chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Gropina Loro Ciuffenna Arezzo - Cortona - Sansepolcro chiesa sussidiaria S. Pietro Parrocchia di Santa Maria Coperture; Pianta; Struttura nessuno 476 - 476(preesistenze complesso); VIII - VIII(costruzione pulpito); 712 - 744(ampliamento intero bene); XII - XII(costruzione abside); XII - XII(costruzione capitelli); XIII - XV(trasformazioni chiesa); 1263 - 1469(patronato chiesa); XV - XV(costruzione tabernacolo); XV - 1488(rifacimento chiesa); 1522 - XVI(restauri chiesa); XIX - XIX(patronato intero bene); 1968 - 1961(restauro chiesa); 2015 - 2016(restauro canonica)
Pieve di San Pietro
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Pieve di San Pietro <Gropina, Loro Ciuffenna>
Altre denominazioni
Chiesa di San Pietro S. Pietro
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
476 (preesistenze complesso)
Intorno a quest'epoca o al massimo nel secolo successivo viene costruita una piccola chiesetta absidata a navata unica: le dimensioni sono davvero esigue, circa tredici metri per sette, ma è il primo segno che mostra la volontà dei cristiani di riunirsi a pregare insieme in un luogo definito, di sentirsi ecclesia; la chiesetta battesimale di Gropina viene eretta nel sito della domus romana con una dedicazione finora sconosciuta che potrebbe comunque trattarsi di quella attuale a San Pietro, come molte chiese dei primi secoli del cristianesimo. La chiesetta non è documentata, almeno allo stato attuale delle ricerche, ma alcune evidenze murarie sono conservate e visibili sotto il pavimento dell'attuale pieve, scoperte durante gli scavi del 1968-1971; era priva di campanile, che inizia ad apparire accanto alle pievi nel periodo tra il IX e il X secolo.
VIII (costruzione pulpito)
Appoggiato ad una colonna della navata destra è il Pergamo circolare (Pulpito dell’VIII sec), riccamente decorato, sorretto da due colonne annodate, motivo che si presenta anche nella colonna centrale del decoro esterno dell’abside. Il pulpito di pietra si trovava nell’antica chiesa longobarda ed era addossato alla balaustra che delimitava la zona presbiteriale, sul lato destro chiamato in cornu epistulae della navata principale; infatti possiamo notare che la parte posteriore poggia adesso su blocchi in pietra utilizzati come materiale di recupero, scolpiti a bassorilievo con motivi a spirale, rosette e una figura di animale molto erosa e facenti forse parte della decorazione esterna della pieve. La zona presbiteriale della chiesa longobarda era separata da quella dei fedeli da tre gradini, presenti anche nella navatella destra, e da una balaustra in pietra probabilmente a specchiature lisce separate da lesene, come in altri esempi italiani: il pulpito si addossava a questa balaustra
712 - 744 (ampliamento intero bene)
Si eseguirono lavori di ampliamento della pieve che viene costruita inglobando quasi completamente quella paleocristiana e mantenendo forse l'antica dedicazione al principe degli apostoli. La datazione della nuova pieve è incerta: potrebbe risalire sia al regno di Liutprando che a un periodo successivo, anche dopo la sconfitta longobarda del 774 ad opera dei Franchi di Carlo Magno: questo perché molti Longobardi resteranno nel piviere di Gropina e il loro gusto artistico continuerà ad influenzare a lungo il modo di sentire. I ritrovamenti emersi dagli ultimi lavori di restauro hanno permesso di scoprire che si trattava di una chiesa a due navate absidate, quella di destra più corta e più stretta, collegate da almeno due grosse colonne; la zona presbiteriale era sopraelevata e un piccolo sepolcreto si trovava al livello inferiore. Oggi si possono vedere nel sottosuolo dell'attuale pieve romanica sia parte delle scale della navatella che l'abside intorno ai resti della prima chiesa.
XII (costruzione abside)
L’abside interna è un’elegante sovrapposizione di due loggiati con archetti a tutto sesto su esili colonne che in parte riprendono e completano l'apparato esterno. i capitelli presentano foglie d'acanto, altri motivi vegetali, volute e alcuni anche piccoli scudi detti in araldica di tipo francese antico, in uso nel XII secolo; questo particolare contribuisce a fissare la datazione a questo periodo per le prime fasi dei lavori, dato che la costruzione di una chiesa inizia dall'abside per proseguire poi verso la facciata. I due colonnati inferiori corrispondono all'esterno alle sette grandi arcate cieche, mentre la calotta dell'abside ha il suo pendant nella loggetta esterna con le dodici colonne e il gruppo ofitico. Torna all'interno la doppia simbologia dei numeri sei e sette, che ritroviamo anche nell’abside all’esterno.
Le aperture che danno luce alla zona presbiteriale sono sei piccoli oculi nell'ordine inferiore e tre monofore in quello superiore, piuttosto strette e strombate.
XII (costruzione capitelli)
Parlare dei capitelli della pieve di Gropina significa affrontare il problema della datazione della chiesa, variamente dibattuto dagli studiosi e ancora non giunto a una definizione concorde. Il fatto è che a Gropina si riconosce la mano di maestranze diverse sia come appartenenza stilistica che temporale, a cui si deve aggiungere la preesistenza dell’edificio altomedievale che sarà demolito non prima, ma durante la costruzione della pieve romanica per consentire ai numerosi fedeli di continuare ad assistere alle Sante Messe per più tempo possibile durante l’apertura del cantiere.
Il problema dei cantieri operanti alla pieve di Gropina e dell'attribuzione dei suoi capitelli è di non facile soluzione per gli storici dell'arte, mancando anche ogni fonte documentaria al riguardo. Questo concerne anche l'interpretazione di ciascun capitello e di un eventuale progetto unitario, che non di rado nelle chiese romaniche non c'è, ma si combinano scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
XIII - XV (trasformazioni chiesa)
In questo periodo la pieve di San Pietro a Gropina riceverà la sua veste romanica, nel corso di una grandiosa ricostruzione che cambierà completamente il suo volto altomedievale. Non è escluso, anzi è molto probabile, che a questi grandi lavori partecipino i potenti feudatari del territorio tra l'Arno e il Pratomagno: i conti Guidi di Romena e di Battifolle, nelle cui mani si trovano nel XIII secolo anche Gropina e il castello di Loro. Così, la pieve di Gropina vede aumentare la sua influenza sull'intera diocesi aretina con l'aggiunta di sempre nuove chiese suffraganee. All'inizio del XIV secolo il castello di Loro passa sotto la giurisdizione della Repubblica Fiorentina, e per Gropina, che forse ne faceva parte già dalla seconda metà del Duecento continua il periodo aureo, che con l'avvento dei Medici raggiungerà il suo picco massimo anche in campo economico.
1263 - 1469 (patronato chiesa)
Non si conoscono finora fonti documentarie sulla ricostruzione della pieve romanica, ma proprio le pietre stesse della chiesa gettano qualche lampo di luce: sul campanile l'anno 1233 in numeri romani indica la data della sua costruzione, o almeno della sua fondazione, mentre sull'architrave del portale d'ingresso un 1422 molto consunto testimonia forse interventi di restauro; in una lettera del 9 aprile 1469 inviata dal pievano Samuele a Lorenzo il Magnifico, e pubblicata da Carlo Fabbri (2005), si parla di una cappella fatta erigere da Giovanni da Loro come lascito testamentario e il cui primo cappellano è un certo ser Benedetto "fatto da papa Eugenio la prima volta fu a Firenze": Eugenio IV diverrà papa l'11 marzo 1431, nove anni dopo la data sull'architrave, che sembrano davvero tanti per lasciare una cappella senza il suo officiante; non è probabile quindi che l'anno 1422 si riferisca all'intervento di messer Giovanni da Loro, ma a lavori non ancora documentati.
XV (costruzione tabernacolo)
La zona absidale della pieve custodisce un piccolo gioiello: si tratta del tabernacolo del tipo a tempietto in pietra murato in cornu epistulae, sulla destra dell'arcone absidale. L’opera si può accostare con certezza a Giovanni de' Medici (1475-1521), figlio del Magnifico ed eletto cardinale l'8 marzo 1489, il cui stemma compare sul fronte. Il tabernacolo è quindi un esempio di arte del tardo periodo laurenziano, e mostra ancora una volta il legame della pieve di Gropina con il Magnifico e con papa Leone X.
XV - 1488 (rifacimento chiesa)
Quasi un ventennio dopo la lettera del pievano Samuele, Lorenzo il Magnifico si interessa ancora alla pieve di Gropina: questa volta è per caldeggiarne l'assegnazione al suo poeta di corte Agnolo Poliziano, che è anche un ecclesiastico; Lorenzo scrive al suo ambasciatore a Roma, Giovanni Lanfredini, perché si rechi dal papa sollecitando - ovviamente con tutto il garbo e la reverenza possibili - l'effettiva nomina del Poliziano a beneficiario della pieve di Gropina con i terreni annessi, dato che l'assegnazione c'era sì stata ma era ancora sulla carta. La lettera è datata 22 marzo 1487 stile fiorentino - 1488 stile comune, perché a Firenze l'anno iniziava il 25 marzo, giorno dell'Incarnazione -, il pontefice è allora Innocenzo VIII che aveva da poco condannato le novecento proposizioni di Pico della Mirandola, altro intellettuale molto vicino al Magnifico: comunque Agnolo Poliziano avrà la sua prebenda.
1522 - XVI (restauri chiesa)
Come vedremo, la pieve di Gropina porta ancora un segno di Lorenzo e anche di suo figlio Giovanni, cardinale e poi papa Leone X, che nel 1522 la assegna alla Chiesa fiorentina: l'interesse dei Medici rivela l'importanza sia religiosa che economica della pieve tra Quattro e Cinquecento.
Nel 1515 su proposta di Leone X la pieve di Gropina fu trasferita al Capitolo di Santa Maria del Fiore Sopra l'architrave, tra le due monofore, campeggia infatti l'arme di questo pontefice sormontata dalle chiavi di San Pietro e dalla tiara papale; l'anno inciso in basso è il 1522.
Al XVI secolo appartiene anche il grande oculo che dà luce alla navata centrale; l'oculo è sormontato da una testa maschile marmorea che la leggenda identificava con un ritratto di Matilde di Canossa, ma dovrebbe provenire in realtà da un complesso forse funerario di età romana situato più a valle.
XIX (patronato intero bene)
Il patronato mediceo sulla pieve di Gropina è il fiore all'occhiello di questa meravigliosa chiesa, che si fregia come abbiamo visto perfino di un intervento papale; nei secoli successivi Gropina segue i destini di Loro (che dal 1862 aggiungerà al suo nome quello del torrente Ciuffenna), dalla nascita del principato con i granduchi medicei all'occupazione napoleonica e la successiva restaurazione, nel 1815, del Granducato di Toscana, fino alla proclamazione dell'unità d'Italia.
1968 - 1961 (restauro chiesa)
Un'importante campagna di lavori è stata condotta negli anni 1968-1971, con la scoperta delle testimonianze romane, paleocristiane e longobarde che hanno dipanato il filo della sua storia dall'antichità più remota.
La chiesa paleocristiana risalente all’ VIII-IX secolo era a due navate absidate, quella di destra più corta e più stretta, collegate da almeno due grosse colonne; la zona presbiteriale era sopraelevata e un piccolo sepolcreto si trovava al livello inferiore. Oggi si possono vedere nel sottosuolo dell'attuale pieve romanica sia parte delle scale della navatella, che l'abside intorno ai resti della prima chiesetta paleocristiana, le colonne frammentarie longobarde e il sepolcreto.
Sotto il pavimento della chiesa attuale inoltre si trovano anche i resti della primissima chiesa risalente al V-VI secolo rinvenuti sempre a seguito dei lavori di restauro, durante i quali venne rifatto ex-novo il pavimento.
2015 - 2016 (restauro canonica)
Grazie al contributo della CEI è stato possibile eseguire il restauro delle coperture della casa canonica.
Descrizione
La chiesa romanica di San Pietro o Pieve di Gropina si trova nel Comune di Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo, nel cuore del Valdarno Superiore e per la sua importanza storica e artistica è stata dichiarata monumento nazionale costituendo uno degli esempi più alti dell’architettura romanica in Toscana.
Fu eretta attorno all’anno mille e presenta una facciata in grandi conci di pietra arenaria liscia, con due monofore corrispondenti alle navate laterali e una bifora che sovrasta la porta d’ingresso. L'interno è diviso in tre navate e sette campate con archi a tutto sesto retti da robuste colonne monolitiche e da due pilastri quadrangolari tra la quinta e la sesta campata; vi sono poi due semipilastri in controfacciata ai quali corrispondono due semicolonne ai lati dell'abside, altri due semipilastri sono addossati di fronte alle colonne dell'ultima campata finché due semicolonne angolari concludono le aree dei due altari laterali; sulla destra sono addossati la sagrestia e il campanile.
La navata centrale è coperta da un tetto a capanna sorretto da capriate di legno tranne che per le campate vicino all'abside, voltate a crociera, dove si trovano i due altari laterali: quello a sinistra dedicato al Sacro Cuore, l'altro a Maria Santissima, mentre l'altar maggiore è dedicato ai SS. Pietro e Paolo. Gli archi relativi alle due campate hanno anche la luce più piccola degli altri, sono cioè più stretti.
Appoggiato alla quarta colonna della navata destra è il Pergamo circolare (Pulpito dell'VIII sec), riccamente decorato, sorretto da due colonne annodate, motivo che si presenta anche nella colonna centrale del decoro esterno dell’abside.
L’abside della chiesa è semicircolare con doppio ordine di colonnine ed ha tre monofore e sei occhi con accanto il campanile del 1233, forse impiantato su una torre longobarda.
Sotto il pavimento della chiesa attuale si trovano i resti di due successive chiese più piccole: una prima chiesa risalente al V-VI secolo e una seconda chiesa a due navate del VIII-IX secolo di origine longobarda, a cui si accede tramite una scala posta nella navata destra della chiesa.
Il portale d'accesso è fiancheggiato da un ingresso alla navata destra e due monofore danno luce all'interno. Superiormente una graziosa bifora è sormontata da un grande oculo.
Coperture
Tetto a capanna sorretto da capriate di legno nelle navate mentre le campate vicino all'abside hanno volte a crociera.
Pianta
Pianta rettangolare a tre navate terminante con abside semicircolare; la navata centrale è più elevata di quelle laterali.
Struttura
Pareti in muratura in conci di pietra arenaria continua.