chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Montese Modena - Nonantola oratorio sussidiario SS. Redentore e B.V. di Lourdes Parrocchia di Santa Maria Maddalena Impianto strutturale; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni nessuno 1901 - 1901(edificazione intero bene); 1930 - 1930(descrizione storica intero bene); 1985 - 1985(restauri intero bene); 2010 - 2010(restauri pavimento)
Oratorio del Santissimo Redentore e della Beata Vergine di Lourdes
Tipologia e qualificazione
oratorio sussidiario
Denominazione
Oratorio del Santissimo Redentore e della Beata Vergine di Lourdes <Montese>
Altre denominazioni
Oratorio del Monte Terminale SS. Redentore e B.V. di Lourdes
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (edificazione)
Notizie Storiche
1901 (edificazione intero bene)
costruzione dell’oratorio detto “del Terminale”, dal latino termen-inis, confine, sulla cima boscosa dell'omonimo monte dal quale prende il nome, in omaggio al Redentore per la buona fine del secolo. L’edificazione dell’oratorio dedicato al SS. Redentore e alla B.V. di Luordes è promossa da Don Eugenio Malavolti.
1930 (descrizione storica intero bene)
Don Cavani raccontava che: Ha un solo altare, non ha pregi, la statica è discreta. La tradizione dice che un quadro della Madonna, appeso ad un castagno vicino, lasciasse scorrere liquidi di sudore e lacrime. Non è stato ampliato, non è patronato e alle riparazioni provvedono i parrocchiani. Non ci sono locali attigui, né servitù, né legati.
1985 (restauri intero bene)
il gruppo Alpini di Montese si prende cura dell’oratorio, recuperandolo ed abbellendolo, mentre la piccola statua ospitata al suo interno viene restaurata da Uber Ferrari.
2010 (restauri pavimento)
con il contributo della parrocchia di Iola è stato levigato e lucidato il pavimento dell'oratorio ed è stato aggiunto un rivestimento in marmo.
Descrizione
l’oratorio è isolato, sulla cima boscosa del monte Terminale dove, durante la Seconda Guerra mondiale, passava la linea Gotica. Il toponimo deriva dal latino termen-inis, confine. Il tempio risulta a pianta rettangolare con abside semicircolare e copertura a due falde con manto in coppi. La facciata si caratterizza per l’ampio portale centrale sovrastato da una finestra a lunetta, entrambi in mattoni, ed il timpano in sommità perimetrato da una cornice sempre in corsi di mattoni.
Lo spazio interno è ad aula unica con l’altare incastonato nel catino absidale. Le decorazioni sono molto semplici: una cornice in arenaria all’imposta della volta a botte che ricopre l’aula, un arco a tutto sesto, con catena metallica, che corona l’abside e una cornice in arenaria decorata che arricchisce la nicchia centrale dove è contenuta la statua della Vergine.
Impianto strutturale
l’oratorio si presenta esternamente di piccole dimensioni con forma semplice a capanna e l’abside semicircolare che sporge dalla parete rivolta ad est. L’impianto planimetrico è longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, praticamente ad aula unica di forma rettangolare. Un arco a tutto sesto separa l’abside dall’aula, quest’ultima coperta con volte a botte.
Coperture
il tetto è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna in legno e laterizi, con manto in coppi a canale di laterizio.
Struttura
fondazioni continue in blocchi di pietra arenaria miste a preesistenze rocciose. Muratura portante in blocchi di pietra arenaria e in mattoni di laterizio, intonacata e tinteggiata sia verso l’esterno sia verso l’interno dell’edificio. Arco in muratura all’interno dell’aula ecclesiastica, consolidato con catena metallica tesa alle reni. Copertura a falde inclinate con orditura lignea, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale. Soffitto voltato a botte sull’aula ecclesiastica.
Pavimenti e pavimentazioni
lastre di pietra opus incertum posate alla palladiana e stuccate a cemento. Grosse lastre squadrate di pietra arenaria utilizzate nelle soglie e nei gradini.
Adeguamento liturgico
nessuno
impianto liturgico precedente alla riforma del Concilio Vaticano II: l’altare maggiore in muratura col tabernacolo al centro, rialzato su una pedana, è posto alle spalle del celebrante, incastonato nel catino absidale.