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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
San Vito
Spilamberto
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
S. Vito
Parrocchia di San Vito
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1975)
1186 - 1186(preesistenze intero bene); XV - XV(preesistenze intero bene); 1567 - 1567(preesistenze intero bene); 1628 - 1628(preesistenze intero bene); 1793 - 1793(descrizione storica intero bene); 1825 - 1825(preesistenze intero bene); 1938 - 1938(edificazione intero bene); 1975 - 1975(restauri presbiterio); 1982 - 1982(restauri facciata); 1986 - 1986(restauri intero bene); 1991 - 1991(ricostruzione tetto); 1993 - 1993(restauri interno); 2002 - 2002(ricostruzione campanile)
Chiesa di San Vito
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Vito <San Vito, Spilamberto>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale di San Vito
S. Vito
Autore (ruolo)
Tubini, Giuseppe (Progettista della chiesa attuale)
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (edificazione)
Notizie Storiche

1186  (preesistenze intero bene)

la pieve di S. Vito è nominata in un documento dell’Archivio Capitolare di Modena

XV  (preesistenze intero bene)

sul finire del secolo la chiesa era ancora pieve, essendo citata nel catalogo delle chiese modenesi come Plebs S. Viti de S. Vito ed aveva assoggettate a sé le chiese della Vergine Annunziata di Corticella, di S. Lorenzo de Acquaviola (attuale Cavidole), di S. Giovanni Battista di Spilamberto e, a Modena, quella di S. Maria delle Assi.

1567  (preesistenze intero bene)

il parroco della pieve di S. Vito si trasferisce da S. Vito a Spilamberto e la chiesa di S. Giovanni Battista, che era sussidiaria della pieve di S. Vito, diventa la parrocchiale con l’autorizzazione di tenervi il Battistero plebanale, invertendosi i rapporti tra le due chiese. A S. Vito rimane un cappellano stipendiato dall’arciprete, che mantiene l’appellativo di curato.

1628  (preesistenze intero bene)

Mons. Alessandro Rangoni, Vescovo di Modena, decreta il calendario delle funzioni da celebrare nelle due chiese di Spilamberto e riserva al solo parroco di S. Giovanni il titolo di arciprete.

1793  (descrizione storica intero bene)

da un inventario compilato dall’arciprete Don Francesco Panizzi in occasione del restauro della chiesa, risultano 18 banchi di preghiera di vari possessori e, si procede all’interramento delle sepolture a causa delle sorgenti d’acqua che, risalendo le allagano.

1825  (preesistenze intero bene)

con decreto del 20 ottobre la Santa Sede dichiara la chiesa di S. Vito Martire nuovamente parrocchia con tutto il territorio circostante, cioè con tutto quello che si trova a ponente del Rio Secco. La richiesta è giunta dagli abitanti di S. Vito dopo la morte del parroco di S. Giovanni Don Francesco Panizzi, avvallata dal commissario apostolico allora vicario generale della Diocesi di Modena Mons. Palmieri.

1938  (edificazione intero bene)

la chiesa attuale di S. Vito risale a questa data quando, dopo vari rimaneggiamenti e restauri nel corso dei secoli, è stata completamente ridisegnata dall’ing. Giuseppe Tubini. L’edificio precedente era rivolto con la facciata a oriente, sulla linea della balaustra dell’attuale presbiterio; l’altare maggiore si trovava in corrispondenza dell’attuale facciata e l’abside occupava parte dell’attuale sagrato. I muri sorgevano sulla linea dei pilastri della navata centrale, il presbiterio era più ristretto dell’aula ecclesiastica e ai lati di esso si trovavano due sagrestie. Dai muri laterali sporgevano due cappelle, una di fronte all’altra, nelle quali erano collocati due altari: uno dedicato al Santissimo Crocifisso (dalla parte del Vangelo) e l’altro alla Beata Vergine del Rosario (dalla parte dell’Epistola). Il presbiterio e il coro avevano la copertura a volta, il resto era semplice plafonato o a cassettone a livello dell’attuale trabeazione. Nello stesso anno viene demolito il campan

1975  (restauri presbiterio)

il presbiterio viene restaurato e risistemato secondo le nuove esigenze della riforma liturgica

1982  (restauri facciata)

viene ridipinta la facciata principale

1986  (restauri intero bene)

viene restaurato e ridisegnato l’interno della chiesa e l’esterno della chiesa

1991  (ricostruzione tetto)

totale rifacimento del tetto della Chiesa con capriate, terzere e travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio, con la sostituzione delle grondaie e il ripristino del manto in coppi a canale

1993  (restauri interno)

si completa il restauro interno della chiesa con la demolizione di una parete che divideva la navata di sinistra dal resto dell’aula liturgica, ripristinando l’integrità formale e l’unitarietà della chiesa. Un nuovo altare maggiore sostituisce quello precedente, isolato al centro del presbiterio, liberato dalla parete che chiudeva il coro alle spalle del celebrante.

2002  (ricostruzione campanile)

il 15 giugno viene inaugurato il nuovo campanile, a guglia, progettato dall’ing. Giuseppe Mezzadri di Spilamberto e realizzato alla sinistra della facciata principale, in corpo staccato dalla chiesa.
Descrizione

il complesso parrocchiale di S. Vito, costituito dalla chiesa, dal campanile, dalla canonica e da un edificio polifunzionale, si sviluppa per corpi staccati a oriente del centro abitato. L’attuale chiesa, in stile neoclassico dalle linee eleganti e proporzionate per quanto riguarda il linguaggio architettonico e l’apparato decorativo esterno, è stata oggetto di numerosi interventi nel corso dei secoli. L’edificio risulta isolato con il classico orientamento di fondazione: la facciata d’ingresso a ovest e le tre absidi semicircolari a est, col campanile svettante a lato della facciata. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza i bracci laterali del transetto, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua con soffitto voltato a botte, intonacato e unghiato in corrispondenza delle finestre laterali. L’interno conserva uno stile neoclassico: i prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste che sostengono una trabeazione continua sulla quale si aprono finestrelle lunate che illuminano l’aula con luce naturale e, di archi a tutto sesto che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”, il tutto intonacato e tinteggiato. Il colore bianco delle cornici, della trabeazione, dei costoloni, delle paraste e dei semi-capitelli emerge con decisione sul colore rosa della superficie muraria e delle volte. Le navate laterali sono coperte con volta a botte rinforzata da costoloni a tutto sesto. La facciata si presenta articolata ed elegantemente proporzionata; si sviluppa in due ordini sovrapposti nella parte centrale coronata dal timpano triangolare e, col solo primo ordine nelle porzioni laterali raccordate da sottili volute. Un ampio portale centrale d’ingresso è sovrastato da una finestra a edicola con vetrata istoriata, entrambi di gusto rinascimentale. Le cornici e le lesene, intonacate e tinteggiate color senape, emergono con risalto dalla superficie muraria in mattoni di laterizio a faccia a vista.
Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di medie dimensioni e forma semplice a capanna con due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua fino al presbiterio, quasi un prolungamento della navata stessa, con soffitto voltato a botte. L’edificio è principalmente in muratura continua sul perimetro esterno e in robusti pilastri a pianta rettangolare che sostengono gli archi di separazione tra navata centrale e navate laterali.
Struttura
muratura portante continua in mattoni pieni di laterizio e ciottoli di fiume, pilastri centrali in muratura di mattoni pieni di laterizio, probabilmente a sacco. Volte e archi in muratura di tavelle e mattoni in laterizio rinforzati con catene metalliche Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale.
Coperture
la copertura è a falde inclinate a due spioventi sulla navata centrale e a un solo spiovente sulle navate laterali, con capriate, puntoni, arcarecci, terzere, travicelli di legno e tavolato in pianelle di laterizio, quindi manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della chiesa è in mattonelle quadrate di cotto di colore rosso, posate in diagonale senza fuga. La pavimentazione esterna è in pillori di fiume spaccati e livellati e in cubetti di porfido.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1975)
l'impianto liturgico, modificato secondo le nuove regole nel 1975 e restaurato nel 1996 con la sostituzione dell'altare maggiore, risulta conforme alla riforma del Concilio Vaticano II: l’altare maggiore, in muratura e scagliola, al centro del presbiterio rialzato di due gradini rispetto l'aula dei fedeli, con la seduta alle spalle del celebrante contro la parete di fondo e, l'ambone alla destra del celebrante.
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