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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
adeguamento liturgico
Soleto
Otranto
chiesa
parrocchiale
Maria SS. Assunta
Parrocchia di Maria Santissima Assunta
Pianta; Coperture; Illuminazione naturale; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (anni Duemila)
XIV - XVI(titolo ecclesiastico intero bene); XIV - XVII(inserimento manufatto navata); 1538 - 1607(notizia visita pastorale interno); 1703 - 1703(inserimento manufatto nucleo centrale); 1708 - 1709(restauro intero bene); 1743 - 1743(calamità naturale intero bene); 1781 - 1781(restauro intero bene); 1796 - 1796(inserimento manufatto nucleo centrale); 1804 - 1804(rifacimento intero bene); 1809 - 1809(inserimento manufatto nucleo centrale); 1837 - 1837(inserimento manufatto nucleo centrale); 1872 - 1872(rifacimento intero bene); 2008 - 2008(restauro intero bene)
Chiesa di Maria Santissima Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Maria Santissima Assunta <Soleto>
Altre denominazioni Chiesa della Madonna Assunta
Maria SS. Assunta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIV - XVI (titolo ecclesiastico intero bene)

di probabile origine trecentesca, l’edificio è documentato sin dal 1410 con il semplice titolo di “Santa Maria”, e tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento se ne attesta già la dignità di Collegiata. All’acquisizione di tale rango dovette verosimilmente contribuire l’elevazione di Soleto a contea sotto il feudatario provenzale Raimondo del Balzo Courthezon.

XIV - XVII (inserimento manufatto navata)

Splendido il fonte battesimale posizionato sul primo pilastro alla sinistra dell’ingresso, opera databile alla seconda metà del XIV secolo finemente ornata con testine tonsurate, intrecci vegetali e foglie d’acanto. Successivo (fine Cinquecento – primo Seicento) il fonte con ciborio ligneo collocato poco distante, corredato di volti di putti alati, festoni e frutti e sostenuto da tre originali figure di pesci disposte a mo’ di treppiede.

1538 - 1607 (notizia visita pastorale interno)

le visite pastorali del 1538 e del 1607 documentano all’interno dell’edificio la presenza di affreschi raffiguranti S. Ilarione, la Dormitio Virginis, la Vergine Addolorata, S. Giovanni Evangelista e S. Maria della Misericordia, poi perduti a seguito delle successive ricostruzioni.

1703  (inserimento manufatto nucleo centrale)

Del 1703 il pulpito ligneo posizionato presso il secondo pilastro destro della navata centrale e opera di Matteo Gervasi da Soleto.

1708 - 1709 (restauro intero bene)

alla fine del Seicento l’edificio necessita di drastici interventi di restauro, dei quali tra il 1708 e il 1709 è incaricato il mastro soletano Diego Margari. Per il rifacimento delle coperture egli coinvolge il leccese Giuseppe Zimbalo detto “Zingariello” (1620-1710), il più importante architetto locale del periodo.

1743  (calamità naturale intero bene)

un violento terremoto colpisce il Salento determinando danni consistenti. Non fa eccezione la chiesa matrice di Soleto, che tra il 1753 e il 1776 matura un preoccupante quadro fessurativo e minaccia rovina. Il Governo Municipale e il Capitolo della Collegiata concordano di affidare i lavori di ripristino all’architetto martanese Pasquale Margoleo (1703-1781), che tuttavia muore poco dopo l’avvio del cantiere.

1781  (restauro intero bene)

nell'agosto 1781 il sindaco Giuseppe Oronzo Salvatore e l’arciprete Donato de Luca incaricano del proseguimento dei lavori l’architetto copertinese Adriano Preite (1724-1804), che tuttavia rifiuta di adottare il progetto del predecessore e propone una completa demolizione e ricostruzione della fabbrica. La proposta registra generale apprezzamento eccezion fatta per il primicerio Teodosio Manca, che si appella alla bellezza e vetustà della fabbrica originaria.

1796  (inserimento manufatto nucleo centrale)

Risale al 1796 il pregevole altare maggiore, attribuito allo scultore alessanese Emanuele Orfano.

1804  (rifacimento intero bene)

Alla morte dell’architetto Preite, nel 1804, la chiesa è ancora mancante di un quarto della struttura, di buona parte della facciata e di tre altari.

1809  (inserimento manufatto nucleo centrale)

Alle spalle del presbiterio si collocano il leggio ligneo del 1624 e il coro ligneo del 1809, quest’ultimo introdotto in sostituzione di una precedente struttura documentata sino al 1793.

1837  (inserimento manufatto nucleo centrale)

La balaustra perimetrante il presbiterio, realizzata da Pasquale Manni nel 1837 e ornata di motivi vegetali e cornucopie, è stata in parte recisa in occasione dell’adeguamento dello spazio liturgico.

1872  (rifacimento intero bene)

Documenti del 1872 fanno menzione di un nuovo architetto e di nuove maestranze: l’architetto Catone di Ostuni e i Mastri Pasquale e Luigi Manni di Soleto. Smarriti alcuni disegni di Catone, questi ultimi progettarono e realizzarono la facciata, ma ancora una volta il cantiere non fu portato a termine.

2008  (restauro intero bene)

nell'anno finanziario 2008 l'edificio ha beneficiato dei fondi per l'8 per mille erogati dalla CEI per lavori di "Consolidamento, restauro e valorizzazione" (pratica CEI n. E/5562/2008).
Descrizione

si inserisce nell'angolo sud-occidentale del centro storico, accampandosi orgogliosamente al centro dell'ampia piazza Cattedrale. Orientato canonicamente a est, si configura come edificio monumentale dalla sagoma cruciforme, articolata dalla presenza di volumi addossati tra i quali spiccano la sontuosa guglia di Raimondello Orsini, i due bassi vani fiancheggianti il coro poligonale, la torre campanaria innestata sul braccio sinistro del transetto, le svettanti paraste irregolari che ritmano i prospetti, i solenni contrafforti con coronamento modanato e gli ambienti interconnessi che foderano la fiancata destra. L'abbondanza di tracce stratigrafiche, la diversa tipologia delle apparecchiature murarie, la varietà delle aperture e la molteplicità delle finiture superficiali testimoniano una storia lunga e complessa, sedimentatasi in un oggetto architettonico complesso ma non compiutamente risolto. La scatola muraria è prevalentemente costituita da conci di tufo e carparo semplicemente apparecchiati, mentre pietra leccese di qualità è impiegata sulla facciata, sulla guglia di Raimondello, sui portali laterali e sui più significativi elementi architettonici. La facciata insiste su un ampio podio sopraelevato di tre gradini esteso anche alla fiancata nord, mentre il resto della fabbrica insiste direttamente sul marciapiede circostante.
Pianta
l'edificio ripropone la classica pianta basilicale a tre navate, distribuite lungo quattro campate e individuate da spesse arcate a tutto sesto poggianti su robusti pilastri. La spaziosa crociera è in larga parte saturata dalla predella del presbiterio fiancheggiata dai due bracci del transetto, mentre in direzione ovest si espande il coro, concluso da una scarsella poligonale estradossata e stretto tra le due cappelle intitolate al SS. Sacramento e a S. Veneranda. Una ricca trabeazione sorretta da originali lesene corinzie si sviluppa lungo l'intero perimetro fungendo da piano d'imposta per le superfici finestrate e il sovrastante sistema di copertura a volte, impreziosite da decori a stucco, cornici, elementi scultorei a rilievo e campiture cromatiche sui toni del giallo. Alla fiancata destra si addossano l'ufficio parrocchiale, la sacrestia e infine, a sud-ovest, la cappella di San Paolo con pregevolissimo altare in pietra leccese. Le superfici parietali sono per lo più intonacate e tinteggiate, mentre le membrature architettoniche in pietra leccese sfoggiano una perfetta finitura a faccia vista. All'ingresso principale si aggiunge quello laterale posizionato nella seconda campata della navata sinistra, mentre sacrestia e ufficio parrocchiale si dotano di autonomo accesso dall'esterno.
Coperture
la copertura a volta appare alquanto diversificata: volte a stella si dispongono sulle due cappelle fiancheggianti il coro, sui due bracci del transetto e sulla crociera, mentre lungo la nave centrale si stende una volta a botte ritmata da archi trasversali appena appena estradossati e da unghie laterali incornicianti le finestre. Profonde unghie sagomano anche il catino sovrastante la porzione terminale del coro, dove la sovrabbondanza di luce ben rappresenta la gloria celeste. All'esterno il sistema di copertura è costituito dal tradizionale lastrico solare in "chianche" di pietra leccese su letto di tufina, e ripropone, semplificandola, la gerarchia dello spazio interno.
Illuminazione naturale
la luce naturale, diffusa e abbondante, è introdotta da numerose aperture diverse per forma e dimensione: otto nella navata centrale, due sulla facciata (l'una centrale, l'altra trilobata e corrispondente alla navata sinistra), tre in ciascuno dei bracci del transetto, quattro trilobate ai quattro lati della crociera (rialzata rispetto alle volte circostanti) e sei, di cui due trilobate, nell'ampio coro posto alle spalle dell'altare maggiore.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento dello spazio liturgico si compone di piastrelle in pietra di Soleto 36x36 cm disposte secondo una trama diagonale, cui fanno da contrappunto il grande nastro centrale (126 cm di larghezza) e fasce trasversali (52 cm di larghezza) in marmo egizio. Più ampie le lastre che pavimentano il presbiterio (40x81 cm circa), alle cui spalle si stende il pavimento in cocciopesto realizzato in opera del coro. Marmette in graniglia di cemento a pasta beige con grosse scaglie di marmo bianco rivestono il pavimento della Cappella del SS. Sacramento, mentre quella speculare conserva un manto di cementine con disegni modulari a tema vegetale di colore verde, grigio, giallo, rosso e beige. Le predelle d'altare a due o tre gradini sono costituite da masselli di pietra leccese o rivestite in marmo e/o graniglia di cemento di colore grigio, mentre la sacrestia mostra un piano di calpestio in gres di formato 30x30 cm simulante una pietra naturale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni Duemila)
nei primi anni Duemila è stato realizzato l'adeguamento dell'area presbiteriale alla nuova liturgia. In particolare, rimossa una porzione anteriore della balaustra perimetrale, sono stati inseriti il nuovo altare e il nuovo ambone in pietra naturale, entrambi sostenuti da colonnette rastremate. Discutibile la posizione della sede del presidente e delle sedute destinate ai ministranti, l'una e le altre alloggiate sulla predella dell'antico altare maggiore a gradini.
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