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adeguamento liturgico
Imola
Imola
chiesa
sussidiaria
B.V. della Coraglia
Parrocchia di Santo Spirito
Facciata; Pianta; Soffitto
presbiterio - intervento strutturale (1966)
1819 - 1821(costruzione santuario); 1961 - 1961(rifacimento santuario); 2012 - 2012(restauro santuario)
Santuario della Beata Vergine della Coraglia
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Santuario della Beata Vergine della Coraglia <Imola>
Altre denominazioni B.V. della Coraglia
Ambito culturale (ruolo)
maestranze imolesi (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1819 - 1821 (costruzione santuario)

la posa della prima pietra risale al 1819, ma l'edificio viene terminato solo due anni più tardi, su iniziativa dell'antica e nobile famiglia imolese Del Carretto Mancurti.

1961  (rifacimento santuario)

la seconda guerra mondiale causa la distruzione totale dell'edificio, ricostruito alcuni anni più tardi e interamente affrescato da Dal Re.

2012  (restauro santuario)

nel perimetro dell'edificio è stato fatto un marciapiede di contenimento per l'umidità, sono stati stuccati i muri e messa la guaina al tetto. All'interno è stato rifatto il pavimento sopra quello esistente, sono state imbiancate le pareti, le porte e le finestre e sono stati ripresi alcuni affreschi nelle parti più deteriorate.
Descrizione

a circa 200 metri dalla chiesa di Santo Spirito, in via Chiesa Coraglia, sorge il santuario dedicato alla omonima Madonna, il più piccolo tra quelli della diocesi di Imola. E' stato eretto grazie all'iniziativa della nobile famiglia Del Carretto Mancurti nel 1819, al fine di contenere un'immagine in terracotta raffigurante la Madonna col bambino, rinvenuta in tre pezzi dall'ortolano Bernardo Sabbatani nel 1784. La sagoma è stata ricomposta e appesa a un oppio e successivamente ad una quercia: da questo momento il culto della Madonna ha avuto una forte crescita, tanto che si è deciso di rendere annuale la traslazione alla chiesa di Santo Spirito in occasione della Pentecoste, luogo in cui l'immagine verrà collocata per un certo lasso di tempo in seguito ad atti di vandalismo. Il santuario viene totalmente distrutto in seguito alla seconda guerra mondiale, per poi essere ricostruito nel 1961 e subire interventi di restauro 50 anni dopo il suo rifacimento: l'edificio attuale è stato dotato di marciapiede lungo tutto il perimetro, sia come zona di rispetto della chiesa stessa, sia per il contenimento dell'umidità. Inoltre è stata inserita una guaina sul tetto, sono stati stuccati tutti i muri ed è stato dato dell'impregnante su quelli esterni contro le infiltrazioni d'acqua. L'interno si presenta interamente intonacato, con pavimentazione in cotto, che è stata rifatta su quella sottostante; è stato spostato l'altare, mantenendo intatta l'area sulla quale è stato appoggiato, recuperando spazio per il celebrante, alle cui spalle è stata valorizzata la nicchia già esistente. L'edificio è inoltre dotato di due croci, successivamente illuminate durante i lavori di restauro.
Facciata
in pietra a faccia vista, è scandita da due paraste disposte simmetricamente ai lati che sorreggono un timpano di forma triangolare. Il portale rettangolare di fattura lignea, è sovrastato da una finestra semicircolare da cui filtra la luce all'interno.
Pianta
rettangolare, con una sola navata.
Soffitto
si caratterizza per una volta a botte ed è interamente decorato con disegni geometrici scanditi con un ritmo ben preciso.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1966)
l'altare, in marmo e arenaria, viene rivolto verso l'assemblea dei fedeli al momento della riedificazione della chiesa.
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