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Jesi
Jesi
chiesa
sussidiaria
S. Savino
Parrocchia di San Giuseppe
Ambiente interno
nessuno
X - 1222(preesistenze intorno ); XIII - XIII(ricostruzione intero bene); 1554 - 1554(ristrutturazione cappella); XVII - XVIII(costruzione intero bene); 2007 - 2007(ipotesi progettuale intero bene)
Chiesa di San Savino
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Savino <Jesi>
Altre denominazioni S. Savino
Autore (ruolo)
Bracci, Athos (ipotesi progettuale di riutilizzo)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
Notizie Storiche

X - 1222 (preesistenze intorno )

E’ difficile precisare l’origine storica di questa chiesa; l'area in cui sorge è infatti di grande importanza archeologica. Qui, oltre a molti resti di epoca imperiale romana, sono state trovate, nella necropoli costeggiante l’antica strada “Flambengna”, le lucerne cristiane del IV-V secolo che sono la più antica testimonianza del Cristianesimo a Jesi. La chiesa attuale si ricollega per il titolo all'antica chiesa abbaziale di San Savino, i cui resti grandiosi sono stati riportati alla luce a soli cento metri ad oriente dalla chiesa attuale. La prima memoria storica dell’abbazia risale al 1222, ma verosimilmente la sua origine è anteriore al Mille; comprendeva ben 75 ettari di terra ed ebbe vita fino alla metà del secolo XV.

XIII  (ricostruzione intero bene)

La ricostruzione della chiesa abbaziale, avvenuta verosimilmente nel secolo XIII, si deve all'importanza assunta tra il XII e il XIII secolo dal monastero. Di quell'edificio sono stati ritrovati i resti nel 1974.

1554  (ristrutturazione cappella)

Nonostante la sua imponenza, l’edificio doveva avere una statica difettosa se nel 1554 occorreva ripararne la cappella riservata al culto del santo titolare e se poi, nel secolo seguente, l’intero tempio crollò. I ruderi, oggi visibili, sono costituiti da basamenti dei muri perimetrali e da vasti pilastri di sezione quadrangolare, disposti in due file, da cui si deduce che il tempio era a tre navate. L'edificio aveva considerevoli dimensioni, metri 40 x 19, ed i pilastri misuravano ben due metri di lato. Le forme dovevano essere romanico-gotiche come quelle degli edifici sacri coevi.

XVII - XVIII (costruzione intero bene)

Poco distante dall’area dell’antica abbazia, prima dell’odierno edificio sacro, esisteva una edicola-cappella dedicata al Crocefisso. Graffiti significativi nel corpo stesso dell’affresco rappresentante il Cristo in croce, e alcune date ivi incise, permettono di datare quell’affresco e cappella almeno al secolo XVI. Le molte imbarcazioni ivi graffite, come galere e galeoni dell’epoca, suggeriscono l’ipotesi che si tratti di una cappella particolarmente venerata da uomini di mare o scampati a naufragio. Tra il Seicento e il Settecento la nobile famiglia jesina Baldassini faceva costruire attorno all’edicola/cappella l’attuale chiesa, di forma quadrangolare in stile neoclassico, quale custodia della cappella stessa molto venerata a Jesi.

2007  (ipotesi progettuale intero bene)

La chiesa è attualmente sede della Confraternita jesina dei Mastri Presepai che qui allestiscono ogni anno un monumentale presepe artistico, rinnovato con cadenza triennale.
Descrizione

L’edificio si presenta in forme severe e squadrate, con pareti in cotto, una semplice porta di ingresso del tutto priva di elementi decorativi e quattro nicchie costruite per ospitare delle statue. La facciata è suddivisa in due parti da un marcato cornicione e termina, dopo un secondo cornicione, con un timpano triangolare. In corrispondenza del portone di ingresso, nella parte superiore, sono presenti tre finestre.
Ambiente interno
L’interno è un unico ambiente coperto con capriate. In origine presentava pareti affrescate, di cui però restano confuse tracce con disegni di navi e galeoni; è probabile che questi disegni si riferiscano alla battaglia di Lepanto del 1571, alla quale parteciparono un centinaio di uomini della Vallesina. Vi è ancora collocato all’interno, su una parete muraria posta tra la navata e il presbiterio, l’affresco del Crocefisso molto deteriorato e quasi del tutto illeggibile.
Adeguamento liturgico

nessuno
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