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Sorbolo Mezzani
Parma
chiesa
parrocchiale
Santi Faustino e Giovita
Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita
Facciata; Pianta; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura; Campanile
altare - intervento strutturale (1970 ca.); ambone - aggiunta arredo (1980 ca.)
835 - 835(menzione intero bene); metà XV - metà XV(restauro intero bene); 1699 - 1699(sopraelevazione campanile); 1833 - 1833(restauro intero bene); 1973 - 1973(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Faustino e Giovita <Sorbolo Mezzani>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze parmensi (costruzione)
Notizie Storiche

835  (menzione intero bene)

L'origine della chiesa risale all'835; un rogito del 15 giugno esprimente le volontà testamentarie della regina Cunegonda (nipote di Carlo Magno), nomina Sorbolo ed il parroco del tempo.

metà XV  (restauro intero bene)

Nella metà del XV secolo la chiesa era in cattive condizioni. Venne restaurata dai conti Filippo e Gianbattista Garimberti, i quali avevano ottenuto lo "juspatronato" (diritto di nomina del parroco) della parrocchia.

1699  (sopraelevazione campanile)

Il 7 ottobre 1699 il campanile è stato alzato per opera del parroco Andrea Biggi, che aveva restaurato anche la chiesa. Dal 1700 fino al 1813 il campanile fu oggetto di vari rifacimenti (copertura della cupola in rame, aumento del numero delle campane).

1833  (restauro intero bene)

L'attuale chiesa in forme neoclassiche è frutto della ricostruzione avviata subito dopo i devastanti terremoti del 1831 e 1832, che danneggiarono gravemente il più piccolo edificio precedente.

1973  (restauro intero bene)

Nel gennaio 1973 (successivamente al terremoto del 15 luglio 1971), per opera del parroco Ermenegildo Pesci, iniziarono le opere di consolidamento statico e ricostruzione della chiesa e della canonica. I restauri portarono alla luce ampi tratti dei muri perimetrali dell'antica pieve romanica, dell'abside e monconi di colonne.
Descrizione

La neoclassica chiesa di Sorbolo era una pieve romanica a tre navate, di cui si conservano resti dell’abside, delle navate e dei muri perimetrali; scoperti durante i lavori eseguiti dopo il terremoto del 1971. L'edificio è preceduto da un ampio sagrato. Oltre allo spazio destinato al culto sono presenti tre locali interni destinati rispettivamente a sagrestia, torre campanaria e locale tecnico. Il fronte principale presenta trabeazione e timpano soprastante. L'interno è a tre navate con sei altari laterali. Il campanile, in mattoni faccia a vista, è costituito da due piani, oltre la cella campanaria.
Facciata
La facciata, a capanna spezzata, presenta timpano soprastante. Il portale è sormontato da una lunetta.
Pianta
Pianta rettangolare a tre navate, con presbiterio quadrato concluso da abside semicircolare.
Interni
Interno a tre navate e sei altari laterali. Lo spazio prevalente si sviluppa su un livello unico; al di sotto dell'altare maggiore è presente una cripta. Il presbiterio, rialzato su tre gradini, culmina in un'abside semicircolare illuminata da due finestre.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a pianelle quadrate, a corsi diagonali.
Struttura
La struttura principale è in laterizio intonacato e tinteggiato. La struttura della copertura è in legno, rivestita all'esterno con coppi e, all'interno, ricoperta da un falso volto di cannicciato intonacato.
Campanile
Struttura a pianta quadrata; fusto in mattoni faccia a vista; cella campanaria aperta su quattro lati; cuspide a sei falde.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970 ca.)
Altare in marmo.
ambone - aggiunta arredo (1980 ca.)
Leggio in legno.
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