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Alfianello
Brescia
chiesa
sussidiaria
S. Rocco
Parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano
Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (2016)
XV - XV(preesistenze intero bene); XVI - XVI(completamento nucleo centrale); XVI - XVI(completamento intero bene); XVII - XVII(restauro nucleo centrale); XVIII - XVIII(manutenzione intero bene); XIX - XIX(variazione d'uso intero bene); XIX - XIX(restauro intero bene); XX - XX(rifacimento faciata); XXI - XXI(restauro nucleo centrale)
Chiesa di San Rocco
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Rocco <Alfianello>
Altre denominazioni S. Rocco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

XV  (preesistenze intero bene)

In sede del Consiglio Generale della città, il 6 giugno 1469, si determinò di fabbricare una cappella ad onore e riverenza di San Rocco quale intercessore presso Dio nella liberazione e conservazione dell'abitato di Alfianello da ogni "pestifera infectione". Alcuni giorni più tardi, il 27 giugno, si rendeva nota l'ubicazione della cappella votiva "extra Portam S. Iohannis" e il 9 agosto dell'anno successivo si stabiliva la prima festa solenne della città in onore del pellegrino francese con processione e offerte alla chiesetta.

XVI  (completamento nucleo centrale)

Nella relazione che testimonia l'ingresso del vescovo Domenico Bollani nel paese di Alfianello, il 26 settembre 1565, gli aspetti puntualizzati in merito all'Oratorio di San Rocco riguardano la zona dell'altare maggiore che ancora manca di una pala e altri altari per i quali, su indicazione del vescovo, devono essere fatte le modifiche in modo che ne sia officiato solo uno "Amoveantur duo altaria et unum tantum conservatur".

XVI  (completamento intero bene)

La fisionomia della chiesa si fa più definita nella visita del 1580 di San Carlo Borromeo, nella quale viene così descritta: "La chiesa di San Rocco è consacrata e conservata decentemente. Ha tre altari, un'unica cappellania, è di Jure patronato della comunità che si cura di detta fabbrica così come delle messe quotidiane...". Al verbale della visita fa seguito il decreto relativo nel quale l'Oratorio viene confrontato con l'ideale dell'edificio sacro già definito nelle "Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae" del 1577. Viene ordinato di rivestire in pietra e con adeguato spazio intorno l'altare maggiore, si indica pure di porre una grata di ferro tra il presbitero e la navata. L'attenzione si sposta poi alle pareti per le quali viene disposto che siano imbiancate entro sei mesi. Si rileva che l'altare dove si celebra la messa necessita di paramenti adeguati e si auspica che quanto prima sia costruita la sacrestia.

XVII  (restauro nucleo centrale)

Il prevosto di Gambara Giorgio Serina, invitato nel 1625 dal vescovo Mariano Giorgi, ordinava che nella chiesa di San rocco fosse apposto il Crocifisso sopra l'arco della Cappella Maggiore, decretava i restauri del tetto e indicava di appendere un'immagine sacra nella sacrestia. Verso la fine del XVII secolo il rettore della parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano descrisse: "L'Oratorio di San Rocco ha un solo altare, appartiene al Comune e in esso è eretta una Cappelania o beneficio semplice ed ha il titolo di Rettoria con propri proventi".

XVIII  (manutenzione intero bene)

Verso il 1785 la chiesa di San Rocco è stata interessata da opere di adeguamento per le quali furono necessarie 76 giornate e l'impiego di "calzina e matteriali" che costarono al Comune L. 28. Probabilmente l'edificio non subì manomissioni ma si trattò di interventi necessari a tenerne in efficienza la struttura.

XIX  (variazione d'uso intero bene)

Agli inizi del XIX secolo la legislazione napoleonica, che vedeva l'istruzione come servizio pubblico, obbligò ogni comune ad avviare scuole normali. Quella di Alfianello si avviò nel sacro edificio dedicato a San Rocco. Ne dà notizia il parroco don Balotta.

XIX  (restauro intero bene)

Nel secolo XIX, con l'assegnazione della Lombardia all'Austria, l'amministrazione della chiesa di San Rocco passò alla fabbriceria. Una lettera del parroco don Pietro Bertoletti, inviata alla giunta municipale il 21 agosto 1865, documenta la necessità di restauri dell'edificio sacro. Il 9 settembre dello stesso anno, dopo un sopralluogo, l'ingegnere Bartolomeo Bertazzoli di Pontevico, incaricato dall'autorità municipale, stilava una "Stima delle opere più urgenti per il ristauro della chiesa". Altre opere si resero indispensabili nel 1896 "per la sicurezza del fabbricato". Scriveva don Rabaioli al primo cittadino: "Rimetto la specifica delle spese sostenute per i ristauri della chiesa di S. Rocco...". Nella distinta allegata alla missiva venivano computati i tempi impiegati, materiali e prezzi. I lavori dovettero comprendere anche una fase decorativa poiché la nota si sofferma su pagamenti al signor Francesco Botta per i colori e al pittore verolese Roberto Galperti "per l'immagine di

XX  (rifacimento faciata)

Negli anni '60 del XX secolo sono stati eseguiti lavori, voluti dal prevosto don Enrico Gobbi, per il restauro della chiesa e per il rifacimento della facciata.

XXI  (restauro nucleo centrale)

Tra il 2003 e il 2005 sono stati eseguiti interventi per il restauro degli interni della chiesa.
Descrizione

La chiesa di San Rocco si trova nel centro abitato di Alfianello, nella Bassa Centrale Ovest bresciana. Il fabbricato, a pianta rettangolare, è orientato verso ovest. La facciata, avente registro unico, presenta sommità a spiovente con cornicione sorretto da peducci in laterizio. In mezzeria del prospetto si trova il portone ligneo con arco ribassato, privo di portale, e arco acuto soprastante. In corrispondenza di questi due risiede un rosone. Oltre a questa apertura, il prospetto laterale sud alloggia finestre che consentono l'illuminazione naturale dell'aula e del presbiterio. Il campanile a pianta quadrata, collocato sul lato nord dell'edificio, presenta in sommità quattro aperture ad arco, cornicione e copertura a padiglione. L'interno, avente superfici ornate a rilievo e pitture murali, è a navata unica costituita da tre campate e presbiterio a pianta rettangolare. Lo spazio, con copertura lignea a due falde e doppia orditura, è scandito da archi acuti. La zona presbiterale è coperta da volta a crociera.
Elementi decorativi
Un primo ciclo di pitture a fresco, probabilmente eseguito subito dopo la conclusione dei lavori che hanno delineato la struttura architettonica di San Rocco, illustra un programma narrativo incentrato intorno alle figure dei quattro Evangelisti con i loro simboli e le quattro tradizionali effigi dei padri della Chiesa occidentale: Gregorio Magno, Girolamo, Ambrogio, Agostino. In un secondo tempo, al centro della lunetta che sovrasta l'altare, viene rappresentata la Santissima Trinità all'interno di una mandorla intrecciata con cherubini accompagnata da figure di Santi a destra e a sinistra. Anche le altre due lunette del presbiterio sembrano eseguite negli stessi anni, così pure il gigantesco San Cristoforo e i due San Rocco effigiati in alto sugli archi. A queste imprese decorative, ne seguono altre, distribuite sulle pareti del presbiterio e della navata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2016)
Il presbiterio presenta l'altare maggiore nella sua posizione originaria. Non si riscontra la presenza della mensa eucaristica rivolta al popolo.
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