Notizie Storiche |
XII (costruzione antica costruzione)
L'antica chiesa parrocchiale e il suo campanile, di cui la prima oggi scomparsa, risalgono al 1150 circa. Opera romanico-lombarda.
1547 - 1584 (visita pastorale antica costruzione)
La visita pastorale dell'agosto del 1547 del vescovo di Ventimiglia Filippo de Mari, vicario generale dell'arcivescovo di Torino, è il primo documento che cita l'antica costruzione parrocchiale di Ceres. Nella visita successiva, dell'agosto del 1584, del canonico Paolo Galateri di Genola, delegato dell'arcivescovo Peruzzi viene riportata una descrizione dettagliata dell'edificio. La Parrocchia era eretta dal sacerdote Francesco Baramasco. L'altare maggiore era di "pietra" e provvisto del necessario; vi erano tre altari minori, quello di San Giovanni posto in una cappella "assai bella" ma sprovvisto di tutto, e quelli di Sant'Antonio e San Lorenzo, da demolire entro sei mesi se non fossero stati forniti di tutto l'occorrente. Vi era poi l'altare di Santa Maria appartenente alla famiglia dei Castagneri. La chiesa era ben formata, pavimentata, senza sacrestia, e fu dato ordine di imbiancarla e di dotarla di confessionale. Il battistero era abbastanza decoroso.
1594 (visita pastorale antica costruzione)
Nella visita del 3 luglio 1594, l'arcivescovo Broglia descrive la chiesa in cattivo stato di conservazione, più larga che lunga, dove era necessario "pavimentarla meglio e soffittarne le tegole". Era presente una piccola sacrestia, costruita da poco, e gli altari di San Lorenzo e Sant'Antonio erano stati restaurati, anche se mancavano ancora del necessario, così come l'altare dedicato alla Beata Maria dell'Assunzione.
1602 - 1613 (demolizione e ricostruzione antica costruzione)
L'antica costruzione romanica venne demolita per la costruzione di una seconda chiesa parrocchiale, sul luogo della prima e addossata alla monumentale torre campanaria. Fu edificata nel 1602 e consacrata il 1 settembre 1613.
1674 (visita pastorale seconda chiesa)
Nella visita pastorale dell'ottobre 1674, l'arcivescovo Beggiamo descrisse la chiesa ricostruita. L'altare maggiore era in muratura, con l'icona dell'assunzione, dipinta nel 1645, entro una cornice lignea e dorata. Vi erano gli altari di Sant'Orsola, del Suffragio, del Santo Rosario, e di santa Croce, con aggregate le omonime compagnie. L'ultima era composta da 200 confratelli che avevano il loro oratorio nella tribuna sopra la porta principale. Il corpo della chiesa constava in un'unica navata, imbiancata e con volta, e aveva il pulpito, due confessionali, il battistero di pietra ben bipartito; la torre campanaria era munita di quattro campane. La chiesa era chiusa da tre porte, , la maggiore sulla facciata e le minori ai due lati. nella sacrestia erano collocati gli armadi per i paramenti. all'interno della chiesa c'erano tre tumuli, nei quali però non venivano inumati i cadaveri.
1730 (visita pastorale seconda chiesa)
Nella visita pastorale eseguita per mandato dell'arcivescovo Gattinara, la chiesa si presentava in condizioni assai peggiorate, per cui si ordinò la costruzione di una nuova. Il visitatore constatò che l'edificio aveva una sola navata ed era strettissima rispetto al numero dei parrocchiani, e per la maggior parte minacciava di crollare, e ordinò una pronta riparazione sotto pena di interdizione. In risposta, i rappresentanti della comunità dichiararono che quella chiesa non sarebbe stata riparata perché l'intenzione era quella di costruirne una nuova e più grande nel luogo chiamato "Crest di San Bernardino", ritenuto più adatto per essere raggiunto dai fedeli e situato in modo che si potesse udire meglio il suono delle campane. Il visitatore, compiacendosi della decisione presa, ed esaminato il luogo, acconsentì che fosse costruita la nuova chiesa.
1733 - 1740 (costruzione nuova costruzione)
Nel 1733 venne posata la prima pietra. Un valido contributo alla nuova opera lo diedero le varie confraternite e la comunità Un cospicuo aiuto giunse dall'orefice Giovanni Antonio Genta, grande benefattore. Alla costruzione vera e propria concorsero gratuitamente tutte le famiglie del paese, con dodici giornate di lavoro ciascuna. Nel 1740 il più era fatto e Ceres aveva così una nuova chiesa.
1733 - 1908 (ristrutturazione e demolizione seconda chiesa)
La seconda chiesa, dopo la decisione di spostare la parrocchiale in un altro luogo, venne convertita in una piccola cappella, bianca, collocata accanto all'antica torre campanaria. Della precedente costruzione restò fino al 1908 il coro, anno in cui fu demolita totalmente.
1744 (completamento campanile)
La comunità affidò al capomastro Giovanni Battista Giacometti il compimento del campanile, già iniziato ma lasciato incompiuto all'altezza del coro della chiesa.
1750 (relazione parrocchiale intero bene)
Nella relazione del pievano Giacomo Grassa la nuova chiesa viene descritta come: coperta, con l'abside "voltato", e due cappelle già terminate. La costruzione non aveva ancora niente di proprio salvo l'icona dell'assunta con cornice dorata, l'altare maggiore e il coro.
1752 (visita pastorale intero bene)
Nella relazione di visita pastorale dell'arcivescovo Roero di Pralormo, si apprende che la nuova parrocchiale mancava ancora della volta sopra la navata, del pavimento e non era ancora intonacata, per cui egli ordinò che fosse finita entro due anni.
1754 (completamento intero bene)
L'edificio fu interamente completato e venne benedetto.
1755 (costruzione intorno)
Fu costruito l'oratorio di Santa Croce, attiguo alla chiesa, posto a levante, per opera dell'impresario Giacometti.
1756 (arredo interno)
Si collocò l'altare in marmo, per opera del marmista Milano Buzzi d'Orgiù, su disegno del nobile Tommaso Beria.
1761 (sistemazione intorno)
Il pievano Giovanni Bottino promosse lo spianamento del "Crest", sul quale sorgeva l'imponente edificio sacro, per trasformarlo in un'ampia piazza: questo lavoro venne eseguito volontariamente, a turno, dai "particolari" delle varie borgate.
1769 (consacrazione intero bene)
La nuova chiese fu solennemente consacrata il 12 settembre 1769 dall'arcivescovo Francesco Luserna Rorengo di Rorà.
1769 (visita pastorale intero bene)
Nella sua visita l'arcivescovo Rorà trovò la chiesa ampia, elegante, tutta imbiancata, con ricco altare marmoreo, pavimento in pietra, pulpito ben scolpito, capace coro e una bella icona dell'Assunta. Era mancante ancora di facciata. L'edificio viene descritto a una sola navata, ma di grande ampiezza e di elegante architettura, con il pavimento interamente realizzato in pietre quadrate. La chiesa aveva tre porte, la maggiore rivolta a occidente, con "bussola" interna, e due laterali, una che si apriva sulla facciata principale e una in corrispondenza della balaustra. Al pilastro destro vicino al gradino del presbiterio era collocato il pulpito, avente come piede un confessionale. Oltre a quello vi erano altri tre confessionali. La facciata era ancora "rudis". Il campanile aveva quattro campane. Dietro l'altare, nel coro, vi era un tumulo per la sepoltura dei parroci. A destra del presbiterio c'era la sacrestia: un locale a volta con i muri imbiancati e il pavimento in pietre quadrate.
1769 (visita pastorale interno)
Nella relazione di visita del Rorà gli altari laterali avevano la stessa dedicazione di quelli dell'antica parrocchiale, ma collocati in diverso ordine: "La chiesa è arricchita da cinque altari di cui il maggiore di marmo ed è costruito in forme eleganti, separato dalla parete, abbellito da ornamenti convenienti con un'elegante icona appesa alla parete del coro con l'immagine della Madonna Assunta in Cielo sotto il cui titolo è dedicato questo altare". A sinistra erano posti l'altare di Santa Croce, in muratura con un grande Crocifisso per icona, e quello di Sant'Orsola, in laterizio, aderente alla parete con un'icona decente. A destra si trovavano gli altari del Santo Rosario, con statua lignea della Vergine e i 15 Misteri, e quello della B.V. del Suffragio, in laterizio, aderente alla parete provvisto di un conveniente ornamento con sopra un'icona.
1821 (orologio campanile)
Fu collocato l'orologio sul campanile. aveva due soli quadranti, uno sulla facciata della chiesa, all'interno del timpano, verso la piazza, e l'altro sulla parete rivolta verso la borgata di Vana.
1904 (decorazione interno)
Mentre era pievano di Ceres il teologo Giovanni Milone, la chiesa fu decorata dal professor Berroggio.
1907 (completamento facciata)
Fu terminata la facciata su progetto dell'ingegnere Enrico Ruffoni, come riportato nella data posta sopra il portale d’ingresso.
1926 - 1967 (variazione d'uso intorno)
La sede dell'oratorio di Santa Croce venne dismessa nel 1926, vista la mancanza di confratelli, e fu trasformata in un salone-teatro per la gioventù dal parroco Giuseppe Filippello. Nel 1967 venne realizzato il salone parrocchiale su progetto dell'architetto fratel Alessandro Chiappini e costruito da paret dell'impresa del geometra Marco Castagneri.
1927 (sostituzione campanile)
Il vecchio "castello" in legno sul quale erano montate le campane venne sostituito dall'attuale in ferro, dotato di ruote e del meccanismo per eseguire il concerto festoso della "baudetta".
1946 (restauro interno)
Ripristino del quadro della Crocefissione, risalente all'inizio del Seicento, a cura del barone Giovanni Donna d'Oldenico.
1962 (arredi interno)
Vengono posti due confessionali lungo la navata, che ricalcano lo stile di quello alla base del pulpito, eseguiti dagli allievi della Scuola artigianato di Don Bosco di Valdocco, e in memoria del professor Mario Ricca-Barberis.
1964 (arredo interno)
Vengono collocati i nuovi banchi offerti in ricordo dei parrocchiani defunti.
1971 (restauro interno)
La porta della chiesa vecchia, restaurata in memoria di Rosa Ferraro, è arricchita da un artistico pannello, opera dello scultore Leopoldo Botussi, su omaggio del signor Enrico Lanfranco a ricordo della figlia.
1973 (arredo interno)
Viene collocato il nuovo organo elettronico.
1974 (restauro interno)
Restauro dell'organo a canne e del portale d'ingresso della chiesa.
1977 (restauro pulpito)
Restauro del pulpito ligneo addossato al pilastro destro del presbiterio.
1980 (restauro tetto)
Restauro del tetto.
1981 (restauro facciata)
Restauro della vetrata artistica raffigurante la Madonna Assunta, danneggiata da impetuoso vento nella notte tra il 3 e il 4 di gennaio.
1982 - 1987 (sistemazione campanile)
Nel 1982 elettrificazione dell'orologio e posa di due quadranti sulle pareti del campanile che ne erano sprovviste, verso Cesale e il Fè, e collocazioen di due campane.
Nel 1983 viene aggiunta una terza campana (si) in ricordo dell'anno Santo della Redenzione e in memoria di Antonio Chiurino, ultimo campanaro.
Nel 1987 viene installata la quarta campana (do)
1988 (restauro presbiterio)
Restauro della pala d'altare, dei dipinti laterali raffiguranti Gesù tra i dottori e l'ultima cena, e dei quadri della via Crucis. Intervento realizzato dal laboratorio Rocca di Balangero.
1989 (restauro interno)
Restauro del portale, della bussola e degli arredi in legno intarsiato del presbiterio e della sacrestia, risalenti all'epoca di costruzione della chiesa.
1990 (restauro interno)
In occasione del 250° anniversario è restaurato l'interno della chiesa da Enrico Baffoni di Borgaro. Viene restituita l'immagine originaria della decorazione delle volte e delle pareti; l'intervento è messo in evidenza dall'anello di illuminazione installato sopra il cornicione.
1996 (restauro interno)
Restauro delle tele della Crocefissione, risalente all'inizio del Seicento, del dipinto raffigurante il miracolo della guarigione di un cieco, di epoca settecentesca, e la tela proveniente dalla sacrestia di Almese, datata 1632, raffigurante i santi Rocco, Pietro e Sebastiano. Restauro eseguito dal Laboratorio Rocca di Balangero con contributo del Lions Club.
1996 - 1997 (sistemazione campanile)
Il 28 luglio 1996 vengono benedette la quinta e sesta campana , omaggio del parroco Don Celestino Massaglia e della sua famiglia. L'anno successivo è collocata la settima campana.
2002 (restauro facciata)
Restauro della facciata della chiesa. |
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