Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista S. Giovanni Battista
Autore (ruolo)
Costa, Cesare (Progettista della Cappella della BV del Rosario)
Ambito culturale (ruolo)
neobarocco (ricostruzione edificio)
Notizie Storiche
1210 (preesistenze intero bene)
il Vescovo di Modena Martino decreta l’edificazione della chiesa nello stesso periodo in cui si costruiscono le mura cittadine di Spilamberto, quando la popolazione si trasferisce da San Vito al Castello
1252 (distruzione intero bene)
la chiesa di San Giovanni Battista viene distrutta da un rovinoso incendio che coinvolge tutto il castello di Spilamberto
1476 (ricostruzione intero bene)
l’edificio sacro viene demolito e riedificato nella forma e posizione precedenti, con la facciata rivolta a ponente verso via San Carlo, allora via San Giovanni, ed era arricchito di un porticato. In origine la chiesa di San Giovanni era più corta e più stretta dell’attuale per lasciare spazi liberi alla continuità dei portici su entrambi i lati delle contrade
1567 (proprietà intero bene)
il parroco di San Vito-San Giovanni si trasferisce da San Vito a Spilamberto e la chiesa di San Giovanni Battista, che era sussidiaria della Pieve di San Vito, diventa la parrocchiale con l’autorizzazione di tenervi il Battistero plebanale, invertendosi i rapporti tra le due chiese
1628 (proprietà intorno)
Mons. Alessandro Rangoni, Vescovo di Modena, decreta il calendario delle funzioni da celebrare nelle due chiese di Spilamberto e riserva al solo parroco di San Giovanni-San Vito il titolo di Arciprete
1731 (descrizione storica interno)
come riportato dall’inventario dell’arciprete Don Domenico Grandi (1731-1739), la chiesa di San Giovanni è ornata da sette altari: quelli di Sant’Antonio, di Santa Lucia, di San Gherardo, di San Pellegrino, di Maria Maddalena, della Beata Vergine del Rosario, di Sant’Anna e l’altare maggiore
1737 (ricostruzione intero bene)
su iniziativa dell’arciprete Don Domenico Grandi cominciano i lavori di rifacimento della chiesa di San Giovanni Battista nella forma attuale, con la facciata rivolta a Levante. Viene ricostruito il coro, il presbiterio, le prime due tribunette e le decorazioni esterne. Il resto dell’edificio è seguito dal successore Don Giacomo Grandi (1751-1769). Viene innalzato anche il campanile fino all’attuale cella campanaria, dall’aspetto architettonico simile a quello del campanile della chiesa della Madonna del Carmine
1757 (ricostruzione intero bene)
si concludono i lavori di riedificazione della chiesa e, il 29 settembre per la festa di San Michele Arcangelo, Mons. Vicario Generale Ignazio Panzieri benedice il nuovo edificio sacro. La costruzione risulta allungata e allargata rispetto la precedente, grazie agli spazi esterni inglobati, in origine riservati ai portici. Sono presenti sette altari come nell’antica chiesa e l’interno è diviso in tre navate. Durante tutto il periodo di apertura del cantiere le funzioni religiose si svolgo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli
1790 (preesistenze intorno)
la Parrocchia acquista l’edificio dell’attuale canonica: fino a questo momento i parroci di San Giovanni risiedevano nella contrada delle Monache
1793 (sepolture interno)
dalla relazione dell’arciprete Don Francesco Panizzi (1782-1824) risultano cinque sepolcri all’interno della chiesa: uno, nel presbiterio, riservato al clero della Parrocchia; uno, al centro della chiesa, riservato ai fanciulli; altri due, ubicati verso la porta maggiore, riservati ai parrocchiani; il quinto sepolcro, di proprietà del maggiore Giambattista Fabriani, riservato alla famiglia. Tutte le sepolture vengono spostate nel cimitero comune solo nel 1821 quando è ultimato e benedetto il 16 agosto
1825 (proprietà intorno)
viene costituita la Parrocchia indipendente di San Vito, quindi si ristringe il territorio gestito dalla Parrocchia di San Giovanni Battista
1833 (completamento campanile)
a cura dell’arciprete Don Giacomo Ricchi (1824-1846) sul campanile si collocano quattro campane, decorate con figure di santi, medaglioni e fregi, fuse da Serafino Golfieri con l’aiuto di Domenico Cavani
1844 (restauri interno)
la chiesa viene completamente restaurata e vengono aperte quattro nuove finestre sopra i quattro altari di Sant’Anna, dell’Addolorata, del Sacro Cuore e di Sant’Antonio
1857 (proprietà intorno)
la Parrocchia acquista l’edificio dell’attuale sagrestia
1860 (restauri interno)
l’architetto Cesare Costa (Pievepelago 1802- Modena 1876) progetta la nuova cappella della Beata Vergine del Rosario che rimane collocata al centro della parete settentrionale: ubicazione rimasta invariata anche dopo la ricostruzione settecentesca della chiesa di San Giovanni Battista
1863 (restauri interno)
la scultore spilambertese Prudenzio Piccioli (1813-1883) plasma le statue di San Pio V, di San Domenico (istitutore della pratica del Rosario) e i tondi coi quindici Misteri del Rosario da collocare nella nuova cappella. L’ebanista spilambertese Giuseppe Tacconi (1805-1886) fornisce le decorazioni lignee, tra le quali il monogramma mariano intagliato e dorato
1865 (restauri interno)
Mons. Arcivescovo Francesco Emilio Cugini il 6 agosto consacra l’altare della B.V. del Rosario
1888 (restauri interno)
iniziano i grandi lavori di ristrutturazione della chiesa, commissionati da Don Domenico Muratori (1883-1910) in occasione della celebrazione del settimo centenario della sua fondazione (1910). I dipinti e le decorazioni interne sono affidati dallo stesso Muratori ad abili pittori e decoratori modenesi quali Augusto Valli (1867-1945) ed Amilcare Venturi (1896)
1890 (restauri interno)
per volontà di Don Domenico Muratori viene ampliata la nicchia della Madonna del Rosario inglobando una porzione della casa adiacente: la nuova edicola assume l’attuale forma singolare di un tempietto ottagonale
1892 (restauri facciata)
Mons. Andrea Righetti, Vescovo di Carpi, inaugura e benedice la nuova facciata della chiesa di San Giovanni Battista arricchita di decori su disegno del pittore Augusto Valli: sono rappresentati la Croce con l’ulivo, la spada con ramo di palma e l’agnello, emblemi di San Giovanni e, nel timpano, la colomba simbolo dello Spirito Santo. Sotto il timpano due bassorilievi rappresentano i Santi Pietro e Paolo, opera dello scultore maranese Domenico Bernabei. La statua in cemento di San Giovanni Battista che spicca sopra il timpano è stata eseguita dallo stesso Bernabei nel 1886 su ispirazione di quella dello scultore spilambertese Giuseppe Obici (1807-1878), presente all’interno. Il campanile viene completato con il secondo castello della cella campanaria e con la piramide soprastante
1893 (restauri interno)
il pittore modenese Vittorio Neri affresca il catino absidale con motivi architettonici completati, nel 1896, con l’immagine di due angeli e tre vasi di fiori ad opera del pittore modenese Evaristo Cappelli. Inoltre vengono rifatti l’altare e la tribuna di Sant’Antonio
1894 (restauri interno)
Augusto Valli affresca l’edicola della B.V. del Rosario e dipinge la Madonna sulla tenda
1896 (restauri interno)
per la solennità di San Giovanni Battista viene inaugurata e benedetta la nuova tela del Santo opera di Augusto Valli; le cornici e le decorazioni sono di Amilcare Venturi e le dorature sono di Luigi Xella. Vengono realizzati: le nuove balaustre in marmo statuario di Carrara e il nuovo pavimento del presbiterio in marmo bianco e rosso di Verona
1897 (proprietà intorno)
la Parrocchia acquista l’edificio attiguo alla canonica, con un bellissimo ampio atrio, che Don Muratori restaura per destinarlo alla propria residenza
1898 (restauri interno)
Augusto Valli termina l’affresco della cupola con la rappresentazione la seconda Visione dell’Apocalisse
1900 (restauri interno)
lo scultore-plasticatore modenese Carlo Baraldi (1860-1938) esegue le decorazioni plastiche delle due cantorie, del cornicione e delle scanalature dei pilastri e delle lesene
1902 (restauri interno)
Augusto Valli dipinge la conca dell’abside rappresentando la Comunione degli apostoli: i volti sono quelli dei dodici sacerdoti spilambertesi ancora viventi
1908 (restauri interno)
viene affrescata tutta la volta; nelle fasce laterali troviamo i quattro pontefici legati alla storia di Spilamberto: Adriano III, Innocenzo III, Leone XIII, Paolo III. Al centro sono rappresentati i Santi titolari: San Vito, San Giovanni Battista, San Donnino e San Lorenzo, con l’Annunciazione alla Vergine ed angeli festanti
1910 (rifacimento pavimento)
viene realizzato il nuovo pavimento dell’aula liturgica con piastrelle di cotto e paglierino dalla ditta Piani di Treviso
1915 (restauri interno)
vengono rinnovate le cappelle di Sant’Antonio e del Sacro Cuore sotto la direzione di Augusto Valli che realizza anche le due tele ad olio degli altari; gli stucchi sono di Giuseppe Rosignoli, Carlo Baraldi e Amilcare Venturi
1929 (ripristino campanile)
viene sistemata la guglia del campanile
1949 (ristrutturazione intorno)
vengono sistemati la canonica e il ricreatorio parrocchiale Don Bondi
1952 (completamento interno)
nel coro viene installato il nuovo organo della ditta Balbiani Vegezzi di Milano
1953 (restauri facciata)
restauro del campanile e della facciata della chiesa dove vengono posati nuovi gradini in marmo travertino nella porta principale
1954 (completamento interno)
vengono fornite le nuove acquasantiere in marmo
1960 (arredi interno)
nuovo altare in legno della cappella di San Giuseppe
1962 (restauri battistero)
viene restaurato il Battistero
1963 (restauri interno)
rivestimento in marmo delle pareti dei coretti laterali
1966 (completamento interno)
viene installato il nuovo impianto di riscaldamento a gas metano
1967 (arredi interno)
Mons. G. Amici Arcivescovo consacra la nuova mensa in marmo dell’altare maggiore
1968 (completamento interno)
nuove vetrate istoriate fornite dalla ditta Gross di Milano
1969 (proprietà intero bene)
in data 11 maggio la chiesa di San Giovanni Battista viene unificata pastoralmente alla Parrocchia di Sant’Adriano III Papa
1974 (ristrutturazioni intorno)
totale rifacimento del tetto della canonica con la sostituzione delle grondaie e il rinnovamento dell’impianto di riscaldamento
1976 (completamento interno)
nuovo impianto di riscaldamento ad aria
1983 (rifacimento copertura)
totale rifacimento del tetto della chiesa con la sostituzione delle grondaie e il rinnovamento dei marciapiedi e delle reti delle finestre. Viene restaurata anche la facciata con la sostituzione dei gradini.
1989 (completamento interno)
totale rinnovamento dell’impianto elettrico della chiesa
1990 (ristrutturazione intorno)
totale rinnovamento dell’impianto elettrico della canonica
2000 (restauri interno)
su progetto dell’ingegnere e architetto spilambertese Giuseppe Mezzadri (Spilamberto 1946- vivente) si rinnovano i pavimenti e l’impianto di riscaldamento, si consolida il campanile e si restaurano gli interni della chiesa
Descrizione
l’edificio sacro è collocato di testa all’isolato di San Giovanni con orientamento invertito rispetto quello classico di fondazione: la facciata d’ingresso a est e la zona absidale a ovest, col campanile svettante sul fondo della navata laterale di dx per chi entra nell’aula liturgica e, un’interessante apparato decorativo barocco sia all’interno, sia all’esterno in facciata. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza i bracci laterali del transetto, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua con soffitto voltato a botte, intonacato e unghiato in corrispondenza delle finestrature laterali. L’interno conserva uno stile barocco conferitogli alla fine dell’Ottocento. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste ioniche che sostengono una ricca trabeazione continua sulla quale si aprono ampie finestre che illuminano l’aula con luce naturale e, di archi a tutto sesto che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”. Tutto l’interno è intonacato, tinteggiato in bianco, arricchito di prestigiose tempere murali del Valli e finemente decorato con cornici, festoni, teste di putti, colombe e cartigli riportanti scritte sacre, di stucco dorato da Luigi Xella. Le navate laterali sono scandite in tre campate a pianta rettangolare con soffitto voltato a crociera, intonacato e tinteggiato così come gli archi e i piedritti. Nella navata laterale destra si trova l’altare del Sacro Cuore, la Cappella della Beata Vergine del Rosario e l’altare della Beata Vergine Addolorata. Nella nata laterale sinistra si trova la Cappella del Transito di San Giuseppe, l’altare di Sant’Anna, l’altare della Sacra Famiglia e l’altare di Sant’Antonio di Padova. Nel presbiterio si trova l’antico altare maggiore in stile barocco, posto tradizionalmente alle spalle del celebrante, elemento di separazione con l’unica ampia abside centrale decorata con tempere di Augusto Valli e con stucchi di Amilcare Venturi. Anche la cupola ellissoidale che copre il presbiterio è stata decorata dai medesimi artisti. La facciata principale è baroccheggiante con numerose decorazioni in rilievo realizzate su progetto del Valli. Domina l’ampio portale centrale sovrastato da un ampio finestrone con vetrate policrome istoriate con la vita di San Giovanni Battista e, in sommità il timpano con, al vertice, la statua in cemento di San Giovanni Battista.
Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di medie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua fino al presbiterio, quasi un prolungamento della navata stessa, con soffitto voltato a botte e realizzato con tavelle di laterizio, intonacato e tinteggiato. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste ioniche che sostengono una trabeazione continua sulla quale si aprono ampie finestre che illuminano l’aula con luce naturale e, di archi a tutto sesto che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”. L’edificio è principalmente in muratura continua sul perimetro esterno e in robusti pilastri a pianta rettangolare che sostengono gli archi di separazione tra navata centrale e navate laterali.
Struttura
la struttura portante è in muratura continua di mattoni pieni di laterizio; nelle porzioni più antiche della zona absidale, come nella sagrestia, considerate ciò che rimane oggi della chiesa medioevale, le strutture murarie sono di mattoni pieni di laterizio con inserti in pietra arenaria locale, mentre porzioni più recenti, risalenti al 1818, quasi certamente le strutture portanti sono a sacco se di spessore rilevante. Le volte sono in muratura di tavelle di laterizio disposte in foglio, legate con malta a base di gesso, o calce e gesso, quindi intonacate ed tinteggiate, con nervature trasversali d’irrigidimento ad arco a tutto sesto che scandiscono l’aula liturgica in 4 campate. La copertura della chiesa è a due falde con capriate, terzere, travicelli di legno e tavolato in tavelle di laterizio di produzione artigianale, manto in coppi a canale di laterizio, sempre di produzione artigianale (tipico della tradizione costruttiva locale), quindi lattonerie in lamiera
Coperture
la copertura è tradizionale al falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sulle navate laterali, quindi a guglia sul campanile
Serramenti
i serramenti delle finestre che illuminano con luce naturale l’interno della chiesa sono in metallo con vetri retinati mentre le porte interne ed esterne sono di legno
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della chiesa è in lastre di marmo di Verona rosato nell’aula liturgica e in lastre di marmo di Verona rosso e bianco nel presbiterio. La pavimentazione esterna è in cubetti di porfido posati a coda di pavone
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1967)
l’impianto liturgico nel 1967 è stato adeguato ai dettami del Concilio Vaticano II con l'aggiunta di una nuova mensa di marmo al centro del presbiterio, sostenuta da quattro pilastrini di marmo scolpiti, e l’ambone in marmo sulla destra del celebrante. Alle spalle del celebrante rimane l'altare maggiore originario, baroccheggiante.