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restauro
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Sant'Angelo in Vado
Urbino - Urbania - Sant'Angelo in Vado
chiesa
sussidiaria
S. Florido in Sorbetolo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Struttura; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1980)
VI - XII(preesistenze intero bene); XIII - XIV(passaggio di proprietà intero bene); 1402 - 1636(passaggio di proprietà intero bene); 1890 - 1899(rifacimento della pavimentazione intero bene); 1900 - 1949 (rifacimento intero bene); 2000 - 2011(restauro intero bene)
Chiesa di San Florido in Sorbetolo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Florido in Sorbetolo <Sant'Angelo in Vado>
Altre denominazioni S. Florido in Sorbetolo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (rifacimento della pavimentazione )
maestranze marchigiane (rifacimento )
maestranze marchigiane (restauro)
Notizie Storiche

VI - XII (preesistenze intero bene)

La prima fondazione risale a tempi antichissimi, legati alla guerra tra Goti e Bizantini (secoli VI-VIII). Fino al secolo XII dipendeva dai vescovi di Città di Castello.

XIII - XIV (passaggio di proprietà intero bene)

Nel XIII o XIV secolo passa sotto la Diocesi di Urbino e compare in una carta resa pubblica nel 1950 da Sella nelle "Rationes Decimarum Italiae".

1402 - 1636 (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1402 si stacca nuovamente da Urbino e passa sotto l'Abbazia di San Cristoforo di Urbania. Nel 1636 passa definitivamente sotto la nuova diocesi istituita a Sant'Angelo in Vado.

1890 - 1899 (rifacimento della pavimentazione intero bene)

Alla fine del secolo XIX don Benedetti liberava la chiesa dalle salme sepolte sotto il pavimento. Riuscì così ad abbassare il livello di quasi un metro. Il nuovo pavimento venne realizzato in cemento.

1900 - 1949  (rifacimento intero bene)

Il parroco don Baiocchi, nella prima metà del XX secolo, fece molte modifiche. Tra gli interventi il rifacimento della facciata, la nuova copertura e l'apertura di due altari nelle nicchie voltate ad arco: a sinistra Santa Eurosia, a destra Madonna di Lourdes con fondo in pietra pomice.

2000 - 2011 (restauro intero bene)

Nel primo decennio del nostro secolo don Cristoforo Amati ha incaricato un'impresa per la messa in stabilità della struttura. Nel 2011 sono stati inseriti i rinforzi in acciaio visibili in facciata che corrono lateralmente a destra della chiesa e comprendono parte della canonica.
Descrizione

L'aspetto odierno è risultato dell'ultimo secolo di interventi. Il disegno della facciata con lesene su alti basamenti e timpano rimanda allo stile neoclassico. Il portale è incorniciato da mostra in pietra modanata di linee semplici ma pregevole nel suo aspetto. In asse col portale è aperto un rosone con cornice in pietra della stessa fattura che viene poi riproposta per le modanature del timpano. Nella parte esterna, in contiguità con la parete destra è il campanile a vela a due fornici con campana risalente al 1301. L'interno ad aula unica è semplice, decorato solamente da elementi come le lesene tinteggiate in grigio e dalle due nicchie voltate ad arco. Il presbiterio occupa l'intera campata terza, sollevata di un gradino sul resto. In fondo a sinistra è l'unica finestra che dà luce alla chiesa eccettuato il rosone. Sopra l'ingresso è presente la cantoria in legno dipinto a finto marmo. La sagoma mistilinea rende pregevole questa opera sorretta da mensoloni a voluta.
Struttura
La chiesa è costruita in muratura portante. I muri sono realizzati con tecnica tradizionale. Le pareti sono intonacate e tinteggiate. Recenti restauri hanno portato all'applicazione di strutture in acciaio inserite nelle pareti della facciata e del fianco destro.
Coperture
La chiesa è coperta da volte a botte con sezione ad arco ribassato. La struttura in canniccio è intonacata e tinteggiata. Sopra l'imposta della volta è la struttura portante del tetto in legno, con capriate, terziere e correnti in rovere.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980)
L'altare addossato alla parete di fondo è stato rimosso. Parte del materiale è stato riutilizzato per comporre il nuovo altare rivolto ai fedeli.
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