chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Soliera Modena - Nonantola chiesa sussidiaria S. Michele Arcangelo Parrocchia di San Giovanni Battista Coperture; Impianto strutturale; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990) 1106 - 1337(preesistenze carattere generale); 1614 - 1630(notizie storiche intero bene ); 1638 - 1682(notizie storiche intero bene ); 1764 - 1803(restauri intero bene ); 1827 - 1828(arredi intero bene ); 1873 - 1873(restauri intero bene ); 1883 - 1890(restauri intero bene ); 1928 - 1959(restauri intero bene ); 1973 - 2022(restauri intero bene)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Michele Arcangelo <Soliera>
Altre denominazioni
S. Michele Arcangelo
Ambito culturale (ruolo)
classicismo (costruzione dell'edificio)
Notizie Storiche
1106 - 1337 (preesistenze carattere generale)
La chiesa di San Michele è citata in un placito di Matilde di Canossa del 1106, nel quale si evince che su di essa aveva diritti l’abbazia di Pomposa di Ferrara. Tale dipendenza è confermata in due bolle papali del 1153 e del 1192, nelle quali le due chiese di Soliera sono elencate tra le dipendenze di quel monastero: “in castro Solerie ecclesiam Sancti Ioahnnis et in Villa eius ecclesiam Sancti Michaelis”. Nel 1198 però, come ricorda il Tiraboschi, un atto del delegato pontificio, conservato presso l’archivio della cattedrale di Modena, conferisce il possesso spirituale e temporale delle due chiese suddette al vescovo di Modena, e infatti nei cataloghi delle chiese modenesi del XIII, XIV e XV secolo entrambe sono elencate tra le cappelle del vescovado. Ancora in due documenti, rispettivamente del 1261-1265 e del 1337 le due chiese sembrano risultare tra i possedimenti della Pomposa, dopo di ché nella storia delle chiese di Soliera scompare ogni riferimento al monastero ferrarese.
1614 - 1630 (notizie storiche intero bene )
Don Francesco Gavioli, autore di una monografia su Soliera pubblicata nel 1992, riporta e appoggia un’ipotesi secondo cui la chiesa aveva in origine orientamento liturgico, con la facciata corrispondente alla parete di fondo dell’attuale cappella di sinistra. In epoca imprecisata la chiesa sarebbe stata quindi voltata come è ora, innalzata nella copertura e ingrandita con l’aggiunta di due corpi a Sud e a Nord, corrispondenti l’uno al presbiterio con abside, l’altro alla facciata e alla prima campata dell’aula della chiesa attuale. L’epoca della trasformazione non è chiara; in carteggi presi in considerazione da Gavioli si parla di chiesa ingrandita, o rifabbricata, operazioni che sarebbero avvenute nel 1614-1615, o forse nel 1630, ma una ricostruzione esatta non è possibile.
1638 - 1682 (notizie storiche intero bene )
Da un inventario del 1638 risultavano presenti tre altari, quello maggiore con un’ancona, tuttora esistente, raffigurante S. Michele e Santa Maria Maddalena, uno “verso il mezo giorno” (di San Nicolò), e uno frontale a quest’ultimo (del Crocifisso, con la Madonna addolorata). Queste indicazioni farebbero pensare che la chiesa avesse all’epoca ancora l’originario orientamento liturgico. Nel 1682 risultano spese per la costruzione dell’altare di San Michele, in conformità alle disposizioni testamentarie di un certo sig. Domenico Vellani.
1764 - 1803 (restauri intero bene )
Nel 1764 sono registrati piccoli interventi di manutenzione, compresi lavori alla facciata. Nel 1777, riguardo a un urgente restauro del tetto, che verrà però eseguito soltanto due anni dopo, si aprì una lunga disputa tra l’Arciprete (che era allora don Andrea Giuseppe Goldoni) e la Comunità di Soliera, su chi spettasse l’onere della manutenzione della chiesa, con il coinvolgimento della Suprema Giunta di Giurisdizione. Lavori al tetto furono ripetuti anche nel 1803.
1827 - 1828 (arredi intero bene )
Nel maggio 1827 il vescovo Sommariva visitò la chiesa e, trovandola in cattive condizioni, ordinò che si provvedesse subito alle necessarie riparazioni. La mattina del 16 luglio dell’anno successivo, due muratori intenti a riparare i guasti dell’intonaco, scoprirono all’improvviso, sul lato sinistro della cappella dell’Addolorata, un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino. La scoperta fece scalpore e l’immagine, che venne tagliata dal muro e collocata sull’altare di fronte, dedicato alla Madonna del Rosario, richiamò da allora fedeli anche dai paesi vicini, trasformando la chiesa di San Michele in un piccolo santuario mariano. L’affresco rappresentava la Madonna nell’atto di porgere una rosa a Gesù Bambino, e prese il titolo generico di Madonna delle Grazie; è probabilmente opera del XV secolo, e, nell’antica disposizione della chiesa, si trovava a sinistra dell’ingresso.
1873 (restauri intero bene )
Importanti lavori fece il parroco don Domenico Cornia nel 1873, come lui stesso in quell’anno riferiva all’arcivescovo “ho fatto per intero restaurare l’antichissima chiesa di S. Michele la quale erasi ridotta cadente e malsana per la umidità”. I lavori furono diretti dall’architetto Pietro Ortalli. Furono rafforzati i muri e la volta, con catene di ferro; rinnovato il tetto; sanato e rifatto il pavimento; intonacate e dipinte le pareti. Don Cornia acquistò inoltre nuovi banchi di noce e due confessionali. Il blocco di pietra con l’immagine della Madonna delle Grazie venne abilmente ridotto per renderlo più leggero, ravvivato dal pittore Geminiano Mundici, e collocato sull’altare dell’Addolorata. Il 28 settembre di quell’anno, don Cornia, delegato a ciò dall’arcivescovo, potè benedire la chiesa rinnovata, e fu quella per Soliera la prima di una serie di solenni feste quinquennali in onore della Madonna delle Grazie.
1883 - 1890 (restauri intero bene )
I lavori intrapresi da don Cornia continuano anche negli anni successivi: nel maggio 1883 viene restaurata la facciata; nel 1890 lo scagliolista modenese Gaetano Venturi trasforma l’altare dell’Addolorata, nella cappella di sinistra, per accogliere l’immagine della Madonna delle Grazie, altare che fu consacrato il 26 ottobre dall’arcivescovo Borgognoni.
1928 - 1959 (restauri intero bene )
Interventi di manutenzione furono fatti ancora nel 1928 (primo centenario della scoperta della Madona delle Grazie), e di nuovo nel 1936, specialmente al tetto. Nel 1959 il parroco don Cavazzuti lanciò la proposta di un Comitato per attuare il restauro della chiesa di San Michele, ma perché ciò si realizzasse passarono altri quattordici anni.
1973 - 2022 (restauri intero bene)
Fu solo nel 1973 infatti, con l’occasione del primo centenario delle feste quinquennali infatti, che il parroco don Ugo Sitti promosse una importante campagna di lavori alla chiesa di San Michele: tra gli interventi, l’impermeabilizzazione del tetto, la sistemazione del presbiterio, lavori alla pavimentazione. Nella stessa occasione l’affresco della Madonna delle Grazie venne staccato dal supporto murario, ripulito a cura di Carlo Barbieri, e infine inserito in una nuova cornice dorata. Nella successiva festa quinquennale si proseguirono i lavori al tetto e si rinnovò la facciata.
Più recentemente, la chiesa è stata oggetto di un intervento di miglioramento sismico (2002).
Danneggiata dal sisma del 2012, è ora nuovamente in corso di restauro.
Descrizione
La chiesa ha la facciata orientata verso Nord-Est, e sorge in posizione isolata, davanti al cimitero comunale. Ha muratura portante in mattoni faccia a vista; solo nella facciata, i laterizi sono alternati a parti intonacate e tinteggiate, che disegnano sul prospetto specchiature di colore bianco avorio e rosa. La facciata è a capanna, spartita verticalmente in tre settori da quattro lesene in laterizio; al centro si apre il semplice portale rettangolare, sovrastato da finestra a profilo mistilineo, mentre ai lati, in alto, sono due nicchie ora vuote. All’interno, l’aula liturgica, di forma rettangolare, presenta lateralmente due cappelle, introdotte da arcate a tutto sesto; hanno altari dedicati alla Madonna del Rosario (quella a destra) e alla Beata Vergine delle Grazie, un tempo all’Addolorata (quella di sinistra). Alle cappelle si accostano, procedendo verso il presbiterio, due vani chiusi: quello a destra è la base del piccolo campanile della chiesa e accesso alla canonica, quello a sinistra è utilizzato come sacrestia. Vicino alla controfacciata, prima di ciascuna cappella, si aprono due nicchie, in cui trovano posto i confessionali. All’aula segue il presbiterio, più stretto e concluso da abside semicircolare. Pareti e soffitto sono tinteggiate in rosso chiaro, con lesene e altre finiture architettoniche in bianco. L’aula della chiesa è chiusa con volta a botte unghiata; le cappelle laterali presentano copertura voltata a botte (decorata da finti cassettoni quella della cappella di sinistra).
Coperture
Tetto a falde con orditura primaria e secondaria in legno. manto in coppi laterizi.
Impianto strutturale
All’interno, l’aula liturgica, di forma rettangolare, presenta lateralmente due cappelle, introdotte da arcate a tutto sesto. Alle cappelle si accostano, procedendo verso il presbiterio, due vani chiusi: quello a destra è la base del piccolo campanile della chiesa e accesso alla canonica, quello a sinistra è utilizzato come sacrestia. L'edificio termina con abside semicircolare.
Struttura
La chiesa ha muratura a mattoni faccia a vista, copertura a falde con struttura portante in legno, manto in tradizionali coppi laterizi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazioni interne in graniglia di marmo.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990)
La zona presbiteriale, ricavata nell'abside rettangolare e sopraelevata rispetto all'aula da un gradino, presenta l'altare originario addossato alla parete di fondo e la mensa in marmi policromi al centro. Il celebrante ha la sede in legno alla sua destra.