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XI (costruzione nucleo originario)
La Pieve di San Pietro di Leinì, dipendente dal capitolo cattedrale di Torino, è documentata in testi del 1047, dove l'imperatore Enrico III conferma ai canonici di Torino "plebem in Ledonico cum mansis quinque et meditatem decimae".
Sulla scorta dei contenuti delle visita pastorali, può essere affermato che la chiesa attuale sorge sul luogo della cappella dell'antico cimitero fuori porta, eretta intorno all'anno Mille.
1339 (erezione a parrocchia carattere generale)
Insediamento della parrocchia in Leinì sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
1532 (affresco facciata)
Casalis, nel 1841, a proposito dell'edificio, scrive: "La vetusta chiesa parrocchiale sotto il patrocinio dei santi apostoli Pietro e Paolo fu restaurata in questi ultimi tempi: sulla porta principale vedesi una pittura a fresco di pennello fiammingo, che rappresenta la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, ed indica l'anno 1532. Osservabile è il bel campanile di moderna costruzione attiguo alla parrocchia".
L'affresco è andato distrutto in seguito all'ampliamento della chiesa e della contestuale demolizione della facciata a inizio Novecento.
1584 (restauro intero bene)
Bertolotti menziona restauri avvenuti nel 1584.
1722 (demolizione vecchio campanile)
Viene demolito il precedente campanile.
1722 - fine XVIII (costruzione nuovo campanile)
La ricostruzione del campanile è ricompresa tra la demolizione del precedente e la fine del XVIII secolo. Secondo Bertolotti, l'anno di ricostruzione coinciderebbe con quello di demolizione, ma i caratteri compositivi del manufatto attestano una collocazione temporale successiva.
1743 (testimonianza cartografica intero bene)
L'impianto dell'edificio, a metà Settecento, è testimoniato dalla mappa redatta dal misuratore Bertini nel settembre 1743, pervenuta a noi grazie a una copia di trascrizione del 25 gennaio 1901, a cura dell'ing. Crescentino Caselli. La planimetria della chiesa presenta impianto di tipo basilicale, probabilmente a tre navate, privo delle cappelle laterali, costituito da quattro campate; il transetto è a navata unica, delimitato alle estremità da due absidi a pianta semicircolare; l'abside e il coro sono a pianta rettangolare; il campanile, a pianta quadrata, è staccato dalla chiesa, e corrispondente a quello attuale.
1824 - 1838 (restauro intero bene)
L'archivio parrocchiale contiene documenti che attestano i lavori di restauro e manutenzione condotti sotto la direzione degli architetti Ignazio Formica e Barnaba Panizza. L'architetto Panizza progetta ed esegue i lavori di restauro consistenti nel rifacimento delle coperture, nella realizzazione di nuove volte sulla sacrestia e sulla chiesa, e nel consolidamento di quelle esistenti; lavora sull'arredo e corredo di culto ecclesiastico: sono tuttora conservati tre disegni, datati 1844, contenenti i progetti del fonte battesimale, degli arredi del coro e del pulpito in legno di noce.
1833 (acquisizione tela Adorazione dei Magi)
La tela raffigurante l'Adorazione dei Magi, opera del Defendente Ferrari, datata 1523, compare tra gli arredi della chiesa a partire dal 1833, quando per la prima volta compare nell'inventario redatto il 28 ottobre. La tela non viene citata nè nella visita pastorale del Franzoni (1839), nè da Goffredo Casalis (1841), nè da Bertolotti (1867): l'assenza di informazioni a tal proposito lascia intendere che la tela non fosse esposta al pubblico ma conservata, probabilmente, nella casa parrocchiale.
1839 (riduzione altari - visita pastorale interno)
La relazione della visita pastorale di mons. Luigi Franzoni, evidenzia un lieve miglioramento dello stato di conservazione della chiesa, almeno nella sacrestia, constatando che gli antichi altari sono stati ridotti da tredici a cinque.
1855 (crollo volte navata centrale)
Dopo gli interventi di Panizza seguono, negli anni successivi, una serie di sopralluoghi e perizie dell'architetto Giuseppe Leoni. Le perizie descrivono lo stato di degrado e di dissesto statico dell'edificio. Il Genio Civile emette un'ingiunzione a eseguire le opere di consolidamento; l'ingiunzione rimane disattesa e, nell'ottobre 1855, le volte della chiesa crollano.
1858 - 1860 (ristrutturazione, ampliamento, apparato decorativo intero bene)
Si procede alla ricostruzione delle volte, aumentando l'altezza della navata principale, e al loro consolidamento con l'inserimento di catene in ferro; vengono ampliate le navate laterali, con la creazione della cappelle sui fronti est ed ovest. La progettazione è a cura dell'architetto Candido Borella. I pittori Giovanni Berra e il decoratore Carlo Sciolli si occupano dell'apparato decorativo interno. La facciata viene rimodellata, conferendole un'impronta di gusto neoromanico.
1859 ca. (testimonianza fotografica facciata)
In foto risalenti al 1859 circa, la facciata è finita ad intonaco e risulta dipinta a fasce alternate chiare e scure. Sul retro compaiono le testate delle cappelle laterali, prive di elementi architettonici, tranne una semplice cornice sommitale. Il campanile è identico a quello che si vede oggi.
1859 (documentazione cartacea intero bene)
La mappa del catasto Rabbini mostra la sagoma dell'edificio aumentata in dimensioni rispetto la mappa del 1743, con l'inserimento delle cappelle sui lati est ed ovest e l'inglobamento delle absidi in testa al transetto. L'abside centrale corrisponde a quella attuale. Compare l'ampliamento sul fronte est, costituito da un corpo laterale destinato a sacrestia.
1860 (consacrazione carattere generale)
Il 1 aprile 1860 la chiesa viene riaperta al culto e consacrata da mons. Giovanni Balma, vescovo di Tolemaide.
1868 - 1869 (consolidamento navata principale)
Negli archivi parrocchiali è segnalata la posa di catene in ferro trasversali alla navata principale, sotto la guida dell'architetto Candido Borella.
1874 (relazione parroco intero bene)
La relazione del parroco don Matteo Ferrero descrive l'interno della chiesa riportando le dimensioni della navata principale, 32 mt in lunghezza e 22 mt in larghezza, e delle navate laterali, che sviluppano 25,5 mt in lunghezza. Riguardo all'apparato decorativo, don Ferrero racconta che le pareti sono dipinte di rosa e turchino scuro a fasce alterante, all'interno, e gialle e viola all'esterno. La volta è dipinta con arabeschi in stile "neo-bizantino" e il pavimento è in lastre ottogonali in pietra di Barge.
1907 - 1913 (ampliamento e sopraelevazione intero bene)
Viene elaborato, a opera dell'ing.Enrico Ruffoni, un progetto di ampliamento e parziale ricostruzione, di impronta neogotica. I lavori consistono, oltre che in una ridefinizione stilistica, nel prolungamento delle navate con due campate in direzione del sagrato e nella realizzazione della facciata attuale. Tali interventi comportano la demolizione della facciata neoromanica e del fonte battesimale progettato dal Panizza. La facciata viene realizzata in mattoni faccia a vista per gli sfondati, pietra di Finale e pietra artificiale per il rosone, le cornici, le modanature, i capitelli e gli altri elementi dell'apparato decorativo, beola per le lastre di zoccolatura. Tra le voci di computo, redatto dal Ruffoni, vengono contemplate la realizzazione di fondazioni in calcestruzzo, di pali di fondazione in opera e di parti di facciata in finta pietra. Nel 1911 Ruffoni viene diffidato dal proseguire nell'incarico e la direzione lavori passa in mano all'arch. Antonio Vandone - De Negri.
1910 (collocazione tela Adorazione dei Magi)
Con lettera datata 22 aprile 1890, il prefetto della Provincia di Torino, ordina di "riporre tosto nella chiesa il dipinto", depositato nella casa del parroco. Nel 1910 l'Adorazione dei Magi viene collocata in sacrestia, dove vi rimane fino al 1954.
1913 (benedizione carattere generale)
La chiesa viene solennemente benedetta dal cardinale Agostino Richelmy il 19 ottobre 1913.
1920 ca. (ampliamento sagrato intorno)
Negli anni successivi agli ultimi lavori di ampliamento, il comune di Leinì procede, su sollecitazione del parroco, a un "diradamento urbanistico", con la demolizione di alcune costruzioni che sorgevano a ridosso della chiesa. Viene creato lo spazio aperto antistante il sagrato, nella sua attuale configurazione, e viene aperta la nuova via intitolata al defunto prevosto don Ferrero.
1933 (ripasso e consolidamento volte copertura)
Viene ripristinata integralmente la copertura e si effettua l'intervento di incalottamento dell'estradosso delle volte con una cappa di calcestruzzo cementizio.
1939 (restauro tela Adorazione dei Magi)
Restauro della tela a cura del professor Carlo Pintor.
1953 - 1956 (manutenzione straordinaria interno)
Vengono fatti lavori di straordinaria manutenzione straordinaria: i lavori consistono nell'inserimento di nuovi elementi decorativi, come i rosoni in gesso applicati al centro delle crociere sulle volte delle navate, oltre a diversi nuovi capitelli, fregi e cornici inseriti nelle membrature preesistenti. Gli inserimenti sono a opera dello stuccatore Mino Rizzoni. Contestualmente il pittore Mario Gilardi effettua una ritinteggiatura completa degli interni, uniformandoli ad un'unica tonalità monocroma sul grigio, con l'eccezione delle parti in rilievo, sottoposte a dorature e sporadiche sottolineature policrome.
1954 (ritiro della pala e restauro tela Adorazione dei Magi)
Il soprintendente alle Gallerie del Piemonte Noemi Gabrielli dispone il ritiro della pala dalla chiesa di Leinì, a causa del suo "cattivo stato di conservazione", al fine di provvedere al restauro, a spese della medesima Soprintendenza, e al deposito presso la Galleria Sabauda. Il restauro della tela viene affidato a Ettore Patrito.
1963 (automatizzazione campane campanile)
Vengono installati sistemi automatizzati per la movimentazione delle campane.
1965 (modifiche presbiterio)
A seguito del Concilio Vaticano II e della riforma liturgica, vengono rimosse le balaustre in marmo e installato un nuovo altare in legno, su disegno del pittore Pier Ottavio Fasani.
1966 (ripristino pavimentazione interno)
Vengono ripristinati i pavimenti delle navate.
1979 (rifacimento pavimento interno)
Si provvede alla sistemazione totale del pavimento, reimpiegando in buona parte le lastre originarie in pietra di Barge.
1980 ca. (manutenzione straordinaria tetto)
Nel corso degli anni ottanta del Novecento, le parti ammalorate delle orditure in copertura vengono sostituite con elementi analoghi in legno e viene rifatto il manto di copertura in coppi.
1991 - 1992 (restauro interni)
Su iniziativa del parroco don Carlo Fassino, viene effettuato l'intervento di restauro complessivo degli interni, su progetto e direzione lavori dell'arch. Antonio Besso-Marcheis e dell'ing. Carlo Brizzi. Il progetto di restauro, iniziato con una campagna di rilievi, grafici e stratigrafici, ha consentito il disvelamento degli apparati cromatici originali, coperti dagli interventi di metà Novecento. Il progetto ha permesso la restituzione cromatica delle varie fasi di costruzione e ampliamento dell'edificio. Vengono inoltre riprese e parzialmente ricostruite le parti in rilievo degradate, restaurati i rosoni, i capitelli e i motivi in stucco con la doratura finale, a opera dei restauratori Pietro Ricca e Matteo Colapietro.
1994 - 1996 (restauro tela Adorazione dei Magi)
Restauro della tela a cura del Laboratorio Nicola Restauri di Aramengo.
2009 (ricollocazione nella parrocchia tela Adorazione dei Magi)
Il 28 giugno 2009 la tela del Defendente Ferrari viene riconsegnata alla chiesa parrocchiale di Leinì. |
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