Notizie Storiche |
XIV - XV (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"i riferimenti storici relativi alla cappella di Santa Cristina risalgono al sec. XIV: nel '400 il luogo fu romitaggio del Beato Aimone Tapparelli di Lagnasco, dell'ordine dei Domenicani, ed a lui si attribuisce la costruzione della torre che si leva, poco distante, sulle rovine di un pilone dedicato alla Santa. Su un lato della torre si può ancora scorgere, sia pur con qualche difficoltà, lo stemma della famiglia Tapparelli" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
XV - XVI (proprietà del bene carattere generale)
"la cappella rimase per lungo tempo proprietà dei Padri Domenicani di Saluzzo, loro riconosciuta dai marchesi Ludovico II (1492- 1504) e da Francesco (1529- 1537)" (Baldi, 1988, p. 83)
1430 - 1440 (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"l’oratorio o cappella di Santa Cristina, eretta sui monti di Verzuolo in prossimità con il comune di Pagno, si crede fondata dal Beato Aimone Taparelli dei Signori di Lagnasco dell’Ordine dei Predicatori, nei primi anni del Sec. XV, cioè tra il 1430 e il 1440. Molto prima però già esisteva su quei monti un pilone su cui vedevasi dipinta l’immagine di Santa Cristina. Sopra questo pilone, il quale servì in parte di base, venne innalzata una ruvida torre sulla quale vedevasi dipinto lo stemma della famiglia Tapparelli (…)" (Muletti, tomo V, p. 122)
1450 (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"di qualche anno dopo (1450 circa), è attribuita la fondazione della cappella di S. Cristina al Beato Aimone Tapparelli dei Conti di Lagnasco" (Baldi, 1988, p. 83)
1500 (costruzione cappella ed edificio retrostante intero bene)
"i marchesi di Saluzzo, che possedevano lo juspatronato della cappella e delle proprietà di Santa Cristina, ne concessero l'uso fin dai primi decenni del 1500 ai frati domenicani del convento di San Giovanni di Saluzzo, che edificarono la chiesa e gli edifici annessi che attualmente vediamo" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
1666 - 1682 (esistenza cappella intero bene)
Il fossanese Giovenale Boetto esegue un'incisione del paese di Verzuolo dove è presente la cappella di Santa Cristina e la torre. Alla nota 11 dell'incisione di legge la dicitura "Sacellum Sancta Christina" (da Verzolium oppidum, da Theatrum Sabaudiae, 1666 (ristampa del 1682), volume II, n.d.c.)
1798 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"i padri domenicani officiarono la Cappella e amministrarono le tenute annesse fino alla soppressione ordinata dal governo francese sul finire del XVIII secolo. Un documento del 13 Ottobre 1798, infatti, dichiara che, in seguito al Regio Decreto, i Domenicani sotto il titolo di San Giovanni di Saluzzo consegnano Santa Cristina. I fabbricati ceduti sono: casa, corte, Chiesa, e undici giornate di campi- prati e 17 di bosco. Il complesso passa così in mano a compratori privati ed in seguito la gestione è affidata alla Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo" (Anello, 2012, p. 25)
XIX (decorazione ed ampliamento intero bene)
"parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo, la quale, alla metà del 1800, fece decorare la cappella, erigere il campanile e costruire l'attuale porticato" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
1869 (descrizione dello stato dei luoghi intero bene)
"la chiesa stata dipinta nel 1850, merita piuttosto il nome di stalla che di chiesa: è coperta da assi e pavimentata in pietra. Vi è una specie di altare. L'icona col dipinto di S. Cristina è in tela lacera. La sacrestia vuota è dietro l'altare. Annessa vi è una casa antica, affatto aperta con quattro camere chiusa da cortile in forma di chiostro. A ridosso della chiesa verso oriente, sotto un arco, c'è uno spoglio altare che si adorna nella festa di Santa Cristina V.M. la prima domenica di settembre vi accorrono in molti. Staccato dalla chiesa è il campanile, edificato nel 1853, senza la campana che si conserva in una casa distante mezzo miglio dalla chiesa circa..." (Vescovo di Saluzzo Mons. Gastaldi, 12/06/1869)
1869 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"il 17 Novembre 1869 un atto tra Pilotti e Rinaudo Giovan Battista sancisce la vendita di alcuni stabili attigui alla cappella (stalla, cucina e corti) e si dichiarano specifiche condizioni di vendita. Ogni edificio del complesso è qui specificamente indicato su uno schizzo" (Anello, 2012, p. 27)
1924 (lavori di riparazione copertura)
"nel 1924 viene riparato il tetto pericolante del fabbricato, ma altri lavori di adeguamento statico vennero fatti man mano che i mezzi economici lo consentivano" (Anello, 2012, p. 29)
1931 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"il 20 Settembre 1931 la parrocchia acquista dal signor Villa Felice la parte di casa che rimaneva ancora di sua proprietà. La vendita riguarda: sei fabbricati rurali, una scala in comune, un appezzamento di bosco ceduo ed un fabbricato urbano. È, però, esclusa la vendita dell’acqua potabile nei fabbricati venduti. Il signor Villa, inoltre, permette la piantumazione di nuovi alberi d’alto fusto, nonostante non siano a debita distanza. Nove giorni dopo, l’Ufficio del Catasto antico del Comune di Verzuolo notifica le proprietà del Santuario e ne elenca gli elementi: camera, porticato, campanile, piazzale, cappella, casa e giardino" (Anello, 2012, p. 29)
1932 (stato di conservazione carattere generale)
"nel 1932, a seguito del ricevimento delle richieste di pagamento delle imposte comunali per quell’anno, Don Giusiano, succeduto a Pilotti, dichiara la decadenza del sito . In Aprile il Comune decide, dunque, di accettare il ricorso del sacerdote, abbassando l’imponibile a lire mille, rispetto alle 1650 previste. (...) l’alloggio appartenente alla Cappella, costituito da cantina, cucina, cinque camere ed orto, è abitato dal custode e quattro di queste camere sono definite in condizioni “meschine”. Le tenute del Santuario presentano solo due camere in buono stato (...) Solo metà del tetto, inoltre si dichiara, è stato riparato e l’altra metà necessita di una sistemazione. La volta a nord, che sostiene il maggior numero di camere, per difetto di fabbricazione e materiale, non può reggere il peso e il tutto deve essere abbattuto e rifatto a nuovo (Anello, 2012, p. 30)
1950 (lavori di riparazione cupola del campanile e tetto)
"nel 1950, in seguito ai danni bellici, si procedette alla riparazione della cupola del campanile e di una porzione di tetto. I lavori vennero svolti dal capomastro Enrico Torre di Manta e dei lattonieri Pietro Delleoni di Verzuolo e Pietro Delgrosso di Saluzzo. Le spese effettive per la realizzazione di questi interventi superarono le stime previste ed ammontarono a 526.350 lire" (Anello, 2012, p. 30)
1953 - 1960 (lavori di riparazione intero bene)
"altri danni da riparare vennero riscontrati da Don Giusiano, che nel 1953 fa domanda per la riparazione di: cancello del portico, porta d’entrata, banchi, pulpito e sacrestia, porte di sacrestia e campanile, cella campanaria e campana, solaio sovrastante, tegole, grondaie di campanile e chiesa. Sette anni dopo la Curia darà l’approvazione per la riparazione dei danni di guerra. L’esecuzione dei lavori di riparazione è a cura dell’amministrazione dei lavori pubblici, a norma dell’articolo 4 dei D.L.P. 4-8-27, 1946N 35 ed ammonta a 1.200.000 lire" (Anello, 2012, p. 30)
1975 (tinteggiatura e decorazione interni)
"nel 1975 si realizzano interventi di tinteggiatura e decorazione all’interno della Chiesa, per un totale di lire 487.950. In questo caso venne impiegata manodopera per: montaggio e smontaggio del ponteggio, raschiatura e stuccatura dei muri, preparazione delle tinte, sottofondo per l’umidità, tinteggiatura, verniciatura a smalto di porte, finestre, ed inferriate, imbiancatura a calce, ritocchi in finto marmo nel cornicione, filettature delle lesene e pannelli" (Anello, 2012, p. 31)
1979 - 1982 (furti di arredo carattere generale)
"serie di furti di oggetti della cappella negli anni compresi tra il 1979 e il 1982 e denunciati da Don Chiaffredo Pansa, succeduto a Giusiano. Il sacerdote denuncia la scomparsa di: un caminetto artistico in marmo pregiato, quattro tavolini del Settecento, trenta quadri ex-voto ed alcuni candelieri. In seguito verranno sottratti anche quattro banchi di legno noce" (Anello, 2012, p. 31)
1983 (intervento di restauro non compiuto intero bene)
"il 24 Marzo 1983 il Gruppo A.N.A. di Verzuolo e Saluzzo propone di farsi carico del restauro degli edifici annessi a Santa Cristina, in cambio dell’uso dei locali per un equo numero di anni. L’Associazione Alpini, considerando il valore turistico della località e, ancora più, il valore affettivo che risiede nei cittadini di Verzuolo e molti altri paesi, provvederebbe ad un restauro accordato con la Parrocchia, dietro approvazione della Curia vescovile. La Parrocchia gestirebbe direttamente e liberamente, come sempre, il Santuario, ma darebbe libero accesso ai locali attigui all’associazione. A questa lettera non segue risposta documentata, ma è noto che la proposta non venne mai accettata" (Anello, 2012, p.32)
1985 (demolizione non compiuta intero bene)
"nell’85 il degrado fisico degli apparati del Santuario è visibile e l’emergenza è talmente alta da far richiedere da Don Chiaffredo Pansa l’approvazione a demolire parte del fabbricato ad ovest del Santuario (…) A Dicembre dello stesso anno l’ufficio amministrativo della Curia vescovile scrive che non ha nulla in contrario all’abbattimento del fabbricato ovest, ma che essendo di proprietà del Beneficio pastorale ne si deve richiedere l’autorizzazione (...) Senza dubbio l’intervento non fu mai eseguito, in quanto oggi versa in condizioni di forte degrado fisico e il fabbricato ovest è ancora presente seppur vicino al collasso" (Anello, 2012, p.32- 33)
2016 (messa in sicurezza casa colonica)
"le opere in progetto hanno come primo obiettivo la demolizione del fabbricato accessorio posto in prossimità della porzione nord di mq 26 circa (…). Puntellamento delle strutture della fabbrica, in modo da consentire lo smantellamento in sicurezza del manto di copertura. Il progetto prevede, infatti, di effettuare la rimozione manuale di tutto il manto composto di coppi (fronte sud), tegole e lastre di pietra (fronte nord), presenti sull’intero caseggiato, ad eccezione della chiesa, del portico e del campanile (...) Terminata la rimozione del manto, verrà valutata la necessità di inserire nuova travatura in legno (orditura principale e secondaria), in sostituzione di eventuali travi danneggiate (...) A seguito dell’ultimazione degli aggiustamenti murari e della verifica della corretta posa delle travi e dei listelli lignei, il progetto propone di inserire una copertura leggera in lamiera preverniciata, di colore brunito" (Anello, Relazione tecnica, 2016) |
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