chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Costanzo Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola chiesa sussidiaria Sant'Agostino Parrocchia di Santi Cristoforo e Costanzo Elementi decorativi; Cantoria; Struttura presbiterio - aggiunta arredo (1970) 1610 - 1617(costruzione intero bene); 1811 - 1811(soppressione intorno)
Chiesa di Sant'Agostino
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Sant'Agostino <San Costanzo>
Altre denominazioni
Chiesa di San Pietro
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
Notizie Storiche
1610 - 1617 (costruzione intero bene)
la più antica testimonianza della presenza degli agostiniani nella terra di San Costanzo risale a prima dell'anno 1445 quando il convento si trovava in località Monte Campanaro, piccolo castello poco distante da quello di Querciafissa (attuale Cerasa). Facendosi sentire per i monaci l'esigenza di vivere a più stretto contatto della popolazione, il vecchio convento venne demolito e, grazie alla generosità del conte Pietro Barbetta e della popolazione di San Costanzo, si dette inizio alla costruzione di un nuovo convento e dell'attigua chiesa dedicata a Maria Santissima Regina del Cielo ed a San Pietro Principe degli Apostoli, ma sempre indicata come Chiesa di Sant'Agostino. La prima pietra fu posta il 27 settembre del 1610, in vocabolo Sant'Agostino o Porta Marina, alla presenza di tutto il clero con il pievano Don Giulio Cesare Bambini in paramenti episcopali. Nel 1617, a costruzione da tempo ultimata, venne collocata una lapide in arenaria sulla facciata a ricordo dei benefattori.
1811 (soppressione intorno)
l'adiacente convento agostiniano passò indenne attraverso la soppressione dei piccoli conventi decretata da Papa Innocenzo X nel 1652. Fu definitivamente chiuso nel 1811, durante il Regno Italico napoleonico. I locali dell'ex convento furono acquistati da Andrea Lazzarini e dal conte Francesco Cassi; la chiesa venne invece dichiarata succursale della parrocchia ed aperta al pubblico il 27 gennaio 1811. Al suo interno si contavano sei sepolcri: uno nel coro dietro l'altare maggiore, dove venivano sepolti i religiosi; uno nel presbiterio appartenente alla famiglia Balducci; altri di proprietà rispettivamente della famiglia Diotallevi ed Angelini; le ultime due sepolture erano riservate "a li fratelli e sorelle ascritti alla Società di Divozione sotto il titolo della Madonna della Cintura".
Descrizione
la chiesa si erge sul corso principale del paese di San Costanzo, inserita tra basse costruzioni a due piani. Dal lato destro si entra in un lungo corridoio che porta al chiostro del convento e alla sacrestia. La facciata è tutta in laterizio faccia a vista, fatta eccezione per il portale in pietra arenaria con frontone spezzato. Un'alta trabeazione con fregio a triglifi divide il fronte in due registri: quello inferiore ha il portale compreso all'interno di un ordine di quattro lesene con capitello tuscanico; quello superiore è caratterizzato dall'uso misto di due tipi di laterizio di diverso colore e presenta una finestra centinata. Questa è inserita in una mostra architettonica in rilievo costituita da un doppio ordine di lesene su alto piedistallo che sorreggono una cornice modanata; il tutto è coronato da un frontone triangolare con un piccolo oculo al centro del timpano. L'interno è a navata unica, coperta da volta a botte con lunette finestrate. L'elegante apparato decorativo, di gusto neoclassico, è ritmato da alte lesene d'ordine composito, con trabeazione dentellata che si interrompe solo in corrispondenza dell'organo, in controfacciata. Questa è dominata dal complesso dato dalla cantoria, con andamento mistilineo, dalla bussola e dalla mostra d'organo. Su ciascun lato delle pareti laterali, tra le lesene, si inseriscono due arcate ridotte a tutto sesto che ospitano quattro altari uguali, riccamente ornati, con frontone triangolare e preziose tele ispirate dalle devozioni care agli Agostiniani. Al profondo presbiterio ci introduce un grandioso arco trionfale e la bella balaustra in marmo con andamento mistilineo. E' coperto con volta a crociera e in fondo con catino absidale; lo arricchisce in particolare la presenza sul fondo del coro ligneo e, verso il centro, del vecchio altare in marmi policromi, su pedana a due gradini, di fronte al quale è stata collocata una moderna mensa in legno secondo le disposizioni della recente riforma conciliare. In alto, sette grandi finestroni garantiscono l'illuminazione naturale della chiesa.
Elementi decorativi
nella chiesa si trovano cinque altari adorni di stucchi di buona fattura. Di particolare interesse anche le tele, tutte ispirate dalle devozioni care agli Agostiniani: il Crocifisso, la Madonna, Sant'Agostino e San Nicola. L'altare maggiore, in marmo, è sovrastato da un grande quadro ovale con cornice dorata raffigurante la Consegna delle chiavi a San Pietro Apostolo; posteriormente c’è un coro in abete verniciato color noce. Alle pareti laterali del presbiterio si possono ammirare due grandi tele realizzate nel 1787 dal pittore Giuseppe Ceccarini: un Miracolo di San Nicola da Tolentino, quella di destra, la Tomba di Sant'Agostino, quella di sinistra. Entrando in chiesa, a sinistra è collocata una Crocifissione, realizzata da Giuseppe Ceccarini nel 1785; sotto lo stesso altare, all'interno di un'urna, è posto un simulacro in legno del Cristo Morto realizzato nel 1826, in Ancona, da Filippo Reali allievo del Canova. Nel secondo altare è incorniciata da gradevoli stucchi la Madonna della Cintura, commissionata molto probabilmente dall'omonima Confraternita particolarmente operante in questa chiesa insieme a quella della Buona Morte. A destra nel primo altare si conserva una Madonna del Carmine; nel secondo una tela di uguali dimensioni (restaurata da Giuseppe Ceccarini) che rappresenta San Nicola da Tolentino. Alle pareti sono poi appesi quattordici piccole stampe, con cornice in legno, a ricordo della Via Crucis. Nella chiesa si può ammirare anche una statua del Cristo Risorto del 1871, opera di Gaetano Vitene di Faenza.
Cantoria
nella cantoria fa bella mostra di sé un pregevole organo di Gaetano Callido (1785), con cassone di legno dipinto di bianco.
Struttura
la chiesa ha struttura in mattoni faccia a vista e tetto a capanna.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
il presbiterio è dominato dalla presenza del vecchio altare in marmi policromi, su pedana a due gradini, di fronte al quale è stata collocata una moderna mensa in legno secondo le disposizioni della recente riforma conciliare. Ben visibili allo sguardo dei fedeli sono il Crocifisso e il tabernacolo del Ss. Sacramento, collocati in posizione centrale sull'altare maggiore.