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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Capurso
Bari - Bitonto
chiesa
parrocchiale
Santissimo Salvatore
Parrocchia di Santissimo Salvatore
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Prospetti; Scale; Pavimenti e pavimentazioni; interni; Elementi decorativi; Arredi
presbiterio - intervento strutturale (1965); presbiterio - aggiunta arredo (1990)
1535 - 1541(costruzione intero bene); XIX - XIX(ampliamento intero bene); XIX - XIX(completamento aula liturgica); 1831 - 1835(restauro intero bene); 1856 - 1856(manutenzione intero bene); 1927 - 1927(carattere generale intero bene); 1978 - 1978(restauro intero bene); 1985 - 1990(restauro aula liturgica); 1997 - 2003(restauro intero bene)
Chiesa del Santissimo Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa del Santissimo Salvatore <Capurso>
Altre denominazioni Chiesa di San Giuseppe
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (costruzione)
Notizie Storiche

1535 - 1541 (costruzione intero bene)

edificazione della chiesa per volontà della duchessa di Bari Bona Sforza.

XIX  (ampliamento intero bene)

lavori di ampliamento consistenti nella costruzione di una nuova facciata esterna dalle linee completamente estranee allo stile romanico che caratterizzava tutta la chiesa; l’edificio rispetto al precedente risulta essere più lungo di circa 30 palmi e più alto di tre.

XIX  (completamento aula liturgica)

lavori di completamento della chiesa eseguiti grazie alle risorse erogate dal primicerio Giovanni Pavone e consistenti nella realizzazione dell’apparato decorativo, ovvero di stucchi, decori ed opere pittoriche: gli stucchi furono creati del milanese Luigi Conti mentre le opere di finitura e doratura furono portate a compimento per mano dei baresi Vincenzo e Natale Lattanzio.

1831 - 1835 (restauro intero bene)

lavori di restauro della chiesa per interessamento dell’arcivescovo Clary.

1856  (manutenzione intero bene)

a causa dei danni determinati da una pioggia torrenziale e dalle costanti infiltrazioni, furono necessari lavori di ripristino delle coperture e rifacimento degli stucchi.

1927  (carattere generale intero bene)

riapertura al culto della chiesa in seguito a danni provocati da continue infiltrazioni che cambiarono completamente la configurazione interna dell’edificio: non erano infatti più visibili capriate e controsoffitto ligneo ma una semplice copertura piana.

1978  (restauro intero bene)

inizio restauro della sacrestia e della chiesa in seguito al crollo del 21 marzo 1975. I lavori furono eseguiti a cura del Genio Civile e consistettero nella realizzazione di scavi ed intercapedine perimetrali, consolidamento delle facciate, delle murature interne e degli elementi strutturali, nel rifacimento della copertura e nella ricostruzione dei tavolati della cupola centrale, nel ripristino delle decorazioni interne e dei dipinti del cassetto nato e in opere di adeguamento liturgico dell’area presbiterale. Nella stessa occasione furono eseguiti interventi di consolidamento strutturale del campanile e ricostruzione delle scale d’accesso e della torre dell’orologio, lavori di impermeabilizzazione delle coperture oltre che opere di ristrutturazione della sacrestia.

1985 - 1990 (restauro aula liturgica)

lavori di restauro dell’edificio consistenti in manutenzione delle superfici interne; in occasione dei lavori la zona absidale fu completamente riconfigurata.

1997 - 2003 (restauro intero bene)

lavori di restauro dell’edificio consistenti in consolidamento strutturale dei pilastri centrali della navata maggiore; i lavori furono eseguiti sotto la direzione tecnica dell’ing. Franco Carella.
Descrizione

Schema planimetrico del tipo basilicale, suddiviso in tre navate, cinque navate e transetto, ad aula unica e scandito da colonne e da pilastri con lesene addossate; l’area presbiteriale, rialzata di due gradini rispetto allo spazio assembleare, coincide con la porzione centrale del transetto ed è conclusa da un fondale curvilineo in muratura antistante l’abside semicircolare. La facciata principale si presenta semplice e lineare, tripartita da alte lesene lineari, delimitata da cantonali sagomati aggettanti e realizzata con conci di pietra calcarea disposti a corsi regolari. Le bucature ed i volumi presenti all’interno della superficie verticale determinano due ordini orizzontali, di cui quello inferiore, eretto su un alto basamento in pietra, contiene tre portali d’accesso dei quali il centrale è sormontato da una trabeazione con fregio scolpito e da una cartella lapidea mistilinea; la porzione superiore è bucata da un rosone circolare e l’elemento terminale corrisponde ad un’ampia fascia modanata di coronamento aggettante dal piano di facciata. Nella parte posteriore, alla destra dell’edificio, si eleva la torre campanaria realizzata in pietra calcarea e divisa in tre ordini sovrapposti: quello inferiore è completamente inglobato all’interno del fabbricato mentre i superiori sono aperti su ogni lato da una bifora arcuata; l’elemento terminale è una piramide a base quadrata. Le superfici interne sono completamente intonacate, tinteggiate in bianco ed oro e decorate con dipinti su fondo dorato o impreziosite da stucchi in rilievo.
Pianta
Schema planimetrico del tipo basilicale, suddiviso in tre navate, cinque navate e transetto, ad aula unica e scandito da colonne e da pilastri con lesene addossate; l’area presbiteriale, rialzata di due gradini rispetto allo spazio assembleare, coincide con la porzione centrale del transetto ed è conclusa da un fondale curvilineo in muratura antistante l’abside semicircolare. Le pareti perimetrali sono definite dal susseguirsi di arcate a tutto sesto tra le quali sono custoditi numerosi elementi decorativi, mentre in prossimità del presbiterio o lungo il profilo curvilineo dell’abside si aprono varchi dai quali è possibile raggiungere la sacrestia, l’ufficio parrocchiale ed altri locali adibiti a deposito. Poiché la facciata principale è puntellata da diversi anni per motivi statici, nonostante sia presente un grande portale d’ingresso, l’accesso quotidiano all’edificio avviene attraverso l'unica porta posta sul fianco meridionale o, in alternativa, da un varco secondario collocato sul lato opposto; entrambi gli accessi conducono direttamente all’esterno.
Impianto strutturale
Muratura portante in conci di pietra locale: l’aula liturgica è scandita da dieci imponenti colonne poggianti su basi cilindriche e concluse con capitelli corinzi dai quali sono originati archi a tutto sesto su cui ricorre una cornice modanata; nella parte superiore poggia il secondo ordine aperto da cinque bucature ad arco ribassato per lato, coronate da una fascia terminale sulla quale scarica un solaio piano. Le navate minori, identiche tra loro, presentano cinque campate per lato, sono caratterizzate da un’altezza netta interna inferiore rispetto alla navata principale e sono tutte sormontate da volte a vela poggianti sulle colonne della navata centrale e sulle lesene addossate alle pareti perimetrali. Il transetto è suddiviso in tre porzioni delle quali quelle esterne sono voltate a botte, mentre sulla cornice modanata della campata centrale, collocata all’intersezione con la navata maggiore, è impostata una cupola emisferica, raccordata alla parte inferiore tramite quattro pennacchi sferici; l’abside presente a conclusione dell’area presbiterale è coperta da un catino emisferico.
Coperture
Gran parte dell’edificio è coperta con un tetto piano la cui stratigrafia è definita dalla sovrapposizione di materiali coibenti per l’isolamento termico e guaine impermeabilizzanti: mentre la navata maggiore, caratterizzata da un’altezza maggiore, è rifinita con strati protettivi dei materiali coibenti, le navate laterali, i bracci del transetto e la porzione absidale sono superiormente rivestiti con lastre quadrangolari di pietra di Corigliano. Da essi si distingue il solo volume corrispondente all’interna campata sormontata da cupola che, svettante oltre il lastrico solare che copre il transetto, è concluso con due falde inclinate il cui tegumento è realizzato con tegole e coppi. Seppur diversa tra le varie parti, l’inclinazione dei lastrici solari è tale da favorire il deflusso delle acque meteoriche, che vengono convogliate all’interno dei pluviali che discendono sui prospetti laterali.
Prospetti
La facciata principale si presenta semplice e lineare, tripartita da alte lesene lineari, delimitata da cantonali sagomati aggettanti e realizzata con conci di pietra calcarea disposti a corsi regolari. Le bucature ed i volumi presenti all’interno della superficie verticale determinano due ordini orizzontali, di cui quello inferiore, eretto su un alto basamento in pietra, contiene tre portali d’accesso dei quali il centrale è composto da due ante in legno, inquadrato da stipiti modanati e sormontato da una trabeazione con fregio scolpito a motivi vegetali in rilievo; in corrispondenza del sottostante portale sono visibili una cartella lapidea nella quale si leggono informazioni storiche circa la fondazione dell’edificio oltre alle tracce di due archivolti ad arco ribassato, attualmente murati. Negli scomparti laterali, privi di decorazioni, si aprono due portali architettonicamente simili a quello principale ma di dimensioni evidentemente minori. La porzione superiore è bucata da un rosone circolare con cornice modanata da cui filtra luce naturale all’interno della navata centrale; l’elemento terminale corrisponde ad un’ampia fascia modanata di coronamento aggettante dal piano di facciata. I prospetti laterali sono quasi del tutto ciechi, caratterizzati da estrema massività poiché realizzati con conci di pietra calcarea disposti a corsi regolari su un basamento lapideo ed aperti esclusivamente da un accesso secondario, da una superiore finestra rettangolare ed, in alto, dai rincassi delle aperture, arretrate rispetto al piano di facciata, dalle quali filtra luce naturale all’interno della navata maggiore e del transetto; appena sotto la finestra posta al centro della testata del transetto meridionale è posizionato lo stemma della regina Bona Sforza scolpito in pietra. Nella parte posteriore, alla destra dell’edificio, si eleva la torre campanaria realizzata in pietra calcarea e divisa in tre ordini sovrapposti: quello inferiore è completamente inglobato all’interno del fabbricato e presenta sul fianco meridionale una meridiana circolare; i superiori, entrambi aperti su ogni lato da una bifora arcuata i cui archetti sono rigirati su una colonnina centrale e sui fianchi di più ampio archivolto, sono distinti da una cornice marcapiano scolpita con dentelli e denti di sega; il registro superiore, arretrato rispetto ai precedenti, è impreziosito da una fascia di arcatelle pensili per lato ed è sormontato dall’elemento terminale piramidale su cui poggia una croce in metallo. Il quarto prospetto è occultato dai volumi dei fabbricati adiacenti.
Scale
L’accesso all’edificio può avvenire attraverso una scala monumentale, antistante l’intera facciata principale, composta da quattro gradini poligonali in pietra, ma, poiché il prospetto rivolto ad Ovest risulta puntellato da diversi anni per motivi statici, per raggiungere il piano di calpestio interno della chiesa si utilizza una scalinata piramidale composta da tre gradini in pietra e collocata sul fronte meridionale, prospiciente via Regina Bona Sforza.
Pavimenti e pavimentazioni
L’intero pavimento dello spazio assembleare è realizzato con lastre rettangolari di graniglia di marmo caratterizzate da tonalità variabili dall’ocra al grigio al rosa; mentre alcuni altari laterali sono rifiniti con maioliche invetriate del classico formato 20x20cm decorate con motivi vegetali, il presbiterio è rivestito con elementi di pietra locale molto chiara e levigata.
interni
Le superfici interne sono completamente intonacate, tinteggiate in bianco ed oro e decorate con dipinti su fondo dorato o impreziosite da stucchi in rilievo. L’aula liturgica è scandita da dieci colonne poggianti su basi cilindriche, rivestite con stucchi lucidi dipinti a finto marmo e concluse con capitelli corinzi dai quali sono originati archi a tutto sesto, con intradosso modellato, su cui ricorre una cornice modanata; nella parte superiore poggia il secondo ordine aperto da cinque bucature ad arco ribassato per lato, alternate a pannelli con specchiature quadrangolari bianche e dorate, e coronate da una fascia terminale su cui scarica un solaio piano, semplicemente intonacato e privo di decorazioni. Le navate minori, caratterizzate da un’altezza netta interna inferiore rispetto alla navata principale, presentano cinque campate per lato, tutte sormontate da volte a vela poggianti sulle colonne della navata centrale e sulle lesene, dipinte a finto marmo, addossate alle pareti perimetrali; le volte, tutte dipinte in bianco, sono adorne di stucchi sagomati a motivi geometrici, con fogliame e con decori di forme complesse, connesse da una rosetta circolare centrale. Il transetto è suddiviso in tre porzioni delle quali quelle esterne sono voltate a botte, mentre sulla cornice modanata della campata centrale, collocata all’intersezione con la navata maggiore, è impostata una cupola emisferica, raccordata alla parte inferiore tramite quattro pennacchi sferici dipinti con le immagini degli Evangelisti; l’abside presente a conclusione dell’area presbiteriale è coperta da un catino emisferico. Le volte a botte dei bracci del transetto, la cupola emisferica ed il catino absidale sono decorati con lacunari quadrangolari od ottagonali, ornati con rosetta centrale bianca o dorata. Alla controfacciata è addossata una cantoria dal profilo mistilineo, realizzata in muratura, sostenuta da quattro colonne ed altrettante semicolonne aggettanti dalla parete perimetrale e decorata con specchiature rettangolari nelle quali sono dipinti elementi vegetali e strumenti musicali; nel campo centrale su un cartiglio si legge “psallite sapienter nec vel hilum sonet horrendum”. L’ingresso della luce naturale all’interno dello spazio assembleare è garantito da due bucature ad arco ribassato disposte nelle navate laterali al di sopra degli accessi secondari, da un rosone presente in controfacciata e da dieci aperture arcuate posizionate nella porzione superiore delle pareti della navata maggiore; il presbiterio, invece, è illuminato naturalmente da due finestroni collocati sulle testate dei bracci del transetto. La continuità e l’integrità dei fianchi dell’edificio sono interrotte da alcuni varchi, visibili nei pressi del presbiterio ed all’interno dell’abside, dai quali è possibile raggiungere la sacrestia, l’ufficio parrocchiale ed altri locali adibiti a deposito.
Elementi decorativi
Ricchi e pregiati sono gli elementi decorativi presenti all’interno dell’edificio; in molti casi si tratta di tele, dipinti o sculture posizionate nelle navate laterali o all’interno dell’area presbiteriale. Sul fianco sinistro si aprono cinque arcate: la prima di esse, absidata e decorata con stucchi a finto marmo, contiene un pregevole fonte battesimale in pietra scolpita; dinanzi alla terza arcata, tra le lesene stuccate ed aggettanti dalla parete perimetrale, è collocata un base in pietra e bronzo sulla quale poggia una statua di San Giuseppe con Gesù bambino; alla quinta, infine, è addossato un altare in marmi policromi in cui è conservata la custodia eucaristica; l’altare è sormontato da una tela, realizzata per mano di Saverio Calò, e raffigurante la Vergine con il Bambino insieme ai santi Pietro, Paolo, Rocco e Domenico. Le arcate del fianco destro dell’edificio sono impreziosite dagli elementi decorativi di seguito descritti: nella prima è visibile una nicchia tripartita ed arcuata in cui sono conservate le sculture a tutto tondo di Sant’Antonio, dell’Addolorata e di Santa Rita da Cascia; alle pareti della terza e della quinta arcata sono fissate due tele raffiguranti rispettivamente la Vergine delle grazie tra santi e l’Annunciazione. Anche i bracci del transetto presentano elementi decorativi degni di nota; entrambi sono aperti da una nicchia arcuata in testata e sulla parete adiacente all’abside è posizionata una tela del Calò: il braccio sinistro contiene nella nicchia una statua della Madonna di Lourdes e sulla parete un dipinto della Vergine della Misericordia rappresentata insieme ad altri santi; nel braccio destro, invece, la nicchia custodisce una scultura in cartapesta del Sacro Cuore e sulla parete laterale prende posto un altare in marmi policromi intarsiati sormontato da una tela raffigurante la Presentazione di Gesù al Tempio. Di grande rilievo sono, senza dubbio, i dipinti realizzati dal pittore Umberto Colonna per impreziosire artisticamente i soprarchi ed il registro superiore delle pareti della navata maggiore, ed i pennacchi di raccordo della grande cupola emisferica: i primi consistono in medaglioni polilobati disposti su fondo dorato nei quali sono dipinti con tempere policrome, a sinistra, i dottori della Chiesa Occidentale, cioè Sant’Ambrogio, San Girolamo, San Gregorio Magno e Sant’Agostino e, a destra, i dottori della Chiesa Orientale, ovvero San Basilio, San Cirillo, Sant’Atanasio e San Giovanni Crisostomo; sui soprarchi dell’arco trionfale che distingue spazio assembleare da area presbiterale sono riconoscibili i santi Pietro e Paolo. La porzione superiore delle pareti della navata maggiore ospita i dipinti della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, la tempesta sedata, San Tommaso che tocca il costato del Cristo risorto e la risurrezione di Lazzaro. Sui pennacchi sferici della cupola sono visibili le immagini dei quattro Evangelisti, mentre i lunettoni ai lati delle testate del transetto sono valorizzati con le sagome policrome di angeli reggenti cartigli. Al centro della parete curvilinea dell’abside è posizionata una tela della Trasfigurazione, opera dell’artista Saverio Calò. Mentre sulla cantoria, in controfacciata, è presente un dipinto di Umberto Colonna del Cristo Salvatore, nelle navate laterali, in corrispondenza delle lesene addossate alle pareti perimetrali, sono fissate le quattordici formelle bronzee della Via Crucis, realizzate dal già citato Serafino da Picciano.
Arredi
L’attuale configurazione del presbiterio è il risultato di un integrale intervento di adeguamento liturgico: al centro si trova l’altare, composto da un volume parallelepipedo inquadrato da cornici in pietra a più ordini rientranti al centro dei quali Serafino da Picciano ha collocato una lastra scolpita in bronzo e raffigurante la Cena di Emmaus; in posizione assiale, dinanzi ad un fondale curvilineo in muratura rivestito con lastre di pietra levigata e bocciardata ed impreziosito da tasselli dorati, è posizionata la sede mobile del celebrante, realizzata in legno così come le sedute per gli altri ministri. L’ambone, disposto alla destra del presbiterio, presenta un piedistallo semicilindrico cui sono addossate lastre in pietra incise con le figure degli Evangelisti e sul quale è installato un lettorino inclinato in legno la cui faccia anteriore è decorata con una lastra scolpita con l’immagine metaforica della Carità. Il tabernacolo è, invece, inserito al centro del gradino d'altare in marmi policromi intarsiati collocato nella quinta campata della navata laterale sinistra, all’interno di una nicchia con portella argentata e sormontata da due teste di putti, aperta all’interno di una struttura a forma di tempietto con colonnine in marmo verde e superiore trabeazione con fastigio a volute. Un pregevole fonte battesimale con base cilindrica rastremata e scanalata, vasca mistilinea ed identico coperchio rovesciato sormontato da pigna dorata, prende posto nella prima arcata della navata sinistra all’interno di una nicchia absidata dipinta a finto marmo e conclusa con un frontone monocuspidato.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965)
affinchè il sacerdote possa celebrare la Santa Messa rivolto verso il popolo, sono stati rimossi altare maggiore e coro, il pavimento dell'area presbiterale è stato smantellato e sono stati collocati sul presbiterio nuovi arredi liturgici coerentemente a quanto disposto dal Concilio Vaticano II.
presbiterio - aggiunta arredo (1990)
all'interno di un più complesso intervento di manutenzione e restauro, l'intera zona absidale è stata completamente riconfigurata con l'aggiunta di nuovi arredi liturgici.
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