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Poggio Cupro
Cupramontana
Jesi
chiesa
parrocchiale
SS. Salvatore
Parrocchia del Santissimo Salvatore
Portale; Fonte Battesimale; Tabernacolo; Acquasantiera; Affresco
presbiterio - aggiunta arredo (2011)
XII - XII(preesistenze intero bene ); 1451 - XV(ricostruzione intero bene); XVI - 1520(ristrutturazione intero bene); 1573 - 1573(visita pastorale interno); 1652 - 1652(cambio giurisdizione intero bene); 2005 - 2005(ristrutturazione intero bene)
Chiesa del Santissimo Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa del Santissimo Salvatore <Poggio Cupro, Cupramontana>
Altre denominazioni SS. Salvatore
Autore (ruolo)
Leoni, Stefano (ristrutturazione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ristrutturazione chiesa)
maestranze marchigiane (ristrutturazione chiesa)
Notizie Storiche

XII  (preesistenze intero bene )

La chiesa risale probabilmente a prima del secolo XII, in quanto già da allora Poggio Cupro viene indicato come castello. Tale castello fu dipendenza feudale fino al secolo XIV della non lontana e potente Abbazia di Sant'Elena, che ne aveva la giurisdizione civile e religiosa.

1451 - XV (ricostruzione intero bene)

Nel 1451 la chiesa venne unita sotto la stessa giurisdizione del monastero di Santa Maria in Serra (Beato Angelo). L’attuale edificio venne ricostruito del tutto nel secolo XV. Alcune monofore conservano un accento gotico, ma lo stile predominante del tempio e delle sue sculture è nettamente rinascimentale. Di recente è stato ritrovato il più antico affresco di San Floriano, datato 1460, che si trova sulla parete sinistra dell’abside. L’importanza dell’affresco è dovuta al fatto che la figura del Santo si presenta fuori della iconografia tradizionale che voleva San Floriano soldato, e lo raffigura invece come giovane paggio in abito rinascimentale.

XVI - 1520 (ristrutturazione intero bene)

All’inizio del secolo XVI la chiesa si è arricchita di pregevoli sculture rinascimentali in pietra: il portale datato 1516 con stemma camaldolese, il pulpito, il tabernacolo murale, il battistero, l’acquasantiera, l’ambone con una vivace scena dell’Annunciazione e la balaustra, tutti in pietra scolpita. Dal 1520 circa, vennero eseguiti dei lavori di ristrutturazione della chiesa.

1573  (visita pastorale interno)

Nel 1573, come risulta dalla visita pastorale, la chiesa è ben governata dalla comunità dei monaci Camaldolesi presenti a Poggio Cupro già dal secolo XII.

1652  (cambio giurisdizione intero bene)

Dopo la chiusura delle comunità monastiche troppo esigue avvenuta nel 1652, chiesa e parrocchia passarono al clero diocesano.

2005  (ristrutturazione intero bene)

La chiesa è stata ristrutturata sia internamente che esternamente nel 2005, sotto la direzione lavori dell'ingegnere Stefano Leoni. L'intervento di consolidamento strutturale ha previsto anche il rifacimento del tetto e, all'interno, la posa in opera di una nuova pavimentazione.
Descrizione

La chiesa è stata costruita su di una pianta a croce immissa, con navata centrale coperta a capriate; il transetto è formato da due cappelle laterali con copertura a botte e, al di là della balaustra quattrocentesca in pietra, si trovano il presbiterio e l’abside con catino absidale con vari costoloni e unghiature. L’ingresso è sul lato sinistro della chiesa. L’apparato compositivo è certamente molto semplice, tipico di una chiesa rurale e, comunque, risalente alle origini dell’architettura religiosa medievale. Dell’antica chiesa resta qualche struttura muraria, e forse una parte di monofora nella base dell’attuale campanile. Il pulpito, un esempio di scultura quattrocentesca colorata, così come doveva essere il tabernacolo, è stato collocato su una parete laterale, in modo da occultare parte degli stessi lati e da lasciar supporre una diversa destinazione in origine, o anche delle modifiche operate sullo stesso muro perimetrale della chiesa. Un altro elemento caratterizzante è la piccola balconata in asse all’altare, dove è stato posizionato l’organo.
Portale
Il portale è in pietra scolpita di dimensioni cm 305 x 195, del 1516. Appartiene all’antica chiesa priorale dei monaci camaldolesi. E' in stile rinascimentale e, insieme all’ambone, è uno dei pezzi più importanti dell’edificio. Sopra gli stipiti c’è la trabeazione che sostiene l’arco. Nella parte superiore del portale, di slanciata forma rettangolare, sono scolpiti gli stemmi sia dell’Ordine Camaldolese, sia di “Angelus Prior”, a cui si deve il rinnovamento della chiesa nel 1516. Al centro dell’arco superiore c’è l’immagine del Cristo Salvatore in semibusto, con il braccio destro in atto benedicente e il sinistro reggente il libro del Vangelo aperto e appoggiato sopra il ginocchio.
Fonte Battesimale
Il fonte battesimale è una scultura in pietra, di cm 129 x 68,5, del secolo XVI; era infatti parte dell’antica chiesa camaldolese. Si presenta sopra un piedistallo di pietra quadrangolare. In alto è arrotondato, come uno stelo di fiore; il piede è un quadriangolo in cui è scolpito lo stemma dell’Ordine camaldolese, che sorregge a sua volta una massiccia breve colonna, con petali ornamentali ai piedi. Il fonte propriamente detto è una vasca rotonda, di basso spessore, anch'essa a forma di grande fiore sbocciato; sostiene una striscia marmorea ove è scolpita una scritta probabilmente con il nome del donatore.
Tabernacolo
Il tabernacolo è in pietra scolpita, di dimensioni cm 170 x 112, in stile rinascimentale; a differenza delle custodie dell’Eucarestia odierne, si presenta come la facciata di un tempio inserito nel muro della chiesa a destra dell’altare maggiore. Al centro vi è la porticina di legno con sopraelevato un arco nel cui centro sembrano scolpite alcune testine di angeli. Risale al secolo XVI.
Acquasantiera
L’acquasantiera, scolpita nella pietra, continua e sviluppa il tema floreale del fonte battesimale, ma in forma più slanciata, bella e aggraziata. Sul basamento di pietra, a duplice piano, c’è il consueto blocco quadrato con scolpito al centro un fiore aperto. L’esile colonnina, divisa al centro da un anello, anch'esso marmoreo, dà leggerezza all’insieme. L’acquasantiera, sostenuta dalla colonnina, è costituita da un ampio vassoio entro cui era contenuta l’acqua battesimale.
Affresco
“San Floriano” è un affresco della seconda metà del secolo XV, di cm 120 x 76, che si trova nell’abside della chiesa. Riportato alla luce nel 1965, l’affresco propone una delle più antiche immagini, se non la più antica in assoluto, di San Floriano, patrono della Respublica Aesina sin dalla costituzione del Libero Comune di Jesi. La squillace vivacità cromatica e l’atteggiamento brioso del giovane santo, ritratto in foggia di elegante personaggio del tempo, palesano una varietà umoresca e figurativa che trova molti punti di affinità con quella di Giovanni Antonio da Pesaro.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2011)
Nel 2011 è stato risistemato il presbiterio e, più precisamente, sono stati realizzati i gradini presenti e sono stati posizionati il nuovo altare e il nuovo ambone, entrambi in marmo.
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