chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Cagli Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola chiesa sussidiaria San Bartolomeo Parrocchia di Santa Maria Assunta Struttura; Illuminazione; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Campanile nessuno 1380 - 1380(costruzione intero bene); 1580 - 1629(rifacimento intero bene); XVIII - XVIII(rifacimento intero bene); 1962 - 1962(restauro copertura)
Chiesa di San Bartolomeo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Bartolomeo <Cagli>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
Notizie Storiche
1380 (costruzione intero bene)
la chiesa di San Bartolomeo fu eretta intorno al 1380.
1580 - 1629 (rifacimento intero bene)
tra il XVI e il XVII secolo la Confraternita di San Bartolomeo, a cui la chiesa era stata concessa nel 1454 dai frati del vicino convento di Sant'Agostino, mise mano a un intervento di ristrutturazione che interessò la porta, il campanile e la volumetria: l'edificio, infatti, fu alzato e allungato. Nel 1632 l'intagliatore Benedetto Ginestra da Fossombrone innalzava l'altare maggiore senza occultare il preesistente soffitto ligneo. Così lo spazio dell'antica chiesa medievale, impreziosito dal soffitto del XVI secolo, divenne a seguito dell'erezione dell'altare maggiore, una sorta di coro della nuova chiesa, ove collocare l'organo costruito nel 1668 da Pierfrancesco Capelletti di Città di Castello.
XVIII (rifacimento intero bene)
le tracce di antiche bucature, esternamente alla parete destra, raccontano le vicende costruttive della chiesa, fatte di modifiche e ampliamenti proseguiti fino al XVIII secolo.
1962 (restauro copertura)
la struttura del tetto fu restaurata nel 1962 da parte del Genio Civile di Pesaro.
Descrizione
la chiesa si inserisce nel tessuto urbano antico col fianco sinistro addossato all'ex canonica che oggi ospita i locali parrocchiali. L'edificio ha struttura portante in muratura mista di pietra e mattoni, intonacata sia internamente che esternamente; ha pianta rettangolare e tetto a capanna. Sulla parete destra sono visibili tracce murarie di antichi vani tamponati nei secoli. La facciata è dominata dal portale centinato con ampia cornice lapidea modanata che si affaccia sul piccolo sagrato parzialmente pavimentato. Sopra il portale si aprono due finestre rettangolari, prive di cornice, con infissi in legno a riquadri. Il fronte principale della chiesa è coronato da un cornicione a cassettoni, sostenuto da mensole a voluta, che percorre tutti i prospetti della chiesa. Oltre il cornicione la facciata prosegue con profilo a capanna; al colmo del tetto una croce poggia su di un capitello medievale rovesciato. Una bussola in legno ad ante specchiate funge da filtro tra esterno e interno. La navata interna è caratterizzata da un ricco apparato decorativo in legno intagliato e dipinto, che cela completamente alla vista la struttura muraria e di copertura. Colonne, cornici, intagli e nicchie si susseguono a ritmo serrato culminando in fondo nella nicchia poligonale che ospita l'altare maggiore. Di forte impatto visivo è anche il trattamento cromatico del rivestimento ligneo, che sul blu cobalto di fondo staglia il giallo oro delle colonne e delle cornici; lo stesso contrasto di tinte lo ritroviamo nel controsoffitto a cassettoni. Il cassettonato ideato nel Seicento dal Ginestra, pur mantenendo lo stesso schema di base del soffitto cinquecentesco, è impreziosito da grandi fiori dorati posti al centro di formelle quadrate. Completano il suggestivo apparato ornamentale delle pareti quadri, dipinti e due altari laterali con frontoni centinati su colonne corinzie scanalate. Identiche colonne riquadrano le nicchie conchigliate e il dossale dell'altare maggiore. Lateralmente all'altare due porte conducono alla retrostante sacrestia.
Struttura
la chiesa ha struttura portante in muratura mista di pietra e mattoni, intonacata sia internamente che esternamente. Il tetto è sostenuto da capriate in legno.
Illuminazione
l'illuminazione naturale proviene dalle finestre della facciata principale e da due piccole aperture quadrangolari aperte sopra il rivestimento ligneo del fianco destro.
Elementi decorativi
lungo la navata, sia a destra che a sinistra, possiamo osservare quattro dipinti donati da Antonia Gucci nel 1669 e realizzati dal vicentino Pasqualino Rossi. La tela di destra raffigura San Bartolomeo che risana la figlia di Polimno cui fanno seguito altre scene: San Bartolomeo converte Polimno, il Battesimo di Polimno, il Martirio di San Bartolomeo. Le statue di San Pietro, San Giacomo minore, San Paolo, Sant'Andrea e San Filippo vennero eseguite nel 1690 dallo scultore tedesco Francesco Enghiarez, mentre San Matteo e San Tommaso furono eseguite da mastro Pietro Ubaldelli nel 1722. Di una certa qualità appare la statua di San Giacomo maggiore, presumibilmente scolpita da un artista romano e databile alla prima metà del Settecento. Nell'altare laterale sinistro è stato collocato un Crocifisso di legno a grandezza naturale donato dalla confraternita nel 1621. L'altare laterale destro fu eretto nel 1633 da Giovanni Antonio Salucci e ospita la tela seicentesca di un allievo del Barocci raffigurante l'Annunciazione.
Elementi decorativi
nelle due nicchie conchigliate dell'altare maggiore sono le statue lignee di San Giovanni evangelista e San Bartolomeo apostolo. Allo scultore francese Giovanni Anguilla, attivo in Roma agli inizi del Seicento per gli Aldobrandini, i Borghese e i Barberini, venne commissionata la statua del santo titolare della chiesa nel 1617. La statua dell'Evangelista, con rimandi al classicismo pittorico romano-bolognese, venne spedita da Roma nel 1638. L'immagine della Madonna del Buon Consiglio veniva donata alla chiesa nel 1777. In quello stesso anno si commissionava a Marco Batazzi di Gubbio l'ornato ligneo. Lo schema dell'altare maggiore viene ripreso per la realizzazione degli apparati lignei laterali commissionati a mastro Bonifacio Tornari nel 1672. I quattro dipinti, affiancati dalle nicchie con le statue degli apostoli, furono donati da Antonia Gucci nel 1699, e vanno ricondotti alla mano di Pasqualino Rossi nato a Vicenza nel 1641.
Campanile
la cella campanaria in mattoni a vista ha pianta a elle e due fornici ogivali.