chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Sant'Angelo in Vado Urbino - Urbania - Sant'Angelo in Vado chiesa sussidiaria S. Pietro in Metola Parrocchia di San Michele Arcangelo Struttura; Coperture nessuno XIII - 1986(preesistenze intero bene); 1707 - 1781(ricostruzione intero bene); 1781 - 1861(seconda ricostruzione intero bene); 1880 - 1880(rifacimento delle coperture intero bene); 1903 - 1932(terza ricostruzione intero bene)
Chiesa di San Pietro in Metola
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Pietro in Metola <Sant'Angelo in Vado>
Altre denominazioni
S. Pietro in Metola
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
maestranze marchigiane (seconda ricostruzione)
maestranze marchigiane (terza ricostruzione)
maestranze marchigiane (rifacimento delle coperture)
Notizie Storiche
XIII - 1986 (preesistenze intero bene)
Risalente a prima del XIII secolo la chiesa fu parte della Diocesi di Urbino fino al 1940 quando entrò nella giurisdizione di Sant'Angelo in Vado fino all'unione del 1986.
1707 - 1781 (ricostruzione intero bene)
Nel 1707 il cardinale Manara sovvenzionò la ricostruzione della chiesa. Questa venne poi distrutta dal sisma del 1781 insieme alla canonica e alla casa colonica.
1781 - 1861 (seconda ricostruzione intero bene)
Dopo il 1781 la chiesa viene ricostruita e più tardi (1861) venne ampliata la canonica.
1880 (rifacimento delle coperture intero bene)
Intorno al 1880 don Pasquale Sebastiani, canonico di Sant'Angelo, fece abbattere alcune querce e rifece la copertura della chiesa.
1903 - 1932 (terza ricostruzione intero bene)
Tra il 1903 ed il 1932 don Antero Dini rifece la chiesa come oggi la apprezziamo, costruendo a sue spese la strada per facilitare i lavori. Nel 1932 Mons. Antonio Tani consacrò la chiesa.
Descrizione
Ricostruita in stile neogotico nel secolo XX, la chiesa sorge su una collina in mezzo a boschi e campi. Gli elementi decorativi ricorrenti sono elementi caratterizzanti il revival del gotico: le slanciate monofore, gli archi a ogiva, il rosone. Il portale dentro mostra in pietra con arco a sesto acuto reca nella lunetta una decorazione in terracotta. In asse col portale è il rosone a otto raggi con colonnine che intervallano gli spicchi. Le monofore sono decorate con elementi in cotto. Le falde del tetto sono decorate con archetti pensili in leggero rilievo. A destra del corpo di fabbrica, sopra il tetto della canonica, è il campanile a due fornici, con oculo aperto sotto le arcate.
L'interno della chiesa è un'aula unica, suddivisa in tre campate da pilastri compositi addossati alle pareti, decorati con capitelli fogliati. Il presbiterio termina nell'abside curva, decorata a tempera con finti archetti sopra i quali è raffigurato il cielo stellato. Alla base della cupola del catino absidale sono dipinte pecore e palme mentre al centro campeggia l'Agnello con i simboli della Risurrezione. Sulla parete di fondo è l'altare, montato su colonnine in marmo rosso. Nell'alzata di altare con cuspide e arco trilobato è conservata una statua dietro una teca di vetro.
Struttura
Struttura in muratura portante, formata da muri in mattoni pieni legati con malta. Le pareti interne sono intonacate e tinteggiate, mentre l'esterno è rivestito con mattoni faccia a vista.
Coperture
L'aula è voltata con crociere ad arco acuto, con costoloni originati dai pilastri compositi. L'abside è voltata da cupola con stessa sezione ad arco ogivale, dipinto a tempera.
Sopra le volte è la struttura in legno di quercia che sostiene il tetto, rivestito esternamente da coppi.
Adeguamento liturgico
nessuno
La chiesa non ha accolto le modifiche suggerite dal Concilio Vaticano II in materia di spazio ed arredo liturgico.