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Imola
Imola
chiesa
parrocchiale
S. Agata vergine e martire
Parrocchia di Sant'Agata Vergine e Martire
Pianta; Coperture; Facciata; Finiture esterne; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni
fonte battesimale - aggiunta arredo (1964); presbiterio - aggiunta arredo (anni 70 del 1900)
1146 - 1146(costruzione chiesa); 1603 - 1620(rifacimento chiesa); 1861 - 1862(completamento carattere generale)
Chiesa di Sant'Agata Vergine e Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Agata Vergine e Martire <Imola>
Altre denominazioni S. Agata vergine e martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze ticinesi (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1146  (costruzione chiesa)

della primitiva chiesa parrocchiale si ha notizia a partire da un documento del 1146. Il vecchio edificio, lungo undici metri e largo sette, era a navata unica, con forma a capanna e con due altari laterali oltre a quello maggiore.

1603 - 1620 (rifacimento chiesa)

la chiesa fu ricostruita su progetto dell'architetto ticinese Giorgio Soldati. Esponente della scuola gesuitica, mirava a mettere al primo posto nella soluzione dei problemi architettonici, la funzionalità e la praticità. Punto fermo nell'architettura gesuitica è l'edificio sacro come vano unico, al fine di rendere più umano il rapporto fra Dio e il suo popolo: la chiesa di Sant'Agata riflette proprio questo principio.

1861 - 1862 (completamento carattere generale)

nella parte alta della facciata viene aperto un finestrone a lunettone per orientare meglio la luce.
Descrizione

la chiesa di Sant'Agata ha origini molto antiche, risalenti almeno al XII secolo. La vita dell'edificio è stata segnata principalmente dalla presenza dell'ordine dei gesuiti che ne ha influenzato l'architettura, l'intitolazione di molti altari e la configurazione dei locali annessi, adibiti a scuola pubblica della città. Pensata e progettata dall'architetto ticinese e gesuita Giorgio Soldati, essa si presenta come vano unico, al fine di permettere al predicatore di essere al centro dell'assemblea e allo stesso tempo a stretto contatto con l'altare. Dotata di pianta rettangolare e di un'unica navata con coperture a botte e a crociera, si caratterizza anche per le quattro cappelle, in sostituzione delle navate minori, che le conferiscono grande luminosità. Anche il presbiterio, di un gradino sopraelevato sul livello dell'aula, diviso da una semplice balaustra con finalità liturgiche, serve a favorire un maggior contatto fra clero e fedeli. La decorazione interna, semplice ed essenziale, ricalca perfettamente lo stile gesuitico.
Pianta
rettangolare, di 33 x 17 metri circa nei lati maggiori, di ampio respiro, orientata verso la pubblica via da cui ha l'ingresso. Vi è un'unica navata con presbiterio, abside quadrata e quattro cappelle laterali.
Coperture
a botte e a crociera nell'incrocio del falso transetto.
Facciata
distribuita su due ordini: volute ad "S" avrebbero raccordato l'ordine inferiore a quello superiore. Una grande finestra in quest ultimo ordine, avrebbe completato la facciata, insieme ad un imponente monogramma gesuitico.
Finiture esterne
in laterizio, con un sottile intonaco a sgramatura per far intravvedere il correre dei mattoni; si lega con cornici e capitelli in pietra serena intagliati secondo le forme e proporzioni dell'ordine corinzio e composito.
Elementi decorativi
la decorazione interna è di semplice ma elegante fattura: la trabeazione e gli architravi sono scanditi da parti poco aggettanti l'una sull'altra e le cornici presentano cicli poco pronunciati con effetti di luci ed ombre. I soli elementi emergenti nella severità dell'insieme restano le balaustre dei coretti e i monogrammi della Compagnia di Gesù, come stemmi genitilizi.
Pavimenti e pavimentazioni
in marmo rosso di Verona, risale al 1861 su iniziativa dell'allora parroco don Giovanni Alpi.
Adeguamento liturgico

fonte battesimale - aggiunta arredo (1964)
consiste in un manufatto in marmo policromo di produzione italiana, collocato al centro del battistero.
presbiterio - aggiunta arredo (anni 70 del 1900)
permane il vecchio altare a muro in marmo policromo, bronzo e legno dorati; ne viene aggiunto un secondo, sempre in marmo policromo, rivolto verso l'assemblea dei fedeli.
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