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Saluzzo
Saluzzo
palazzo
del seminario
Convento di Sant'Agostino
Parrocchia di SS. Martino e Bernardo
Pianta; Coperture; Struttura; Elementi decorativi; facciata principale; Pavimenti e pavimentazioni; volte
nessuno
1500 - 1500(posa prima pietra intero bene); XVI - XVI(affreschi del Cinquecento porticato addossato alla chiesa); 1650 - 1650(descrizione del convento intero bene); 1655 - 1655(descrizione del dormitorio piano primo della parte originaria); 1662 - 1662(descrizione grafica del complesso intero bene); 1748 - 1748(ritorno dei frati dopo periodo di assenza carattere generale); 1756 - 1756(data di costruzione (?) intorno (edificio attuale casa parrocchiale)); 1759 - 1768(lavori di ristrutturazione intero bene); 1796 - 1797(trasformazione in deposito e ospedale militare intero bene); 1798 - 1802(allontanamento dei frati e vendita complesso intero bene); 1800 - 1800(descrizione prima delle modifiche chiostro e corridoio); 1802 - 1875(modifiche interne ed esterne intero bene); 1828 - 1828(progetto di trasformazione in ricovero per poveri intero bene); 1879 - 1879(costruzione edificio accessorio intorno); 1885 - 1886(acquisto del vescovo e riconversione intero bene); 1894 - 1894(ampliamento con costruzione nuova ala intero bene); 1897 - 1897(erezione Piccolo Seminario carattere generale); XX - XX(lavori di restauro e risanamento conservativo intero bene); 1902 - 1902(diverse soluzioni provvisorie per cappella cappella); 1915 - 1920(complesso requisito quale ospedale militare carattere generale); 1928 - 1928(costruzione nuova cappella)
ex Seminario Convento di Sant'Agostino
Tipologia e qualificazione palazzo del seminario
Denominazione ex Seminario Convento di Sant'Agostino <Saluzzo>
Altre denominazioni Seminario di Sant'Agostino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione intero complesso)
Notizie Storiche

1500  (posa prima pietra intero bene)

“di certo si può asserire che la fondazione del convento risale alla data di costruzione della chiesa e quindi al 3 febbraio 1500, data storica in cui il Marchese Ludovico II e Margherita di Foix posero la prima pietra” (Bessone, Stoppa, 1998, p. 134)

XVI  (affreschi del Cinquecento porticato addossato alla chiesa)

“secondo Mario Perotti ‘il chiostro era decorato di affreschi e le due ali antiche del chiostro contengono ancora sotto lo strato di badigéon recente l’originaria decorazione cinquecentesca che sulla scorta di questo frammento rimastoci è da considerare davvero eccellente … La composizione pare che risalga al primo quarto del secolo XVI’ (il riferimento è al lacerto a metà del porticato addossato alla chiesa, raffigurante un frate agostiniano molto somigliante all’iconografia di S. Nicola da Tolentino – n.d.c.)” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, p. 148)

1650  (descrizione del convento intero bene)

“la Relazione Innocenziana (1650) conservata presso l’Archivio Generale dell’Ordine Agostiniano specifica che ‘il convento ha capitolo, refettorio, cucina e dormitorio, con quindici camere per parte, ha tre ale d’inclaustro, con tutte le altre officine necessarie per detto convento, con nove giornate e tavole quarantuno tra campo e alteno, cinto di muraglia in forma di clausura’, e che era abitato da tre sacerdoti, un chierico, tre conversi e un servitore” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, pp. 146-147)

1655  (descrizione del dormitorio piano primo della parte originaria)

“monsignor Agostino Della Chiesa, vescovo di Saluzzo e storico, nella sua ‘Descrizione del Piemonte’ del 1655 definisce il dormitorio ‘magnifico e comodo per alloggiare e ricevere qualunque gran Signore’” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, p. 147)

1662  (descrizione grafica del complesso intero bene)

“la veduta del Theatrum Sabaudiae del Boetto (1662) ritrae il complesso piuttosto isolato, a parte la chiesa di S. Martino e poche case. La stessa tavola, nonostante alcune imprecisioni (ad esempio l’edificio non è disegnato porticato), ci fornisce ulteriori informazioni per interpretare correttaente la Relazione del Priore Angelo Turtiglio di Saluzzo: l’edificio del convento consisteva nella prima metà dell’attuale manica sud-nord (quella più vicina alla chiesa); le altre due ale porticate dovevano essere quella addossata alla chiesa (che tutt’oggi esiste, anche se rifatta al tempo della ricostruzione del campanile), e quella a nord, di cui non si trovano più tracce, ma che, verosimilmente, era situata in prossimità del pozzo dell’attuale cortile” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, pp. 146-147)

1748  (ritorno dei frati dopo periodo di assenza carattere generale)

“i frati agostiniani poterono tornare al convento per proseguire la loro opera religiosa e sociale” dopo un periodo di allontanamento dovuto alla guerra di successione per la corona austriaca (Bessone, Stoppa, 1998, p. 135)

1756  (data di costruzione (?) intorno (edificio attuale casa parrocchiale))

“il terzo edificio (nel disegno del Theatrum Sabaudiae, a destra della facciata della chiesa), è stato probabilmente demolito e ricostruito (data 1756, su una parete esterna) ruotato di un angolo retto e corrisponde oggi alla casa parrocchiale. I tre locali di uso comune citati nella Relazione Innocenziana (1650, e cioé refettorio, cucina e capitolo) dovevano trovarsi al piano terreno, negli ampi locali con volte a crocera, mentre al piano superiore c’era il dormitorio” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, p. 147)

1759 - 1768 (lavori di ristrutturazione intero bene)

“due date immortalate sulle pareti dell’edificio fanno presupporre consistenti lavori di rifacimento nella seconda metà del secolo XVIII: la prima è all’angolo sud.ovest dell’edificio e porta la data 1759, la seconda è al fondo del corridoio, in prossimità del finestrone cinquecentesco, e reca la data Die XVIII 7bris MDCCLXVIII” (Paseri L., “Architettura del convento”in Bessone, Stoppa, 1998, p. 148)

1796 - 1797 (trasformazione in deposito e ospedale militare intero bene)

“la rivoluzione francese e il profilarsi di una possibile occupazione dei nostri territori da parte dell’esercito d’Oltralpe, indussero il principe Vittorio Amedeo III a fortificare i punti di difsa strategici, compreso ovviamente Saluzzo, dove vennero schierati ben dodicimila uomini. Conseguenza di ciò fu la necessità di realizzare un deposito per gli approvvigionamenti di guerra e l’apprestamento di un ospedale militare; ancora una volta la scelta si orientò sul convento di S. Agostino da cui i frati furono nuovamente allontanati. (in questo caso è documentato che si trasferirono in una casa poco lontana, di proprietà del notaio Craveri). Anche se l’ospedale fu chiuso già nel 1796, e nuovamente utilizzato dai frati nel 1797...” (Bessone, Stoppa, 1998, p. 135)

1798 - 1802 (allontanamento dei frati e vendita complesso intero bene)

“molto presto si giunse al definitivo allontanamento dei padri agostiniani che, rientrando negli ordini religiosi soppressi con le regole imposte dalla rivoluzione francese, furono costretti a lasciare definitivamente la città. La Chiesa di S. Agostino fu lasciata ancora per qualche tempo aperta alla pratica religiosa ma, nel 1802, convento e chiesa vennero venduti all’asta a privati … L’inventario del 1802 segnala la presenza in convento di sole cinque persone (tre professi e due laici)” (Bessone, Stoppa, 1998, p. 135 e 148)

1800  (descrizione prima delle modifiche chiostro e corridoio)

“il recinto del convento è spazioso ed ampio; il chiostro fu all’intorno dipinto a spese di molte pie persone i cui nomi ed armi scritti e dipinte si scorgono al di sotto di quella pittura rappresentante un qualche santo dell’Ordine agostiniano che fece ciascun d’essi eseguire; più di tutto però merita in questo convento di esser veduto il lunghissimo corridoio del dormitorio che è uno dei più regolari e belli” (Muletti, 1800, pp. 182-183)

1802 - 1875 (modifiche interne ed esterne intero bene)

“la parte della chiesa lungo la strada venne divisa in camere che furono date a pigione. Il resto, cioè la navata centrale e quella verso il convento, furono adibite, da prima a fabbrica di salnitro, poi a stalla di cavalli, e finalmente a magazzeno da paglia. Il campanile fu demolito fino alla volta della chiesa e coperto con tegole. Sul piazzale vennero costruite alcune casupole, date a pigione. Anche il convento subì delle notevoli trasformazioni che gli tolsero quell’aria di maestosità e di raccoglimento che prima aveva. S’abbatterono vecchi muri e se ne rizzarono dei nuovi per fare tanti piccoli alloggi, tosto occupati da gente che s’accontentava di poco perché poteva pagar poco. Il cortile del chiostro fu diviso in vari piccoli orti, coltivati dagli inquilini stessi (Ghirardotti, 1936, p. 12)

1828  (progetto di trasformazione in ricovero per poveri intero bene)

“l’edificio fu anche oggetto di attenzioni da parte della municipalità (1828) per un progetto di trasformazione in ‘ricovero di mendicità’” (Paseri L., “Architettura del convento” in Bessone, Stoppa, 1998, p. 146)

1879  (costruzione edificio accessorio intorno)

sotto il colmo (lato Est) dell’edificio a se stante, oggi conosciuto come portineria e abitazione del portinaio, situato a Ovest del complesso storico del convento, è segnata la data 1879, probabile anno di costruzione, a giudicare dalla tipologia e dalle tecniche costruttive e materiali adottati (n.d.c.)

1885 - 1886 (acquisto del vescovo e riconversione intero bene)

“ci vollero quasi cento anni per la ricomposizione e la riconversione di questi beni, e solo il 28 luglio 1885 il vescovo monsignor Buglioni di Monale potè finalmente riaggregare la proprietà nella sua interezza. Un anno dopo, e precisamente nel mese di ottobre del 1886, venne fondato il piccolo seminario di S. Agostino” (Bessone, Stoppa, 1998, pp. 135-136)

1894  (ampliamento con costruzione nuova ala intero bene)

“nell’anno scolastico 1889-1890 si avvicinò alla soglia delle 100 presenze. Ben presto quel grande e antico convento divenne stretto, soffocante e insufficiente; il vescovo, con la collaborazione del rettore teologo Giuseppe Martini, avviò i lavori per l’ampliamento della costruzione, mediante la realizzazione di un’altra ala. Il nuovo edificio fu realizzato dal capomastro Abelli e concluso nel 1894” (Bessone, Stoppa, 1998, pp. 140-141)

1897  (erezione Piccolo Seminario carattere generale)

il vescovo Mattia Vicario erige ufficialmente il Piccolo Seminario di S. Agostino (Bessone, Stoppa, 198, p. 141)

XX  (lavori di restauro e risanamento conservativo intero bene)

verso la fine del millennio vengono effettuati notevoli lavori di restauro e risanamento conservativo in tutto l’edificio; viene rifatto il tetto, ripristinate le tinteggiature interne e quelle del porticato, restaurata la cappella, mentre dal punto di vista strutturale viene installato un ascensore nella manica più recente; durante questi lavori vengono alla luce quattro aperture arcuate (due di maggiori dimensioni rispetto a una porta normale) nel corridoio principale al piano primo della parte più vecchia del complesso, che però vengono coperte da intonaco e nemmeno recuperate alla vista (n.d.c.)

1902  (diverse soluzioni provvisorie per cappella cappella)

“in un primo tempo si adattò a cappella un salone accanto all’ingresso, molto raccolto ma troppo piccolo e soffocante, quindi si adattò a cappella una legnaia alla testata est del seminario, verso via Barge (nel 1902), ma ancora una volta i problemi di luminosità e rumorosità dimostrarono inadatta la sede scelta e quindi si tentò una nuova soluzione, sempre di tipo sbrigativo, realizzata tramite l’abbattimento di un divisorio tra due auleal piano terreno e l’unione delle medesime” (Bessone, Stoppa, 1998, p. 145)

1915 - 1920 (complesso requisito quale ospedale militare carattere generale)

“siamo nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, e nuovamente S. Agostino venne requisito per essere destinato a ospedale militare di riserva. I ragazzi finirono anticipatamente l’anno scolastico e alla ripresa autunnale furono ospitati presso il Seminario Maggiore; le difficoltà furono notevoli… Al termine della guerra i malati ed i feriti lasciarono progressivamente il seminario e il 15 febbraio 1919 venne tolto anche il presidio militare; la nuova situazione consentì, previa accurata disinfezione e pulizia, di ripristinare e riattrezzare tutti gli ambienti e riprendere le normali attività scolastiche. Il seminario riaprì nell’ottobre 1920” (Bessone, Stoppa, 1998, pp. 144-145)

1928  (costruzione nuova cappella)

“La scelta ricadde sull’area, ancora libera, creatasi conseguentemente alla costruzione dell’ala nuova, posta ad angolo retto rispetto al fabbricato. Superato in qualche modo il problema economico, si costruì un corpo di fabbrica nuovo nel quale la cappella venne realizzata al piano rialzato, creando anche uno spazio sottostante funzionale ed utile. La cappella fu benedetta all’inizio dell’anno scolastico 1928-1928 da mons. Oberti” (Bessone, Stoppa, 1998, p. 145)
Descrizione

l'edificio sorge in prossimità della periferia della Saluzzo attuale, mentre all'epoca della costruzione era certamente in posizione isolata al di fuori delle mura difensive della città; il complesso costeggia comunque una delle principali vie di accesso a Saluzzo, per chi arrivava dalla fascia pedemontana. Il complesso denuncia visibilmente la parte più antica e quelle aggiuntive dei secoli successivi al XVI (epoca alla quale risale l'edificio). Al piano terreno sono state mantenuti gli ambienti più capienti (refettorio, forse sala del capitolo ormai irriconoscibile e cappella, oltre che a diversi locali di servizio), mentre ai piani superiori vi sono per lo più camere e la cappella interna, risalente al XX secolo
Pianta
la porzione originaria si sviluppa longitudinalmente da Sud a Nord con un corridoio centrale al piano superiore ed un porticato laterale al piano terreno, che hanno determinato anche gli ampliamenti successivi
Coperture
le coperture hanno una geometria a due falde, e presentano orditura lignea e manto di copertura in coppi, come da tradizione costruttiva locale
Struttura
le strutture murarie della parte più vecchia sono miste laterizio e pietre frammisti a calce, mentre le restanti porzioni del complesso sono realizzate in laterizi pieni e quelle più recenti presentano strutture in cemento armato intonacate
Elementi decorativi
in linea con le prescrizioni per le architetture mendicanti e poi per i seminari, l'apparato decorativo è estremamente ridotto, anche a causa di perdite occorse nel tempo
facciata principale
presenta un portale incorniciato da laterizi sagomati, di probabile realizzazione tardo ottocentesca, secondo il gusto neogotico
Pavimenti e pavimentazioni
nel porticato del cortile interno principale e nei corridoi del piano superiore, ma anche le scale di collegamento tra i piani, i pavimenti si presentano per lo più realizzati in lastre di pietra, come da tradizione costruttiva locale, a parte alcune porzioni pavimentate in piastrelle di graniglia di cemento colorate
volte
le volte sono per lo più a crocera, con lunette in corrispondenza di porte e finestre, e sono realizzate in laterizi pieni
Adeguamento liturgico

nessuno
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