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Chiesa di San Paolino Vescovo di Capua
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Paolino Vescovo di Capua <Santa Maria Capua Vetere>
Altre denominazioni
Chiesa di San Paolino Vescovo di Capua (chiesa nuova)
Ambito culturale (ruolo)
imprenditori casertani (costruzione)
Notizie Storiche
1998 - 2001 (costruzione intero bene)
La posa della prima pietra della Chiesa di San Paolino Vescovo di Capua è avvenuta il 27 giugno 1998.
2001 (dedicazione e consacrazione intero bene)
Il 24 marzo del 2001 la chiesa viene consacrata da S.E. Mons. Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua
Descrizione
In una ricca successione di rientranze e sporgenze si distende lungo la strada la sagoma della chiesa di San Paolino Vescovo di Capua. L’idea di base dell’ossatura architettonico-funzionale è quella di creare un complesso che metta in relazione chiesa, sacrestia, uffici, servizi. L’elemento di spicco dell’insieme è la chiesa che nasce dall’incastro di un volume a pianta quadrata ed uno a pianta triangolare. Quest’ultimo elemento si protende in avanti dando luogo ad un atrio coperto. Nella facciata il taglio geometrico è accentuato da 4 pilastri rivestiti in tufo di dimensione variabile che si stagliano sulla parete di fondo in travertino. Su questa parete si aprono le 3 porte d’ingresso, schermate da due porte, una in vetro ed una in legno. Lapidi commemorative in marmo, poste all’ingresso della chiesa, ricordano due eventi importanti: la consacrazione della chiesa e la celebrazione del suo giubileo. All’interno la chiesa è divisa in tre settori individuabili dai solai piani, sfalsati che si dipartono dalla copertura centrale a forma triangolare. Un elemento murale, dalla linea sinuosa, funge da fondale del presbiterio e prosegue nella cappella eucaristica. La separazione spaziale tra aula e cappella eucaristica è assicurata da una vetrata mobile la cui limpidezza lascia vedere la dimensione complessiva dello spazio dedicato alla celebrazione. Nella parte alta della navata, in corrispondenza dell’altare, è sospesa la scultura in legno del Cristo, opera di Paul de Doss Moroderposto su una vela alta 7,5 m, raffigurazione del sudario. La luce gioca un ruolo fondamentale nell’architettura della chiesa: in uno spazio – che ricorda l’antico matroneo – si notano grosse finestrature che illumina l’aula dall’alto.
Pianta
L'aula è un quadrato di 22 m circa, delimitato sul lato nord dal ritmo di 14 setti murari che delineano nel prospetto finestre a tutta altezza. Qui è posto il percorso della Via Crucis. Altre vetrate sul lato sud segnano lo spazio della cappella eucaristica. In corrispondenza delle grosse finestrature che caratterizzano il secondo ordine della facciata principale è stato ricavato uno spazio che si affaccia nell'aula illuminandola dall'alto.
L'aula è divisa in tre settori di altezza differente dalla copertura che s'innalza nel triangolo centrale da cui si dipartono quattro solai piani, sfalsati;
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in marmo proveniente dalla Spagna.
Coperture
Copertura piana. La parte centrale a gradoni mentre le parti laterali hanno copertura piana orizzontale.
Impianto strutturale
La chiesa è costruita interamente in calcestruzzo armato. Le pareti laterali sono composte da vetrate decorate intervallate da setti.
Scale
Sono presenti due gradini per accedere all'area presbiteriale e un gradino nell'area battesimale.
Elementi decorativi
l’arredamento dell’aula è essenziale. Sulla destra, rispetto all’ingresso, in una nicchia c’è una statua in gesso di San Paolo con mitra e bastone vescovile di buona fattura. In un angolo una statua di San Vitaliano in bronzo posta su una colonna marmorea regalata alla chiesa dall’arcivescovo S.E. mons. Bruno Schettino. Di grande impatto visivo sono le vetrate del prospetto nord ovest della chiesa: sulle vetrate è posto il percorso della Via Crucis.
Presbiterio
Due gradini immettono nell’area presbiterale. Un elemento murario, dalla linea sinuosa, funge da fondale del presbiterio e prosegue nella cappella eucaristica. La separazione spaziale di aula e cappella trova un incontro visivo grazie alla vetrata trasparente che, per la sua limpidezza, lascia vedere la dimensione complessiva dello spazio dedicato alla celebrazione. Il disegno delle aree presbiterali ricorda nella sinuosità la forma del pesce: elemento che si ritrova anche nel tabernacolo in memoria del simbolismo paleocristiano. Qui si gioca tutto sull’uso di due materiali: il legno e il travertino utilizzato sia per la mensa, sia per l’ambone, sia per la base del cero pasquale. Nella parte alta della navata, in corrispondenza dell'altare, si ammira la statua in legno rappresentante il Cristo, opera dell'artista Paul dë Doss Moroder, posto su una vela alta 7,5 m, raffigurazione del sudario. Quattro velette inquadrano un ambiente incavato ove è posto il crocifisso: questo conferisce alla scultura uno slancio verticale che simbolicamente si ricollega alla Risurrezione.
Facciata
Nella facciata crea un nuovo ritmo il colonnato: a distanza regolare s’inseriscono nella facciata 4 pilastri - di altezza variabile, rivestiti in tufo. Essi fuoriescono dal corpo di fabbrica, rivestito in travertino, a distanza regolare. Nelle pareti perimetrali si alternano spazi con vetrate e sezioni murarie il che crea un movimento singolare all’esterno e diventa per l’interno una fonte di illuminazione. Nel secondo ordine della facciata principale si aprono grosse finestrature. Tre gli ingressi che si aprono nel colonnato: quello mediano è più ampio di quelli laterali. Due lapidi in marmo, lateralmente agli ingressi, ricordano la posa della prima pietra (1998) e il giubileo del complesso parrocchiale
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (2001)
Chiesa post-conciliare e quindi costruita secondo le prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II.