|
Descrizione |
La Parrocchiale mostra caratteri tipologici, stilistici e costruttivi, che sono confrontabili sia per stile architettonico, sia come modalità costruttive con le Parrocchiali di S. Donnino di Credera, di S. Pietro Martire di Casaletto Ceredano e di S. Agata di Trescore Cremasco. La planimetria degli edifici religiosi cremaschi, edificati tra la fine del XVII e la metà del XVIII secolo, è fondata su un asse planimetrico longitudinale, ma con un elemento caratterizzante: un fulcro centrale sottolineato dalla presenza di una cupola. Nonostante le particolari esigenze funzionali e di culto abbiano contribuito alla realizzazione delle Parrocchiali cremasche, sono evidenti i legami tra l’impianto delle nuove costruzioni e la tendenza dell’architettura ‘barocchetta’ lombarda. La presenza di un modello compositivo” longitudinale semplificato” è presente diffusamente in tutta la Lombardia, come largamente ritrovabile nella bergamasca e nelle realizzazioni di A. Fantoni e di G. B. Caniana, le figure di maggiore rilevanza artistica del secolo. Le piante cremasche del Settecento sono impostate su di un’unica navata rettangolare con apertura sui lati lunghi per le cappelle. Nella maggior parte dei casi, le chiese furono progettate da capomastri che, attenendosi a un modello generale, lo adottarono adattandolo ai gusti e alle esigenze della committenza. Lo stile delle tre chiese “barocchette” S. Donnino di Credera del 1735, S. Pietro Martire di Casaletto Ceredano del 1748 e S. Agata di Trescore Cremasco del 1747, sono comuni pure alla chiesa di S. Pietro Apostolo di Moscazzano del 1797. L’influenza bergamasca del S. Donnino di Credera è il modello della chiesa di Moscazzano. Si può ipotizzare che per la progettazione-costruzione della Parrocchiale di Moscazzano di fine Settecento rispetto alle “tre chiese barocchette” costruite nella prima metà del secolo, siano intervenuti eventi storici, oltre che una mancanza di mezzi economici. Si ipotizza a Moscazzano la continuazione della tradizione, cioè che il progettista fosse un “giovane aspirante progettista”, il quale abbia provveduto alla redazione della planimetria prendendo ad esempio la Chiesa della vicina Credera. In seguito un “bravo” capomastro con maestranze locali, formate alla scuola delle esperienze costruttive del Settecento, seguendo indicazioni precise di un ingegnere esperto, soprattutto durante l’impegnativa fase costruttiva delle due cupole e della costruzione complessa della copertura, abbia seguito il cantiere in cui lavoravano “anche di domenica, muratori moscazzanesi.”
Impianto strutturale |
La chiesa sorge sull’asse principale al centro del paese di Moscazzano, la pianta è a croce “pseudo greca” con grande cupola al centro della navata e con ampio presbiterio sempre con cupola e abside semicircolare. La Parrocchiale ha l’accesso principale dalla piazza Gambazzocchi e due ingressi laterali sul sagrato perimetrale. La facciata è posta a settentrione sulla strada principale del Paese, mentre l’abside si può ammirare a meridione nella valle aperta dell’antico lago Gerundo.
Edificata sulla costa meridionale dell’Insula Fulchéria del Lago Gerundo nel luogo più alto del paese, m. 67 sul livello del mare, con orientamento nord-sud, misura in lunghezza m. 36,60, in larghezza 17,50 e il vertice del timpano della facciata è a m. 20,20. La cuspide della torre campanaria termina a m. 36,90. |
Prospetti |
L’imponente facciata si presenta con semplici decorazioni in cotto. Sembra quasi non sia stata completata, questo forse dovuto al periodo di edificazione del luogo sacro per l’arrivo rivoluzionario di Napoleone Buonaparte nel Cremasco o per mancanza di fondi. A conferma dello scarno arricchimento di decorazioni esterne della chiesa è anche che la grande decorazione interna fu eseguita dal pittore cremasco Angelo Bacchetta ben cento anni dopo l’edificazione della chiesa, mentre è noto che per l’architettura ‘barocchetta’ era fondamentale il completamento decorativo interno della chiesa stessa. Si notano, infatti, l’assenza di alcune finiture della facciata, come al termine delle paraste e delle lesene la mancanza di capitelli, la definizione rustica della zoccolatura, l’assenza di un raccordo delle ali laterali dal primo al secondo livello della facciata. Vi sono, inoltre, alcune irregolarità di posa dei mattoni fuori squadra nella tessitura muraria, posati “a giornata”. Nel Settecento le fabbriche erano progettate per avere prospetti intonacati e questo spiega anche l’irregolarità dell’esecuzione con l’utilizzo di mattoni di recupero di forme diverse. La parte centrale della facciata, sottolineata da quadrature verticali intonacate poste nella specchiatura della parte alta, è coronata da un timpano. Al centro del prospetto vi è la porta d’ingresso definita da un portale con timpano triangolare. Nella zona centrale, in asse con il portale, è posto un finestrone rettangolare, che dà luce alla navata, sovrastato da un timpano centinato; le ali laterali del prospetto principale sono connesse alla parte centrale da una trabeazione trasversale, che divide i due ordini. I prospetti laterali della chiesa seguono l’andamento della planimetria, le cappelle della prima e della terza campata, sia a sinistra sia a destra della navata, sono meno profonde rispetto alle due cappelle della seconda campata; gli archi d’imposta di queste due grandi cappelle con i due archi trasversi sostengono una grande cupola. L’esterno della Parrocchiale è completamente in mattoni faccia a vista, solo la parte più alta del campanile è intonacata. Il tetto dell’aula sacra è a falde di tipo tradizionale, con struttura portante in legno, mentre il manto di copertura è costituito da coppi di laterizio. Il prospetto della Parrocchiale, in cotto a vista, ripartito da lesene semplici, è marcato da una trabeazione, che riflette l’organizzazione spaziale e volumetrica della chiesa. La facciata corrisponde all’aula liturgica, mentre i due prospetti laterali sono le testate delle cappelle, entro il cui spazio si realizza la sequenza dei vuoti e dei pieni, strumentali alla disposizione degli altari minori. |
Interni |
La chiesa presenta un’aula rettangolare caratterizzata da una calotta centrale affrescata dal cremasco Angelo Bacchetta (1841-1920) alla fine dell’Ottocento. La Parrocchiale al suo interno è una costruzione dalle linee eleganti. Sullo slancio di quattro archi portanti si alza una grande cupola affrescata. Di grande effetto sono: l’Altare maggiore in marmi policromi con la balaustra di marmo bianco che cinge la zona presbiteriale, la grande bussola d’ingresso di legno costituita da un’armoniosa serie di colonne con i confessionali d’inizio Novecento, le due ampie Cappelle con altari poste lateralmente alla navata con i due altari di marmo delle Cappelle del SS. Crocifisso e della Madonna del Rosario, l’Organo. L’impianto decorativo di tutte le superfici interne è l’opera pittorica più impegnativa e meglio riuscita di Angelo Bacchetta. Lo spazio interno è impostato essenzialmente secondo uno schema classico-settecentesco e l’impianto decorativo, anche se eseguito tra la fine dell’Ottocento e il primissimo Novecento, rientra nella visione in cui la pittura è completamento dell’architettura. La navata, coperta da cupola e crociere affrescate, è scandita in campate da pilastri con lesene rivestite di marmo. Le cappelle laterali con volta a botte e altari sono inquadrate da archi a tutto sesto. Un cornicione perimetrale divide le pareti laterali dalle volte creandone gli archi d’imposta. Sopraelevata di tre gradini con una balaustra di marmo e pilastrini decorati a intaglio con stemma nobiliare vi è la campata del presbiterio, coperto da volta a cupola, al cui centro è posto l’Altare Maggiore e la mensa post-conciliare. Dietro l’Altare è presente la zona del coro, la parete dell’abside è scandita da costoloni corrispondenti ai contrafforti esterni, il coro è allestito con alti scranni di legno. In controfacciata si trova un bellissimo complesso ligneo che ingloba la bussola d’ingresso e i confessionali. L’intero spazio sacro si percepisce come un insieme architettonico armonico di alternanza di vuoti e pieni, volumi in cui le linee architettoniche sono sempre una logica continuazione della navata centrale. Il complesso decorativo, affreschi, stucchi ed elementi architettonici danno unitarietà spaziale all’intero impianto decorativo con un’identità precisa e funzionale. Gli spazi sono pavimentati in marmo chiaro. |
Campanile |
Il Campanile posto sul lato ovest della chiesa con la parte inferiore in mattoni e la parte alta intonacata fu ricostruito nel 1927 dal capomastro Massimo Girbafranti, mentre il progetto era dell’ing. Ettore Marazzi. Un cornicione sporgente della torre segna il passaggio alla cella campanaria. Le lesene della cella in stile ionico sorreggono una trabeazione sormontata da un timpano. Superiormente un corpo esagonale è di appoggio alla cuspide in rame. Una caratteristica trentina quella di terminare la cuspide con cupola a forma di cipolla, che si spiega con i lavori di rifacimento della parte terminale del campanile nella prima metà del Novecento. Pare che le maestranze, che avevano partecipato alla Grande Guerra del 1915-18, volessero ricordare i campanili altoatesini. |
Elementi decorativi |
La chiesa presenta un’aula rettangolare caratterizzata da una calotta centrale affrescata dal cremasco Angelo Bacchetta (1841-1920) alla fine dell’Ottocento. La Parrocchiale al suo interno è una costruzione dalle linee eleganti. Sullo slancio di quattro archi portanti si alza una grande cupola affrescata. Di grande effetto sono: l’Altare maggiore in marmi policromi con la balaustra di marmo bianco che cinge la zona presbiteriale, la grande bussola d’ingresso di legno costituita da un’armoniosa serie di colonne con i confessionali d’inizio Novecento, le due ampie Cappelle con altari poste lateralmente alla navata con i due altari di marmo delle Cappelle del SS. Crocifisso e della Madonna del Rosario, l’Organo. Il complesso decorativo, affreschi, stucchi ed elementi architettonici danno unitarietà spaziale all’intero impianto decorativo con un’identità precisa e funzionale. La prima Cappella a destra, dedicata a S. Rocco, è allestita con un altare di marmo senza tabernacolo. Nell’edicola della ancona è posta la statua di S. Rocco. Sul lato sinistro della cappella è presente il monumento funebre dedicato alla famiglia Gambazzocchi-Marazzi, che fu fatto costruire nel 1853 dalla nobile Amalia d’Araciel, per la madre nobildonna Eugenia Gambazzocchi. L’imponente cappella del SS. Crocefisso s’inserisce a tutt’altezza nella navata, formando con la cappella di fronte un transetto a croce “pseudo greco”. Al centro, un grande altare celebrativo in marmi policromi con ancona, costituita da lesene binate poste su basamenti con intarsiati stemmi nobiliari fa da cornice al grande Crocifisso. Sui lati della cappella sono inserite due nicchie, in cui sono state poste due statue, a sinistra S. Luigi Gonzaga, a destra il Sacro Cuore di Gesù. Sulla parete, lateralmente all’ancona, vi sono due tele di Mauro Picenardi (1735-1809) Sant’Antonio da Padova, S. Luigi Gonzaga, e due tele di autore ignoto, Adorazione dei pastori e una Santa. L’altare della Cappella del SS. Crocifisso si presume sia stato costruito nella seconda metà dell’Ottocento. Lateralmente al paliotto dell’altare, sono presenti sui due basamenti di appoggio delle lesene dell’ancona, due stemmi uguali intagliati in marmi policromi. Lo scudo dello stemma è sovrastato da una grande corona con perle, nel cui campo, diviso in tre fasce, sono rappresentate sette zone con i simboli araldici di Famiglie nobiliari, proprietarie dei terreni di Moscazzano: il biscione degli Sforza-Visconti, e gli stemmi Gambazzocchi, Benvenuti e Marazzi. La terza cappella della navata destra ha una piccola bussola che protegge l’ingresso laterale della chiesa. Al primo livello della campata è allestito il grande organo Serassi-Franceschini (sec. XVIII-XIX) in stile neoclassico. |
Elementi decorativi |
Nella prima campata a sinistra vi è la Cappella dedicata al Santo titolare della Parrocchiale S. Pietro Apostolo in cui è posto il Fonte Battesimale. La cappella è incorniciata da quadrature e allestita con un’edicola in stile neo-classico con nicchia centrale, al cui interno è posta la statua Santo patrono. Sul fianco laterale sinistro, in una nicchia è posta un’urna in cristallo con al suo interno Maria Bambina. La coppa del Fonte Battesimale di semplice fattura, collocata al centro della cappella, è di marmo bianco con copertura in bronzo. L’imponente cappella della Madonna del Rosario s’inserisce nella navata centrale a tutta altezza. Al centro è posto un grande altare in marmi policromi con ancona, costituita da colonne di marmo nero con capitelli dorati che sorreggono un timpano spezzato con cimasa al centro, che fa da cornice alla nicchia centrale, dove è posta la statua della B. Vergine del Rosario con in braccio il Bambino. Lateralmente sono appese nella parte più alta della parete due tele: S. Lucia e S. Eurosia di Mauro Picenardi. Sui lati della cappella sono inserite due nicchie, in cui sono state poste due statue, a sinistra S. Francesco, a destra S. Giuseppe. La terza Cappella a destra ha a chiusura dell’ingresso laterale una pregevole bussola di legno. Al centro è appesa una tela raffigurante S. Pietro, S. Sebastiano e Madonna in trono. |
Elementi decorativi |
Una balaustra con pilastrini intagliati con lo stemma dei Vimercati-Sanseverino, delimita il Presbiterio, al cui centro vi è l’Altare Maggiore di marmi policromi in stile classico, completato da un tempietto centrale. La nuova mensa per l’adeguamento liturgico e il leggio-ambone, entrambi di legno dorato, sono della fine del Novecento. Sulla parete di fondo dell’abside, scandita da lesene e quadrature, è posto un coro ligneo. Gli scranni e gli inginocchiatoi di legno sono di pregevole fattura. Nel presbiterio sono presenti quattro tele di Giovanni Brunelli (Verona 1644-Crema 1722). L’ingresso principale è protetto da un manufatto ligneo (inizio ‘900) racchiudente la bussola e i confessionali. L’alta bussola del portale, composta da due lesene, sorregge una trabeazione, questa sormontata da specchiature in vetro. Lateralmente alla bussola si snoda un’alternanza binata di confessionali, sopra questi vi è una trabeazione arricchita da festoni. A lato del finestrone centrale con vetrata raffigurante la consegna delle chiavi di Gesù a S. Pietro sono decorate cornici con spirali e specchiature. L’intera navata è dominata da due crociere e dalla volta centrale a calotta con base circolare. La cupola e le crociere sottolineate da costoloni con decorazioni di stucco sono completamente affrescate. Angelo Bacchetta nella cupola della navata ha rappresentato “Il trionfo di S. Pietro” circondato da Angeli musicanti. L’impianto decorativo è vivacizzato da figure con vesti di colori brillanti, sedute su grandi volumi di nuvole bianche poste in circolo al Santo con veste color oro. Ai quattro lati del catino nei pennacchi sono affrescati, seduti su troni di nuvole, S. Gregorio e S. Agostino, S. Girolamo e S. Ambrogio. Le due grandi crociere della prima e della terza campata sono ripartite da specchiature al cui centro sono rappresentati in toni monocromi festoni, ghirlande, disegni floreali in stile Liberty. La zona centrale del presbiterio, le cui pareti sono riquadrate da lesene e da specchiature dipinte, è voltata con una cupola in cui è rappresentato il “Miracolo dell’Eucarestia” portato in trionfo da uno stuolo di angeli tra nuvole bianche nel cielo azzurro. |
|
|