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Ripalta Nuova
Ripalta Cremasca
Crema
chiesa
parrocchiale
S. Cristoforo Martire
Parrocchia di San Cristoforo
Interni; Interni
mensa - aggiunta arredo (1980); ambone - aggiunta arredo (1980); cattedra - aggiunta arredo (1980)
XII - XVI(preesistenze intero bene); 1583 - XVIII(preesistenze carattere generale); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene); 1739 - XVIII(costruzione intero bene)
Chiesa di San Cristoforo Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Cristoforo Martire <Ripalta Nuova, Ripalta Cremasca>
Altre denominazioni S. Cristoforo Martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

XII - XVI (preesistenze intero bene)

La prima attestazione di un insediamento religioso a Ripalta Nuova risale al secolo XII. Nel 1385 la Chiesa di Ripalta Nuova era soggetta alla pieve di Bressanoro. La prima attestazione della chiesa di San Cristoforo risale invece al secolo XVI, quando nel 1520, in occasione della visita pastorale del vescovo di Cremona Gerolamo Trevisano, la chiesa di San Cristoforo di Ripalta Nuova fu censita come Parrocchia nella diocesi di Cremona. Nel 1564 il rettore di San Cristoforo fu nominato dal vescovo di Cremona. Nel 1580 la parrocchia di Ripalta Nuova fu smembrata dalla diocesi di Cremona e unita alla diocesi di Crema, eretta con la bolla “Super Universas” di papa Gregorio XIII dell’11 aprile 1580. La chiesa di San Cristoforo venne visitata dal visitatore apostolico Gerolamo Regazzoni nel 1583.

1583 - XVIII (preesistenze carattere generale)

Alla prima suddivisione della diocesi di Crema in vicariati nel 1583, la Parrocchia di Ripalta Nuova fu dichiarata sede di vicariato; nel secolo successivo Ripalta Nuova venne compresa nel vicariato di Montodine (1611). Nel 1759 il titolo del rettore di Ripalta Nuova venne mutato in quello di prevosto. Nel secolo XVIII la parrocchia di Ripalta Nuova fu dichiarata nuovamente sede di vicariato. Dal 1688 lungo i secoli XVIII, XIX e XX, Ripalta Nuova fu sede di vicariato. Con la revisione delle strutture territoriali della diocesi attuata nel 1970 furono soppressi i vicariati e istituite le zone pastorali. Attualmente Ripalta Nuova è in unità pastorale con Bolzone, San Michele e Zappello.

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

La Parrocchiale di S. Cristoforo Martire a Ripalta Nuova fu edificata su progetto autografo, presentato al Vescovo Calini nel 1739, dell’architetto ticinese Giovan Battista Donati. La planimetria della chiesa risulta impostata su impianto tradizionalmente longitudinale ad unica navata, scandito in quattro campate, ornata da un gusto rocaille rilevabile nei particolari sottilmente decorativi che accompagnano la struttura muraria. Tale planimetria è comune a molte chiese cremasche, in particolare a quella della Chiesa della SS. Trinità di Crema, che, in modo semplificato, fu costruita sull’influenza bergamasca delle realizzazioni di Andrea Fantoni e di Giovan Battista Caniana, figure di maggior rilevanza artistica in area lombarda presenti a Crema nella Chiesa parrocchiale di S. Giacomo Maggiore. Sul fianco sinistro del S. Cristoforo, probabilmente vicino al Campanile, vi era la chiesetta del Cimitero con il camposanto, che circondava per almeno tre lati la Parrocchiale.

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

La costruzione della Chiesa, iniziata nel 1739, con la posa della prima pietra il 17 novembre da parte di Mons. Antonio Vallotti, venne terminata nel giro di dieci anni, nel 1749. Sulla facciata della Chiesa furono poste tre statue con al centro l’effige di S. Cristoforo, protettore dei pellegrini e viandanti lungo le strade che costeggiano i fiumi. La dedicazione a S. Cristoforo è unica nel Cremasco, forse per la speciale posizione di Ripalta Nuova sulla sponda di un fiume anticamente ben più ricco d’acqua, più rovinoso e difficile da traghettare. La Parrocchiale di Ripalta Nuova ha sul lato sinistro dell’abside un bel campanile, agile e snello. L’alta ed elegante torre fu costruita, come la Chiesa Parrocchiale su disegno dell’architetto Giovan Battista Donati di Lugano.

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

La Parrocchiale di S. Cristoforo a Ripalta ha uno schema planimetrico longitudinale scandito in campate. E' d'obbligo fare una precisazione: le Chiese cremasche del Settecento furono progettate e costruite da bravi capomastri che, attenendosi ad un modello generale, lo proposero, con un minimo di varianti, adattandolo alle esigenze della committenza. A Ripalta Nuova venne ripresa lo schema planimetrico della chiesa della SS. Trinità di Crema - costruita dal capomastro Andrea Nono (1737-40) - in cui vi sono campate di uguali dimensioni giustapposte con declinazione A-B-B-B-A e che nel S. Cristoforo fu effettuata con una campata in più, A-B-B-B-B-A. La presenza di bravi capomastri in tale periodo diede impulso a un nuovo linguaggio architettonico. Si può pertanto ipotizzare che a Ripalta Nuova per la costruzione del S. Cristoforo fu adottata una planimetria locale consolidata, mentre per l'alzato fu incaricato un architetto.

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

I Nono, padre e figlio con la stessa professione e lo stesso nome, eredi di una tradizione che affondava le radici nell’esperienza architettonica e costruttiva del Seicento, si affermarono per una costante presenza nei cantieri della città e del territorio già ad inizio Settecento. Soprattutto Andrea Nono figlio non esitò ad inserirsi in quel mondo di rinnovamento che caratterizzò l’edilizia cremasca della prima metà del Settecento. Tale ipotesi, è affermata dalla docente di Storia dell’arte Liliana Grassi nei sui scritti, dove afferma: “Ripensando alla chiesa della SS. Trinità, l’edificio più rappresentativo dell’architettura del tempo, ma anche al S. Cristoforo Martire, il progettista (GiovanBattista Donati) risolve ed esaurisce nella parte esterna l’estro e la fantasia. Allo spumeggiare esteriore è contrapposto un interno a semplice pianta rettangolare con soluzioni manieristiche.....".

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

La storica dell'arte Licia Carubelli per quanto riguarda la Parrocchiale di S. Cristoforo Martire scrive: “Contemporaneamente si iniziava a Ripalta Nuova la parrocchiale, la cui realizzazione sarebbe stata ben altrimenti laboriosa e portata avanti con difficoltà, analogamente a quanto era avvenuto per la parrocchiale di Montodine; ma, a differenza di questa, è stata molto più illustrata dagli atti documentari, specie per il nome dell’architetto, Giovanni Battista Donati di Lugano. Nell’Archivio di Curia esiste un consistente gruppo di carte relative al tempo della costruzione e ai problemi inerenti alla fabbrica. Innanzi tutto c’è una richiesta al Vescovo di Crema, nell’ottobre del 1739, da parte dei Sindaci della Comunità di Ripalta Nuova per ottenere la licenza di costruire la chiesa nuova, secondo il disegno che viene nel contempo presentato.

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

Nel consiglio della stessa Comunità di Ripalta si era proposto che, dovendosi fabbricare la chiesa ed essendoci necessità per questo di occupare anche la casa del Rettore, si prendesse la decisione di provvedere ad una nuova abitazione. La documentazione continua: "ormai è stato dato il permesso per i lavori; nel 1740 il Rettore dà il consenso all’utilizzazione di una parte di terra del beneficio parrocchiale per l’erezione del campanile; nel 1741 viene dal Vescovo una sollecitazione a portare a compimento l’impresa ormai iniziata; nel 1749, tuttavia, si dichiara che sono insorte difficoltà, ma che deve restare inalterato il progetto del capomastro Giovan Battista Donato; inoltre, essendo necessario iniziare anche l’erezione della casa del parroco, lo stesso capomastro Donato deve stendere il disegno anche di questa, da presentare al Vescovo".

1739 - XVIII (costruzione intero bene)

"Dopo breve tempo ebbe termine ogni questione, se il parroco, in occasione della Visita Lombardi del 1755, poteva dichiarare che il tempio era officiato da cinque anni e negli Atti stessi della Visita si potevano ripercorrere le tappe della costruzione a partire dalla presentazione del disegno di “Jo. Baptista Donatus Luganensis Architectus”.
Descrizione

La Parrocchiale di S. Cristoforo Martire posta al centro del paese di Ripalta Nuova, presenta una facciata “barocchetta” con statue dei tre Santi Patroni. E’ un’architettura con disegno ricercato progettata dallo stesso architetto, Giovan Battista Donati di Lugano, della Chiesa Parrocchiale di S. Maria Maddalena in Montodine. La bella facciata di Ripalta Nuova è mossa da lesene composite con capitelli e divisa in due ordini da una cornice aggettante. Appena sopra il portale d’ingresso vi è un ampio finestrone con cornice e ghirlande in stucco; tra le due lesene del secondo livello della facciata sono poste due nicchie con le statue di S. Giovanni di Nepomuceno e di S. Zenone, mentre nel timpano del prospetto vi è la statua di San Cristoforo Martire. Le pareti laterali sono rimaste in cotto a vista così come la zona absidale e la sagrestia. L’interno della chiesa, oltre al finestrone della facciata, è illuminato da grandi finestre con disegno ricercato. La torre campanaria, inglobata nel lato sud della chiesa, dal cui interno vi si accede, è alta circa 45 metri e termina con una cuspide a guisa di tempietto ottagonale. La torre di base quadrata, ha la parte inferiore fino ad un’altezza di m. 24,20 circa in cotto a vista, mentre la parte superiore intonacata presenta specchiature. Su tutti i lati del campanile è posto un grande orologio. Un cornicione sporgente segna il passaggio alla cella campanaria arricchita da balaustra. Le lesene con capitelli della cella sono in stile ionico e sorreggono una seconda trabeazione sormontata sempre da una balaustra. Superiormente al corpo ottagonale di appoggio vi è la preziosa lanterna costituita nella parte terminale da manufatti sagomati in Ceppo Gentile con croce di ferro e sfera in rame, su cui ruota la banderuola ornata di foglie. Quattro eleganti acrotéri sottolineano gli angoli della balaustra più alta della torre. All’interno del coronamento terminale è posto il traliccio della Croce in ferro, “anima” sostanziale della cuspide, che è stato ripristinato in questo restauro conservativo.
Interni
L’interno della Chiesa Parrocchiale di S. Cristoforo, perfettamente in ordine, è a navata unica con eleganti cappelle laterali. A sinistra dell’ingresso principale nella prima cappella vi è la pala “Madonna con Bambino e Santi” di Giovan Battista Lucini (1639-1686), pittore della seconda metà del Seicento che anticipa i moduli settecenteschi con interesse per il reale e la luce usata a livello psicologico. Nella seconda cappella è posto il “Crocefisso miracoloso” del 1808. La terza cappella è dedicata alla “Madonna del Rosario”. Sul lato destro troviamo nella prima cappella (cappella del Battistero), sopra la grande pala d’altare raffigurante la “Madonna con Bambino e Santi”, un piccolo quadro in cui sono raffigurati “S. Sebastiano e S. Rocco”. Nella seconda cappella è collocata la tela dedicata alle “Anime purganti”. Nella terza cappella è posta la tela in cui è rappresentato “San Cristoforo” di Tomaso Pombioli (1579 – 1636), pittore della prima metà del Seicento. L’organo inserito a metà navata, fu realizzato nel 1760 da Giuseppe e Andrea Luigi Serassi. Il presbiterio e il coro sono stati affrescati nel 1929 dallo scenografo della Scala di Milano Mazzolari. I quadri della “Via Crucis” sono dell’artista cremasco Giacomo Desti, detto il “Cardellino” (1723 -1792). Le sei Cappelle della Chiesa di S. Cristoforo Martire nel 1998, dopo i lavori di restauro conservativo dei restauratori Marcello e Paolo Bonomi, seguiti dal Dott. Vincenzo Gheroldi, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza di Brescia, sono apparse nel loro splendore. Gli affreschi retrostanti gli altari erano stati coperti da una imbiancatura che copriva le finte architetture settecentesche, caratteristiche decorative dei Fratelli Galliari di Treviglio. Durante i lavori conservativi è stata ritrovata la firma Galliari nella Cappella delle Anime purganti, seconda entrando dall’ingresso principale sul lato Nord. Tutte le cappelle hanno una decorazione a quadrature orientata verso le forme ed il linguaggio pittorico tipico del Settecento, che nel Cremasco ebbe una grande fortuna dovuta all’attività di artisti di primo piano, che trascinarono nella loro orbita anche i meno vivaci pittori locali. L’interno della chiesa nella zona del presbiterio è stato affrescato nel 1929 dallo scenografo della Scala di Milano Mazzolari. Gli affreschi del Mazzolari rappresentano il Miracolo dell’Eucarestia, San Cristoforo, Gesù che predica alla folla, la Flagellazione, il Miracolo del Crocifisso, che secondo la tradizione avrebbe salvato il paese dalla siccità. La storica dell’arte Licia Carubelli così commenta il periodo storico-artistico: “La decorazione a quadrature delle cappelle della parrocchiale di S. Cristoforo è orientata verso le forme ed il linguaggio decorativo settecentesco, che ebbe nel Cremasco, dallo scadere della prima metà del Settecento fino quasi alle soglie dell’Ottocento, una grande fortuna dovuta all’attività di artisti di primo piano, che trascinarono nella loro orbita anche i meno vivaci pittori locali, che, pur essendo talvolta imitatori, seppero sviluppare in alcune occasioni anche un gradevole gusto inventivo, ben adatto alle esigenze dell’epoca. Fondamentale è la presenza dei Fratelli Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio Galliari, la cui operosità si può ben considerare ininterrotta nel Territorio cremasco, dove la continuità del loro insegnamento fu assicurata anche da un loro diretto allievo, Orlando Bencetti. Fra coloro che recepirono il loro insegnamento ed affrontarono analoghe imprese decorative, vi è una delle più problematiche personalità artistiche del Settecento, Giacomo Desti, autore delle Via Crucis di Ripalta. Sono note le vicende della sua fortuna critica, dovuta nel XX secolo prevalentemente alla sua attività come pittore di nature morte, per le quali gli fu attribuito il soprannome di Cardellino, dall’uccellino dipinto nelle sue composizioni”.
Interni
Il Crocefisso miracoloso - La devozione particolare verso il SS. Crocifisso “miracoloso” di Ripalta Nuova risale all’anno 1808. Nel Territorio cremasco si ebbe una lunga, insistente siccità che faceva inaridire tutte le messi nei campi. Il fatto, riferisce Don Mario Carioni nella sua “Cronistoria” è riferito e descritto in una nota, pare di un Sacerdote, apposta sopra la copertina in cartone di un registro di “Stato d’anime” in cui è precisato: “Da moltissimi giorni non piove più e fa un caldo insopportabile. I frumenti sono quasi tutti insecchiti e l’erba non nasce mai. I melicotti quasi tutti andati”. In una situazione del genere, in un paese che basava allora tutta la propria economia sulle attività agricole, sono facilmente immaginabili la disperazione degli abitanti e il loro rivolgere al cielo lo sguardo sconsolato, nella speranza di veder apparire benefiche nubi. Di fronte a una natura avversa e capricciosa, l’unica vera speranza rimaneva la Provvidenza Divina e proprio ad essa i Ripaltesi si affidarono. Alcuni parrocchiani, esasperati, dopo aver fatto continue preghiere, lanciarono l’idea di portare in Chiesa un vecchio Crocifisso, messo ormai da molto tempo sulla soffitta di una abitazione appartenente ad una distinta famiglia del luogo, di cui, purtroppo, non è noto il nome. L’idea piacque a tutti e fu subito attuata. Presi i dovuti accordi con il Parroco Don Giuseppe Domenico Bianchessi, Prevosto dal 15 maggio 1792 al 25 maggio 1824, scortati da lumi, si recarono processionalmente alla casa dove stava confinato il vecchio Crocifisso, lo tolsero, lo ripulirono e, tra preghiere e canti, attraversando le vie del paese, lo portarono trionfalmente alla Chiesa, mentre dall’alto della Torre le campane suonavano a distesa. Si dice che, appena qui giunta la Sacra Immagine, il cielo cominciasse a rabbuiarsi, si udissero subito i suoi fragorosi e paurosi lamenti, seguiti da un proficuo acquazzone torrenziale che durò a lungo. La cosa destò stupore negli astanti ed ebbe il sapore di un vero proprio miracolo. A ricordo e per gratitudine del Celeste intervento, il Crocifisso fu collocato sopra il secondo altare laterale sinistro della Chiesa Parrocchiale, dove ancor oggi lo si può osservare e invocare. La venerazione dei Ripaltesi nei confronti del Crocifisso “miracoloso” si è manifestata talvolta, nel corso degli anni, con particolare intensità. Il 20 agosto 1933, per esempio, ricorrendo il diciannovesimo centenario della Redenzione, si celebrò in forma grandiosa ed inusitata la festa del SS. Crocifisso. La Sacra Immagine fu, per l’occasione, esposta sull’Altare maggiore, tra luci e fiori e la Chiesa fu completamente addobbata. Fu una festa grande per il paese; fuochi artificiali, luminarie e mortaretti completarono il folclore e richiamarono sul posto molti forestieri.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (1980)
La nuova mensa in marmo di semplice fattura è stata posta al centro del presbiterio per l'adeguamento liturgico.
ambone - aggiunta arredo (1980)
L'ambone è costituito da un semplice elemento in marmo, che riprende la decorazione delle colonnine della Balaustra.
cattedra - aggiunta arredo (1980)
La Cattedra è costituita da una seduta in legno.
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