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Sant'Angelo in Vado
Urbino - Urbania - Sant'Angelo in Vado
chiesa
sussidiaria
S. Martino in Selvanera
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Elementi decorativi; Struttura; Coperture
nessuno
XIII - 1289(preesistenze carattere generale); XIV - 1402(costruzione intero bene); 1636 - 1842(passaggio di proprietà intero bene ); 1930 - 1937(ricostruzione intero bene); 1937 - 1937(decorazioni pittoriche intero bene)
Chiesa di San Martino in Selvanera
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Martino in Selvanera <Sant'Angelo in Vado>
Altre denominazioni S. Martino in Selvanera
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
maestranze marchigiane (decorazioni pittoriche)
Notizie Storiche

XIII - 1289 (preesistenze carattere generale)

Insieme ad altre chiese della vicina campagna, San Martino apparteneva alla pieve di San Lorenzo. Alla fine del secolo XIII (1289) non compare nelle decime devolute al pontefice, forse per insufficienza di reddito.

XIV - 1402 (costruzione intero bene)

La costruzione può datarsi ai primi del XIV secolo. Nella bolla di Bonifacio IX del 1402 San Martino passa da Urbino ad un "Nullius", territori che non appartenevano a nessuna diocesi pur costituendo un territorio ecclesiastico analogo alla diocesi.

1636 - 1842 (passaggio di proprietà intero bene )

Nel 1636 insieme alle altre chiese del territorio viene inglobato nella neonata Diocesi di Sant'Angelo in Vado. Nel 1637 il vescovo Onorati la descrive molto prossima alla rovina, il cui stesso accesso è difficile per la strada malmessa. Nel 1842 diviene parrocchiale e dotata di fonte battesimale.

1930 - 1937 (ricostruzione intero bene)

La vecchia chiesa viene demolita nel 1930 per far posto alla nuova e attuale. Su disegno del prof. Attilio Romanini, pittore, viene costruita in stile neogotico assieme al campanile e alla canonica. Nel 1937 il vescovo Capobianco consacra solennemente la chiesa.

1937  (decorazioni pittoriche intero bene)

Lo stesso progettista della chiesa, professore e pittore insigne, dal 1937 decora a tempera il presbiterio della chiesa e altre parti della chiesa.
Descrizione

La chiesa attuale riprende stile e materiali del neogotico, fiorito in Italia nel primo quarto del XX secolo. La facciata con profilo a capanna è arricchita di due elementi principali: il portale ad ogiva, decorato nella lunetta da bassorilievo con Gesù che abbraccia l'Agnello, e la trifora con esili colonne che partono da una base traforata di gusto veneziano. Portale e trifora sono realizzati in pietra scolpita e muratura intonacata. Le falde del tetto vengono evidenziate da archetti pensili. Sulla sinistra della chiesa si erge il campanile con cuspide in mattoni. Il corpo del campanile è decorato con rosone in pietra mentre la cella campanaria riprende il motivo della trifora, aprendosi con quattro finestre trilobate. L'interno della chiesa è illuminato da oculi posti sotto le arcate che scandiscono la navata unica in tre campate. Colonne dipinte a finto marmo sorreggono i peduncoli da cui irradiano i costoloni delle crociere. L'arco che introduce al presbiterio è composito e appare solido, sorretto da paraste tinteggiate di grigio. Una balaustra separa la navata dall'abside. L'altare maggiore è sostenuto da cinque archi trilobati su colonnine tortili. Sulle pareti laterali sono gli altari minori dedicati al Santissimo Crocifisso e alla Madonna Madre di Dio.
Elementi decorativi
L'abside è decorata dai dipinti del prof. Romanini. L'autore ha dipinto il primo e il secondo registro con immagini di santi ed evangelisti, mentre le volte sono decorate a cielo stellato. Nel registro inferiore da sinistra sono raffigurati San Francesco, San Pietro, San Martino (al centro in abiti vescovili), San Paolo e Santa Chiara. Nel registro superiore, nella lunetta a sinistra è rappresentato ancora San Martino che celebra l'Eucarestia, poi in successione i simboli iconografici dei Quattro Evangelisti e quindi nuovamente San Martino che dona metà del mantello al povero.
Struttura
Chiesa costruita in mattoni, fabbricati a Urbania e messi in opera da muratori locali. La facciata è rinforzata lateralmente da paraste. All'interno le colonne in muratura sostengono i costoloni della volta, così come le due paraste sostengono l'arco che introduce al presbiterio.
Coperture
La chiesa ha volte a crociera, realizzate in muratura e tinteggiate con motivi ornamentali ripetitivi. Sopra le volte insiste la struttura portante del tetto. Questo è costruito in cemento, con travi portanti in legno fissate ai muri portanti.
Adeguamento liturgico

nessuno
La chiesa non ha subito le modifiche suggerite dal Concilio Vaticano II in materia di spazio ed arredo liturgico.
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