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Sant'Angelo in Vado
Urbino - Urbania - Sant'Angelo in Vado
chiesa
sussidiaria
S. Caterina al Corso
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Struttura; Coperture
nessuno
1269 - 1269(preesistenze carattere generale); 1291 - 1291(passaggio di proprietà intero bene); 1451 - 1468(ampliamento intorno); 1781 - 1784(ricostruzione intero bene); 1879 - 1879(rifacimento degli interni intero bene); 1986 - 1986(passaggio di proprietà intero bene)
Chiesa di Santa Caterina al Corso
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Caterina al Corso <Sant'Angelo in Vado>
Altre denominazioni S. Caterina al Corso
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
maestranze marchigiane (rifacimento degli interni )
Notizie Storiche

1269  (preesistenze carattere generale)

Il primo monastero delle Serve di Maria fu costruito nel 1269 sul Pratello di Santa Maria con le sovvenzioni della contessa Simona da Perugia. Al monastero furono donati tre poderi per il sostentamento.

1291  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1291 le Serve di Maria scambiarono il proprio monastero con il ramo maschile dell'Ordine, situato sull'odierno Corso Garibaldi.

1451 - 1468 (ampliamento intorno)

Il convento dei Servi di Maria era originariamente piccolo così come la chiesa. Entrambi furono ampliati ad opera del Beato Girolamo Ranuzzi, nella seconda metà del secolo XV. Egli morì nel 1468.

1781 - 1784 (ricostruzione intero bene)

Dopo il tragico terremoto del 1781 in cui perirono alcune monache, la chiesa e parte del monastero furono ricostruiti. Nel 1784 il vescovo Zamperoli la consacrò dopo la fine dei lavori.

1879  (rifacimento degli interni intero bene)

In seguito ad un furioso incendio nel 1879 in cui morirono tre monache, venne rifatto il coro e parte del presbiterio andati distrutti.

1986  (passaggio di proprietà intero bene)

Il 28 Settembre 1986 le ultime monache hanno lasciato il convento e la chiesa di Santa Caterina all'Arcidiocesi di Urbino. La chiesa viene officiata dal clero secolare come cappella invernale della vicina concattedrale.
Descrizione

La chiesa si affaccia sul corso principale della città, sul lato opposto dove sorge Santa Chiara. L'imponente facciata neoclassica è arricchita dal bel portale di stile rinascimentale, con portone in legno intagliato del primo Cinquecento. Due alte paraste composite si innalzano ai lati su basamenti ripartiti in due ordini sovrapposti. Il timpano spezzato, delineato con corsi di travertino e cotto, conclude la facciata. L'ingresso è rialzato sulla strada da due gradini scolpiti in pietra. L'interno tardo barocco è decorato da stucchi e decorazioni a rilievo. Sopra il cornicione sono tre finestre per lato. La parete destra è cieca. Le tre finestre a sinistra danno luce alla chiesa. Il presbiterio è tuttora separato dall'aula da una balaustra in pietra. L'altare in marmo è quello originale del Settecento. Grande effetto fa l'alzata dell'altare maggiore. Due coppie di colonne binate sostengono il timpano curvo sul quale sono scolpite le tre Virtù Teologali impersonate in figure femminili e, al centro, dalla colomba dello Spirito Santo inserita in una Gloria celeste con putti. Sulle pareti laterali sono addossati due altari minori, dedicati al Santissimo Crocifisso e a Santa Rita da Cascia.
Struttura
La chiesa è costruita con pareti portanti in mattoni pieni, lavorati finemente in facciata e utilizzati per comporre motivi decorativi. I parati interni sono intonacati e verniciati, parzialmente decorati con stucchi applicati.
Coperture
L'interno è voltato a botte con sezione ad arco a tutto sesto. In corrispondenza delle sei finestre sono le unghie delineate da marcati costoloni intonacati e verniciati. Sulle volte sono applicate decorazioni a stucco. Due archi ripartiscono la volta in tre campate. Sopra l'imposta delle volte è costruita la maglia in legno che sostiene il tetto.
Adeguamento liturgico

nessuno
La chiesa non ha subito le modifiche suggerite dal Concilio Vaticano II in materia di spazio ed arredo liturgico.
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