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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Festà
Marano sul Panaro
Modena - Nonantola
oratorio
sussidiario
S. Rocco
Parrocchia della Natività di Maria Santissima
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
890 - 890(preesistenze intorno); 1657 - 1657(preesistenze intero bene); 1827 - 1827(edificazione intero bene); 1890 - 1890(descrizione storica intero bene); 1996 - 1996(restauri intero bene)
Oratorio di San Rocco
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio di San Rocco <Festà, Marano sul Panaro>
Altre denominazioni S. Rocco
Ambito culturale (ruolo)
neorinascimentale (ricostruzione)
Notizie Storiche

890  (preesistenze intorno)

il toponimo sembrerebbe trarre origine dal personale tardo latino o medioevale “Festatus”. La località è citata in una enfiteusi nonantolana concessa dall’abate Landofredo a tale Agino, dalla quale emerge l’interesse precipuo per la viticoltura.

1657  (preesistenze intero bene)

l’inventario dei beni della parrocchiale di Festà attesta l’esistenza di un oratorio dedicato a S. Rocco “in luogo detto alla Croce”: è dotato di altare con ancona su cui sono dipinti S. Rocco, S. Sebastiano e la B. Vergine, di due candelieri di legno dorato e di altri due di ferro, di “seraglia di noce rotta fatta in gelosia”.

1827  (edificazione intero bene)

la visita pastorale Sommariva riporta: “Tale oratorio fu eretto da oltre duecento anni addietro. Sulla metà del 1813 venne restaurato dall’in allora Parroco di Festà Signor Don Domenico degli Antoni ed in seguito di visita e di relazione del Signor Vicario Foraneo di Coscogno fu dalla buona memoria di Monsignor Nostro Vescovo Tiburzio Marchese Cortese approvato con Rescritto 4 ottobre anno suddetto 1813 … L’unico altare ivi costruito è infisso nel muro. Il locale è angusto e mancante di Sagristia. Allorquando occorre celebrarvi la S. Messa vi si trasportano li Sacri Arredi ...”

1890  (descrizione storica intero bene)

l’attuale oratorio dedicato a S. Rocco, situato nelle vicinanze del centro di Festà, al bivio del vecchio percorso che conduce a Codicello, è stato ricostruito come attesta la lapide inserita in facciata: “Caduta l’antica chiesa / che qui sorgeva ad onore / di S. Rocco / già edificata per essere stata la parrocchia / preservata dalla peste che nel secolo XVII infierì nei dintorni / questa nuova, più ampia e di miglior forma / fu eretta dai parrocchiani / aiutando e promuovendo l’opera / Armando Rastelli, Enrico Leonelli e Palmo Bortolani / e per delegata autorità fu con solenne rito benedetta / dal Parroco Domenico Tebaldi / il XVI Agosto MDCCCXC”. L’edificio è a pianta rettangolare, copertura a due falde con manto in coppi e paramento murario intonacato; presenta, nella facciata, un portale rettangolare sovrastato dalla lapide marmorea e da una grande finestra circolare. Sui lati, nella parte posteriore, si notano due finestrelle a lunetta. Sulla copertura sono da segnalare una croce

1996  (restauri intero bene)

ultimo importante restauro generale dell’oratorio, interno ed esterno
Descrizione

l’oratorio è isolato, esterno all’abitato, posto in corrispondenza di un trivio, diametralmente contrapposto alla parrocchiale di Festà, facciata contro facciata. L’edificio è a pianta rettangolare, ha copertura a capanna e presenta, sul fronte, un piccolo sagrato semicircolare. La facciata, incorniciata da un bordo intonacato e tinteggiato, è coronata da due spioventi con graziosa cornice di mattoni e croce in ferro battuto nella cuspide; ha finitura superficiale in blocchi di pietra arenaria locale, ed è caratterizzata da un portale centrale rettangolare sormontato da un rosone circolare, entrambi circoscritti da un bordo di mattoni in cotto. I conci di pietra arenaria e i mattoni rossi della muratura, lasciati a vista con l’ultimo restauro, oltre a conferire un aspetto solido alla costruzione, determinano, in contrasto cromatico con l’intonaco tinteggiato in chiaro del bordo perimetrale, un motivo decorativo della facciata semplice ed essenziale. All’interno lo spazio è suddiviso in due parti da una quinta muraria con una serliana composta di un grande arco centrale a tutto sesto e due colonne doriche laterali: il presbiterio sul fondo, rialzato di un gradino e illuminato da due finestre laterali a lunetta, è coperto con una piccola cupola centrale e due volte a botte nei piccoli bracci laterali. L’aula ecclesiastica, illuminata dalla finestra circolare soprastante il portale, è coperta con volta a botte in tutta larghezza. Contro la parete di fondo è collocato l’altare maggiore in muratura sormontato da una nicchia ad arco e inscritto in un arco a tutto sesto nella parete, il tutto inserito in un armonioso disegno architettonico di gusto rinascimentale.
Impianto strutturale
l’oratorio si presenta esternamente di piccole dimensioni con forma semplice a capanna, scatolare, delimitato da una robusta muratura in blocchi di pietra locale a vista verso l’esterno e intonacata internamente. L’impianto planimetrico è longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, in sostanza ad aula unica di forma rettangolare. Una grande serliana in muratura composta di un arco centrale a tutto sesto, due colonne doriche negli appoggi intermedi e due robuste paraste sporgenti dalle pareti laterali, separa il presbiterio dall’aula ecclesiastica.
Struttura
muratura continua di blocchi di pietra arenaria locale, intonacata e tinteggiata verso l’interno e a faccia a vista verso l’esterno dell’edificio. Grande arco in muratura tra aula ecclesiastica e presbiterio, con catena metallica di ritegno alle reni. Copertura a falde inclinate con capriate, terzere, travetti e tavolato di legno e manto in coppi a canale di laterizio. Soffitto voltato a botte e a cupola sul presbiterio, e voltato a botte sull’aula ecclesiastica, realizzato probabilmente in muratura.
Coperture
la copertura è tradizionale, a falde inclinate, con due spioventi a capanna e una cornacchia sulla falda rivolta a nord. Tutto lo spazio interno presenta il soffitto voltato, con una piccola cupola centrale e due volte a botte nei piccoli bracci laterali del presbiterio e, una grande volta a botte in tutta larghezza sull’aula ecclesiastica.
Pavimenti e pavimentazioni
mattonelle quadrate di marmittoni (1950 circa) posate ortogonalmente alle pareti nell’aula dei fedeli, piastrelle di cotto a tre colori (1890 circa), sagomate a freccia, nel presbiterio, lastre di porfido alla palladiana (1996) nel sagrato e piastrelle di cotto con torello di bordo (1660 circa), di produzione artigianale, utilizzate nelle soglie e nei gradini.
Adeguamento liturgico

nessuno
impianto liturgico precedente alla riforma del Concilio Vaticano II: l’altare maggiore in muratura collocato alle spalle del celebrante, al centro della parete di fondo sormontato da una nicchia ad arco per la statua del Santo, rialzato di un gradino sul piano del presbiterio, a sua volta rialzato di un gradino sull’aula ecclesiastica.
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