Notizie Storiche |
1247 (primo documento che cita la chiesa carattere generale)
“la chiesa di Venasca viene nominata negli atti dell’archivio torinese già nel 1247” (Ponso, 2004, p. 120)
1312 - 1354 (primi documenti che citano la chiesa carattere generale)
“il vescovo Tedisio concede, diverse volte, l’investitura del feudo di Venasca: allorché, il 6 agosto 1312, si trova a Sampeyre, nella chiesa di S. Maria di Becetto, lo dà in feduo ai nobili Nicolino, Ardizzone e Oddino, figlio di Corradino di Venasca ...I vescovi torinesi mantennero gelosamente il dominio sui feudi di Venasca e di Rossana ...Entrambe le chiese di questi due feudi erano dedicate a S. Maria e mentre quella di Rossana era dipendente dalla pieve di Villafalletto, quella di Venasca era aggregata alla pieve di Falicetto. Su di esse il vescovo esercitava la sua giurisdizione, eleggendo e nominando i rettori ...La chiesa di S. Maria di Venasca, il 29 aprile 1354, viene affidata dal vescovo Tommaso al prete Oberto Faramia” (Dao, 1965, pp. 145-147)
1386 (edificio citato in elenco chiese carattere generale)
Nell’elenco delle chiese che versavano la tassa del cattedratico al vescovo di Torino nel 1386, compaiono: “Eccl. S. Mariae de Venascha” ed “Eccl. S. Bartholomei de Venascha”. Compaiono anche “Eccl. Prioratus de Verneto” sotto “Eccl. Seu Prioratus de Lamanta”, e “Eccl. S. Petri de Verneto” (n.d.c., l’elenco è pubblicato in Ansaldi, 1968, pp. 224-225)
1403 (conferimenti della parrocchia carattere generale)
“1403 – 9 febbraio – pr. N. 22 F. 4 r – Collazione della Chiesa di S. M.a di Venasca a D. Francesco Lamberti Curato di Alma” (Ansaldi, 1968, p. 182)
1468 (frammenti di recupero con data edificio originario)
“frammenti di recupero della vecchia parrocchiale emergono dalla massa muraria: su via Morbiducci un architrave di marmo bianco ornato da un’elegante epigrafe (hoc portale fecit fieri presbiter Jacobus Zavateri 1468), forse una chiave di volta, frammenti di colonna” (Ottonelli, 1979, p. 258, vedi anche Ponso, 2004, p. 121)
1495 - 1498 (fondazione e conferimenti cappella di S. Giovanni Battista)
“1495, 18 aprile – pr. N. 40 F.24 r. Jus Patronatus per G. Bonardi di Venasca della Cappella di S. G. B. da esso fondata nella Parr. Di Maria d’esso luogo e Collazione a D. Bernardino Simondi di Venasca – 1498, 10 Novembre – pr. N. 40 F. 127. Collazione della Cappella di S. G. B. nella parr. di Venasca a D. Franco Fisoris di Saluzzo P. la + di D. Bernardino de Simondis” (Ansaldi, 1968, pp. 182-183)
1629 (descrizione durante la visita pastorale edificio originario)
“è ad unica nave con volta dipinta, due le porte, una a metà chiesa, a lato dell’epistola, a cui si discende per due gradini, altra a fondo della chiesa a lato del Vangelo, a cui si sale invece per quattro gradini. Il pavimento è a laterizi, le finestre grandi e munite di grate. La sacrestia è picola, decorosi gli arredi; il cimitero è aderente alla chiesa e chiuso da recinto. Il Campanile è attiguo alla chiesa, presso la sacrestia lato del Vangelo. La casa del parroco è unita alla chiesa, dallo stesso di recente in gran parte restaurata ...i Madala tengono il patronato dell’altare di S. Antonio ...il sepolcro sotto la predella deve venire riempito. Lo stesso richiamo è rivolto alla famiglia dei Carpani, circa l’altare di S. Caterina, mancante pure di icona. A sinistra dell’altare maggiore è quello di S. Giovanni B., adorno e di patronato del nob. G. Alessandria ...LAltare di S. Lucia spetta alla Fam. Dei Massimo” (Ansaldi, 1968, p. 125)
1644 (descrizione durante la visita pastorale altare maggiore e fonte battesimale)
“l’altare è un po’ troppo basso, è in laterizio e staccato di circa due passi dalla parete ...ha un contraltare decoroso, ma la predella è un po’ troppo stretta. Per il resto si presenta in ottime condizioni ...Il fonte battesimale, in marmo d’aspetto decoroso, diviso a metà, è collocato presso una colonna tra gli altari della Santissima Annunciazione e di Santa Lucia” (Gisolo et al., 2012, pp. 1196-1197)
1644 (descrizione durante la visita pastorale altari S. Antonio e S. Caterina)
“fuori dalla balaustra dell’altar maggiore dal lato dell’epistola sotto un arco stabilito a calce è situato un altare dedicato a Sant’Antonio, completamente spoglio e privo di ogni arredo, con un’unica pittura sul muro; per questa ragione a questo altare non si celebra la messa. Davanti alla fronte dell’altare c’è un sepolcro coperto da una lastra di pietra in cui però non vengono seppelliti i morti; dallo stesso lato segue l’altare intitolato a Santa Caterina, di proprietà, come fu affermato, della famiglia dei Carpani, senza dote. È delle dimensioni dovute, senza pietra consacrata, per la quale tuttavia ha il posto nella mensa, anche se troppo spostato verso il muro ...ha un’icona di buona fattura e pure essa nuova, con le immagini di Santa Caterina, Sant’Andrea e San Carlo. Davanti all’altare c’è un sepolcro ben chiuso da una lastra di marmo che reca lo stemma e una scritta della detta famiglia” (Gisolo et al., 2012, p. 1198)
1644 (descrizione durante la visita pastorale altari laterali)
“segue la Cappella, ossia altare, del Santissimo Rosario posto sotto una volta stabilita a calce e abbastanza integra. L’altare è in laterizio, di forma adeguata ...sopra l’altare c’è un’icona decorosa con le immagini della B.M.V. e dei Misteri del Santissimo Rosario, che è coperta da una cortina di traliccio rosso… Dall’altro lato della chiesa, sul fondo, il primo altare è quello denominato dell’Annunciazione della B.M.V. appartenente, come è stato affermato, alla famiglia dei Soleri. È situato sotto la medesima volta dell’altare del Santissimo Rosario...” (Gisolo et al., 2012, pp. 1198-1201)
1644 (descrizione durante la visita pastorale altari laterali)
“...Sullo stesso lato segue l’altare intitolato a Santa Lucia, proprietà, come è stato affermato, della famiglia dei Massimo ...l’icona è in buono stato e presenta diverse immagini; davanti all’altare c’è un sepolcro con lo stemma della detta famiglia dei Massimo, chiuso da un coperchio in marmo ben aderente. L’ultimo altare, dedicato a San Giovanni Battista, si dice che appartenesse un tempo alla famiglia Bernardi, ora invece a quella degli Alessandri; è situato sotto una piccola volta intonacata, è di dimensioni accettabili ...davanti all’altare c’è un sepolcro che si estende per un certo tratto anche sotto la predella” (Gisolo et al., 2012, pp. 1198-1201)
1644 (descrizione durante la visita pastorale sacrestia e campanile)
“in primo luogo visitò la sacristia la cui porta si trova sotto un arco vicino al campanile. È abbastanza ben tenuta, a volta e intonacata a calce ...ha un’unica finestra dotata di inferriata ed anta in legno. È pavimentata a pietra. Visita del Campanile. Tramite una scala di pietra sotto il medesimo arco della volta si sale al campanile sulla cui sommità sono collocate due campane benedette alle quali si arriva grazie a quattro scale mobili in legno; la cupola del campanile è cuspidata e ben rivestita in ardesie; in punta c’è una croce in ferro” (Gisolo et. Al, 2102, p. 1204)
1644 (descrizione cimitero e casa parrocchiale intorno)
“il cimitero è attiguo alla chiesa e circondato da ogni parte da un muro ...La casa parrocchiale è attigua alla chiesa stessa e in essa si entra dalla porta del cimitero; al presente la abita l’attuale Signor Prevosto. Al piano inferiore presenta tre vani due dei quali sono a volta e il terzo coperto a tavole di legno. Al piano superiore ci sono pure tre vani, ciascuno con il proprio tavolato, porte, finestre e serrature” (Gisolo et al., 2012, p. 1204 e 1208)
1644 (descrizione durante la visita pastorale intero bene)
“la chiesa è abbastanza grande e spaziosa per quanto riguarda la capienza di fedeli; consta di un’unica navata; nella parte anteriore e posteriore è coperta da due volte intonacate a calce, mentre nella parte mediana ha una volta più alta dipinta; presenta nove finestre tutte quante dotate di inferriate. Ha due porte, una laterale sul lato del cimitero, l’altra all’angolo estremo della chiesa; entrambe sono robuste e dotate di chiavi e serrature. Oltre ai già descritti, presenta quattro altri sepolcri, chiusi da lastre di pietra... Il presbiterio è separato dall restante parte della chiesa da balaustre di legno di noce. L’altar maggiore è collocato sopra due gradini in pietra e ai suoi lati ci sono due aperture chiuse soltanto da tende, dalle quali si accede al coro, in cui ci sono alcuni banchi in legno; sulla sommità della cornice del coro c’è un grande crocifisso con le immagini della B.M.V. e di San Giovanni Battista da una parte e dall’altra. Ai lati di entrambe le porte sono mura
1685 (lapide commemorativa datata cappella del Rosario)
Nell’attuale cappella del Rosario, una lapide datata 1685 (numero arabo, in alto) e MDCLXXXVI (numero romano, in basso), ricorda probabilmente l’erezione di una cappella, ma è parzialmente nascosta da un confessionale e non si può trascrivere il testo (n.d.c.)
1749 (stato di degrado e capienza insufficiente edificio originario)
Negli ordinati comunali di Venasca (1749) si legge che la chiesa si ritrovava “in stato indecentissimo, molto angusta a segno che non puol capire la quarta parte del Popolo di detto luogo, oltre l’oscurità ed umidità a cui resta soggetta” (Ottonelli, 1979, p. 258)
1749 (deliberazione costruzione nuova chiesa intero bene)
“Seguendo i deliberati comunali vediamo come la comunità venaschese il 5 settembre 1749 delibera di costruire sull’area della vecchia parrocchia la nuova, occupando pure due stabili di proprietà della confraternita dei disciplinati, una casa del Vicario generale Ruffino dell’abbazia di Villar San Costanzo, una del Marchese di Venasca ed una infine di Pietro Angelo Solaro, adibendo i materiali per la nuova costruzione. L’8 dicembre 1749 approvava il disegno fornito da Paolo Ottavio Ruffino di Cavallermaggiore (che era stato proposto dall’abate di Villar San Costanzo) e deliberava l’inizio dei lavori” (Bonino, 1934, p. 18, ulteriori informazioni sul Ruffino sono alle pp. 22 e 23, mentre gli ordinati comunali sono integralmente trascritti alle pp. 25-30)
1750 (posa prima pietra del nuovo edificio inter bene)
“il 24 maggio 1750 Mons. Porporato posava la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, sulla quale è incisa la seguente iscrizione: D.O.M. Angularem hunc lapidem solemni ritu et publica laetitia Pd.mus ac Rev.mus Purpuratus praesul Salutiarum posuit anno 1750, die 24 maj” (Bonino, 1934, p. 18)
1750 (iscrizione lapidea datata intero bene)
Sopra il portone dell’ingresso principale è scolpito sulla pietra il seguente testo: “D.O.M. - et - deipar/e Virgini Asst/e – Anno dicatum MDCCL” (n.d.c.)
1750 - 1753 (prosecuzione dei lavori intero bene)
“i lavori proseguono alacremente fra il 1750 e il 1753 malgrado gravi difficoltà finanziarie. Una cava di micascisti (pietra verde) fornì, nella regione del Verné, il materiale lapideo necessario” (Ottonelli, 1979, p. 258)
1751 (nomina direttori dei lavori carattere generale)
“il 17 luglio 1751 si nomina gli assistenti (sovrastanti) alla fabbrica” (Bonino, 1934, p. 18)
1756 (prosecuzione dei lavori intero bene)
“la costruzione era giunta nel giugno 1756 al cornicione della volta ed il campanile al piano della cella campanaria. Il campanile venne terminato nel 1757 per opera del ‘mastro da bosco’ Costa Giuseppe di Busca che lavorò per la cella campanaria; campanile che fu poi collaudato nel novembre 1757 dall’ing. Carello di Busca. Per diversi anni la costruzione proseguì tra gravi e forti difficoltà finanziarie del Comune che, per fronteggiare le spese superiori alle sue risorse, si valse della prestazione d’opera gratuita e delle offerte in natura ed in danaro della popolazione, dei prestiti presso i privati, di vendite di beni comunali e infine di fondi di chiese e cappelle del luogo. Risulta che gran parte del materiale di costruzione fu di provenienza locale e che i capimastri nominati per la fabbricazione del tempio furono Giovanni Battista Vigna, Giovanni Gatto e Bartolomeo Ricca (che sarà poi il progettista della confraternita, n.d.c.)” (Bonino, 1934, p. 18)
1759 - 1760 (nomina assistenti e fine della costruzione intero bene)
“il deliberato comunale del 26 febbraio 1759 ci dice che l’opera proseguiva e che furono nominati degli assistenti del luogo, scelti tra i cittadini e due nelle frazioni Adritto e Opaco. Nel 1760 veniva terminata la copertura della chiesa. L’11 dicembre 1760 il nuovo tempio veniva benedetto per delegazione vescovile dal prevosto locale Abelli” (Bonino, 1934, p. 18)
1761 (costruzione scala e balaustra sagrato)
“il 13 agosto 1761 il comune deliberava la costruzione della scala a due rampe, secondo il progetto del Capitano Ruffino, in pietra di Sarizzo, con balaustra e piazzale; il lavoro veniva affidato ai mastri tagliapietra Buzzi e Maero per il preventivo di lire mille circa” (Bonino, 1934, p. 19)
1765 (costruzione e morte del progettista cupolino di sommità)
“il 20 giugno 1765 veniva costruito il cupolino con l’opera del capomastro da muro Bartolomeo Ricca (di Savigliano, uomo genialissimo fu non solo costruttore ma anche progettista; è sua la bella chiesa della Pieve in Savigliano), per la somma preventivata di lire millesettecento. Dalla deliberazione risulta che a tale data è ancora vivente il progettista capitano Ruffino. Da quelle invece del 2 dicembre 1765, per cui si pagano le competenze al suddetto capomastro, risulta che il Ruffino è già morto” (Bonino, 1934, p. 19)
1766 (realizzazione decorazioni apparatp decorativo interno)
“il 28 maggio 1766 veniva deliberata la pittura della cupola in concorrenza tra il pittore Rosso di Busca, che presentava il progetto con un preventivo di lire duemila ed il pittore Pietro Antonio Pozzi, che in quel periodo lavorava a Busca e che fece un preventivo di lire duemilatrecento ridotto poi a lire duemila. Il lavoro venne affidato al Pozzi perché, avendo già lavorato presso Sua Maestà, Principi e Cavalieri, presentava maggior garanzia. Si deve notare che tale deliberazione fu respinta dall’intendente provinciale di Saluzzo, perché non data ‘a partito’, per cui si ricorse all’intendente generale di Torino” (Bonino, 1934, p. 19, la deliberazione comunale è trascritta integralmente alle pp. 31-33; all’imposta della cupola è dipinto “Pozzo fecit anno 1766”, n.d.c.)
1767 (realizzazione vetrate vetrate)
“il 5 gennaio 1767 si deliberava la messa in opera delle vetriate” (Bonino, 1934, p. 19)
1769 (lavori principali conclusi intero bene)
“finalmente il 1 gennaio 1769 si stabiliva di ‘perfezionare’ la costruzione con l’eredità di certo Orusa Giovan Battista, non potendosi con i mezzi del comune provvedervi data ‘la mole e grandiosità del disegno’.” (Bonino, 1934, p. 19)
1770 - 1777 (progetto sacrestia e costruzione sede municipale sacrestia e intorno)
Sono conservati i disegni autografi della progettazione della sacrestia e della contigua sede municipale: "Rimodernazione Casa Comunale - Disegni 1777" (tre disegni acquerellati a firma dell'arch. Bartolomeo Ricca) e un disegno dell'ing. Bernardo Vittone (senza data, ma presumibilmente prima del 1770, anno della sua morte) - Archivio Storico del Comune di Venasca, cat. 10 cl. 10 fasc. 97-108 (A2) "Curatura Bedale - Costruzione e Manutenzione Edifici Pubblici anno 1798 - 1937 – 1942". Di quell’epoca, sul lato Sud della sacrestia ed ex palazzo comunale, è conservato uno splendido portoncino in legno in stile rococò (n.d.c.)
1776 - 1778 (costruzione edificio contiguo intorno)
“sulla stessa via Morbiducci si affianca, facendo corpo unico con la parrocchia, il Municipio (ormai ex Municipio, n.d.c.). Risulta costruito fra il 1776 e il 1778 su progetto dell’architetto Michele Borda” (Ottonelli, 1979, p. 258)
1785 (contributo comunale per costruzione altare maggiore)
“del 1785 è un contributo comunale per la costruzione dell’altare maggiore della Parrocchia. Infatti, era stata ultimata l’ossatura muraria della nuova chiesa, ma il suo interno restava da definire” (Ponso, 2004, p. 69)
1788 (consacrazione del vescovo intero bene)
Il 17 luglio 1788 la parrocchiale viene solennemente consacrata da mons. Gioachino Lovera (Ponso, 2004, p. 151)
1898 - 1942 (icone di altari laterali: data e attribuzione arredo interno)
“l’icona dell’altare laterale della Madonna è opera di Netu Borgna del 1898 e quella dell’altare del Sacro Cuore è di Carlo Morgari del 1942” (Ponso, 2004, p. 151)
1909 (dichiarazione di monumento nazionale intero bene)
“il 14 settembre 1909 il Ministero della Pubblica Istruzione notifica che la chiesa ‘è edificio pregevole di arte per l’eleganza e la purezza delle sue linee di perfetto barocco piemontese’, e la dichiara Monumento nazionale” (Ponso, 2004, p. 151)
1934 (fotografia d'epoca intero bene)
Nelle foto pubblicate dal Bonino nel 1934, gli esterni (lato Nord-Ovest e facciata principale) appaiono identici alla situazione attuale, con l’eccezione di una fontana in posizione centrale alla base del sagrato-scalinata, mentre gli interni evidenziano un apparato decisamente più ricco di quello attuale: vai crucis di dimensioni maggiori (collocati, come ora, sulle lesene che dividono le varie cappelle interne), un vistoso baldacchino sopra l’altare maggiore, un cancello che chiudeva la balaustra di fronte all’altare maggiore e infine apparivano diversamente contrastati (non si può dire di più, la foto oltre a non essere dettagliata, è in bianco e nero) gli elementi decorativi della grande cupola e probabilmente diversa la decorazione del cupolino di sommità dell’aula (cfr. Bonino, 1934, foto allegate all’articolo)
1935 - 1937 (lavori di restauro facciata principale, campanile)
“in un sopralluogo effettuato l’11 maggio 1935 dalla sovraintendenza di Torino viene vietato l’accesso al pubblico dalla porta principale, usufruendo provvisoriamente di ingressi secondari. L’ing. Gallo, architetto di Torino, specialista in arte sacra, fa una dettagliata relazione sui restauri necessari con un preventivo di spesa di L. 185000. Siamo nel 1935. Popolazione, Comune e Parroco decidono il restauro. L’impresa viene assunta dalla ditta Morino di Garigliano e subito si cominciano i lavori all’esterno della chiesa e al campanile. Si cambiano alcuni acroteri che decorano l’ottica della facciata, e si riparano gli altri; si ritocca il cornicione terminale e si rimette a nuovo tutta la facciata. Poi si rifà tutta la punta del campanile dal cornicione terminale in su. Si sostituiscono il castello delle campane che era in legno fradicio con altro metallico, e si riparano pure le campane” (Rosati,1944, p. 47)
1935 - 1937 (lavori di restauro vetrate e interni)
“Nel 1936-37 si restaura l’affresco del voltone ad opera del Cav. Prof. Boasso, si tinteggiano a nuovo tutte le pareti e si sostituiscono le vetrate con vetri bianchi antichi legati a piombo, ed a metà settembre il lavoro è ultimato. I confessionali trovano nuova sistemazione in alcune passate delle cappelle” (Rosati,1944, p. 47)
1942 (datazione e attribuzione della tela cappella del Sacro Cuore di Gesù)
La tela della cappella del Sacro Cuore di Gesù è datata 1942 e porta la firma di Carlo Morgari (n.d.c.)
1989 (rifacimento dell'impianto impianto riscaldamento)
Nel 1989 viene rifatto il nuovo impianto di riscaldamento per chiesa e casa canonica (n.d.c.)
2004 (lavori di restauro presbiterio)
Nel 2004 vengono eseguiti lavori di restauro e risanamento conservativo dell’area presbiterale (n.d.c.)
2007 - 2009 (lavori di restauro pareti interne)
Tra 2007 e 2009 vengono realizzati lavori di restauro e risanamento conservativo dell’area presbiterale (n.d.c.) |
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