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Savigliano
Torino
chiesa
parrocchiale
San Pietro Apostolo
Parrocchia di San Pietro Apostolo
pianta; facciata ; prospetti laterali; Impianto strutturale; interni; pavimentazione; abside; presbiterio; apparato liturgico; apparato pittorico; Cappella del SS.Sacramento; chiostro; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1976)
ante V - ante V(ritrovamenti preesistenze); 585 - 585(fondazione carattere generale); 1028 - 1028(ricostruzione intero bene); 1191 - 1191(gestione monastero carattere generale); 1211 - 1219(gestione monastero carattere generale); 1329 - 1329(costruzione campanile); 1434 - 1436(utilizzo carattere generale); 1437 - 1437(restauro intero bene); 1523 - 1523(ampliamento navata destra); 1580 - 1630(ristrutturazione intero bene); 1586 - 1586(consolidamento campanile); 1621 - 1621(completamento chiostro ); 1629 - 1630(aggiunta opere interno); metà XVII - metà XVII(rifacimento navata centrale e apparato decorativo); 1722 - 1726(ricostruzione campanile); 1737 - 1737(ricostruzione sacrestia); 1802 - 1829(gestione monastero carattere generale); 1822 - 1822(restauro facciata); 1849 - 1857(affreschi navata centrale); 1855 - 1859(gestione monastero carattere generale); 1969 - 1969(posa bussola ingresso); 1976 - 1976(visita pastorale presbiterio); 1976 - 1976(restauro facciata); 1983 - 1983(revisione organo); 1998 - 1998(restauro dipinti e statue); 2002 - 2002(manutenzione facciata nord); 2006 - 2006(ripristino giardino chiostro); 2006 - 2007(restauro facciata); 2007 - 2007(restauro cappella del Santissimo); 2007 - 2008(restauro apparato decorativo chiostro); 2016 - 2016(restauro sacrestia)
Chiesa di San Pietro Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pietro Apostolo <Savigliano>
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
barocco (ristrutturazione)
Notizie Storiche

ante V  (ritrovamenti preesistenze)

L'Abbazia benedettina di San Pietro si inseriva in una realtà abitativa di antica data, sicuramente almeno romana. Due sono le testimonianze a questo proposito: la lapide scoperta nel 1822 durante i lavori di rifacimento della facciata, poi trasportata a Torino; la lunga lastra tombale in marmo, forse facciata anteriore di un sarcofago romano, per molti anni sfruttata come mensa dell'altare maggiore, ora custodita al centro del presbiterio. Il testo della lapide è: «Alla dea Diana Augusta, la maestra del culto Valeria Epitusa»; la sua scoperta lascia supporre che l'Abbazia sia sorta sullo stesso posto occupato, in epoca romana, da un tempio pagano. Il sarcofago, recita la scritta, fu usato per riporre le salme di «Lucio Gavio, figlio di Caio della tribù Pollia, edile, duoviro quinquennale; Gavia Prima figlia di Lucio; Bussenia Nepotula, figlia di Publio, moglie».

585  (fondazione carattere generale)

Il ritrovamento, nel 1822, di una lapide sotto l’altare fa supporre che la chiesa sia sorta sui resti di un tempio romano dedicato alla dea Diana; sulla lapide il testo «Alla dea Diana Augusta, la maestra del culto Valeria Epitusa». L'origine della chiesa e del monastero benedettino viene fatta risalire a S.Fausto nel 585, di ritorno dalla città di Angiò in Francia, dove Benedetto lo avrebbe incaricato di fondare il primo monastero dell'ordine.

1028  (ricostruzione intero bene)

L'edificio, ormai in rovina, venne ricostruito e rifondato nel 1028, quando i coniugi Abellonio e la consorte Amaltruda, perduta ogni speranza di aver prole, donarono un terreno ai monaci benedettini di San Pietro.

1191  (gestione monastero carattere generale)

I monaci benedettini vennero ad abitarla dalla sacra di S. Michele, da cui dipesero fino al 1191. In quell'anno il Papa Celestino III ordinò al monastero di S. Michele della Chiusa di restituire i beni tolti a quello di Savigliano, sotto pena di scomunica, e dichiarò di prendere il monastero di Savigliano sotto l'immediata protezione della S.Sede, come già aveva fatto Lucio, suo predecessore.

1211 - 1219 (gestione monastero carattere generale)

Le pretese della sacra e le rimostranze di S.Pietro di Savigliano continuarono; Innocenzo III nel 1211 ordinò al vescovo di Moriana e al priore del monastero di Acquabella di risolvere la causa. La causa fu terminata con l'intervento dell'Abate di Breme nel 1219, con il monastero di Savigliano che rimase interamente emancipato.

1329  (costruzione campanile)

Il campanile fu costruito nel 1329 per volontà della cittadinanza e quindi di proprietà pubblica.

1434 - 1436 (utilizzo carattere generale)

All'epoca in cui a Savigliano fu trasferita l'Università, nella chiesa del monastero si discutevano gli esami e le tesi di laurea, alla presenza dell'abate in qualità di vice cancelliere del vescovo di Torino.

1437  (restauro intero bene)

Appena l'Università lasciò Savigliano l'abate Daniele Beggiami fece restaurare la chiesa e il campanile.

1523  (ampliamento navata destra)

Venne ampliata la navata destra (sud).

1580 - 1630 (ristrutturazione intero bene)

I monaci decisero per un radicale intervento di ristrutturazione avvalendosi dell'architetto Ercole Negri di Sanfront, che coordinò l'ammodernamento della facciata (innalzamento ex novo del protiro, portali laterali, statue in stucco), delle cappelle laterali, del coro e del chiostro. Per le decorazioni furono chiamati eccellenti artisti quali Cesare Abrasia, Giovanni Angelo Dolce e Giovanni Antonio Molineri. La decorazione del coro è opera di Cesare Arbrasia, al quale si attribuiscono le lunette con figure di pontefici, vescovi e monaci dell'ordine; la sua mano si può distinguere anche nei medaglioni con i santi benedettini della navata centrale, in parte coperti dall'intervento successivo di Domenico Cardellino. Del Molineri sono le grottesche degli sguanci delle finestre della cappella del coro e i due grandi affreschi del martirio di San Pietro e San Paolo, datato 1621. Attribuibile all'artista è pure la tela del San Gerolamo penitente, collocata nella cappella di San Giuseppe.

1586  (consolidamento campanile)

Il campanile, in seguito al crollo della cupola su parte dell'abside, fu oggetto di consolidamento.

1621  (completamento chiostro )

Il chiostro, iniziato con la prima presenza dei benedettini nel VII secolo, fu concluso ufficialmente solo nel 1621, data riportata sotto il cornicione del lato est, quando furono eseguiti i decori pittorici e gli affreschi presenti sulle facciate interne.

1629 - 1630 (aggiunta opere interno)

La chiesa viene corredata di opere di Pietro Botto, cui è attribuito il trittico scultoreo del Cristo Crocefisso con la Vergine e San Giovanni, posto nel presbiterio dell'altare maggiore, così come gli stalli del coro e l'armadio della Sacrestia.

metà XVII  (rifacimento navata centrale e apparato decorativo)

Nella seconda metà del Seicento prese avvio una nuova campagna di rinnovamento, voluta dall'abate Ludovico Guerra. A dirigere i lavori fu chiamato l'architetto e pittore di corte Giovenale Boetto, che ridisegnò la navata centrale con pilastri che inglobarono le precedenti colonne romaniche e un ricco apparato decorativo. Boetto esercitò inoltre un forte controllo sulle maestranze e si rivolse personalmente ad artiti estranei all'ambito saviglianese, quali lo stuccatore Giacomo Solaro, il minusiere Bartolomeo Termine e i pittori Bartolomeo Caravoglia e Sebastiano Taricco.

1722 - 1726 (ricostruzione campanile)

Il campanile venne completamente riedificato tra il 1722 e il 1726 su progetto di Francesco Gallo.

1737  (ricostruzione sacrestia)

I documenti storici fanno riferimento a Francesco Antonio Cuniberti che, nel 1737, affrescò la "nuova" sacrestia, dando l'idea di una ricostruzione settecentesca del locale.

1802 - 1829 (gestione monastero carattere generale)

Gli abati cassinesi rimasero in S. Pietro fino al 1802, anno in cui il monastero fu soppresso con il Decreto del 28 termidoro, anno X, durante il Governo napoleonico. I monaci Cassinesi furono costretti a lasciare il monastero. Dopo il Congresso di Vienna e con la restaurazione, essendo stati aboliti dai Savoia tutti i provvedimenti del Governo francese e ristabiliti gli ordini religiosi, i monaci benedettini rientrarono in S. Pietro solo nel 1829.

1822  (restauro facciata)

Carlo Felice fece rifare la facciata che stava per crollare; fino ad allora in cotto a vista, venne dipinta dal pittore Pietro Masino.

1849 - 1857 (affreschi navata centrale)

Tra il 1849 e il 1857 il Cardellino affrescò la navata centrale e alla sua memoria venne innalzato un mausoleo tra il terzo e il quarto altare della navata sinistra.

1855 - 1859 (gestione monastero carattere generale)

Il 1859 segna il definitivo ritiro dei monaci da S. Pietro: il decreto del 5 aprile 1859 gli intimò di lasciare il monastero, nonostante la legge Siccardi del 1855 avesse abolito gli ordini religiosi. Fu sgombrata del tutto per decreto reale nel 1859 e occupata militarmente.

1969  (posa bussola ingresso)

L'ingresso sulla navata centrale viene dotato di un'artistica bussola, ricavata da pannelli autentici del '600, con vetratura stile cattedrale romanica. Anche gli ingressi laterali vengono dotati di bussore, della stessa manifattura della centrale. Le bussole sono opera dell'artigiano Dogliotti Giovanni, su disegno dell'arch. Oreste Garzino.

1976  (visita pastorale presbiterio)

Nella relazione della visita pastorale viene indicata la sistemazione di altare e ambone come definitiva.

1976  (restauro facciata)

La facciata è oggetto di restauro.

1983  (revisione organo)

L'organo Vittino del 1883 è sottoposto a revisione.

1998  (restauro dipinti e statue)

Si restaurano i dipinti di "S.Gerolamo" del Molineri, "Crocifissione", "Miracolo di S.Mauro" del Caravoglia, "S.Caterina d'Alessandria", oltre a due statue lignee raffiguranti la Vergone e San Giovanni Battista, ad opera della ditta Luisa Mensi.

2002  (manutenzione facciata nord)

La facciata nord è oggetto di manutenzione straordinaria.

2006  (ripristino giardino chiostro)

Il giardino interno del chiostro è oggetto di lavori di ripristino.

2006 - 2007 (restauro facciata)

La facciata è oggetto di restauro conservativo e manutenzione straordinaria.

2007  (restauro cappella del Santissimo)

Durante i lavori di restauro è emerso come la cappella sia nata da un accorpamento di un edificio di epoca medioevale, edicola funeraria, che inizialmente era distaccato dalla chiesa e del quale rimane l'absidiola di fondo. Si desume che la cappella abbia assunto la forma attuale in seguito agli interventi del 1620 per mano dell'arch. Ercole Negri di Sanfront, unendosi al corpo della chiesa tramite il muro curvo di raccordo che parte dall'altare, mentre il suo simmetrico si unisce con la parete nord, anch'essa costruita con ogni probabilità nella stessa occasione. Vengono restaurati anche i nuovi elementi emersi: affresco della Madonna con Bambino Gesù (XIV-XV), ritrovato nella zona del timpano dell'apparato marmoreo dell'altare; affreschi sulle spallette verticali ai lati dell'altare (XIV-XV); colonne, capitelli ed arco ogivale, emersi sulla parete ovest; statua in gesso di S.Margherita da Cortona, nella nicchia sulla parete sud; nicchie emerse nella zona absidale.

2007 - 2008 (restauro apparato decorativo chiostro)

Viene restaurato l'apparato decorativo delle ali est e nord.

2016  (restauro sacrestia)

La sacrestia è oggetto di restauro conservativo, comprendente interventi di risanamento e consolidamento strutturale.
Descrizione

La chiesa è collocata nel centro cittadino di Savigliano, prospiciente la piazza Molineri; la chiesa sorge in continuità all'antico chiostro benedettino e ai locali del monastero, che oggi sono in parte casa parrocchiale, in parte adibiti ad utilizzo scolastico. L'interno, a tre navate divise da pilastri con archi e volte a crociera cordonate ogivali, è caratterizzato da stucchi e ori, affreschi e dipinti, tipicamente barocchi. La navata centrale termina con abside semicircolare, sormontata da semicupola. Sulle navate laterali si aprono quattro cappelle per lato, oltre a due cappelle ai lati del presbiterio; dietro il presbiterio è collocato il coro. All'interno della chiesa lavorarono molti degli artisti saviglianesi attivi soprattutto fra il XVI e XVII secolo, di cui se ne conservano le opere. La facciata, rivolta ad ovest, riplasmata in stile manieristico cinquecentesco, si presenta in forme massicce, scandita da 4 semicolonne su alti plinti. Le due semicolonne centrali incorniciano un portale preceduto da un protiro, con arco a tutto sesto, su colonnine. Le due porte laterali sono sormontate da timpani triangolari. Caratterizzano inoltre la facciata tre grandi oculi su piani sfalsati. Un timpano triangolare termina la parte centrale, mentre le laterali sono sormontate da parapetto in muratura. Concludono il disegno di facciata quattro pinnacoli piramidali, più un quinto, centrale, di dimensioni maggiori. Il campanile è collocato sul lato est della chiesa, in corrispondenza della navata centrale; si eleva su base quadrata e presenta finitura in muratura a vista; la cella campanaria è aperta sui quattro lati e sormontata da balconata panoramica. Il campanile termina con cuspide in rame. L'edificio presenta nel complesso un discreto stato manutentivo, sia internamente che esternamente. All'interno sono presenti fenomeni di umidità parietale e infiltrazioni sulle volte, causa di distacco dell'apparato decorativo in più punti.
pianta
La chiesa ha pianta rettangolare, divisa in tre navate. La navata centrale termina con abside semicircolare, mentre le due laterali terminano con due cappelle, laterali all'abside, di forma e dimensioni diverse. Sulle navate laterali si aprono quattro cappelle per lato.
facciata
La facciata, rivolta ad ovest, si presenta in forme massicce, scandita da 4 semicolonne su alti plinti. Le due semicolonne centrali incorniciano un portale preceduto da un protiro, con arco a tutto sesto, su colonnine. Il portale, del 1589, ha sul frontone tre statue in stucco rappresentanti S.Pietro e S.Paolo con al centro il Redentore. Le due porte laterali, risalenti al 1690, sono sormontate da timpani triangolari. Gli architravi sia della porta maggiore che delle minori recano epigrafi latine. Caratterizzano inoltre la facciata tre grandi oculi su piani sfalsati, corredati di vetrate artistiche. La fascia centrale termina con timpano triangolare, mentre le laterali con parapetto in muratura. Completano il prospetto quattro pinnacoli piramidali, oltre un quinto centrale, di dimensioni maggiori. La facciata presenta finitura ad intonaco, dipinta dal pittore Pietro Masino nel primo ventennio dell'Ottocento.
prospetti laterali
I prospetti laterali presentano finitura ad intonaco, con tinteggiatura nella tonalità del giallo chiaro. Quattro finestre rettangolari si aprono nella parte alta, in corrispondenza delle cappelle laterali, mentre altre finestrelle più piccole sono dislocate lungo i prospetti.
Impianto strutturale
L'edificio ha struttura in muratura portante. Internamente le navate sono coperte da volte a crociera con costoloni; l'abside è coperto da semicupola a sette spicchi. Il tetto è a falde, con struttura lignea e manto di copertura in coppi.
interni
La chiesa è divisa in tre navate di cui la mediana, più grande, è larga 7 metri mentre le due laterali misurano 6 metri ciascuna ed hanno fra tutte, compreso anche lo spazio occupato dai pilastri, una larghezza di metri 21,70. La lunghezza interna, dalla porta centrale al coro, è di metri 56, mentre l'altezza della navata centrale è di metri 13,70. Le due file parallele di pilastri che separano le tre navate sono ricavate dalle primitive colonne a fasci di stile romanico che vennero riempite e portate a forma quadrangolare in epoca barocca. Nei pilastri, due ordini di lesene salgono sino a portare archi trasversali ed archi longitudinali, addossati al muro su cui si impostano le volte a crociera. All'epoca romanica risalgono gli archetti in cotto e la decorazione monocroma verde ad affresco con elementi stilizzati di foglie, visibili sul muro esterno della navata centrale e dell'abside e un tabernacolo rimasto nascosto dietro il seicentesco coro in legno. Sulla navata di sinistra, dall'ingresso verso il presbiterio, si aprono quattro cappelle: la cappella del Battistero, con fonte battesimale del 1498, e tela del Taricco raffigurante la "Presentazione della Vergine al Tempio"; la cappella del Santissimo Crocifisso, con la scultura del Cristo Morto, del C.Plura, in teca lignea intagliata e dorata; la cappella di S.Giuseppe con il dipinto di S.Gerolamo del G.A.Molineri; la cappella con il dipinto de Il Miracolo di S.Mauro, del B.Caravoglia. Sulla navata di destra, dall'ingresso verso il presbiterio, si aprono altre quattro cappelle: la cappella della Madonna delle Rose; la cappella con il dipinto di S.Biagio, del F.Cervetti; la cappella con il dipinto de La decollazione del Battista, del D.Carrera; la cappella di S.Pietro e dei Corpi Santi, contenente l'urna con il corpo di S.Colombano e la pala d'altare di O.Mazzonis. Ai lati dell'abside si aprono la cappella di S.Maria Assunta e del SS.Sacramento, a sinistra, e la cappella del Corpus Domini, a destra, quest'ultima con affreschi del D.Cardellino.
pavimentazione
L'aula presenta pavimentazione in mattonelle in pasta di cemento colorate, esagonali, nelle tonalità del bianco e del blu; l'abside presenta pavimentazione in piastrelle di marmo, anch'esse nelle tonalità del bianco e del blu, con posa a scacchiera diagonale. Il coro è sopraelevato rispetto al presbiterio su pedana in legno.
abside
L'abside è sopraelevato rispetto al piano dell'aula. Una doppia serie di balaustre lo divide dall'aula: il primo è in marmo, di tonalità nera per la base e il piano superiore, rosso per le colonnine; il secondo è delle stesse fattezze dell'altare maggiore, in marmo, nelle tonalità del bianco e del giallo ocra, con elementi decorativi a motivo floreale nella parte centrale. L'altare maggiore è posto al centro dell'abside; alle sue spalle è posizionato il gruppo scultoreo in legno della "Pietà", composto dal Cristo in Croce, la Vergine Addolorata e S. Giovanni, opera dei f.lli Botto Giorgio e Pietro, portato in S. Pietro dai Cassinesi dopo la soppressione della chiesa dei Cappuccini. Alla base del gruppo è posizionata una lastra tombale romana, in marmo bianco di Frabosa, probabile parte frontale di un sarcofago appartenente alla prima metà del secolo I. L'opera di maggior rilievo è il polittico dipinto da Gandolfino da Roreto, su incarico del fratello, allora monaco in San Pietro. L'opera è costituita da sette riquadri uniti da una cornice dorata rinascimentale; nel riquadro centrale la Madonna in trono con Bambino e angeli musicanti è in una cornice bramantesca; i riquadri ai lati ospitano ognuno una coppia di santi; sopra la composizione una piccola "Annunciazione" ed una "Pietà". Ai fratelli Botto si deve anche il coro ligneo barocco, di ricche movenze e splendidi intagli, e l'armadio della Sacrestia. Ai lati del presbiterio si trova il coro ligneo dei fratelli Tiffner. Ai lati dell'altare maggiore si trovano le tribune dell'organo, in legno intagliato, opera di S.M.Clemente; l'organo a canne è un Vittino del 1883.
presbiterio
Il presbiterio è collocato nell'ultima campata della navata centrale, antistante l'abside. E' sopraelevato rispetto all'aula mediante pedana in legno. Al suo centro sono collocati la mensa e l'ambone.
apparato liturgico
L'assemblea è ordinata, conformemente al volume dell'aula e al suo orientamento, in panche a battaglione lungo la navata centrale, con sedie lungo le navate laterali. In corrispondenza del nuovo presbiterio, sulle navate laterali, le panche sono disposte ortogonalmente all'orientamento della chiesa. Lungo le navate laterali sono collocati i confessionali lignei.
apparato pittorico
Gli apparati decorativi del coro sono opera del saluzzese Cesare Arbasia, al quale si attribuiscono le lunette con figure di pontefici, vescovi e monaci santi dell'ordine; all'artista si devono presumibilmente anche alcuni medaglioni della navata centrale, che furono in parte coperti dall'intervento del pittore Domenico Cardellino, che riaffrescò l'intera navata tra il 1850 e il 1854. Le decorazioni dell'abside sono opera di Giovanni Antonio Molineri che dipinse ad affrescò il "Martirio di S. Pietro" e il parallelo "Martirio di S. Paolo". Le grottesche absidali sono opera della scuola dei Dolce. Al di sopra dell'ingresso è collocato il dipinto "Predica di Padre Buil nelle Americhe" di S.Taricco.
Cappella del SS.Sacramento
I lavori di restauro del 2007 hanno fatto emergere informazioni sulla formazione della cappella, nonchè nuovi elementi decorativi ed artistici. Sono stati riportati alla luce frammenti di affreschi risalenti al XV secolo: una "Madonna con Bambino", ritrovato nella zona del timpano dell'apparato marmoreo dell'altare; una "Natività" sulla spalletta lato nord dell'altare e un ex-voto sulla spalletta del lato sud. Elementi di epoca medioevale sono emersi sulla parete ovest (parete con vetrata), evidenziando la presenza di una struttura di portale ad arco ogivale con pilastri, capitelli e decorazioni in stile romanico. Sui muri in curva della zona absidale sono state riaperte due nicchie, che si presume contenessero i busti dei conti Ruffino, proprietari dei diritti della cappella acquistati nel 1588. Nella nicchia sud della cappella si trova la statua in gesso di S.Margherita da Cortona. La volta è decorata con elementi floreali in stucco su sfondi di colore blu.
chiostro
Il chiostro si sviluppa a sud della chiesa ed ha una pianta quadrangolare circondata al livello inferiore da un'armonica fila di arcate ed a quello superiore dalla scansione delle aperture relative alle celle; unica eccezione la manica nord il cui fronte del piano superiore, manipolato in età barocca e settecentesca, appare ritmato dalla sequenza di duplici arcatelle a pieno centro. Le gallerie del piano terreno sono voltate a crociera su esili colonne marmoree d’ordine tuscanico, innalzate su piedistalli isolati. Il giardino ha la tipica forma claustrale, con percorso a croce al centro del quale è presente un pozzo ottogonale in granito bianco. I percorsi principali del giardino disegnano con il pozzo al centro una croce greca inscritta in un quadrato che corre lungo i lati del portico; a questo percorso se ne sovrappone un secondo, diagonale al primo, che forma quattro percorsi che raggiungono gli ingressi trasversalmente.
Campanile
Il campanile, alto 55 metri, è opera di Francesco Gallo, per volontà dell'abate Pietro Fruttero, come si legge sull'iscrizione alla base: "D.O.M. Petrus Fruttero a Sauilliano abbas et monachi cassinenses erigebant anno salutis MDCCXXII". E' collocato sul lato est della chiesa, addossato al catino absidale, in asse con la navata centrale. Si eleva su base quadrata e presenta finitura in muratura a vista. La cella campanaria è circondata da un piccolo cornicione con parapetto in ferro, nonché sormontata da balconata panoramica, su mensoline in muratura, anch'essa con parapetto in ferro. La cella campanaria è aperta sui quattro lati con aperture ad arco e parapetto su colonnine. Il campanile termina con cuspide in rame.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1976)
Aggiunta di nuovi arredi, mensa e ambone, posizionati davanti al presbiterio storico, in corrispondenza della quarta campata, in asse con l'altare originario. La mensa è un parallelepipedo in legno, rialzato su ampia pedana di due gradini. Anche l'ambone è in legno.
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