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Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione
chiesa rettoria
Denominazione
Chiesa di San Giovanni Battista <Erice>
Ambito culturale (ruolo)
gotico (costruzione)
tardo rinascimento (ricostruzione)
Notizie Storiche
XV (ricostruzione intero bene)
L’edificio, già esistente nel 1436, sede della Confraternita di San Giovanni Battista, venne ricostruito a spese dei suoi Confrati, in stile gotico.
1631 (ricostruzione intero bene)
Nel 1631 il Beneficiale D. Matteo Buonfiglio lo ricostruì dalle fondamenta aumentandone le dimensioni.
1672 (completamento ricostruzione intero bene)
I beneficiali fratelli Giacomo e Bartolo Amico ne portarono a compimento la ricostruzione nel 1672.
1691 (costruzione campanile)
Nel 1691 fu innalzato il campanile, ma rimase incompiuto.
1798 (decorazione intero bene)
Nel 1798 il Beneficiale D. Giuseppe Floreno condusse a termine i lavori della chiesa e l’abbellì con decorazioni a stucco.
XX (decorazione intero bene)
Con i lavori di restauro degli anni ’70 del secolo scorso gli abbellimenti e le decorazioni furono completamente rimossi (insieme a tutto il corredo liturgico, agli altari, alle lapidi sepolcrali ecc...).
2018 - 2021 (restauro intero bene)
Consolidamento e restauro copertura; Consolidamento e restauro facciate; Consolidamento e restauro interni; Consolidamento e restauro sostituzione pavimentazione interna; Consolidamento e restauro sostituizione lattonerie; Impianti adeguamento impianto elettrico
Descrizione
Parecchi storici ericini fanno risalire l’origine della Chiesa di San Giovanni Battista fino ai tempi dell’Imperatore Costantino. La Chiesa apparteneva all'eponima congregazione, una delle tre che raggruppavano i nobili ericini. A prescindere da altre considerazioni è certo che la chiesa, cadente all'inizio del secolo XV, fu, tra il 1430 e il 1436, ricostruita a spese dei suoi Confrati, anzitutto di Perrone Provenzano e Antonio Pilato, che per tale restauro ne ottennero, il 23 giugno dello stesso anno, il giuspatronato da Giovanni IV La Rosa, Vescovo di Mazara.
Angusta e di stile gotico, nel 1631 il Beneficiale D. Matteo Buonfiglio cominciò a rinnovarla fin dalle fondamenta in più grandi dimensioni. L'opera fu continuata dai fratelli Beneficiali Giacomo e Bartolo Amico fino al 1672. Finalmente nel 1798 il Beneficiale D. Giuseppe Floreno condusse a termine l'opera e abbellì l'interno con stucchi. Il Campanile fu innalzato nel 1691, ma rimase incompiuto, le tre campane si debbono al Beneficiale D. Giacomo Amico.
Impianto strutturale
La chiesa è ad unica navata a croce latina, sormontata da una maestosa cupola mammelliforme.
Le murature sono realizzate da pietrame nelle cui sommità sono visibili grandi aperture.
La volta, a botte, è realizzata in segati di tufo che gravano sugli archi a tutto sesto.
Portale d'ingresso
La chiesa ha tre ingressi. Quello centrale sull'asse maggiore risale alla fine del secolo XVII ed è preceduto da una piccola scalinata. Il portale orientale, tardogotico, con decorazioni a zig-zag (o a denti di sega), è preceduto da una particolare scala a ventaglio. Il terzo ingresso, quello occidentale, è anch'esso decorato con un portale tardogotico.
abside
Nell’abside si trova la statua del titolare della chiesa, datata 1539 e realizzata da Antonino Gagini, figlio di Antonello. Il Santo indica l’Agnello (Gesù) posto su un libro chiuso: solo lui, tramite la sua immolazione, potrà aprirlo per redimere, così, il mondo. Nel piedistallo sono scolpiti il martirio del Santo, Erodiade che ne consegna alla madre la testa e il Battesimo di Gesù Cristo.
Sono custoditi nell’abside anche gli affreschi medievali provenienti dall'abside della chiesa rupestre di Santa Maria Maddalena. Con i lavori di restauro della chiesa, sono stati realizzati i nuovi luoghi liturgici.
Coperture
Le coperture della navata sono realizzate nel tipico sistema ericino con orditura lignea sorretta da capriate con “mattonazzi” in cotto e coppi a protezione esterna.
Cappelle
Sulla navata si aprono quattro cappelle laterali per lato. Tre di esse sono dedicate ai Santi Patroni di Erice: Vito, Alberto e Vincenzo Ferrer.
Sul transetto sono ospitati due sarcofagi di nobili genovesi della famiglia Grimaldi.
Sull’altare del transetto sinistro si trova il gruppo della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta, due statue marmoree attribuite a Gabriele di Battista, scultore lombardo operante a Palermo alla fine del XV secolo.
Sull’altare del transetto destro si trova la bellissima statua di San Giovanni Evangelista, opera di Antonello Gagini.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (2021)
Dopo la fase di sperimentazione durata circa 10 anni che ha contemplato un adeguato periodo di uso liturgico dell'altare in bronzo realizzato dallo scultore Domenico Girbino, fatte le opportune correzioni e integrazioni, si è passati alla redazione del progetto esecutivo e alla sua realizzazione, approfittando dei lavori di restauro, ormai in fase di ultimazione, che hanno interessato l’edificio. L’altare che lo scultore ha realizzato, in bronzo, con tecnica della fusione a cera persa, ha la forma rettangolare della mensa, ma si presenta come un unico blocco in riferimento alla pietra angolare e all’ara sacrificale. Per la decorazione dell’opera, l’autore attinge al repertorio della grande tradizione dei paliotti, elementi di arredo dell’altare già nel Tardo-antico, e, più specificamente, alla classica tradizione decorativa relativa alla sinassi eucaristica.
Quasi come un prezioso tessuto dai riflessi dorati, il paliotto di bronzo ricopre il frontale i cui bordi sono incorniciati da mazzi di spighe e grappoli. Il fondo piatto, rende particolarmente preziosa la semplice decorazione dei bordi e mette in risalto il clipeo, ancora con spighe e grappoli, nel cui centro è l’Agnello sul libro dei sette sigilli. Il paliotto è arricchito da un intreccio di pampini e grappoli d’uva, che l’attraversa orizzontalmente al centro, evocando una croce.
Si è resa stabile la collocazione dell'altare realizzando dei gradini di marmo bianco/grigio perlatino bocciardato nella stessa tonalità di quelli già esistenti nella chiesa.
La Commissione di Arte sacra si è espressa favorevolmente alla nuova sistemazione dei luoghi liturgici nella seduta del 29 febbraio 2020 (verbale n.2 del 29/02/2020). La Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani ha autorizzato l'intervento con nota prot. n. 7676 del 3/6/2021.
ambone - aggiunta arredo (2021)
Dopo la fase di sperimentazione durata circa 10 anni che ha contemplato un adeguato periodo di uso liturgico dell'ambone bronzeo realizzato dallo scultore Domenico Girbino, fatte le opportune correzioni e integrazioni, si è passati alla redazione del progetto esecutivo e alla sua realizzazione, approfittando dei lavori di restauro, ormai in fase di ultimazione, che hanno interessato l’edificio.
L’ambone si solleva su un gradino che a sua volta si staglia sulla predella del presbiterio. In basso è significata la tomba vuota da cui scaturisce l’annuncio della Risurrezione, che viene riempita da un simbolico effluvio di acqua che sgorga dal cuore del monumento. Nella parte alta sono modellati i simboli tradizionali dei quattro evangelisti, sui quali spicca, come da consolidata tradizione dell’iconografia dell’ambone, l’aquila giovannea.
Si è resa stabile la collocazione dell'ambone realizzando dei gradini di marmo bianco/grigio perlatino bocciardato nella stessa tonalità di quelli già esistenti nella chiesa.
La Commissione di Arte sacra si è espressa favorevolmente alla nuova sistemazione dei luoghi liturgici nella seduta del 29 febbraio 2020 (verbale n.2 del 29/02/2020). La Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani ha autorizzato l'intervento con nota prot. n. 7676 del 3/6/2021.