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Molin Nuovo-San Veriano
Arezzo
Arezzo - Cortona - Sansepolcro
chiesa
sussidiaria
San Reveriano
Parrocchia dei Santi Lorentino e Pergentino
Elementi decorativi; Struttura
altare - intervento strutturale (1970-80)
XI - XI(impianto carattere generale); 1014 - 1023(evento storico carattere generale); XIV - XV(situazione carattere generale); 1723 - 1790(situazione carattere generale); 1808 - XX(situazione carattere generale)
Chiesa di San Reveriano
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Reveriano <Molin Nuovo-San Veriano, Arezzo>
Altre denominazioni Badia di San Veriano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze aretine (costruzione)
Notizie Storiche

XI  (impianto carattere generale)

La Chiesa nacque intorno alla metà dell’XI secolo come edificio benedettino. È citata per la prima volta nel 1095, quando sono annotate delle donazioni ricevute dall’abate Eugubino. In questo periodo esisteva già anche la chiesa abbaziale triabsidata. Il monastero di San Veriano in Aiole, questo è il suo nome completo, risulta per la prima volta collegato all’Eremo di Camaldoli nel 1113. Nel 1198 la Chiesa aretina ne entra in possesso, ma nel 1216 compare nuovamente in mano ai monaci, che ne fanno un centro camaldolese godente di larga autonomia.

1014 - 1023 (evento storico carattere generale)

Tra il 1014 e il 1023 l'architetto Maginardo era stato inviato dal vescovo di Arezzo Adalberto a Ravenna per studiare l’architettura romanico-bizantina.

XIV - XV (situazione carattere generale)

Nel XIV secolo cominciò una forte crisi economica che si protrasse fino a tutto il Quattrocento. Agli inizi del secolo successivo, quindi, l’abbazia tornò a dipendere direttamente da Camaldoli, ma con la riforma dell’ordine avviata da Paolo Giustiniani e autorizzata nel 1520 da papa Leone X, fu unita alla badia fiorentina di Santa Maria degli Angeli.

1723 - 1790 (situazione carattere generale)

A partire dal Settecento il complesso religioso è ricordato anche come San Reveriano. Nel 1723 fu restaurato l’interno della chiesa secondo i canoni imperanti del periodo e nel 1790 partirono nuovi lavori che durarono fino al 1804. L’edificio sacro fu ridotto in lunghezza e larghezza, mentre le strutture del monastero furono stravolte.

1808 - XX (situazione carattere generale)

Nel 1808, a seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi, San Veriano divenne di patronato regio e così rimase per tutto il primo Novecento, svolgendo il ruolo di chiesa parrocchiale per le poche decine di anime che vivevano da quelle parti. Nel Dopoguerra il forte spopolamento portò all’abolizione della parrocchia, ma il plesso fu mirabilmente recuperato. Vennero riportate alla luce le parti primitive, compresa la base di un campanile circolare di chiara influenza bizantina. Da segnalare che nel 1972 fu ritrovata, in un muro degli edifici attigui alla chiesa, un’urna cineraria etrusca. Negli ultimi anni alcune parrocchie aretine hanno preso in cura la canonica, risistemando i locali che oggi sono utilizzati per attività rivolte soprattutto ai giovani, compresi campi scout.
Descrizione

La Chiesa di San Reveriano detta Badia di San Veriano è un antico edificio sacro con parmento murario in pietra a vista sia esternamente che internamente. Molte strutture della chiesa sono miracolosamente sopravvissute, in particolare le tre absidi semicircolari e la cripta. Quest’ultima si trova sotto il presbiterio ed è un luogo di raro fascino, dove spiccano le volte a crociera e le due colonne centrali sormontate da capitelli troncoconici, abbelliti con motivi di derivazione ravennate, importati da Maginardo. All’interno della chiesa si segnala una statua della Madonna con il Bambino dalla storia curiosa. Come recita l’iscrizione sul piedistallo, fu rubata nel marzo del 1979 e in seguito abbandonata in un fosso, dove venne recuperata nell’agosto dello stesso anno.
Elementi decorativi
All’interno della chiesa si segnala una statua della Madonna con il Bambino dalla storia curiosa. Come recita l’iscrizione sul piedistallo, fu rubata nel marzo del 1979 e in seguito abbandonata in un fosso, dove venne recuperata nell’agosto dello stesso anno.
Struttura
Molte strutture della chiesa sono miracolosamente sopravvissute, in particolare le tre absidi semicircolari e la cripta. Quest’ultima si trova sotto il presbiterio ed è un luogo di raro fascino, dove spiccano le volte a crociera e le due colonne centrali sormontate da capitelli troncoconici, abbelliti con motivi di derivazione ravennate, importati da Maginardo.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970-80)
E' stata restaurata la mensa d'altare.
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