chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Valdengo Biella chiesa parrocchiale S. Biagio Parrocchia di S. Biagio Campanile; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980) 1319 - XIII(preesistenze carattere generale); XV - XV(preesistenze carattere generale); XV - XV(preesistenze carattere generale); 1491 - XV(notizie storiche carattere generale); 1567 - 1571(preesistenze carattere generale); 1573 - XVI(preesistenze carattere generale); 1619 - XVII(preesistenze carattere generale); 1637 - XVII(ricostruzione intero bene); 1641 - XVII(realizzazione intero bene); 1650 - XVII(ornamento opere lignee); 1658 - XVII(realizzazione tabernacolo); 1664 - 1669(realizzazione portico e cappelle laterali); 1780 - 1789(ampliamento coro altare maggiore); 1846 - XIX(ampliamenti ultimi lavori); XX - XX(rinnovamento decorazioni); 1994 - XX(rifacimento e manutenzione copertura)
Chiesa di San Biagio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Biagio <Valdengo>
Altre denominazioni
S. Biagio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche
1319 - XIII (preesistenze carattere generale)
esisteva un edificio antico, quasi sicuramente di origine romanica ad una sola navata; di questo chiesa si hanno alcune notizie nei decreti della Visita Pastorale del 1319, emanati dal Vescovo di Vercelli Uberto Avogadro. In essi si legge che la chiesa aveva l'abside completamente rovinata, tanto che già da tempo non si poteva celebrare all'altare maggiore. Venne quindi ricostruito solo l'abside.
XV (preesistenze carattere generale)
l'antichità di questa chiesa è testimoniata dai documenti e dai resti di alcuni muri laterali, che conservano una decorazione ad archetti gotici e un contrafforte d'angolo nella facciata, sicuri elementi della chiesa preesistente all'attuale. La perfetta esecuzione di questi archetti in cotto, ad arco a sesto acuto, che correvano lungo lo spiovente del tetto, lascia pensare ad un edificio quattrocentesco e la loro collocazione conferma quanto si legge nelle antiche carte che era a due navate. Infatti gli archetti, che si trovano nella parete sud sono ad un'altezza maggiore dal piano pavimento rispetto a quelli della parete opposta, verso la strada. I primi ornavano i muri della navata principale e i secondi quelli della navata minore e l'identità della struttura e degli elementi compositivi lascia pensare che le due navate siano state edificate nello stesso tempo. La costruzione della terza fu rimandata per mancanza di fondi ma non venne mai realizzata.
XV (preesistenze carattere generale)
la presenza di questi archetti quattrocenteschi, incorporati con alcuni muri nella struttura architettonica della chiesa attuale, ci permette di conoscere le dimensioni della chiesa gotica, che dovevano essere assai modeste, sufficienti però alle necessità delle poche centinaia di persone che componevano il paese. E anche questa chiesa era già la ricostruzione di un edificio più antico, quasi sicuramente di origine romanica ad una sola navata.
1491 - XV (notizie storiche carattere generale)
conferma l'epoca quattrocentesca di questa chiesa dalle linee gotiche il fatto che un'altra chiesa del territorio presenta le stesse caratteristiche e fu edificata proprio nella seconda metà di tale secolo. Inoltre si trova ulteriore conferma in numerose disposizioni testamentarie di questo tempo, fatte "in reparatione ecclesie". La chiesa doveva essere ultimata nella struttura muraria verso la fine del secolo, poichè nel 1491 vi esisteva già un altare dedicato alla Madonna e a S. Biagio.
1567 - 1571 (preesistenze carattere generale)
dalle numerose visite pastorali di quegli anni si può avere una dettagliata ricostruzione ideale della chiesa preesistente. Nel 1597 il SS. Sacramento era conservato in un tabernacolo murale, a lato dell'altare, su cui si trovava la scritta HIC EST PANIS ed era racchiuso in una pisside di legno; pochissimi erano i paramenti e gli arredi e il cimitero era privo del muro di recinzione. Nella Vis. Past. del 1571 si ricordano due altari laterali, uno dedicato alla Madonna e l'altro a S. Stefano. Nell'interno della chiesa si trovavano alcuni sepolcri.
1573 - XVI (preesistenze carattere generale)
Nel 1573 la relazione della Vis. Past. descrive la chiesa, gli affreschi e gli altari esistenti: "Vidit Sanctissimum Sacramentum super gradu lateritio in fornice altaris maioris jn sacello ligneo optime deaurato ac picto intus non ornato...Baptisterium lateritium in navi maiori a dextris jn jngressu maioris...altare maius in Capella navis maioris...".
La chiesa si presentava con un presbitero diviso dal resto della navata da un alto muro, che richiamava le chiese monastiche. Si saliva al presbitero attraverso una scala formata da diversi gradini e vi era l'architrave con il grande Crocifisso. I muri interni erano in gran parte ricoperti da affreschi; l'altare maggiore si trovava addossato alla parete dell'abside e aveva per ancona un presepe di legno, collocato in una nicchia chiusa da vetrata. Si ricordano due altari laterali, uno dei quali (l'antico altare dedicato alla Madonna e S. Biagio) ornato da un'ancona lignea la cui tavola attribuita a Bernardino Lanino è ancora esistente.
1619 - XVII (preesistenze carattere generale)
la Vis. Past. del 1619 conferma che l'altare della Madonna era dedicato anche a S. Biagio, divenuto nella seconda metà del secolo precedente contitolare della parrocchia.
1637 - XVII (ricostruzione intero bene)
nel 1637 si diede inizio alla ricostruzione della chiesa. Infatti nel libro delle spese sono registrate cinque lire "...per il dissegno fatto per tal fabrica". Si incominciò dalla navata e si proseguì velocemente nei lavori in quanto si mantennero i muri perimetrali della chiesa gotica, che furono solamente alzati per portarli alle dimensioni richieste per la nuova costruzione. Vennero invece demolite le volte e l'interno delle due navate. Nello stesso anno la navata raggiungeva già il tetto.
1641 - XVII (realizzazione intero bene)
nel 1641 si dava inizio alle altre due cappelle, verso la porta d'entrata, mentre nell'anno 1643 si riprese la fabbrica del campanile. La chiesa mancava ancora della volta, la cui costruzione fu iniziata nel 1645 e fu portata a termine, con i lavori di rifinitura delle ultime due cappelle, negli anni seguenti.
1650 - XVII (ornamento opere lignee)
l'edificio non era ancora ultimato e già si dava inizio a pregevoli opere lignee di ornamento. Si incominciò dal pulpito, tuttora esistente, la cui esecuzione fu affidata al mastro locale Francesco Dalla Riva. Ricalca i tempi secenteschi, svolgendoli con una robustezza di disegno e di ornato che denotano una maestria non comune. Sei grandi pannelli, lavorati a motivi ornamentali, divisi da cariatidi, con sfondi in piattorilievo e fascia inferiore a forma di corona d'alloro formano la grande balconata. Dalla Riva eseguì anche il castello delle campane, i telai delle finestre e il "rastello" del cimitero. Insieme col mastro Melchiorre Comotto di Vigliano, scolpì inoltre gli stalli del coro, non più esistenti e sostituiti con gli stalli attuali provenienti dalla demolita chiesa della confraternita di San Rocco.
1658 - XVII (realizzazione tabernacolo)
Bartolomeo Termine è colui che realizzò il tabernacolo e l'ancona della chiesa che gli fa da coronamento, formata da una maestosa architettura e arricchita e ornata da statue di angeli e santi.
1664 - 1669 (realizzazione portico e cappelle laterali)
nel 1664 venne realizzato il portico addossato alla facciata dal mastro Giovanni Antonio Rama di Graglia. Venne anche realizzata la cappella laterale dedicata alla Madonna del Carmine e il relativo altare, con la formazione di un'ancona in stucco opera del mastro Giacomo Barile di Como. Nel 1669 la cappella di S. Biagio venne riedificata e dedicata alla Madonna del Rosario. I lavori furono condotti dal mastro Rama.
1780 - 1789 (ampliamento coro, altare maggiore)
nel 1780 si ampliò la chiesa con la costruzione di un nuovo coro, che venne però realizzato solo nel 1788 dal mastro Pietro Mosca del Vandorno. Nel 1789 venne invece stipulato un contratto con Apollonio Colombara per la realizzazione di un nuovo altare maggiore in marmo con relativa balaustra.
1846 - XIX (ampliamenti ultimi lavori)
il 25 marzo 1846 l'amministrazione parrocchiale decideva di ampliare il portico, già esistente, fino a raggiungere la casa canonica. Nel 1848 venne affidata allo stuccatore Tommaso Fissotti di Mongrando la stuccatura a finto marmo delle pareti interne della chiesa e la decorazione della stessa. Venne anche ampliata la cappella del Rosario, portandola alle dimensioni attuali. Nel 1850 venne ampliata anche la cappella del Suffragio che stava di fronte a quella del Rosario.
XX (rinnovamento decorazioni)
la decorazione della chiesa venne rinnovata alcuni decenni fa, grazie alla munificenza del comm. Attilio Rivetti. Nel presbiterio si fecero dipingere tre grandi affreschi rappresentanti l'Assunta con San Biagio e i Santi Piemontesi, la Nascita di Cristo e l'Ultima Cena (an. 1942). Il Guglielmino dipinse nel 1955 la tela dell'altare dell'Immacolata (in precedenza quella del Rosario) e altre tele della cappella di fronte. Gli altri due altari laterali vennero demoliti e al loro posto si collocarono i due pregevoli confessionali del sec. XVII e i due quadri della Madonna del Carmine del Vellata e della Madonna con S. Biagio e S. Agostino, di Bernardino Lanino.
1994 - XX (rifacimento e manutenzione copertura)
Nel 1994, grazie ad una raccolta di fondi tra la popolazione, viene rifatto il tetto dell'intero complesso, iniziando una grande stagione di restauro e di valorizzazione dei beni storici e artistici che ancor oggi prosegue compatibilmente alle disponibilità e con la collaborazione di singole famiglie o anche di enti e associazioni.
Descrizione
Ritrovamenti di piccoli reperti in zona Ugliengo, prova della presenza in paese di un insediamento romano, fanno fortemente supporre l'esistenza di una piccola chiesa romanica nel luogo dell'attuale, sostituita attorno al 1400, per motivi di capienza, da un'altra a una navata, integrata in tempi successivi con una seconda navata più piccola. Per meglio comprendere il contesto, è importante premettere che questa chiesa, come del resto tante altre, era di "pertinenza" della famiglia dei Conti Avogadro di Valdengo, Vigliano e Collobiano che come "Patroni" la gestivano a loro piacimento. La chiesa era dedicata a San Tommaso e solo nel 1619 troviamo traccia di un altare dedicato a San Biagio.
Lo studio, avveniristico per quei tempi, fa si che, recuperando i muri perimetrali, si realizzi un'unica navata e che la nuova chiesa venga ultimata in dieci anni. Ecco spiegata la presenza degli archetti gotici, visibili ancora oggi all'esterno, provenienti dai muri perimetrali della vecchia chiesa del 1400.
Campanile
Vi lavorano i mastri Pietro e Stefano ed alcuni aiutanti.
Si realizza una piccola cella campanaria e alcuni locali utilizzati successivamente dalla comunità.
La data di termine, ancora oggi visibile su una finestrella del lato nord, indica l'anno 1643.
Viene installata una sola campana e conservata fino ad oggi: la più grande. Successivamente questa cella sarà ampliata e permetterà di arrivare gradualmente alle cinque campane dei tempi nostri.
Struttura
la struttura dell'edificio è realizzata in muratura portante di mattoni pieni.
Coperture
la copertura presenta due falde lungo la navata mentre l'abside, di forma semicircolare, presenta una copertura a ventaglio. Il manto di copertura è realizzato in coppi e la struttura sorretta da orditura lignea.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento dell'aula liturgica è ancora quello originale costituito da cementine disposte a scacchiera
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
per gli interventi di adeguamento liturgico la mensa dell'altare maggiore è stata staccata da quest'ultimo e posizionata verso il centro del presbiterio, il quale è stato abbassato di un gradino.