; sulle pareti si osservano tracce di una finitura di colore ocra mentre le lesene mostrano resti di un intonaco di colorazione rossa. La volta presenta tracce della stessa finitura delle pareti mentre la pavimentazione è in pietra a spacco. Sulle superfici sono diffuse lesioni e macchie d’umidità.
presbiterio
Il presbiterio è collocato nella seconda campata ed è in posizione sopraelevata di un gradino rispetto al resto dell'aula. L'altare maggiore storico è in muratura intonacata, con predella in legno anteriore, ed è addossato alla parete di fondo. Su quest'ultima si intravede l'imposta di un arco in muratura a tutto sesto.
apparato liturgico
L'assemblea è ordinata con sedie disposte a battaglione conformemente al volume dell'aula e al suo orientamento.
Adeguamento liturgico

nessuno
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