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Crema
Crema
chiesa
santuario
Santa Maria delle Grazie
Parrocchia della Santissima Trinità
Coperture; Impianto strutturale; Pianta; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni
mensa - aggiunta arredo (2006); ambone - aggiunta arredo (2006); cattedra - aggiunta arredo (2006)
XIV - XV(Inizio lavoro Intero bene); XVI - XVII(edificazione carattere generale); XVII - XVIII(edificazione carattere generale); XVII - XVIII(periodo storico carattere generale); XVII - XVIII(periodo storico carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: la volta della navata carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: la volta della navata carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: la volta del presbiterio carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: le pareti laterali carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: Fuga in Egitto carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: Adorazione dei Magi carattere generale); XVII - XVIII(affreschi: Annunciazione carattere generale ); XVII - XVIII(affreschi: Madonna del Torrione carattere generale); XVIII - XIX(statue carattere generale); XIX - XX(restauri carattere generale ); XIX - XX(restauri carattere generale); XX - XXI(restauri carattere generale ); XX - XXI(restauri carattere generale); XX - 2015(restauri carattere generale)
Santuario di Santa Maria delle Grazie
Tipologia e qualificazione chiesa santuario
Denominazione Santuario di Santa Maria delle Grazie <Crema>
Ambito culturale (ruolo)
Maestranze lombarde (Costruzione)
Notizie Storiche

XIV -  XV (Inizio lavoro Intero bene)

Il 24 maggio 1488 veniva dato principio alla costruzione delle nuove mura della città. Terminate una ventina di anni dopo, sostennero gli assedi succeduti alla sconfitta veneziana di Agnadello. A seguito di tali vicende, volendo porre un'ulteriore protezione divina sulle fortificazioni cittadine, si fece dipingere, sul muro del torrione posto tra Porta Ombriano e Porta Ripalta, un'immagine della Madonna con Bambino. L'affresco fu eseguito nel quarto decennio del Cinquecento; l'autore è indicato dalla tradizione in un certo Giovanni da Caravaggio. I Cremaschi riconoscenti per gli scampati pericoli della guerra mantennero viva la devozione per la Madonna del Torrione.

XVI -  XVII (edificazione carattere generale)

Nel 1537 si verificarono diversi miracoli, nello stesso anno la scuola del SS. Sacramento della chiesa della SS. Trinità, nella cui parrocchia si trovava quella immagini, si pose sotto la protezione della Madonna del Torrione assumendo la cura del luogo. Dapprima vi fece costruire una tettoia per riparare l'immagine, poi, nel 1549, edificare un portico sostenuto da quattro colonne e nel 1575 vi fece erigere uno zoccolo in muratura e recingere il portico con una cancellata. Nel 1579 il visitatore apostolico Mons. Castelli compiva un sopralluogo alla Cappella di S. Maria detta del Torresino. Dalla relazione della visita si deduce che nella cappella si celebrava una messa quotidiana, l'altare era di mattoni, ma il fornice era dipinto e ornato con oro. Il visitatore apostolico ordinava che, qualora ragioni militari rendessero necessario l'abbattimento del tratto di mura, l'immagine venisse levata e conservata nella chiesa della SS. Trinità.

XVII - XVIII (edificazione carattere generale)

Nel 1601 il sopra-provveditore veneziano Giovanni Nani rifortificò la città abbassando mura e torrioni. Il Torrione della Madonna fu risparmiato, ma vi era la necessità di spostare l'immagine sacra. Dopo la demolizione nel 1592 della chiesa dei santi Filippo e Giacomo, nel 1601 l'area venne comperata dal consorzio del SS. Sacramento per costruire una vera chiesa alla Madonna. Il 1 giugno 1601 fu posta la prima pietra della nuova chiesa, della sagrestia e del campanile. Nel 1611 Mons. Gian Giacomo Diedo visitava sia l'oratorio del Torrione sia la nuova chiesa quasi ultimata. Nel 1613, il 25 luglio (o 25 agosto, secondo altre fonti) la sacra immagine fu spostata dal torrione nella nuova chiesa con una solenne processione. Nel 1620 fu collocato un grande crocefisso ligneo sull'architrave sotto la volta del presbiterio; nel 1621 la chiesa fu arricchita di una cantoria sopra la porta e nel 1628 di un organo.

XVII - XVIII (periodo storico carattere generale)

Nel 1640 i confratelli, utilizzando un lascito di mille lire imperiali, decidevano di far eseguire la decorazione completa della chiesa e le modifiche architettoniche necessarie a tale impresa. Tra il 1641 e il 1643 il pittore cremasco Barbelli Gian Giacomo eseguiva gli affreschi del santuario.

XVII - XVIII (periodo storico carattere generale)

L'importanza del santuario è data dalla decorazione interna eseguita dal Barbelli. Varcata la porta d'ingresso, il fedele si trova immerso in uno spazio spettacolare ed inatteso. Grazie al sapiente e illusivo gioco della prospettiva l'ambiente si dilata in ogni direzione: verso l'alto sfondando il soffitto, sui lati con immaginarie balaustre, sul fondo con un'abside intuibile dietro il tendaggio. Il Barbelli con la sua frequentazione in ambito culturale pittorico del quadraturismo "a punto di fuga mobile" bresciano dei fratelli Rosa, oltre che la conoscenza diretta dei cremonesi Campi, era in grado di fornire una decorazione all'avanguardia e prestigiosa.

XVII - XVIII (affreschi: la volta della navata carattere generale)

La parte più complessa e impegnativa è la decorazione della volta che inquadra l'ASSUNZIONE DI MARIA. Il piccolo ambiente viene innalzato grazie ad un sistema perfettamente integrato di architettura e figure. Sopra il cornicione reale della chiesa si imposta una balconata, sorretta da grandi mensole, composta da balaustre racchiuse tra colonne binate sui lati lunghi e isolate da quelli corti, poggianti a loro volta su altissimi basamenti. Queste colonne reggono a loro volta una complessa balaustra aperta sul cielo dove è dipinta l'Assunzione della Vergine in un trionfo di angeli festanti. A scalare gradualmente la salita prospettica verso il punto di fuga le grandi figure monocrome dei quattro Profeti e dei quattro Evangelisti. A rendere meno rigido il telaio quadraturistico, vivaci putti ignudi e giovani angeli musicanti vivificano con le loro spericolate posizioni la squillante cromia della volta, risaltando sui toni monocromi dell'architettura, dei profeti e degli evangelisti.

XVII - XVIII (affreschi: la volta della navata carattere generale)

Il Barbelli (1604-1656) usa la luce della grande finestra di facciata, appositamente fatta allargare al momento della decorazione del tempio, quale sorgente reale di luce, blocca l'intensità e l'inclinazione di questa luce e ne fa la fonte per tutta la quadratura, il perno chiaroscurale su cui costruire architettonicamente la fuga prospettica. La superficie liscia e curva delle colonne incanala la luce che scivola verso il centro della composizione, l'occhio del visitatore è pertanto attirato verso la visione celeste della Gloria di Maria Assunta. La costruzione logica della quadratura rende vero questo spazio irreale e fa diventare naturale il mistero dell'Assunzione.

XVII - XVIII (affreschi: la volta del presbiterio carattere generale)

Con procedimento analogo sopra il presbiterio è dipinta l'INCORONAZIONE DI MARIA. Uno sfondato architettonico concluso da balaustre aperte sul cielo inquadra la scena con una visione adeguata alla ristrettezza dell'ambiente. Sotto l'Incoronazione di Maria si vede una medaglia monocroma raffigurante una figura allegorica femminile seduta su un unicorno.

XVII - XVIII (affreschi: le pareti laterali carattere generale)

Di notevole interesse quadraturistico e pittorico sono le pareti laterali. Una serie di arcate dipinte, delimitate da balaustre, sorrette da mensoloni, ospita, in una sorta di matroneo immaginario, gli APOSTOLI. Lo spazio dell'unica navata è perciò dilatato anche lateralmente e arricchito dalla presenza di personaggi, spettatori come i fedeli dell'evento portentoso dell'Assunzione. I visi di alcuni Apostoli sono rivolti verso l'alto e con la mimica gestuale nel momento di improvvisa reazione al fatto miracoloso. Altri Apostoli, guardando all'interno della chiesa, creano il legame visivo e psicologico tra i fedeli, gli Apostoli, testimoni storici dell'Assunzione, e Maria nel cielo.

XVII - XVIII (affreschi: Fuga in Egitto carattere generale)

Sopra la porta maggiore e su quella laterale cornici in stucco racchiudono due grandi scene ad affresco isolate, presentate come quadri appesi alle pareti. Sopra la porta laterale è rappresentato il RIPOSO NELLA FUGA IN EGITTO. La freschezza dell'invenzione, la poesia del racconto e del luogo, i colori chiari e luminosi, staccano questa Fuga in Egitto dalle altre scene della chiesa. L'affresco è considerato uno dei capolavori del Barbelli, nell'angolo a destra è presente la firma "IL BARBELLO F."

XVII - XVIII (affreschi: Adorazione dei Magi carattere generale)

Sopra la porta maggiore, come appoggiata su un mensolone sostenuto da paraste, è collocata in una cornice a stucco l'ADORAZIONE DEI MAGI. L'affresco, di formato rettangolare, occupa in lunghezza tutta la superficie della facciata interna permettendo il distendersi del corteo al seguito dei Magi. L'aspetto fondamentale del dipinto è quello teatrale, con personaggi principali e comparse in fastosi costumi secenteschi, con cavalli, cani e quinte architettoniche. Secondo la tradizione, il personaggio in piedi, all'estrema destra, con abiti borghesi secenteschi, sarebbe l'autoritratto dell'artista che, con la mano distesa, indica il suo lavoro. Il dipinto è firmato 1643, anno di conclusione dei lavori. Al di sotto dell'Adorazione dei Magi, ai lati della porta maggiore, nell'incavo illusorio creato dalle paraste dipinte, trovano posto le figure monocrome di S. SEBASTIANO su un lato e di S. ROCCO sull'altro, presentate come statue nelle nicchie.

XVII - XVIII (affreschi: Annunciazione carattere generale )

Sui lati dell'arco del presbiterio, in cornici di stucco sormontate da putti reggi cartiglio, sono dipinte le figure dell'ANGELO ANNUNCIANTE e DELLA VERGINE, di S. DEFENDENTE e di S. FERMO. Tutte le lesene e le cornici della chiesa sono dipinte con figure di putti che reggono, in difficili acrobazie, simboli mariani e religiosi, dal rosario ai fiori, seguendo una tradizione che risale al primo Cinquecento.

XVII - XVIII (affreschi: Madonna del Torrione carattere generale)

Al centro dell'altare è posta l'immagine miracolosa della MADONNA DEL TORRIONE CORONATA DA DUE ANGELI proveniente dal Torrione delle mura, opera di Giovanni da Caravaggio. L'affresco è stato più volte ritoccato e poco conserva dello stile primitivo. L'intervento più importante è avvenuto nel Seicento al momento dello stacco. Sull'affresco deve aver operato Pombioli Tommaso che nel 1613, anno dello strappo, era il più noto e qualificato pittore cremasco. I due angeli sono molto vicini allo stile dei suoi dipinti. Anche il Barbelli, a decorazione finita della chiesa, deve aver apportato qualche ritocco, a lui vanno riferite le testine angeliche ben diverse nello stile dal resto dell'affresco.

XVIII - XIX (statue carattere generale)

Sull'altare ai lati dell'affresco della Madonna del Torrione sono poste due statue in marmo raffiguranti la MADDALENA e S. GIOVANNI EVANGELISTA da annoverare tra i capolavori della bottega dei Fantoni di Rovetta (BG). Le due opere non sono state eseguite per la chiesa delle Grazie, ma provengono dalla cappella della Madonna del Carmine della chiesa di S. Caterina a Crema. Le statue furono eseguite da Fantoni Andrea tra il 1712 e il 1713 e acquistate per interessamento del parroco della SS. Trinità dopo la soppressione della chiesa di S. Caterina in epoca napoleonica.

XIX - XX (restauri carattere generale )

Nel 1824 fu costruito il nuovo altare e l'affresco della Madonna del Torrione fu nuovamente staccato dal muro dagli ingegneri Massari Luigi e Della Noce Luigi al fine di collocarlo nella nuova incorniciatura. L'altare, che sostituisce il precedente in mattoni, fu costruito assieme alla balaustra, che prese il posto della cancellata in ferro. L'altare di linee neoclassiche è composto da una semplice mensa, un tabernacolo circolare e da due colonne corinzie, che reggono sull'architrave due angeli recanti una targa con la scritta MARIA MATER GRATIAE. Nel 1833-34 i Fratelli Serassi costruirono un nuovo organo; la cantoria e la fronte dello strumento furono intagliate da Annessa Giovanni. Nel 1835 il pittore Ferrabino Pietro ridipinse le lesene laterali dell'organo, rovinate nell'allestimento della cantoria. Sempre il Ferrabino dipinse il finto panneggio dietro l'altare, in quanto la costruzione dell'altare aveva danneggiato e reso inutilizzabile la prospettiva affrescata dal Barbelli.

XIX - XX (restauri carattere generale)

Nel 1892, in occasione dell'Incoronazione dell'effigie miracolosa, il pittore Bacchetta Angelo restaurò l'intero ciclo di affreschi ricevendo un compenso di lire 2.460. Una scritta in un cartiglio sopra il finestrone di facciata ricorda questo intervento. Il Bacchetta oltre che pulire gli affreschi, ritoccò le finte architetture e aggiunse due angeli sulla controfacciata. Nel 1894 il santuario veniva staccato dalla parrocchia della SS. Trinità e posto sotto la diretta giurisdizione del Vescovo.

XX - XXI (restauri carattere generale )

Nel 1901 i fratelli Crespi fusero per il santuario tre nuove campane. Dal 1941 il santuario fu gestito dai Padri Missionari Comboniani. La significativa presenza dei padri Comboniani durò fino al 1977. Il santuario insieme a parte del grande complesso conventuale fu scorporato per allestire gli appartamenti del Rettore e del Cappellano e venne eretto in rettoria.

XX - XXI (restauri carattere generale)

Nel 1992 vennero eseguiti alcuni interventi di deumidificazione della chiesa, tra cui l'asportazione dello zoccolo di travertino, posto al tempo dei Padri Comboniani, lungo le pareti dell'aula in quanto favoriva l'ascesa dell'umidità fino alla base degli affreschi. Nel luglio del 1994 fino al dicembre del 1995 il restauratore Bonomi Marcello di Nembro operò una pulitura dell'intero ciclo degli affreschi. Il Bonomi si limitò ad interventi di spazzolatura a secco e pulitura con acqua distillata salvo la riduzione di qualche abrasione e la stabilizzazione di alcune parti di pellicola pittorica causate dalle infiltrazioni d'acqua dal tetto.

XX - 2015 (restauri carattere generale)

Restauro conservativo di tutti i paramenti esterni intonacati, degli elementi decorativi in cotto, delle finestrature, degli infissi, dei manufatti lignei. delle coperture della chiesa con campanile e della casa canonica. Tali interventi conservativi sono stati eseguiti evitando il più possibile sostituzioni e rifacimenti nella logica del minimo intervento con l'impiego di materiali tradizionali e naturali. Le opere effettuate hanno mirato a realizzare un adeguato restauro della fabbrica, previa eliminazione delle cause del grave stato di conservazione e la successiva valorizzazione del monumento. Un intervento di restauro non prorogabile per il diffuso degrado materico presente. Contemporaneamente sono stati allestiti nuovi impianti di riscaldamento della chiesa e delle sagrestie, che sono state ampliate con un nuovo locale per le confessioni e un servizio igienico.
Descrizione

La chiesa fu edificata tra il 1601 e il 1611-13. La semplice facciata di gusto ancora cinquecentesco è formata da due ordini sovrapposti, impostati su alti zoccoli. Quattro lesene suddividono la facciata in tre parti inquadrando il portale con un mosaico raffigurante la Madonna delle Grazie, il timpano spezzato del portale si incastra nello zoccolo del secondo ordine. Le lesene dell'ordine superiore con capitelli corinzi racchiudono al centro un ampio finestrone; ai lati sono inserite due nicchie vuote con cornici in cotto che animano la fronte. Concludono la facciata la trabeazione e il timpano triangolare impreziosito al centro da un'altra nicchia con cornice in cotto. Nel lineare fianco, scandito in tre campi da sottili lesene, si affacciano due finestre e la porta laterale. L'interno è formato da un vano rettangolare con alta volta a botte. Lesene con capitelli di ordine ionico suddividono in tre campiture lo spazio delle pareti, nelle quali si aprono su un lato la porta di accesso alle sagrestie, sormontata dalla cantoria e dall'organo. Un cornicione continuo molto lungo aggettante corre sopra i capitelli delle lesene lungo il perimetro della chiesa. Un piccolo presbiterio quadrato con volta a botte e testa a padiglione conclude l'aula sacra.
Coperture
La copertura è a capanna con due falde in coppi tradizionali in cotto con sottostante protezione in fibrocemento ecologico, che poggia su struttura lignea formata da capriate, piccola e media orditura. La copertura dell'abside è di forma quadrata chiusa da tre falde.
Impianto strutturale
I muri perimetrali sono in muratura di mattoni, così come le volte a botte della navata e a padiglione del presbiterio. Le volte partono da una trabeazione costituita da una cornice che delimita le pareti laterali.
Pianta
La pianta è rettangolare a tre campate intervallata da lesene. Nella controfacciata e al centro della parete laterale Ovest sono posizionate due bussole lignee. Il presbiterio, mancante del coro, è a base quadrata.
Campanile
Il campanile di forma esile e slanciata, che sorge sul lato destro del presbiterio, ha finestre a bifora e cuspide conica in cotto, fiancheggiata da quattro pinnacoli.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata, prima dell'inserimento del nuovo impianto di riscaldamento, si presentava in mattonelle di marmo Rosso di Asiago e di marmo Bianchetto (posizionata circa 20 anni fa, di scarsa qualità, è stata completamente conservata). Ora, dopo i lavori di restauro, la pavimentazione è in parquet di legno color noce chiaro. Il presbiterio e i gradini di accesso all'altare sono in marmo chiaro.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (2006)
E' una mensa lignea semplice, collocata al centro del presbiterio
ambone - aggiunta arredo (2006)
Il semplice leggio in legno è collocato a metà della balaustra di sinistra
cattedra - aggiunta arredo (2006)
La cattedra è una semplice seduta lignea in stile fratino collocata sul lato destro del presbiterio.
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