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Moscazzano
Crema
chiesa
parrocchiale
S. Pietro Apostolo
Parrocchia di San Pietro Apostolo
Impianto strutturale; Prospetti; Interni; Campanile; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi
mensa - aggiunta arredo (1980); ambone - aggiunta arredo (1980); cattedra - aggiunta arredo (1980)
1035 - XVI(preesistenze carattere generale); XVI - XVIII(preesistenze carattere generale); 1797 - XIX(costruzione intero bene); XIX - XIX(costruzione intero bene); XIX - XX(costruzione intero bene); 2019 - 2021(restauro conservativo intero bene)
Chiesa di San Pietro Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pietro Apostolo <Moscazzano>
Altre denominazioni S. Pietro Apostolo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

1035 - XVI (preesistenze carattere generale)

La prima attestazione di un insediamento religioso a Moscazzano risale al 1035, quando compare in un documento la chiesa di San Pietro. Nel 1385 la Chiesa era soggetta alla pieve di Ripalta Arpina. Nel 1520, in occasione della visita pastorale del vescovo di Cremona Gerolamo Trevisano, la Chiesa di San Pietro fu censita come curazia, mentre nel 1578, in occasione della visita pastorale del vescovo di Cremona Niccolò Sfondrati, la rettoria di Moscazzano fu censita come Parrocchia della diocesi di Cremona. La Parrocchia contava 250 anime da comunione e vi era stata istituita la Confraternita del Santissimo Sacramento. L’11 aprile 1580 la Parrocchia fu smembrata dalla diocesi di Cremona e unita alla diocesi di Crema eretta con la bolla “Super Universas” di papa Gregorio XIII. La Chiesa di San Pietro fu visitata dal visitatore apostolico Girolamo Regazzoni nel 1583.

XVI - XVIII (preesistenze carattere generale)

Dal 1608 sono attestate le nomine vescovili dei rettori della parrocchia di Moscazzano. Alla prima suddivisione della diocesi di Crema in vicariati nel 1583, Moscazzano fu incluso nel vicariato di Ripalta Nuova. Nel secolo successivo la Parrocchia appartenne al vicariato di Montodine; essa contava 560 anime da comunione. Nel 1752 il numero degli abitanti era di 671 anime. Nel 1755 e nel 1756 Visita pastorale del Vescovo Lombardi, in cui vi è la descrizione della vecchia Chiesa parrocchiale di Moscazzano. Nel 1787 il parroco conservava il titolo di rettore.

1797 - XIX (costruzione intero bene)

Tra il 1797 e il 1801 venne riedificata la Chiesa parrocchiale di San Pietro, consacrata dal Vescovo di Crema Tommaso Ronna il 27 settembre 1818. Nel 1822 la rendita del beneficio parrocchiale in valuta italiana ammontava a 1229,36; la Parrocchia contava 884 anime. Nel secolo XVIII la parrocchia di Moscazzano passò nel vicariato di Ripalta Nuova ma tornò nel vicariato di Montodine nei secoli XIX (Visita Ferré 1859) e XX.

XIX  (costruzione intero bene)

L’attuale chiesa, la terza dedicata a S. Pietro Apostolo, fu eretta in stile tardo Settecentesco in soli quattro anni dal 1797 al 1801, quando era Rettore Domenico Patrini, e fu consacrata, essendo la sede vescovile vacante dal 1800 al 1807, dal Vescovo di Crema Mons. Ronna il 27 settembre 1818. Il documento più antico della costruzione dell’attuale Chiesa Parrocchiale risale all’agosto del 1797. Fu inoltrata al vescovo Antonio Maria Gardini (1782 al 1800) la richiesta di edificazione per una nuova Chiesa che potesse contenere il “numeroso popolo”. La pianta della chiesa di anonimo presentata è leggermente diversa dalla realizzazione. Altro evento importante nella storia della Chiesa di Moscazzano è la costruzione dell’organo collocato nella terza cappella a destra, 26 agosto del 1826. Il 12 agosto 1837 Don Pietro Pavesi fece costruire un altare con nicchia dedicato a S. Rocco.

XIX - XX (costruzione intero bene)

In un documento del 4 novembre 1899 è descritto il preventivo di spesa delle opere di decorazione della chiesa del pittore cremasco Angelo Bacchetta, che nella decorazione della chiesa di Moscazzano raggiunse il suo capolavoro. Il Campanile posto sul lato ovest della chiesa con la parte inferiore in mattoni e la parte alta intonacata fu ricostruito nel 1927 dal capomastro Massimo Girbafranti su progetto dell’ing. E. Marazzi. Un cornicione sporgente della torre segna il passaggio alla cella campanaria. Le lesene della cella in stile ionico sorreggono una trabeazione sormontata da un timpano. Superiormente un corpo esagonale è di appoggio alla cuspide in rame. Una caratteristica trentina quella di terminare la cuspide con cupola a forma di cipolla, che si spiega con i lavori di rifacimento della parte terminale del campanile nella prima metà del Novecento. Pare che le maestranze, che avevano partecipato alla Grande Guerra del 1915-18, volessero ricordare i campanili altoatesini.

2019 - 2021 (restauro conservativo intero bene)

Il restauro conservativo della Chiesa parrocchiale di "S. Pietro Apostolo" (contributo CEI 2019-2021)riguarda tutto l'involucro esterno della fabbrica: il manto di copertura con miglioramento sismico della struttura lignea, i fronti e la facciata della chiesa. I lavori conservativi hanno riguardato anche le pareti esterne del Campanile, la cella campanaria, gli orologi e la scaletta interna. Sono stati restaurati gli infissi della sagrestia, i portoni d'ingresso e le vetrate della chiesa. Numero 4 finestroni della Parrocchiale sono stati dotati di apertura a vasistas per dare possibilità di ricambio d'aria. Tutte le grandi finestre della chiesa, i fornici del campanile sono stati protetti da reti anti intrusione volatili. Ai colmi della copertura e alle parti sporgenti della chiesa è stato apposto un dissuasore elettrico per allontanamento volatili. Gli interventi effettuati sono fondamentali per la conservazione e la valorizzazione dell'intera fabbrica.
Descrizione

La Parrocchiale mostra caratteri tipologici, stilistici e costruttivi, che sono confrontabili sia per stile architettonico, sia come modalità costruttive con le Parrocchiali di S. Donnino di Credera, di S. Pietro Martire di Casaletto Ceredano e di S. Agata di Trescore Cremasco. La planimetria degli edifici religiosi cremaschi, edificati tra la fine del XVII e la metà del XVIII secolo, è fondata su un asse planimetrico longitudinale, ma con un elemento caratterizzante: un fulcro centrale sottolineato dalla presenza di una cupola. Nonostante le particolari esigenze funzionali e di culto abbiano contribuito alla realizzazione delle Parrocchiali cremasche, sono evidenti i legami tra l’impianto delle nuove costruzioni e la tendenza dell’architettura ‘barocchetta’ lombarda. La presenza di un modello compositivo” longitudinale semplificato” è presente diffusamente in tutta la Lombardia, come largamente ritrovabile nella bergamasca e nelle realizzazioni di A. Fantoni e di G. B. Caniana, le figure di maggiore rilevanza artistica del secolo. Le piante cremasche del Settecento sono impostate su di un’unica navata rettangolare con apertura sui lati lunghi per le cappelle. Nella maggior parte dei casi, le chiese furono progettate da capomastri che, attenendosi a un modello generale, lo adottarono adattandolo ai gusti e alle esigenze della committenza. Lo stile delle tre chiese “barocchette” S. Donnino di Credera del 1735, S. Pietro Martire di Casaletto Ceredano del 1748 e S. Agata di Trescore Cremasco del 1747, sono comuni pure alla chiesa di S. Pietro Apostolo di Moscazzano del 1797. L’influenza bergamasca del S. Donnino di Credera è il modello della chiesa di Moscazzano. Si può ipotizzare che per la progettazione-costruzione della Parrocchiale di Moscazzano di fine Settecento rispetto alle “tre chiese barocchette” costruite nella prima metà del secolo, siano intervenuti eventi storici, oltre che una mancanza di mezzi economici. Si ipotizza a Moscazzano la continuazione della tradizione, cioè che il progettista fosse un “giovane aspirante progettista”, il quale abbia provveduto alla redazione della planimetria prendendo ad esempio la Chiesa della vicina Credera. In seguito un “bravo” capomastro con maestranze locali, formate alla scuola delle esperienze costruttive del Settecento, seguendo indicazioni precise di un ingegnere esperto, soprattutto durante l’impegnativa fase costruttiva delle due cupole e della costruzione complessa della copertura, abbia seguito il cantiere in cui lavoravano “anche di domenica, muratori moscazzanesi.”
Impianto strutturale
La chiesa sorge sull’asse principale al centro del paese di Moscazzano, la pianta è a croce “pseudo greca” con grande cupola al centro della navata e con ampio presbiterio sempre con cupola e abside semicircolare. La Parrocchiale ha l’accesso principale dalla piazza Gambazzocchi e due ingressi laterali sul sagrato perimetrale. La facciata è posta a settentrione sulla strada principale del Paese, mentre l’abside si può ammirare a meridione nella valle aperta dell’antico lago Gerundo. Edificata sulla costa meridionale dell’Insula Fulchéria del Lago Gerundo nel luogo più alto del paese, m. 67 sul livello del mare, con orientamento nord-sud, misura in lunghezza m. 36,60, in larghezza 17,50 e il vertice del timpano della facciata è a m. 20,20. La cuspide della torre campanaria termina a m. 36,90.
Prospetti
L’imponente facciata si presenta con semplici decorazioni in cotto. Sembra quasi non sia stata completata, questo forse dovuto al periodo di edificazione del luogo sacro per l’arrivo rivoluzionario di Napoleone Buonaparte nel Cremasco o per mancanza di fondi. A conferma dello scarno arricchimento di decorazioni esterne della chiesa è anche che la grande decorazione interna fu eseguita dal pittore cremasco Angelo Bacchetta ben cento anni dopo l’edificazione della chiesa, mentre è noto che per l’architettura ‘barocchetta’ era fondamentale il completamento decorativo interno della chiesa stessa. Si notano, infatti, l’assenza di alcune finiture della facciata, come al termine delle paraste e delle lesene la mancanza di capitelli, la definizione rustica della zoccolatura, l’assenza di un raccordo delle ali laterali dal primo al secondo livello della facciata. Vi sono, inoltre, alcune irregolarità di posa dei mattoni fuori squadra nella tessitura muraria, posati “a giornata”. Nel Settecento le fabbriche erano progettate per avere prospetti intonacati e questo spiega anche l’irregolarità dell’esecuzione con l’utilizzo di mattoni di recupero di forme diverse. La parte centrale della facciata, sottolineata da quadrature verticali intonacate poste nella specchiatura della parte alta, è coronata da un timpano. Al centro del prospetto vi è la porta d’ingresso definita da un portale con timpano triangolare. Nella zona centrale, in asse con il portale, è posto un finestrone rettangolare, che dà luce alla navata, sovrastato da un timpano centinato; le ali laterali del prospetto principale sono connesse alla parte centrale da una trabeazione trasversale, che divide i due ordini. I prospetti laterali della chiesa seguono l’andamento della planimetria, le cappelle della prima e della terza campata, sia a sinistra sia a destra della navata, sono meno profonde rispetto alle due cappelle della seconda campata; gli archi d’imposta di queste due grandi cappelle con i due archi trasversi sostengono una grande cupola. L’esterno della Parrocchiale è completamente in mattoni faccia a vista, solo la parte più alta del campanile è intonacata. Il tetto dell’aula sacra è a falde di tipo tradizionale, con struttura portante in legno, mentre il manto di copertura è costituito da coppi di laterizio. Il prospetto della Parrocchiale, in cotto a vista, ripartito da lesene semplici, è marcato da una trabeazione, che riflette l’organizzazione spaziale e volumetrica della chiesa. La facciata corrisponde all’aula liturgica, mentre i due prospetti laterali sono le testate delle cappelle, entro il cui spazio si realizza la sequenza dei vuoti e dei pieni, strumentali alla disposizione degli altari minori.
Interni
La chiesa presenta un’aula rettangolare caratterizzata da una calotta centrale affrescata dal cremasco Angelo Bacchetta (1841-1920) alla fine dell’Ottocento. La Parrocchiale al suo interno è una costruzione dalle linee eleganti. Sullo slancio di quattro archi portanti si alza una grande cupola affrescata. Di grande effetto sono: l’Altare maggiore in marmi policromi con la balaustra di marmo bianco che cinge la zona presbiteriale, la grande bussola d’ingresso di legno costituita da un’armoniosa serie di colonne con i confessionali d’inizio Novecento, le due ampie Cappelle con altari poste lateralmente alla navata con i due altari di marmo delle Cappelle del SS. Crocifisso e della Madonna del Rosario, l’Organo. L’impianto decorativo di tutte le superfici interne è l’opera pittorica più impegnativa e meglio riuscita di Angelo Bacchetta. Lo spazio interno è impostato essenzialmente secondo uno schema classico-settecentesco e l’impianto decorativo, anche se eseguito tra la fine dell’Ottocento e il primissimo Novecento, rientra nella visione in cui la pittura è completamento dell’architettura. La navata, coperta da cupola e crociere affrescate, è scandita in campate da pilastri con lesene rivestite di marmo. Le cappelle laterali con volta a botte e altari sono inquadrate da archi a tutto sesto. Un cornicione perimetrale divide le pareti laterali dalle volte creandone gli archi d’imposta. Sopraelevata di tre gradini con una balaustra di marmo e pilastrini decorati a intaglio con stemma nobiliare vi è la campata del presbiterio, coperto da volta a cupola, al cui centro è posto l’Altare Maggiore e la mensa post-conciliare. Dietro l’Altare è presente la zona del coro, la parete dell’abside è scandita da costoloni corrispondenti ai contrafforti esterni, il coro è allestito con alti scranni di legno. In controfacciata si trova un bellissimo complesso ligneo che ingloba la bussola d’ingresso e i confessionali. L’intero spazio sacro si percepisce come un insieme architettonico armonico di alternanza di vuoti e pieni, volumi in cui le linee architettoniche sono sempre una logica continuazione della navata centrale. Il complesso decorativo, affreschi, stucchi ed elementi architettonici danno unitarietà spaziale all’intero impianto decorativo con un’identità precisa e funzionale. Gli spazi sono pavimentati in marmo chiaro.
Campanile
Il Campanile posto sul lato ovest della chiesa con la parte inferiore in mattoni e la parte alta intonacata fu ricostruito nel 1927 dal capomastro Massimo Girbafranti, mentre il progetto era dell’ing. Ettore Marazzi. Un cornicione sporgente della torre segna il passaggio alla cella campanaria. Le lesene della cella in stile ionico sorreggono una trabeazione sormontata da un timpano. Superiormente un corpo esagonale è di appoggio alla cuspide in rame. Una caratteristica trentina quella di terminare la cuspide con cupola a forma di cipolla, che si spiega con i lavori di rifacimento della parte terminale del campanile nella prima metà del Novecento. Pare che le maestranze, che avevano partecipato alla Grande Guerra del 1915-18, volessero ricordare i campanili altoatesini.
Elementi decorativi
La chiesa presenta un’aula rettangolare caratterizzata da una calotta centrale affrescata dal cremasco Angelo Bacchetta (1841-1920) alla fine dell’Ottocento. La Parrocchiale al suo interno è una costruzione dalle linee eleganti. Sullo slancio di quattro archi portanti si alza una grande cupola affrescata. Di grande effetto sono: l’Altare maggiore in marmi policromi con la balaustra di marmo bianco che cinge la zona presbiteriale, la grande bussola d’ingresso di legno costituita da un’armoniosa serie di colonne con i confessionali d’inizio Novecento, le due ampie Cappelle con altari poste lateralmente alla navata con i due altari di marmo delle Cappelle del SS. Crocifisso e della Madonna del Rosario, l’Organo. Il complesso decorativo, affreschi, stucchi ed elementi architettonici danno unitarietà spaziale all’intero impianto decorativo con un’identità precisa e funzionale. La prima Cappella a destra, dedicata a S. Rocco, è allestita con un altare di marmo senza tabernacolo. Nell’edicola della ancona è posta la statua di S. Rocco. Sul lato sinistro della cappella è presente il monumento funebre dedicato alla famiglia Gambazzocchi-Marazzi, che fu fatto costruire nel 1853 dalla nobile Amalia d’Araciel, per la madre nobildonna Eugenia Gambazzocchi. L’imponente cappella del SS. Crocefisso s’inserisce a tutt’altezza nella navata, formando con la cappella di fronte un transetto a croce “pseudo greco”. Al centro, un grande altare celebrativo in marmi policromi con ancona, costituita da lesene binate poste su basamenti con intarsiati stemmi nobiliari fa da cornice al grande Crocifisso. Sui lati della cappella sono inserite due nicchie, in cui sono state poste due statue, a sinistra S. Luigi Gonzaga, a destra il Sacro Cuore di Gesù. Sulla parete, lateralmente all’ancona, vi sono due tele di Mauro Picenardi (1735-1809) Sant’Antonio da Padova, S. Luigi Gonzaga, e due tele di autore ignoto, Adorazione dei pastori e una Santa. L’altare della Cappella del SS. Crocifisso si presume sia stato costruito nella seconda metà dell’Ottocento. Lateralmente al paliotto dell’altare, sono presenti sui due basamenti di appoggio delle lesene dell’ancona, due stemmi uguali intagliati in marmi policromi. Lo scudo dello stemma è sovrastato da una grande corona con perle, nel cui campo, diviso in tre fasce, sono rappresentate sette zone con i simboli araldici di Famiglie nobiliari, proprietarie dei terreni di Moscazzano: il biscione degli Sforza-Visconti, e gli stemmi Gambazzocchi, Benvenuti e Marazzi. La terza cappella della navata destra ha una piccola bussola che protegge l’ingresso laterale della chiesa. Al primo livello della campata è allestito il grande organo Serassi-Franceschini (sec. XVIII-XIX) in stile neoclassico.
Elementi decorativi
Nella prima campata a sinistra vi è la Cappella dedicata al Santo titolare della Parrocchiale S. Pietro Apostolo in cui è posto il Fonte Battesimale. La cappella è incorniciata da quadrature e allestita con un’edicola in stile neo-classico con nicchia centrale, al cui interno è posta la statua Santo patrono. Sul fianco laterale sinistro, in una nicchia è posta un’urna in cristallo con al suo interno Maria Bambina. La coppa del Fonte Battesimale di semplice fattura, collocata al centro della cappella, è di marmo bianco con copertura in bronzo. L’imponente cappella della Madonna del Rosario s’inserisce nella navata centrale a tutta altezza. Al centro è posto un grande altare in marmi policromi con ancona, costituita da colonne di marmo nero con capitelli dorati che sorreggono un timpano spezzato con cimasa al centro, che fa da cornice alla nicchia centrale, dove è posta la statua della B. Vergine del Rosario con in braccio il Bambino. Lateralmente sono appese nella parte più alta della parete due tele: S. Lucia e S. Eurosia di Mauro Picenardi. Sui lati della cappella sono inserite due nicchie, in cui sono state poste due statue, a sinistra S. Francesco, a destra S. Giuseppe. La terza Cappella a destra ha a chiusura dell’ingresso laterale una pregevole bussola di legno. Al centro è appesa una tela raffigurante S. Pietro, S. Sebastiano e Madonna in trono.
Elementi decorativi
Una balaustra con pilastrini intagliati con lo stemma dei Vimercati-Sanseverino, delimita il Presbiterio, al cui centro vi è l’Altare Maggiore di marmi policromi in stile classico, completato da un tempietto centrale. La nuova mensa per l’adeguamento liturgico e il leggio-ambone, entrambi di legno dorato, sono della fine del Novecento. Sulla parete di fondo dell’abside, scandita da lesene e quadrature, è posto un coro ligneo. Gli scranni e gli inginocchiatoi di legno sono di pregevole fattura. Nel presbiterio sono presenti quattro tele di Giovanni Brunelli (Verona 1644-Crema 1722). L’ingresso principale è protetto da un manufatto ligneo (inizio ‘900) racchiudente la bussola e i confessionali. L’alta bussola del portale, composta da due lesene, sorregge una trabeazione, questa sormontata da specchiature in vetro. Lateralmente alla bussola si snoda un’alternanza binata di confessionali, sopra questi vi è una trabeazione arricchita da festoni. A lato del finestrone centrale con vetrata raffigurante la consegna delle chiavi di Gesù a S. Pietro sono decorate cornici con spirali e specchiature. L’intera navata è dominata da due crociere e dalla volta centrale a calotta con base circolare. La cupola e le crociere sottolineate da costoloni con decorazioni di stucco sono completamente affrescate. Angelo Bacchetta nella cupola della navata ha rappresentato “Il trionfo di S. Pietro” circondato da Angeli musicanti. L’impianto decorativo è vivacizzato da figure con vesti di colori brillanti, sedute su grandi volumi di nuvole bianche poste in circolo al Santo con veste color oro. Ai quattro lati del catino nei pennacchi sono affrescati, seduti su troni di nuvole, S. Gregorio e S. Agostino, S. Girolamo e S. Ambrogio. Le due grandi crociere della prima e della terza campata sono ripartite da specchiature al cui centro sono rappresentati in toni monocromi festoni, ghirlande, disegni floreali in stile Liberty. La zona centrale del presbiterio, le cui pareti sono riquadrate da lesene e da specchiature dipinte, è voltata con una cupola in cui è rappresentato il “Miracolo dell’Eucarestia” portato in trionfo da uno stuolo di angeli tra nuvole bianche nel cielo azzurro.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (1980)
La nuova mensa, posta al centro del presbiterio per l’adeguamento liturgico, è in legno dorato e intagliato.
ambone - aggiunta arredo (1980)
Il leggio-ambone semplice fattura di legno dorato è stato posto vicino alla balaustra per l'adeguamento liturgico effettuato nella seconda metà del Novecento.
cattedra - aggiunta arredo (1980)
La Cattedra è costituita da una semplice seduta in legno.
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