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Piletta
Magnano
Biella
chiesa
sussidiaria
SS. Vincenzo e Domenico
Parrocchia di Santi Giovanni Battista e Secondo
Impianto strutturale
presbiterio - aggiunta arredo (1970 ca.)
1773 - 1773(costruzione campanile); XVIII fine - XVIII fine(costruzione intero bene); 1835 - 1835(restauro intero bene); 1835 - 1835(ricostruzione campanile); 1835 - 1835(costruzione sacrestia); 2013 - 2013(restauro copertura)
Oratorio dei Santi Vincenzo e Domenico
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Oratorio dei Santi Vincenzo e Domenico <Piletta, Magnano>
Altre denominazioni SS. Vincenzo e Domenico
Ambito culturale (ruolo)
maestranze biellesi (costruzione)
Notizie Storiche

1773  (costruzione campanile)

Dal libro dei conti della parrocchia, redatto a partire dal 1771, si ricava che il campanile è eretto nel 1773

XVIII fine  (costruzione intero bene)

Le origini dell'oratorio, come testimonia il contenuto della prima relazione della parrocchia, risalgono alla seconda metà del secolo XVIII

1835  (restauro intero bene)

Nel 1835 l'edificio è restaurato ad opera dell'impresario Givone

1835  (ricostruzione campanile)

Nel 1835, nel corso dei lavori di restauro dell'edificio, il campanile, eretto nel 1773, viene riedificato. I lavori sono ancora condotti ad opera dell'impresario Givone

1835  (costruzione sacrestia)

L'attuale sacrestia, collocata lungo il lato dell'edificio orientato a levante è costruita nello stesso anno in cui viene riedificato il campanile e restaurato l'intero bene. Ancora una volta i lavori sono condotti ad opera dell'impresario Givone

2013  (restauro copertura)

L'oratorio è oggetto di interventi di “restauro e risanamento conservativo” che consistono nel consolidamento statico delle strutture, limitatamente alla copertura e alla parte alta della muratura dell'abside, necessarie a garantire la stabilità strutturale della sottostante muratura
Descrizione

Le origini dell’oratorio dei SS. Vincenzo e Domenico in Magnano, Frazione Piletta, risalgono alla seconda metà del secolo XVIII. L'aula a navata unica, divisa in tre campate, è coperta da tre volte a padiglione a base rettangolare; esse sono inframezzate da costoloni che si impostano su tre lesene, le quali scandiscono l'aula in campate. L'abside semicircolare, in cui sono collocati l'altare e il quadro dell’altare rappresentante la Madonna con i SS. Vincenzo e Domenico, dipinto all'inizio dell'ottocento dal pittore Giovanni Lace di Andorno, si apre al fondo dell'unica navata. Anche il catino absidale è scandito dalla presenza di due costoloni e di altrettante lesene. Il campanile e l'attuale guardaroba della sacrestia, riedificati nel corso dei restauri ottocenteschi che interessarono l'intero edificio, si trovano entrambi sul lato destro dell'aula, guardando l'altare. La facciata è a spioventi ed è scandita da quattro lesene che incorniciano il portale di accesso
Impianto strutturale
Le strutture verticali dell'edificio sono in muratura portante continua, intonacata e tinteggiata in facciata e all'interno, al rustico nelle facciate laterali e nella parte tergale all'esterno. L'aula è a navata unica ed è coperta da una sequenza di tre volte a padiglione a base rettangolare inframmezzate da costoloni che si impostano su ciascuna delle tre coppie di lesene che scandiscono l'aula in altrettante campate. L'abside semicircolare si apre al fondo dell'unica navata. Il catino absidale è scandito dalla presenza di due costoloni che proseguono fino a terra nelle lesene. In testa all'unica navata, lungo la superficie interna di facciata e appena sopra il portale di accesso, si trova il coro ligneo. La facciata a spioventi è scandita dalla presenza di quattro lesene che, a due a due, incorniciano il portale di accesso e le due aperture ai suoi lati. Il tetto dell'edificio è a falde con manto di copertura in coppi
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970 ca.)
Nel 1970 circa, di fronte all'altare Maggiore, fu collocata una mensa d'altare in legno per le celebrazioni liturgiche
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