si sa che la parrocchia esisteva già nel XV secolo e la chiesa, eretta in onore di San Cristoforo, nei primi tempi era più comunemente ricordata come de Limitealto o de Limidalto.
1574 (restauro chiesa)
essendo fatiscente, vengono ordinati lavori di restauro e nell'occasione viene collocata l'immagine del titolare sulla facciata.
1695 (rifacimento facciata)
viene rifatta in un primo momento sul finire del XVII secolo e poi successivamente in concomitanza con un intervento generale sulla chiesa.
1799 (costruzione chiesa)
in seguito al terremoto del 1781 che l'ha resa collabente, si procede con una nuova edificazione.
1950-60 (rifacimento chiesa)
essendo stata distrutta durante la seconda guerra mondiale, viene ricostruita secondo le sue forme attuali.
Descrizione
la chiesa di Borello, intitolata a San Cristoforo, sorge lungo la via Rio Sanguinario. Borello è una piccola località appena indicata dalla presenza dell'edificio religioso e da un conglomerato di case nelle vicinanze, ma ritrovamenti di selci lavorate e ceramiche testimoniano la sua esistenza anche in tempi preistorici. E' ricordata come fondo nei secoli XIII-XIV, poi come villa, per diventare infine comune rurale dipendente da Castel Bolognese nei secoli successivi. Della chiesa non si hanno molte notizie: si può affermare che la parrocchia esistesse già nel XV secolo e che il tempio inizialmente fosse ricordato come de Limitealto o de Limidalto. Negli anni 1564, 1571 e 1574 era già fatiscente e per questo motivo era stata sottoposta a interventi di restauro in occasione dei quali è stata collocata sulla facciata l'immagine in maiolica a bassorilievo del santo titolare. L'antico edificio misurava circa 12 metri in lunghezza, era a travi e pavimentato in mattoni; la facciata era stata rifatta nel 1695 e poi nel 1767 e 1772. In seguito al terremoto del 1781, che l'ha resa collebente, la chiesa è stata innalzata nuovamente nel 1799: si presentava a volta, con tre altari e misurava 15x5 metri; sopra l'altare maggiore si poteva ammirare un quadro raffigurante l'Addolorata con il Redentore, di autore ignoto, mentre i due altari laterali erano dedicati a San Cristoforo e a Sant'Antonio da Padova. Già a quell'epoca la struttura non aveva più il portico antistante; tuttavia anche questa chiesa è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale e perciò è stata ricostruita nel dopoguerra secondo le sue forme attuali: esternamente si presenta in mattoni a vista, con strette finestre di forma rettangolare collocate lungo il perimetro, che conferiscono luminosità all'ambiente interno e con il campanile integrato nella struttura stessa dell'edificio. Internamente le pareti sono tinteggiate di bianco e azzurro, abbellite con formelle di carattere sacro e il presbiterio, a pianta rettangolare, con altare in pietra stuccato in marmo, appare rialzato di un gradino rispetto al piano dei fedeli. Anche la parete ad esso retrostante è dipinta di un azzurro tenue e adornata con un dipinto raffigurante Gesù Cristo in pietà. Vi è poi il tabernacolo in legno marmorizzato appartenente alla bottega romagnola, risalente alla prima metà del XX secolo, e delle statue in gesso dipinto o cartapesta dipinta, di bottega faentina, raffiguranti alcuni santi.
Facciata
in mattoni a vista e con volto a capanna, si contraddistingue per una trabeazione realizzata con mattoni disposti a intervalli regolari. Il portale in legno è sormontato da una struttura semicircolare al di sopra della quale vi sono tre finestre strette e allungate.
Pianta
rettangolare, con una sola navata.
Pavimenti e pavimentazioni
di fattura marmorea.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (anni 50-60 del 1900)
l'altare in pietra ricoperto in marmo, viene orientato verso l'assemblea dei fedeli nel momento in cui la chiesa viene ricostruita.