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Gallipoli
Nardo' - Gallipoli
palazzo
vescovile
palazzo vescovile
Parrocchia di Sant'Agata
Coperture
nessuno
XVII - XX(preesistenze carattere generale); XX - XX(rifacimento carattere generale); 2012 - 2012(passaggio di proprietà carattere generale)
Ex-palazzo vescovile di Gallipoli
Tipologia e qualificazione palazzo vescovile
Denominazione Ex-palazzo vescovile di Gallipoli <Gallipoli>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

XVII - XX (preesistenze carattere generale)

Il nucleo originario dell'antico palazzo vescovile, residenza dei vescovi di Gallipoli, appartiene al sec. XVII, di cui restano poche tracce disseminate qua e là. Nei secoli successivi sono state frequentemente apportate delle modifiche e degli adattamenti o ampliamenti, riconoscibili nei paramenti murari ma non documentati.

XX  (rifacimento carattere generale)

Il vescovo Pasquale Quaremba (1956-1982) ha realizzato negli anni Sessanta una ristrutturazione globale dell'edificio, alterandolo nella sua conformazione e appesantendolo con aggiunte e sopraelevazioni, che hanno avuto ricadute negative sulla tenuta dell'intera struttura

2012  (passaggio di proprietà carattere generale)

Il vescovo Domenico Caliandro (2000-2012) nel 2012 ha decretato il passaggio di proprietà di gran parte del palazzo vescovile di Gallipoli dalla Diocesi alla Parrocchia di S.Agata, al fine di dotarla, dopo un adeguato restauro, di strutture adeguate per la pastorale.
Descrizione

Il complesso dell'edificio si sviluppa su quattro piani: un piano terra, in parte seminterrato, comprendente locali per uso pastorale; un primo piano, su cui si sviluppava l'antico episcopio, con ampie sale e corridoi coperti in gran parte con volte a botte o a spigolo o a stella; un secondo piano ammezzato, costituito da vani non molto ampi, coperti a volta piana o a stella, dove erano sistemati alcuni uffici di curia; un terzo piano con numerosi vani coperti a volta piana, dove erano collocati, oltre ad altri uffici di curia, la Biblioteca diocesana e l'Archivio diocesano
Coperture
Le strutture verticali portanti sono in muratura a sacco con doppia fodera. Le coperture sono del tipo: a botte, a spigolo, a stella. La curvatura delle coperture inizia dal più alto concio verticale messo lievemente a sbalzo, la cui continuità orizzontale prende il nome di "appesa o conigliara". I conci con le facce laterali inclinate vengono sistemati in continuità mantenendosi per contrasto. Il concio centrale completa la copertura prendendo il nome di "chiave".
Adeguamento liturgico

nessuno
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