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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Dronero
Saluzzo
chiesa
parrocchiale
Santi Andrea e Ponzio
Parrocchia di SS. Andrea e Ponzio
Pianta; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Portale; Abside; Campanile; Facciata principale; Presbiterio; Altare principale; Altari secondari; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1965)
XII - 1461(preesistenze intero bene); XII - 1570(preesistenze intero bene); 1455 - 1461(ricostruzione intero bene); 1631 - 1631(restauro intero bene); 1643 - 1643(descrizione intero bene); 1694 - 1694(ricostruzione altare maggiore); 1722 - 1722(costruzione copola ); 1722 - 1724(costruzione cappelle laterali); 1782 - 1784(costruzione sacrestia); 1876 - 1876(costruzione cappella ); 1882 - 1882(restauro facciata ed interni); 1886 - 1869(restauro intero bene); 1946 - 1946(restauro altare maggiore); 1947 - 1947(restauro tribuna); 1955 - 1956(restauro coperture e cappelle); 1957 - 1957(restauro campanile e pavimenti); 1959 - 1959(restauro intero bene); 1961 - 1961(restauro intero bene); 1963 - 1963(restauro facciata); 1967 - 1967(restauro pavimenti
impianti); 1994 - 1994(lavori di manutenzione impianti); 1996 - 1996(lavori di manutenzione impianti); 1996 - 1997(restauro facciata); 2014 - 2014(nuovo impianto impianti); 2015 - 2017(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Andrea e Ponzio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Andrea e Ponzio <Dronero>
Autore (ruolo)
Gallo, Francesco (progettista del tiburio soprastante l'altare )
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione della chiesa)
maestranze franco-piemontesi (costruzione campanile)
Notizie Storiche

XII - 1461 (preesistenze intero bene)

Dell’antica chiesa rimane visibile la parte inferiore del campanile, le altre parti furono incorporate nella nuova costruzione. La chiesa serviva anche alle adunanze consigliari e della Valle. La chiesa costruita nel sec. XII durò fino al 1455, quando venne chiusa, riparata, e, assai probabilmente ampliata e riaperta al culto, il 13 ottobre 1461. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

XII - 1570 (preesistenze intero bene)

Fu eretta nella seconda metà del secolo XII, e servì alle due Parrocchie già esistenti di San Ponzio e Sant’Andrea. Fu officiata dai due Pievani contemporaneamente, ciascuno per la sua popolazione, fino al 1570, quando, distaccate da Dronero prima la parrocchia di Cartignano, poi quella di Tetti, di Pratavecchia e della bassa di Roccabruna, le due parrocchie furono unite in una sola, col titolo dei Ss. Andrea e Ponzio e con la qualifica di Parrocchia Maggiore. Di quell’antica chiesa non restano vestigia. Ne parla il Manuel (delle antiche terre di Ripoli e Sorzana, pag. 17) riferendo che l’Abate Ceaglio aveva ancora potuto riconoscere l’orientamento e le misure. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1455 - 1461 (ricostruzione intero bene)

Importanti lavori vennero realizzati tra il 1455 ed il 1461, probabilmente gran parte a spese della Comunità, di queste certamente il portale in pietra. Così come testimonia il contratto, redatto dal Notaio Giacomo Resplendino, in data 2 giugno 1455, tra gli scalpellini fratelli Stefano, Costanzo e Maurizio Zabreri e i Sindaci della Comunità, intervenendovi anche Ioaneto Caroli, Pievano di Sant’Andrea. La chiesa aperta nel 1455 aveva i pilastri e i costoloni a mattoni scoperti, il pavimento era in mattoni, costellato di tombe, quasi certamente era più basso, ed aveva molti altari; terminata nel 1461, sostanzialmente è l’attuale tranne alcune aggiunte che vengono di seguito illustrate. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1631  (restauro intero bene)

Dopo la peste del 1631 per disinfezione fu intonacata e imbiancata. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1643  (descrizione intero bene)

Nel 1643 in occasione della visita pastorale di Mons. Francesco Agostino Della Chiesa viene annotata la gran quantità di altari, una quindicina, e la presenza di ben 28 sepolcri. Il pavimento della chiesa risulta rovinato in più punti. Il fonte battesimale è situato all’ingresso della chiesa, sulla destra, vicino alla prima colonna. La sacrestia si trova sotto il campanile vicino alla porta della chiesa verso il cimitero, non adeguata alle esigenze dei celebranti; il visitatore ne ordina quindi la costruzione di una nuova in un altro luogo più comodo e in dimensioni maggiori. (Gisolo, Marchiò Rosso, 2012, pp. 174-184)

1694  (ricostruzione altare maggiore)

Nel 1694 fu eretto l’attuale Altar Maggiore. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1722  (costruzione copola )

La cupola ricavata all’interno del tiburio che sovrasta l’altar maggiore venne realizzata tra il 1722 su progetto dell’architetto Francesco Gallo con affreschi da parte di Carlo Innocenzo Pozzo. (Raviolo, 1947, pp. 3-4).

1722 - 1724 (costruzione cappelle laterali)

Negli anni seguenti alla realizzazione del tiburio vennero aggiunte le Cappelle del Suffragio e del Cristo. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1782 - 1784 (costruzione sacrestia)

La sacrestia fu realizzata tra il 1782 ed il 1784 su progetto dell’ingegnere Castelli. (Raviolo, 1959, pp. 4-8)

1876  (costruzione cappella )

Nel 1876 venne realizzata la Cappella del Sacro Cuore. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1882  (restauro facciata ed interni)

Nel 1882 fu sistemata la facciata com’è attualmente dandole aria e luce con la piazzetta verso il Maira. Negli stessi anni furono dorati i capitelli dei pilastri della navata centrale ed eretto l’altare di S. Giuseppe. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1886 - 1869 (restauro intero bene)

Negli anni 1886-87 furono eseguiti importanti lavori di restauro, come risulta da documenti contenuti presso l’archivio parrocchiale, che interessarono: il tetto, le fasce in cotto che coronano i prospetti esterni, la formazione di un nuovo pavimento in pietra di Luserna, la decorazione interna della chiesa; a questo intervento è da ascrivere “la formazione delle stelle di oro fino”, la formazione dei nuovi capitelli ai pilastri che scandiscono le navate, nuove finestre e nuova porta “dei morti” con relativi lavori di: ferramenta, in pietra lavorata e vetri . Contemporaneamente vennero rimosse tutte le lapidi, aboliti parecchi altari. Inoltre vennero eseguiti lavori di indoratura degli stucchi e cornici della cupola dell’altar maggiore e lavori di manutenzione all’organo. (Dronero, Archivio Parrocchiale SS. Andrea e Ponzio, cartella non inventariata, 1869)

1946  (restauro altare maggiore)

Nel 1946 fu collocato il Tabernacolo aprendovi una piccola mensa verso il coro. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1947  (restauro tribuna)

Nel 1947 fu costruita la nuova orchestra, dono della famiglia Marchiò, in memoria del padre morto in Germania. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1955 - 1956 (restauro coperture e cappelle)

Negli anni 1955-56 furono tutti ripassati e in parte sostituiti i tetti della Chiesa e della Casa Canonica e ripulite le Cappelle del Cristo e del Sacro Cuore e la Sacrestia. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1957  (restauro campanile e pavimenti)

Nel 1957 fu riparato il campanile, particolarmente la cuspide, sostituendo tutti i mattoni guasti, turando le falle e le incrinature e riaprendo tutte le bifore. Nel medesimo anno fu sostituito il pavimento in cotto della Cappella del Suffragio con un pavimento in quarzite di Sanfront e fu sostituito il pavimento in cotto sotto i banchi col pavimento in legno. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1959  (restauro intero bene)

Nel 1959 fu rinnovato il pavimento in marmo alla Cappella del Sacro Cuore, venne riveduto e riparato in più punti tutto il pavimento in ardesia e venne pure restaurato il pilastro presso l’altare di S. Giuseppe, che presentava crepe preoccupanti; questa spesa fu rimborsata alla Chiesa dal Comune. Contemporaneamente vennero pure collocati tutti i nuovi banchi, dono del compianto Sig. Alessandro Savio, il cui stemma è stato perciò intarsiato sul pannello centrale del primo banco in testata. Per dar spazio ai banchi, vennero tolti gli altari di Sant’Antonio e San Giovanni e la Chiesa acquistò respiro e grandiosità. Ancora nello stesso anno furono pure procurati vari paramenti nuovi tra cui un paramentale completo di broccato, seta e oro, un ampio tappeto per l’Altare maggiore e vari oggetti per il culto. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1961  (restauro intero bene)

Nel 1961 vennero collocate le nuove vetrate. L’antico pavimento del coro, in mattoni, fu sostituito in quarzite di Barge, vennero collocati otto lampadari di cristallo di Boemia . Vennero forniti i banchi istoriati per completare la fornitura intorno all’Altare maggiore e un grosso armadio intarsiato per custodire i paramenti. (Raviolo, 1962, pp. 2-4)

1963  (restauro facciata)

Nel 1963 vennero sostituite le quattro cuspidi decorative che coronano la facciata realizzate, su disegno delle antiche, con pietra di Millesimo. (Raviolo, 1963, pp. 19-20)

1967  (restauro pavimenti, impianti)

Nel 1967 è stato rinnovato il pavimento della cappella del Cristo, risanate parte delle pareti perimetrali ed eseguita una revisione dell’impianto elettrico. (Raviolo, 1967, p. 2)

1994  (lavori di manutenzione impianti)

Nel 1994 si realizzarono lavori per il nuovo impianto di illuminazione della chiesa, con adeguamento parziale dell’impianto elettrico (n.d.c.)

1996  (lavori di manutenzione impianti)

Nel 1996 si realizzarono lavori per l’adeguamento dell’impianto di riscaldamento della chiesa (n.d.c.)

1996 - 1997 (restauro facciata)

Tra gli anni 1996-1997 venne restaurata la facciata (n.d.c.)

2014  (nuovo impianto impianti)

Nel 2014 è stato installato un nuovo impianto antifurto (n.d.c.)

2015 - 2017 (restauro intero bene)

Tra il 2015 ed il 2017 sono stati eseguiti lavori alle coperture della chiesa e della casa canonica, in particolare il restauro/sostituzione della grande orditura, sostituzione della piccola orditura e della lattoneria, rifacimento del manto di copertura. Contestualmente sono state restaurate: la cupola del tiburio e le pareti perimetrali esterne della chiesa. (n.d.c.)
Descrizione

Deriva dall’unione delle due parrocchie di Surzana e Ripoli nel secolo XII, dedicate a S. Andrea e S. Ponzio all’epoca della fondazione di Dronero. L'edificio è situato nel centro storico del paese di fronte al Palazzo Comunale. La facciata principale prospetta su piazza Don Mattio delimitandone parte del lato est. E’ orientata secondo un asse longitudinale con direzione est-ovest e presenta tre navate con un deambulatorio absidale che la rende particolarmente interessante sotto l’aspetto architettonico ed artistico. La facciata, neogotica, è ornata da un bellissimo portale opera dei f.lli Zabreri scalpellini di Pagliero. Il campanile, la cui parte bassa è di origine coeva al primo impianto della chiesa, venne rimaneggiato/restaurato contemporaneamente agli altri importanti lavori eseguiti nella chiesa a metà del XV secolo. Il campanile era un tempo separato dalla chiesa, ora è attiguo alla navata laterale sud. La sacrestia venne realizzata tra il 1782 ed il 1784, attraverso un passaggio coperto, è collegata con la casa canonica posta sul lato sud-ovest della chiesa. Dal cortile della casa canonica si accede ad un locale/magazzino che permette un accesso secondario alla chiesa passando attraverso la cappella del Suffragio. L’area presbiteriale, realizzata in epoca barocca, è sopraelevata di un gradino rispetto al resto della chiesa. L’altare maggiore venne realizzato nel 1694; a seguire, per sottolinearne l’importanza, venne realizzato un tiburio con cupola affrescata che apporta una importante luminosità dall’alto tramite due finestre poste sui lati sud e nord della chiesa. Lungo le pareti delle navate laterali erano presenti numerosi altari ora rimossi.
Pianta
Pianta rettangolare terminante in un’unica abside. All’interno suddivisa in tre navate, la centrale più ampia e le due navate laterali più strette. Unico nel suo genere in zona è il deambulatorio absidale che ne definisce il perimetro del presbiterio e la rende particolarmente interessante sotto l’aspetto architettonico ed artistico.
Coperture
La copertura è molto articolata su più livelli. La parte più interessante strutturalmente è il tetto della navata centrale, la cui orditura principale è costituita da una serie di capriate in legno di rovere, molto probabilmente risalenti alla metà del XV secolo, epoca dell’importante ricostruzione della chiesa. Interessante anche il tetto ottagonale del tiburio che si eleva al di sopra nel tetto della navata centrale in corrispondenza dell’altar maggiore. Il tetto della sacrestia, pur essendo attigua alla chiesa, è un padiglione indipendente a copertura dell’ambiente rettangolare sottostante. Tutto il manto di copertura è in "lose" irregolari di piccola pezzatura con il colmo in coppi di laterizio, con sottostante orditura lignea, in rovere e larice, disposta seconda la tradizione costruttiva locale. Gli spazi interni sono coperti da volte a crociera costolonate.
Struttura
Le strutture portanti sono costituite da murature perimetrali, realizzate prevalentemente in pietra con alcuni inserimenti in mattoni, e pilastri centrali, che scandiscono la chiesa in tre navate, originariamente in mattoni, poi intonacati. Le volte più antiche delle tre navate sono in pietra, le volte delle cappelle laterali, più tarde, sono in laterizio. La muratura del campanile è prevalentemente in pietra con l’inserimento di elementi decorativi e fasce di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni interne sono in lastre di pietra di Luserna di grosse dimensioni, in elementi rettangolari/quadrati, disposte secondo la perpendicolare dell’asse principale della chiesa; sotto i banchi, il pavimento è in legno. I pavimenti delle cappelle laterali e del coro, più recenti, sono in lastre di piccola pezzatura in quarzite di Sanfront, bicolore gialla e grigia. Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto all’aula dei fedeli e al deambulatorio, è pavimentato con una pietra locale proveniente da cave site nel confinante comune di Roccabruna.
Portale
E’ uno degli elementi artistici più interessanti e caratterizzanti della chiesa, opera certa dei fratelli Zabreri, noti scalpellini di Pagliero (frazione del Comune di San Damiano Macra) operanti nel cuneese a metà del secolo XV. “Composto di tre ghiere e due esili guglie sostenti le colonnine portanti le statue dei titolari della chiesa, è sormontato da una ghimberga in cui si apre un rosone a sei lobi. Un fregio vegetale frastagliato a foglie polilobate si snoda all’esterno dell’ultima ghiera. I capitellini sono decorati a motivi floreali e vegetali (foglie di cardo, di lattuga o cavolo). L’architrave poggia su due piccole protomi animalesche, come a S. Fiorenzo di Vinadio. L’iscrizione scolpita sull’architrave è in caratteri gotici fioriti e dà l’anno di ricostruzione: "ANNO DOMINI MCCCCLXI DIE VERO XII MENSIS OCTOBRIS/INSUPER ADSCRIPTIS HOC TEMPLUM SACRA RECEPIT PONTIUS ET ANDREAS SUNT SIBI NOMINE DATI". Quest’opera di scultura è molto simile al portale di S. Francesco in Cuneo essendo uscita verosimilmente dalla stessa officina di lapicidi. I medaglioni in cotto posti in facciata ai lati del portale rappresentano il Tetramorfo. In stile goticizzante pare non siano coevi alla facciata originale” (Perotti, 1980, pp. 103-104).
Abside
L’abside, come già precedentemente citato, è unica ed abbraccia l’intera larghezza della chiesa perché le due navate laterali, al termine, si trasformano in un deambulatorio che cinge, al suo interno, l’intero presbiterio.
Campanile
Il campanile è un altro elemento particolarmente interessante. In origine completamente staccato dalla chiesa, ora quasi del tutto inglobato, tranne parte del lato ovest, dalle strutture più moderne: cappelle laterali e sacrestia. La parte basamentale risale all’epoca di impianto della chiesa, XII secolo, la parte in vista è da ascrivere all’epoca della ricostruzione del XV secolo. Emergono dai tetti quattro ordini di bifore evidenziate da elementi in laterizio su un paramento prevalentemente in pietra. Sempre in laterizio sono le fasce orizzontali con gli archetti pensili. L’orologio è posto nello spazio tra le ultime due bifore. Dal tetto piano della cella campanaria, si alza una bella cuspide ottagonale in laterizio conclusa da un elemento in pietra e croce metallica, alla base quattro campaniletti, anch’essi ottagonali in laterizio. L’impianto è molto simile, anche se i materiali sono diversi, ai numerosi campanili presenti in Valle, realizzati tra il XII ed il XV secolo.
Facciata principale
La facciata principale della chiesa è posta ad ovest. L’impianto è neogotico, in finto mattone a vista, e racchiude al suo interno il portale in pietra sopra descritto; il marcato contrasto tra i due materiali esalta particolarmente l’importanza del portale. Scandita in tre campiture da quattro lesene, termina con un tetto coronato da cinque guglie in pietra che ne alleggeriscono l’aspetto. Le campiture ai lati sono interrotte da una bifora con soprastante rosone. Nella parte centrale è inglobato il portale con soprastante rosone centrale e, più in alto ad illuminare il sottotetto, una finestra a croce. La facciata è stata recentemente restaurata e ben conservata.
Presbiterio
L’attuale presbiterio posto al termine della navata centrale è circondato su tre lati da balaustre realizzato con marmi policromi. Il pavimento è rialzato di un gradino rispetto all’aula dei fedeli e al deambulatorio, ed è costituito da piastrelle in pietra locale proveniente da cave site nel confinante comune di Roccabruna. Il tiburio, che si innalza sopra il tetto della navata centrale, permette un’illuminazione dall’alto dell’intero presbiterio con luce naturale, riflessa dalle pareti affrescate della cupola interna.
Altare principale
E’ frutto di un intervento unitario operato nel 1694. L’imponente apparato, cromaticamente arricchito dalle diverse tonalità dei marmi impiegati, si presenta come una spettacolare macchina scenica atta ad esaltare il tabernacolo centrale. Sul doppio basamento si erge l’alzata in ordine corinzio su sei colonne libere. Al di sopra, nel frontone, un tondo incornicia la rappresentazione del Padre Eterno. Ai lati, sopra le porte che danno accesso al coro, sono poste le statue marmoree che rappresentano i due compatroni.
Altari secondari
Per dar spazio ai banchi, vennero tolti gli altari di Sant’Antonio e San Giovanni. Sono ancora presenti altri tre altari nelle rispettiva cappelle laterali: del Suffragio, del Crocefisso e del Sacro Cuore.
Elementi decorativi
All’interno della chiesa è conservato un acquasantino gotico in pietra donato da un certo Vittore Bonfiglio di Dronero, benefattore della chiesa ed attivo sostenitore nell’intervento di ricostruzione quattrocentesca della chiesa. Opera della bottega degli Zabreri, è datato 1460 come si può leggere sull’iscrizione perimetrale, in caratteri gotici: HOC / OPUS / FECIT / FIERI / VITOR / BONIS / FILII / M°CCCCLX.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965)
L'adeguamento liturgico del presbiterio è stato operato nell’anno 1965, con l'inserimento di un semplice arredo. Di fronte al vecchio altare principale è stato posizionato l'altare (un tavolo riccamente scolpito). L'ambone è costituito da un leggio in legno con disegno coordinato con l’altare e posto alla sinistra dello stesso. La sede è ubicata a lato della balaustra destra. Lo spazio del presbiterio, rigidamente delimitato dalle balaustre sui tre lati antistanti lo storico altar maggiore, è particolarmente angusto soprattutto in occasione delle concelebrazioni. E’ allo studio un nuovo adeguamento liturgico strutturale per migliorarne la funzionalità. Il fonte battesimale posizionato nella parete di controfacciata a sinistra dell’ingresso è attualmente inutilizzato; ora si fa ricorso ad arredi mobili che vengono posizionati alla bisogna, presso il presbiterio. I confessionali sono posti nel deambelatorio absidale ed all’interno del coro.
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