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Prato
Prato
chiesa
conventuale
S. Niccolò
Parrocchia di San Domenico
Esterno della chiesa; Portale; Interno della chiesa; Controfacciata; Pareti interne della chiesa; Presbiterio; Tabernacolo; Altare maggiore; Sacrestia
altare - aggiunta arredo (1972)
1321 - 1390(committenza intero bene); 1720 - 1760(ristrutturazione intero bene); 2006 - 2006(passaggio di proprietà intero bene)
Chiesa di San Niccolò
Tipologia e qualificazione chiesa conventuale
Denominazione Chiesa di San Niccolò <Prato>
Altre denominazioni S. Niccolò
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pisane e pratesi (costruzione)
maestranze pratesi e fiorentine (ristrutturazione)
maestranze pratesi (costruzione campanile)
Notizie Storiche

1321 - 1390 (committenza intero bene)

La fondazione del monastero si deve ad un cospicuo lascito del cardinale Niccolo da Prato, morto in Avignone nel 1321, per la costruzione di un monastero domenicano; i lavori furono iniziati nel 1323 e già nel 1328 il convento poteva ospitare la prima comunità religiosa. Insieme col monastero fu edificata la chiesa pubblica. Nel 1385-1390 il pittore pistoiese Antonio Vite affrescò la lunetta sopra il portale della chiesa, con la Madonna e il Bambino e i santi Niccolò e Domenico.

1720 - 1760 (ristrutturazione intero bene)

Intorno al 1720-1722 l'interno la chiesa fu trasformato e rivestito di una veste raffinata e garbata nelle forme in cui oggi appare. Le pareti furono ampiamente decorate; le volte aperte nella prospettiva degli sfondati. Dietro la chiesa, nel 1760, fu costruito il campanile a torre, in mattoni, con snello coronamento piramidale.

2006  (passaggio di proprietà intero bene)

In ordine alla legge n. 27 del 3 febbraio 2006, il Conservatorio di San Niccolò si è trasformato in fondazione privata per atto notar Giancarlo Lo Schiavo di Prato del 21 marzo 2006.
Descrizione

La chiesa di San Niccolò, collegata al monastero domenicano femminile, conserva un interessante portale trecentesco; l'interno, ridecorato intorno al 1720, è formato da una vasta aula armoniosa a tre navate su colonne rivestite in scagliola a finti marmi.
Esterno della chiesa
La parete della chiesa lungo la piazza, con paramento in alberese abbastanza regolare, è conclusa da una cornice ad archetti trilobati in cotto sormontati da una fascia in mattoni a dente di sega, forata da aperture tarde, ottocentesche quelle del piano superiore, secenteschi i finestroni sottostanti. Dietro la chiesa è il campanile a torre, in mattoni, con snello coronamento piramidale.
Portale
La chiesa conserva l'originario portale trecentesco, in parte ispirato a quello della vicina chiesa di San Domenico, anche se in forme più grafiche: su due ampi pilastri segnati da radi ricorsi in pietra grigia, e con capitelli a foglia d'acqua, posano l'archivolto, con doppia ghiera a conci di alberese e serpentino verde, e la soprastante cuspide ornata da una cornice a dentelli e da un quadrilobo con l'Agnus Dei a rilievo. Il portale è sottolineato da un colonnino, mentre l'apertura ha architrave su mensole fogliate; nella lunetta sono le tracce di un affresco, staccato nel 1954 e riportato in chiesa.
Interno della chiesa
All'interno la chiesa pubblica presenta una veste elegante e unitaria assunta con gli interventi del 1720-1722; la struttura è a tre navate di uguale altezza, divise da colonne decorate in scagliola a fìnti marmi, con ricchi capitelli compositi dorati e lesene simili lungo le pareti; il pavimento è in marmo. Le volte furono decorate con finti sfondati e le lunette a monocromo (L'incontro di san Niccolò col messo imperiale e il Miracolo del grano) dal fiorentino Rinaldo Botti. Sopra la porta di ingresso un cartiglio in stucco di gusto manierista ricorda la consacrazione della chiesa (1615); nelle lunette sono le eleganti grate lignee a volute dorate del coretto (1676 circa).
Controfacciata
La porta è fiancheggiata da due acquasantiere a parete in pietra serena, secentesche, con vasca baccellata e valva superiore. Al di là delle lesene, sulla destra, è posto un altare in legno dipinto della seconda metà del Cinquecento, con semicolonne composite, trabeazione e timpano spezzato: nella tavola, attribuibile a Vincenzo Dori, sono Dio Padre, lo Spirito Santo e angeli. All'opposto è un altare a edicola in legno scolpito e dipinto, di gusto manierista; l'altare e la tela (1604) che vi si conserva con la Madonna del Rosario e Santi, copia da Giorgio Vasari, provengono dalla villa della Serra a Carmignano, già di proprietà del Monastero.
Pareti interne della chiesa
Sulla parete destra è collocata la lunetta ad affresco staccata dal portale esterno. Sotto la pala dell'altare seguente, a edicola in stucco dipinto, concluso da timpano curvilineo spezzato, venne scoperto il frammento di affresco con un Miracolo di san Niccolò, dipinto nel 1423 da Pietro di Miniato; sulla parete opposta è un altare simile, con una tavola dipinta da un pittore fiorentino della seconda metà del Cinquecento, con san Niccolò e due Santi domenicani; addossata alla colonna di fronte all'altare è una sobria, robusta acquasantiera di gusto secentesco, con fusto a balaustro.
Presbiterio
La pala tolta dall'altare destro, che raffigura Cristo in gloria e l'Addolorata che appaiono a san Niccolò (1720 circa), è opera del pisano Ranieri del Pace, ed è stata collocata sulla parete destra del presbiterio, sotto una grata in legno dorato del primo Settecento. Sulla parete contigua è una cantoria con mostra di organo, in legno intagliato, dipinto e dorato, della prima metà del Settecento, con due figure di Angeli dipinti ai lati della mostra (l'organo di tipo monacale a doppia facciata è opera di Filippo Tronci di Pistoia (XVIII secolo) e dei Paoli di Campi Bisenzio.
Tabernacolo
Sotto la cantoria, entro un'incorniciatura marmorea è la bella mostra di tabernacolo in marmo bianco, eseguita nel 1478, attribuibile a Francesco di Simone Ferrucci: la struttura simula un tempietto sorretto da pilastri binati, e su questi posano le due figure dell'Annunciazione, mentre di lato allo sportello centinato sono Angeli oranti; al centro della lunetta è Dio Padre benedicente circondato da una fascia di cherubini.
Altare maggiore
L’altar maggiore in marmi policromi, del 1647, forse opera di Cesare Cennini, è rialzato su tre gradini, e ha dossale a intarsio marmoreo; la ricca struttura a edicola, su colonne in marmo mischio con capitelli compositi e trabeazione, è conclusa da timpano curvilineo spezzato con cartiglio centrale e vasi sui lati. Vi è collocata una vivace tela di Alessandro Gherardini, di notevole resa narrativa che raffigura l'Assunta con gli apostoli e angeli (1697). A sinistra dell'altare, sopra una grata che risponde nel coro è una cantoria settecentesca in legno dorato e laccato, con elaborata mostra architettonica di organo, fiancheggiata da volute e conclusa da un timpano spezzato con cartiglio.
Sacrestia
La sacrestia "esterna", quella cioè collegata alla chiesa. è coperta da volta unghiata. Al centro è dipinto un San Niccolo in gloria (1745 circa), attribuito a Mauro Soderini; su una parete è posto un raffinato lavabo in terracotta invetriata, di ricca cromia, fatto eseguire dai Salviati nel 1520 per la sacrestia del convento di Sant'Anna in Giolica (e qui trasferito nel 1847), attribuito a Benedetto e Santi Buglioni. Il lavabo ha un'incorniciatura centinata con pilastri ornati da elaborate candelabro, sui lati della quale ricade un ricco, lungo festone con frutti, in maiolica policroma, retto in alto da due putti (seduti sul colmo dell'arco, di lato a un vaso classicheggiante). Nella lunetta è un rilievo con la Madonna e il Bambino tra due angeli sotto la quale, in due fasce sovrapposte, sono lo stemma Salviati, e due angioletti che sorreggono un vaso classico ornato da una Battaglia coi centauri, il cui colore imita il lapislazzuli (la pila in marmo è tarda). Nella sacrestia sono anche un bel bancone ligneo settecentesco e un notevole Crocifisso ligneo policromato del terzo quarto del Quattrocento.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1972)
Avanti l'altare alla romana viene collocato un altarolo mobile per la celebrazione della messa verso il popolo.
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