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Capua
Capua
chiesa
vescovile
San Gabriello
Parrocchia di Maria SS. Assunta in Cielo
Contesto; Pianta; Facciata; Interno; Campanile
nessuno
XVI - XVI(edificazione intero bene); 1734 - 1756(ricostruzione intero bene); 1761 - 1761(ristrutturazione esterno); 1900 - 1900(trasferimento giurisdizione intero bene); XX - XX(manutenzione intero bene); 2004 - 2004(restauro esterno)
Chiesa di San Gabriello
Tipologia e qualificazione chiesa vescovile
Denominazione Chiesa di San Gabriello <Capua>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

XVI  (edificazione intero bene)

Il primo impianto fu fondato da Angiola Marrapense nel XVI secolo.

1734 - 1756 (ricostruzione intero bene)

Al 1734 risale una sostanziale trasformazione dell'insieme conclusasi nel 1756 per volere di Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III di Borbone.

1761  (ristrutturazione esterno)

Luigi Vanvitelli supervisionò i lavori di ristrutturazione del complesso e dell’annessa chiesa stipulando i contratti per i lavori nel 1761 che furono eseguiti dalla sua squadra di operai. In quel periodo fu costruito anche il campanile su suggerimento del famoso architetto.

1900  (trasferimento giurisdizione intero bene)

Agli inizi del 1900 il Convento venne trasferito e gli spazi passarono all'amministrazione comunale. La chiesa, invece, fu sottoposta alla giurisdizione dell’Arcidiocesi di Capua.

XX  (manutenzione intero bene)

Lavori di manutenzione della fabbrica furono messi in atto alla fine del XX secolo.

2004  (restauro esterno)

Nei primi anni del 2000 l’edificio, all'esterno, fu oggetto di lavori di restauro.
Descrizione

La chiesa di San Gabriello è meglio conosciuta come la Chiesa di Santa Placida, così chiamata per la reliquia della Santa custodita qui fin dal 1752. La struttura ad una prima occhiata è attribuibile agli albori del regno borbonico. Come si evince dall'epistolario stesso dell’artista Luigi Vanvitelli supervisionò i lavori di ristrutturazione del complesso e dell’annessa chiesa stipulando, nel 1761, i contratti per i lavori eseguiti dalla sua squadra di operai. Ciò ha fatto pensare ad un’attribuzione della fabbrica al famoso architetto, ma il suo contributo deve essere limitato al peculiare campanile, caratterizzato nella parte alta da volute e dal profilo ellittico della cella superiore, segni tipici del gusto vanvitelliano. Agli inizi del 1900 il Convento venne trasferito e gli spazi passarono all'amministrazione comunale. All'esterno l'edificio si presente in veste tardobarocca con una facciata caratterizzata da varie decorazioni in stucco. Essa è delimitata due coppie di paraste e presenta un cornicione particolarmente mosso con un timpano non regolare. Stessa soluzione è stata adottata per abbellire il finestrone centrale. Elemento di pregio della chiesa è il campanile realizzato quasi sicuramente da Luigi Vanvitelli che probabilmente fece da supervisore al restauro generale. L'interno, ad aula unica presenta quattro finte cappellette ed è caratterizzato da decorazioni sobrie in linea con i principi del tardobarocco. Altri elementi particolari sono i coretti e i matronei.
Contesto
A Capua, in via Duomo, si apre la chiesa di San Gabriello, annessa all’omonimo monastero carmelitano. La chiesa assunse il titolo di Santa Placida dalla presenza delle reliquie della santa, custodita qui dal 1752 come viene ricordato in un’epigrafe del tempo. Nel convento più volte, nel corso degli anni, si ebbe la visita e la permanenza della Regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone e in intimità spirituale con la Priora Suor Maria Angela, al secolo Angiola Marrapese. Fu proprio lei a dare impulso alla creazione del complesso.
Pianta
La pianta individua un’aula unica con quattro false cappelle e coretti superiori; è presente un piano intermedio al quale è riferibile, sulla parete corrispondente all'ingresso, una cantoria.
Facciata
All'esterno l'edificio si presenta in veste tardobarocca con una facciata caratterizzata da varie decorazioni in stucco i cui disegni sono peculiari del gusto barocco sviluppatosi a Napoli ed a Capua nei secoli XVII - XVIII con l'apporto di architetti famosi e maestranze di eccellente preparazione. Il prospetto, che si apre su Via Duomo, offre una struttura architettonica piuttosto semplice, scandita da coppie di paraste che incorniciano il portale. Esso presenta un cornicione, particolarmente mosso, con timpano non regolare, mistilineo. Con un ampio finestrone centrale si è cercato di spezzare lo sviluppo verticale della fabbrica: immediatamente al di sotto del timpano triangolare dai contorni aggettanti, tale finestrone è arricchito da un contorno elegantemente ondulato.
Interno
L'interno, ad aula unica, presenta quattro false cappelle sormontate da coretti superiori corrispondenti ad un piano intermedio dal quale si accede anche alla cantoria posta sulla parete corrispondente all’ingresso. La chiesa ha una sobria ornamentazione in stucco - in linea con i principi del tardobarocco - di carattere prevalentemente architettonico, che si limitano a far risaltare le paraste e gli altri elementi strutturali. Elementi caratterizzanti sono i coretti e i matronei. Singolare è l’altare in commesso marmoreo. Un tempo il fulcro dell’arredo era la teca in vetro e legno riccamente intagliato e decorato ospitante la reliquia (intero corpo) di Santa Placida. Per consentire capillari lavori di restauro la teca è stata, temporaneamente, trasferita nella Cattedrale di Capua.
Campanile
Il campanile svolge per tutto l’ordine inferiore facciate lisce, semplicemente profilate da una fascia perimetrale. Al secondo ordine esso sviluppa una cella ellittica, delineata da quattro lunghe volute che si innestano sulle lesene risaltate delle diagonali. Sulle pareti intermedie, alle convessità del profilo esterno, fa riscontro - sottolineata da un concio chiave - la leggera concavità nella quale è aperta la monofora della cella. Al di sopra della cornice vivacemente chiaroscurata, il lanternino si conclude con un falso prospetto ellittico. La delicata delineazione, l’articolazione di curve concavo-convesse, l’adozione dell’ellisse, la costruzione in muratura listata inducono a ritenere che il campanile sia sicuramente opera di Luigi Vanvitelli.
Adeguamento liturgico

nessuno
L'interno della chiesa non è stato adeguato alle norme di rinnovamento liturgico post conciliare.
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