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Verzuolo
Saluzzo
chiesa
sussidiaria
Santi Filippo e Giacomo
Parrocchia di SS. Filippo e Giacomo
Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Coro; Coperture; Facciata principale; Abside; Presbiterio; Altare principale; Altari secondari; Volte; Torre campanaria; Preesistenze; Elementi decorativi; Portale
presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
XI - XII(costruzione torre campanaria e cella); XI - XII(costruzione torre campanaria ); 1055 - 1265(prima attestazione esistenza parrocchiale carattere generale); XV - XV(ristrutturazione intero bene); 1450 - 1513(costruzione abside); 1450 - 1513(consolidamento facciata); 1456 - 1486(costruzione e consolidamento orologio e campanile); 1484 - 1486(elevazione della cuspide e dei campaniletti torre campanaria); 1513 - 1513(consacrazione coro); 1514 - 1518(decorazione intero bene ); 1581 - 1581(tamponamento aperture per inserimento terza campan torre campanaria); 1592 - 1592(costruzione cappella di San Biagio); XVII - XVIII(costruzione cappella della Pietà); 1612 - 1612(spostamento altare maggiore); 1615 - 1700 (?)(alzamento quota pavimento ingresso); 1629 - 1629(stato conservativo intero bene); 1629 - 1644(costruzione sacrestia e cappella sinistra); XVIII - XVIII(ricostruzione cappella di Santo Stefano); XVIII - XVIII(lavori di manutenzione intero bene ); XVIII - XVIII(tamponamento apertura fianco settentrionale); 1712 - 1712(modifica delle aperture perimetro dell'edificio); 1713 - 1714(costruzione seconda sacrestia); 1736 - 1736(costruzione terza sacrestia); 1737 - 1737(tinteggiatura interni della chiesa); 1796 - 1797(sostituzione pulpito ); XIX - XX(decorazione neogotica (?) interni della chiesa); 1819 - 1819(carattere generale intero bene); 1875 - 1875(carattere generale intero bene ); 1970 - 1979(carattere generale intero bene ); 1975 - 1999(lavori di restauro campanile
copertura
decorazioni e arredi); 2000 (?) - 2006 (?)(restauro cappella della Pietà)
Chiesa antica dei Santi Filippo e Giacomo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa antica dei Santi Filippo e Giacomo <Verzuolo>
Altre denominazioni Chiesa della Madonna del Rosario
Antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione del campanile)
gotico lombardo (costruzione dell'abside)
romanico (costruzione della cella campanaria)
Notizie Storiche

XI - XII (costruzione torre campanaria e cella)

"al cantiere medioevale, tra XI e XII secolo, appartengono la torre campanaria e la cella posta alla sua base decorata con le Storie di san Nicola di Bari, ascrivibili per confronti stilistici alla fine dell'XI secolo" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 12)

XI - XII (costruzione torre campanaria )

"la struttura della torre, secondo l'analisi dei materiali e delle tessiture murarie effettuata da S. Beltramo, pare riconducibile ad un'unica fase costruttiva da collocarsi tra la fine dell'XI e la prima metà del XII secolo (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 13)

1055 - 1265 (prima attestazione esistenza parrocchiale carattere generale)

"nel 1055 Verzuolo è nominata tra la presenze dell'abbazia benedettina di San Benigno di Fruttuaria nel territorio, ma la dipendenza della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo è espressamente citata solamente del 1265. Il 1° giugno 1183 è attestato in qualità di preposito il monaco Giovanni" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 12)

XV  (ristrutturazione intero bene)

"intorno alla metà del XV secolo la chiesa venne trasformata completamente, passando da un impianto a tre navate ad aula unica che venne sopraelevata con una copertura a volte a crociera costolonate. Il portale con lunetta a sesto acuto venne segnato dalla ghimberga in cotto che fu interrotta dall'inserimento di una pantalera a riparo dell'ingresso. Il cantiere di rifacimento si avviò presumibilmente negli anni trenta. Quando, nel 1441, l'edificio fu consacrato dal vescovo di Torino, i lavori dovevano essere a buon punto" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 13)

1450 - 1513 (costruzione abside)

"alla fine del XV secolo si aprì un nuovo cantiere per la costruzione dell'abside, protrattosi fino al 1513 a causa delle controversie tra i capomastri e il Comune, che aveva accolto la sollecitazione del preposito Ludovico de Putheo e sosteneva gran parte delle spese insieme alla manodopera prestata dai capi di casa" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1450 - 1513 (consolidamento facciata)

"negli stessi anni si intervenne, in corrispondenza delle prime due campate, sui prospetti laterali che vennero rinforzati da due setti murari raccordati da due arcate. Questo comportò un allargamento della facciata con la costruzione agli angoli di due spallette murarie. I fregi in cotto del coronamento vennero estesi alle nuove aggiunte" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1456 - 1486 (costruzione e consolidamento orologio e campanile)

"le spese della ristrutturazione furono in gran parte sostenute dal Comune, che intervenne pure nel 1456 per la costruzione di un nuovo orologio e negli anni 1484-1486 per il consolidamento e il completamento del campanile con quattro pinnacoli agli angoli e una guglia coperta da scandole invetriate in cotto, secondo il modello adottato per il campanile della chiesa di San Bernardo a Saluzzo" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 13-14)

1484 - 1486 (elevazione della cuspide e dei campaniletti torre campanaria)

"sulla cornice aggettante della sommità, tra il 1484 e il 1486, fu elevata la cuspide ottagonale con scandole in terracotta invetriata, circondata da quattro campaniletti" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 26)

1513  (consacrazione coro)

"il 10 luglio 1513 Antonio Vacca, arciprete della cattedrale di Saluzzo e vicario generale della diocesi, da due anni istituita e sotto la cui giurisdizione era passata la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo insieme alle altre parrocchie del marchesato, consacrò il coro, ancora privo degli stalli" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1514 - 1518 (decorazione intero bene )

"tra il 1514 e il 1518 si procedette alla decorazione dell'edificio" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1581  (tamponamento aperture per inserimento terza campan torre campanaria)

"nelle specchiature dei due livelli inferiori si apre una monofora, nelle ultime due una bifora (tamponate quelle al penultimo livello nel 1581 per il posizionamento della terza campana) (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 26)

1592  (costruzione cappella di San Biagio)

"nel 1592 si costruì la cappella di San Biagio di patronato della famiglia Pagani" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

XVII - XVIII (costruzione cappella della Pietà)

"a pianta poligonale fu eretta tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo dalla famiglia Riverio e successivamente divenne patronato della famiglia Boarelli" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 30)

1612  (spostamento altare maggiore)

"nel 1612 l'altar maggiore fu spostato dal fondo del coro al centro del presbiterio" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1615 - 1700 (?) (alzamento quota pavimento ingresso)

"nel 1615 il parroco, don Giovanni Trova, comunicava al Comune la necessità di rialzare il pavimento per facilitare l'accesso ai fedeli. I lavori verranno eseguiti parecchi decenni dopo" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1629  (stato conservativo intero bene)

"una prima descrizione dello stato della chiesa è contenuta nella relazione di visita del vescovo Giacobino Marenco, effettuata il 12 maggio 1629. L'edificio si presenta in buono stato. Gli altari sono sette: l'altar maggiore collocato nel coro, seguono a cornu epistulae gli altari di San Francesco, di patronato dei Saluzzo della Manta, conti di Verzuolo, del SS.mo Rosario, di San Sebastiano, della SS.ma Trinità, di patronato della famiglia Forneris; a cornu evangelii gli altari di Santo Stefano e di San Biagio" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14)

1629 - 1644 (costruzione sacrestia e cappella sinistra)

"la sacrestia e la cappella a sinistra dell'altar maggiore furono costruite negli anni tra la visita del vescovo Marenco e della del vescovo Francesco Agostino Della Chiesa, cioè tra il 1629 e il 1644. La cappella, dotata di altare e ancona, fu voluta dal conte Silvestro della Manta, abate di Hautecombe, proprietario del castello di Verzuolo" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 14- 15)

XVIII  (ricostruzione cappella di Santo Stefano)

"illuminante sullo stato della chiesa è la relazione della visita del vescovo Carlo Giuseppe Morozzo del 1703. Tra le novità risulta che la cappella di Santo Stefano era stata da poco ricostruita ed era di patronato della Società del Suffragio" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

XVIII  (lavori di manutenzione intero bene )

"nei primi decenni del XVIII secolo il Comune intervenne con alcuni lavori di manutenzione" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

XVIII  (tamponamento apertura fianco settentrionale)

"la cella, coperta da volta a botte, comunicava con la chiesa attigua tramite un'apertura sul fianco settentrionale, segnata dal profilo della decorazione; sarà tamponata quando si aprirà il nuovo varco dalla cappella del Suffragio nel XVIII secolo" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 13)

1712  (modifica delle aperture perimetro dell'edificio)

"nel 1712 le finestre di forma circolare furono sostituite da altre di forma rettangolare più ampie, dotate di vetri e grate. In seguito al posizionamento della tribuna dell'organo sopra l'ingresso, fu sostituito il portale e murata la finestra della facciata realizzata poco prima" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1713 - 1714 (costruzione seconda sacrestia)

"tra il 1713 e il 1714 si edificò una seconda sacrestia" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1736  (costruzione terza sacrestia)

"nel 1736 se ne aggiunse una terza (sacrestia, n.d.c.)" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1737  (tinteggiatura interni della chiesa)

"nel 1737 l'interno fu imbiancato" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1796 - 1797 (sostituzione pulpito )

"tra il 1796 e il 1797 il vecchio pulpito venne sostituito con uno nuovo che portava scolpite le armi del Comune, realizzato dal falegname Pietro della Mula, al quale si deve anche la bussola d'ingresso" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

XIX - XX (decorazione neogotica (?) interni della chiesa)

"la decorazione neogotica dell'interno, allo stato attuale delle ricerche, non risulta documentata. Potrebbe risalire alla fine del XIX secolo o all'inizio del seguente" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1819  (carattere generale intero bene)

"nel 1819 la sede parrocchiale venne traslata nella chiesa dei Cappuccini (…). In quell'occasione vi fu trasferito l'antico fonte battesimale che era posto a sinistra dell'ingresso, come rilevano i vescovi nello loro visite. Dopo tale trasferimento l'antica parrocchiale fu abbandonata a se stessa, officiata soltanto in determinate ricorrenze"(Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1875  (carattere generale intero bene )

"nel 1875 fu inoltrata al Comune una richiesta di fondi per i restauri dell'edificio, ma non se ne fece nulla" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15)

1970 - 1979 (carattere generale intero bene )

"negli anni settanta del secolo scorso il parroco don Chiaffredo Pansa, per richiamare l'attenzione sul grave stato di degrado della chiesa, promosse una serie di iniziative (...)" (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 15- 16)

1975 - 1999 (lavori di restauro campanile, copertura, decorazioni e arredi)

"nel 1975 fu consolidata la parte muraria del campanile, riparata e ripristinata la copertura e pochi anni dopo fu portato parzialmente alla luce il ciclo pittorico della cella. A partire dagli anni novanta, grazie all'interessamento dell'A.C.V., iniziarono le campagne di restauro che salvarono il monumento dalla rovina, e recuperarono, per quanto possibile, la decorazione originaria e i preziosi arredi (Antonioletti L., "L'antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo", 2010, p. 16)

2000 (?) - 2006 (?) (restauro cappella della Pietà)

"intervento cofinanziato dall'Unione Europea DOCUP Obiettivo 2 (2000- 2006) misura 3.4 "Progetto parco culturale territoriale del Marchesato di Saluzzo: Restauro della Cappella di Pietà in Verzuolo" con il contributo dell'ACV- Associazione per la tutela del patrimonio culturale di Verzuolo e la Provincia di Cuneo" (targa informativa affissa sulla Cappella della Pietà)
Descrizione

Collocato all'interno del recinto fortificato del primo nucleo del borgo antico della Villa, che si dispone al fondo della "comba" Cappello posta sulle propaggini inferiori della dorsale tra valle Varaita e Bronda, l'edificio è situato ai piedi del castello. Un portale ad arco a tutto sesto dà accesso al sagrato su cui prospetta la facciata. Percorrendo Via Castello, si scorge dapprima il campanile, poi, valicato il ponticello sul "bialotto" di Valfrigida e fiancheggiando le mura del ricetto, vi sono: sacrestie, cappella interna del Suffragio, la base del campanile e la cappella della Pietà, un portale ad arco a tutto sesto. Qui vi è l'accesso al sagrato. L'accesso alla chiesa, posto ad ovest, verso monte in direzione del castello, è garantito, superando lo spiazzo senza pavimentazione, da un portone posto centralmente al profilo a capanna della facciata. Attorno al portone vi sono degli affreschi: a destra San Chiaffredo è affiancato dal riquadro di Santa Barbara, a sinistra la Deposizione dalla Croce. Sul contrafforte è murata una lapide romana di reimpiego. L'epigrafe consta di una dedica funeraria del marito Pramion alla moglie Enrica Comiogia, figlia di Nevius, databile intorno al I secolo d.C. Il fianco nord è delimitato dalle sponde del bialotto di Valfrigida e dalla antiche mura del recinto. Il complesso murario è orientato lungo l'asse est-ovest: ingresso ad ovest, presbiterio ad est. La lunghezza dell'apparato murario è di circa 49 m, mentre in larghezza è 10 m circa. Lo spazio è suddiviso in quattro campate: le prime due presentano delle nicchie ove sono inseriti degli altari; le seconde due sono affiancate da cappelle. Al culmine della navata vi è un'abside pentagonale, coperta da volte costolonate. Addossate al abside sono presenti tre sacrestie. Mediante il coro si raggiunge la prima sacrestia, in direzione nord, come la seconda. La terza, coperta da soffitto ligneo dipinto, comunica con l'esterno mediante una porticina.
Pianta
Schema longitudinale di forma rettangolare con direzione Ovest (ingresso)- Est (presbiterio), navata unica suddivisa in quattro campate con otto cappelle laterali (quattro per lato). In origine la chiesa aveva un impianto a tre navate.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell'aula è in quadrotte di cotto, al centro disposte ortogonalmente, mentre ai lati sono disposte diagonalmente. Il presbiterio presenta pavimentazione in lastre di pietra rettangolari. Le cappelle laterali, accessibili mediante superamento di un gradino, presentano o pedata in pietra e spazio sottostante l'altare in cotto o in alternativa tutti gli elementi in cotto.
Coro
Posto dietro l'altare maggiore, si compone di sedici stalli, dieci sedute con apertura a ribalta e dieci inginocchiatoi. Lo stallo centrale è composto da due pannelli intagliati; quello superiore raffigura un candelabro sovrastato dal sole. I pannelli sono definiti da due colonne tornite a tortiglione con capitello reggente un cornicione a volute ed indicazione della data di costruzione.
Coperture
Tetto a capanna per la navata centrale, la cappella di Sant'Antonio da Padova e del SS.mo Rosario, tetto ad una sola falda per le cappelle laterali. Fanno eccezione: la cappella di San Biagio, a sinistra dell'altare, che presenta una copertura a padiglione, come le tre sacrestie e la Cappella della Pietà. Le coperture sono costituite da orditura in legno, manto in "lose" di pietra per l'aula principale, mentre sono in coppi per le cappelle laterali, le tre sacrestie e la cappella della Pietà. Lattoneria in lamiera metallica brunita. La cuspide della torre campanaria a base quadrata è realizzata a tessere maiolicate e presenta quattro pinnacoli negli spigoli.
Facciata principale
Profilo a capanna con coronamento di archetti incrociati in cotto; visibili gli elementi che ne hanno modificato l'originario impianto a falde spezzate: evidenti rappezzature e aggiunta di due spallette murarie in corrispondenza degli arconi dei prospetti laterali. Nella parte inferiore della facciata la ghimberga è interrotta dalla pantalera, aggiunta utile per tenere al riparo il portale. Sopra di esso vi è una lunetta definita da una cornice in cotto. A sinistra del portale vi è una lapide murata di reimpiego. L'epigrafe, molto consunta, in caratteri paleografici arcaici, consiste nella dedica funeraria di un certo Pramion alla moglie Enica Comiogia, figlia di Nevius.
Abside
Su base pentagonale, coperta da volte costolonate, è irrobustita da spessi contrafforti e coronata da un fregio in cotto ad archetti intrecciati. Essa si presentava dapprima isolata, mentre in seguito all'ampliamento venne circondata da tre sacrestie.
Presbiterio
Coperta da volta costolonata di forma pentagonale, di pianta poligonale irregolare, il presbiterio è diviso dalla navata mediante un arco a sesto acuto; per accedervi è necessario superare un gradino ed è delimitato da una balaustra in muratura, intonacata e affrescata. Ai lati del presbiterio, in direzione nord, vi sono tre sacrestie.
Altare principale
Al centro del presbiterio, di tipologia “alla romana”, decorato a finto marmo, con il tabernacolo in legno dorato, con nicchie sul retro utilizzate in parte per conservare gli olii santi. E' presente un secondo tabernacolo di origine medioevale, murato sulla parete destra del presbiterio, in pietra verde di Sampeyre.
Altari secondari
Le prime due campate si aprono in nicchie in cui sono posizionati gli altari, le altre due sono affiancate da cappelle. Gli altari secondari addossati ai muri perimetrali, di tipologia "alla romana", realizzati in muratura e decorati a finto marmo, sono presenti nelle cappelle secondarie, in ordine da sinistra entrando a destra, rispettivamente dedicate ai: Santi Carlo e Tommaso, Santo Stefano, Spirito Santo con la statua della Madonna del Rosario, Sant'Antonio da Padova, dell'Addolorata con dipinto raffigurante San Francesco, SS.mo Rosario poi detta del Suffragio, della Pietà, San Sebastiano. Per ultima, sulla destra entrando, vi è la Cappella della SS. Trinità che presenta un altare addossato al muro perimetrale, realizzato in muratura con una fitta raffigurazione pittorica.
Volte
Navata principale costituita da quattro campate coperte da volte a crociera costolonate, rivestite con intonaco a calce e tinteggiatura di colore giallo; sono presenti inoltre degli affreschi di tondi. La sacrestia a nord è coperta da una volta a padiglione, come l'antistante locale. La terza sacrestia, invece, presenta un soffitto ligneo dipinto. La cella, posta alla base della torre campanaria, presenta una volta a botte.
Torre campanaria
La torre, addossata al muro perimetrale meridionale della chiesa, si eleva per sei livelli. I primi due livelli, in muratura di ciottoli di fiume, conci spezzati e frammenti di laterizio, includono il piano della cella e quello superiore, dove nel prospetto ovest si apre un portale a tutto sesto costituito da una ghiera che alterna conci sagomati a frammenti di laterizio. I quattro ordini superiori, intonacati all'esterno, sono segnati da fregi marcapiano ad archetti pensili a tutto sesto, e delimitati da lesene angolari aggettanti. Le specchiature interne sono definite da lesene angolari aggettanti. Nelle prime due è presente una monofora, al terzo livello la bifora è stata tamponata dopo aver inserito la terza campana; al quarto, ove vi sono le campane, è presente una bifora con colonnina e capitello a gruccia in pietra.
Preesistenze
Sulla facciata principale è presente una lapide romana di reimpiego, che presenta un'epigrafe, ad oggi molto consunta, in caratteri paleografici arcaici. Essa consiste nella dedica funeraria di Pramion alla moglie Enrica Comiogia, figlia di Nevius.
Elementi decorativi
L'impianto decorativo visibile all'interno della chiesa, steso con la tecnica “a fresco” ricopre la totalità dei muri perimetrali dell'aula della chiesa. La prima cappella a sinistra (entrando) è intitolata ai Santi Carlo e Tommaso, e presenta decori di Storie di Sant'Antonio Abate; sull'altare è affrescata la Madonna con il Bambino tra due angeli musicanti e i Santi Antonio Abate e Bartolomeo. La seconda cappella a destra è decorata con Storie di San Sebastiano e altre figure di santi.
Portale
Nella lunetta, definita da una massiccia cornice in cotto, vi è un affresco rappresentante la Vergine con il Bambino tra i santi Filippo e Giacomo; a destra del portale vi è San Cristoforo e Santa Barbara. A sinistra è raffigurata la deposizione dalla croce.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
Si tratta di un semplice inserimento di arredo mobile per consentire al celebrante di rivolgersi di fronte all'assemblea. Di fronte al vecchio altare in muratura è stata realizzata una pedana lignea sulla quale sono stati posizionati: l'altare (semplice tavolo in legno modello anni 70 del XX secolo), il leggio ed un banco. La sede (in legno con seduta imbottita e rivestita in tela) è posta a fianco della pedana a causa dello spazio esiguo disponibile. Nessuna richiesta formale è stata presentata per questo inserimento, nessuna progettazione ha preceduto i lavori che comunque non hanno comportato alcuna modifica agli elementi esistenti (né quelli fissi, né quelli mobili).
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