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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
adeguamento liturgico
San Benedetto Po
Mantova
chiesa
parrocchiale
S. Benedetto abate
Parrocchia di S. Benedetto Abate
Fondazioni; Struttura; Pianta; Interno; Volte e soffittature; Coperture; Serramenti e infissi; Pavimenti e pavimentazioni; Sistemi di allontanamento acque meteoriche
altare - aggiunta arredo (1980); sede - aggiunta arredo (1980); ambone - aggiunta arredo (1980)
1100 - 1100(preesistenze chiesa); 1540 - 1546(ristrutturazione chiesa); 1700 - 1750(ampliamento chiesa); 2013 - 2014(restauro post-sisma chiesa)
Chiesa di San Benedetto Abate
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Benedetto Abate <San Benedetto Po>
Altre denominazioni Chiesa di S. Benedetto abate
S. Benedetto abate
Autore (ruolo)
Giulio Romano (Progetto)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze mantovane (costruzione chiesa)
maestranze mantovane (ricostruzione chiesa)
impresa edile reggiana (restauro-post sisma)
Notizie Storiche

1100  (preesistenze chiesa)

La chiesa attuale sorge ed ingloba, nella sua architettura, la precedente chiesa romanico-gotica legata alla storia del monastero fondato dai Canossa.

1540 - 1546 (ristrutturazione chiesa)

Giulio Romano restaurò la chiesa benedettina romanico-gotica di Polirone fra il 1540 e 1546, su invito dell'abate Gregorio Cortese, famoso umanista e "riformatore" cattolico. L'intervento ispirato alle fabbriche romane di Bramante e di Raffaello è un esempio molto importante di "travestimento" all'antica di un tempio medioevale. Giulio Romano adottò soluzioni originali per adattare l'antica architettura all'estetica del classicismo manierista.

1700 - 1750 (ampliamento chiesa)

Nel Settecento viene realizzata la loggia in facciata a copertura dell'originale aspetto esterno della basilica. Inoltre vengono aggiunte decorazioni all'interno che si integrano con le altre testimonianze del passato.

2013 - 2014 (restauro post-sisma chiesa)

La basilica del complesso di San Benedetto in Polirone ha riaperto domenica 19 ottobre del 2014. La chiusura e il conseguente approfondito intervento di riqualificazione sono avvenuti a seguito del forte terremoto che ha colpito l’area nel maggio 2012. Gli interni sono stati oggetto di intervento sugli apparati decorativi, che ha comportato oltre al miglioramento antisismico anche la pulitura di affreschi, decorazioni e dorature, queste ultime eseguite ai tempi di Romano da Anselmo Guazzi.
Descrizione

L'Abbazia di Polirone è costituita da numerosi edifici che in origine erano destinati alle diverse attività svolte dai monaci. Il nucleo centrale si articola attorno ai chiostri dei Secolari e di S. Simeone. La configurazione planimetrica è irregolare, poichè molti spazi sono stati annessi nel corso dei secoli. In posizione mediana rispetto ai due chiostri vi è la chiesa, con la sacrestia e la chiesetta di S. Maria. A questa prima parte si aggiungono altri corpi di fabbrica autonomi quali il convento delle Canossiane, due fabbricati destinati a residenza, il Refettorio e la casa parrocchiale. La chiesa rispecchia l’architettura fondamentale che disegnò Giulio Romano, nel suo intervento di restauro a metà '500 e che rappresenta il compendio dei momenti salienti della storia e della civiltà polironiana. Tra il 1540 e il 1545 egli restaurò, senza demolire le vecchie strutture romaniche e gotiche, adottando soluzioni originali per far convivere diversi stili architettonici creando un interno raffinato ed omogeneo. La facciata che riprendeva il loggiato di Villa Madama è stata alterata dalla sovrapposizione di una loggia eretta nella prima metà del Settecento. L’interno, grandioso ed armonico, è ricchissimo di decorazioni sulle volte delle tre navate e delle dieci cappelle.
Fondazioni
Le fondazioni sono presumibilmente in mattoni pieni di laterizio poste in corrispondenza delle strutture portanti in elevazione.
Struttura
Le murature e le strutture portanti sono costituite da mattoni pieni di laterizio legati con malta di calce idraulica naturale. Sono presenti colonne monolitiche in pietra bianca.
Pianta
La chiesa del complesso benedettino è caratterizzata da una pianta basilicale a tre navate terminante con un deambulatorio sviluppato attorno al coro. La navata centrale è la più alta, mentre quelle laterali sono più basse; su quest'ultime si affacciano cinque cappelle su ogni lato.
Interno
L’interno, grandioso ed armonico, ricchissimo di decorazioni sulle volte delle tre navate e delle dieci cappelle. Dietro all’altare monumentale è collocato un superbo coro ligneo intagliato dal bresciano Vincenzo Rovetta nell’anno 1550, mentre dal transetto si accede alla ricchissima sacrestia, realizzata con solenne eleganza da Giulio Romano, che ne disegnò anche gli arredi lignei, collocati tra il 1561 ed il 1563 ed intagliati da Giovanni Maria Piantavigna. Opere d’arte ed arredi liturgici (tra i quali un candelabro donato all’abbazia da Matilde di Canossa e alcuni dei codici miniati prodotti dallo scriptorium di Polirone, uno dei più importanti in Europa) impreziosiscono il Patrimonio del Museo della Basilica. Giulio Romano è riuscito a far coesistere le preesistenze con le innovazioni della sua architettura. L'architetto ha risolto l'ampiezza irregolare delle campate mediante una correzione ottica ottenuta con una serie di tre serliane, appena variate nelle misure, che scandiscono ai lati la navata maggiore fino al punto di innesto dell'area riservata ai monaci; la trabeazione a risalti, che poggia su paraste di ordine corinzio, poste a inquadrare le serliane, rende perfetta la percezione dell'insieme. Motivi a fresco e stucco sono utilizzati da Giulio Romano per rinnovare il volto dell'antico deambulatorio romanico, insieme all'idea delle profonde nicchie affrontate, esterne e interne, che citano, nelle solenni proporzioni, le absidi della raffaellesca loggia di Villa Madama a Roma. Giulio Romano per il fianco destro della chiesa sceglie una soluzione radicalmente diversa. Non corregge, ma sottolinea deliberatamente le irregolarità, e decide di dar loro il massimo risalto. Utilizza, come già aveva fatto nel portico, un motivo che era di Bramante, nel cortile superiore del Belvedere: gli archi inquadrati da coppie di lesene profilate dalla trabeazione, la cosiddetta 'travata ritmica'. Giulio mantiene costante solo il modulo maggiore, e varia, invece, gli spazi tra le lesene d'ordine corinzio, volta a volta dilatati o contratti. Così, l'ampiezza diversa delle cappelle si riflette esattamente nelle diverse dimensioni del modulo minore.
Volte e soffittature
Le volte a crociera ad arco acuto e il tiburio ottagonale Giulio Romano li conserva intatti: solo, li riveste con una sottile trama geometrica di decorazioni a fresco e a stucco, con motivi di grottesche, all'antica, affidati, per l'esecuzione, allo specialista Anselmo Guazzi, che già aveva collaborato con Giulio all'epoca dei lavori per palazzo Te. La cupola ospita le immagini a fresco di coloro che in vita hanno goduto di visioni divine e per questo collocati nel punto più alto della basilica.
Coperture
La copertura ha presumibilmente una struttura primaria e secondaria in legno con soprastante adeguata impermeabilizzazione e manto in coppi di laterizio.
Serramenti e infissi
Le finestre circolari che illuminano le navate hanno telai in ferro con specchiature in vetro.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è costituito da piastre quadrate, posate in diagonale, in marmo rosa e bianco.
Sistemi di allontanamento acque meteoriche
Le acqie meteoriche sono convogliate in canali di gronda, converse e pluviali in rame.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1980)
Un altare celebrativo in forma di tavolo in legno, con piedritti scolpiti e parzialmente dorati, è stato posizionato davanti a quello originario per permettere la celebrazione rivolta verso l'assemblea di fedeli. Tale altare si trova nella zona presbiterale sul retro delle balaustre ancora presenti.
sede - aggiunta arredo (1980)
La sede è realizzata adattando una delle due alte panche collocate a ridosso delle pareti del presbiterio, quella di destra.
ambone - aggiunta arredo (1980)
L'ambone è costituito da un assemblaggio di arredi lignei (candelieri, basi sagomate, parti di tronetti) collocato a ridosso della balaustra di sinistra.
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