chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Nardò Nardo' - Gallipoli palazzo vescovile Episcopio Parrocchia di Maria Santissima Assunta Facciata; Interno nessuno 1835 - 1854(costruzione carattere generale); 1983 - 1984(restauri carattere generale)
Episcopio
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Episcopio <Nardò>
Altre denominazioni
Palazzo vescovile
Ambito culturale (ruolo)
architettura neoclassica (costruzione)
Notizie Storiche
1835 - 1854 (costruzione carattere generale)
L'antico episcopio, che affianca la Cattedrale, si sviluppo gradualmente prendendo il posto di un più antico monastero di monaci italo-greci dapprima e poi di benedettini. Elevata a diocesi la sede di Nardò nel 1413, l'episcopio fu gradualmente ampliato. Durante l'episcopato di Antonio Sanfelice (1707-1736) fu ricostruito in parte, e quella porzione di fabbricato esiste ancora. Nel 1835 il vescovo Lettieri intraprese l'opera di ricostruzione dell'intero episcopio: furono abbattute le vecchie murature, salvando solo le opere realizzate dal Sanfelice. Il prospetto, prima posto a ridosso della facciata del Seminario, fu allineato alla Cattedrale dando luogo alla piazza, che poi prenderà il nome di Pio XI. L'opera del Lettieri rimase incompiuta perché nel 1839 fu colto dalla morte. L'incombenza del completamento ricadde sul successore Luigi Vetta, che lo portò a termine nel 1854.
1983 - 1984 (restauri carattere generale)
Un importante intervento di restauro globale è stato effettuato dal vescovo Aldo Garzia tra il 1983 e il 1984.
Descrizione
L'episcopio ha l'importanza di un grande palazzo monumentale. E' costruito in muratura e le volte sono a spigolo le più antiche, a padiglione le più recenti. E' costituito da due piani: a piano terra è allocata la Curia Diocesana, al primo piano la residenza del vescovo. Urbanisticamente è inserito in maniera armonica in una piazza i cui prospetti si richiamano a vicenda.
Facciata
All'esterno i prospetti sono due, collocati ad elle in modo da definire la piazza su due lati. Il prospetto principale è suddiviso in due ordini. Quello inferiore, corrispondente al piano terra, ha i paramenti in fasce di pietra leccese. Al centro vi è il portale, affiancato da due colonne scanalate, che reggono il balcone soprastante, su cui si affaccia una delle finestre del piano superiore. Accanto al portone, su entrambi i lati vi sono simmetricamente due porte archivoltate, sormontate da due finestre rettangolari con spessa cornice senza decori. Al di sopra un cornicione marcapiano distingue in piano inferiore da quello superiore. L'ordine superiore è intermezzato in maniera regolare da paraste in pietra leccese con capitello corinzio, tali da scomporre la specchiatura in cinque parti regolari e simmetriche. Nella specchiatura centrale soprastante l'ingresso principale, come detto, vi è una finestra con persiana che apre su un ampio balcone con balaustra in ferro; la finestra è sormontata dallo stemma marmoreo del vescovo Lettieri. Nelle altre quattro specchiature si aprono altrettante finestre con persiane, che danno su pensiline più ridotte, protette da balaustre in ferro. A coronamento vi è un ampio cornicione orizzontale che percorre l'intero edificio. L'altro prospetto è costruito in maniera analoga, ma senza portone centrale e con tre specchiature nell'ordine superiore anziché cinque. Al prospetto secondario è attaccato il ponte che collega l'episcopio con l'antico seminario.
Interno
Attraversato il portone vi è un passaggio coperto con una porta e una finestra per lato, che immette nei locali della Curia. Da qui si accede al cortile interno scoperto, a forma di quadrilatero, con al centro un'aiola quadrilobata. Frontalmente vi è un arco, sormontato dallo stemma del vescovo Vetta, ora murato ma un tempo era il passaggio per il giardino dell'Episcopio. Accanto a tale arco sui due lati vi sono due finestre per parte. Su questo lato non è costruito il primo piano. Sul lato sinistro vi è un porticato sul quale si aprono lo scalone d'onore, due grandi portoni un tempo stalle e ora convertiti a locali di Curia, due porte per accedere ai locali di Curia. Sul lato destro vi è un porta con due finestre per lato, da cui si accede alla scala secondaria per il primo piano. Lo scalone a doppia rampa immette nella residenza del vescovo a primo piano. Si tratta di una sequenza di 32 sale e saloni, con tutti i servizi e accessori propri di un palazzo, compresa la cappella vescovile.
Adeguamento liturgico
nessuno
Si tratta della residenza del vescovo, che non comporta adeguamenti liturgici