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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Morigino
Maglie
Otranto
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Facciata; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Illuminazione naturale; campanile
altare - aggiunta arredo (anni Settanta)
1522 - 1522(notizia visita pastorale intero bene); 1596 - 1596(notizia visita pastorale intero bene); 1608 - 1608(notizia visita pastorale intero bene); 1613 - 1624(notizia visita pastorale nucleo ); 1834 - 1874(notizia visita pastorale nucleo centrale); 1983 - 1884(restauri ala destra e ala sinistra); 2010 - 2010(restauro intero bene)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Morigino, Maglie>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

1522  (notizia visita pastorale intero bene)

la visita pastorale dell'Arcivescovo Fabrizio De Capua, che già fa menzione della chiesa parrocchiale di Morigino, documenta che l'edificio era all'epoca ben arredato e custodito in perfetto stato. Non è certo, tuttavia, che esso fosse già dedicato a San Giovanni Battista, né che vi si celebrasse secondo il rito latino.

1596  (notizia visita pastorale intero bene)

la relazione "ad limina" inviata a Roma dall'Arcivescovo Marcello Acquaviva d'Aragona il 12 ottobre 1596, documenta che l'edificio era all'epoca in fase di ampliamento e ristrutturazione.

1608  (notizia visita pastorale intero bene)

la visita pastorale di Monsignor Lucio De Morra, che da un lato tratteggia alcuni degli arredi interni alla chiesa (tra i quali il tabernacolo ligneo dorato e finemente scolpito, e il fonte battesimale posto alla sinistra dell'ingresso), dall'altro rivela che i lavori di ristrutturazione del sacro edificio erano stati portati a compimento quattro anni prima, ovvero nel 1604 ca.

1613 - 1624 (notizia visita pastorale nucleo )

la visita pastorale dell'arcivescovo Diego Lopez de Andrada, effettuata nell'anno 1624, conferma che il pulpito ligneo ancorato alla seconda colonna sinistra della navata centrale fu realizzato tra il 1613 e il 1624 grazie alla donazione di Giovanni Gianfreda.

1834 - 1874 (notizia visita pastorale nucleo centrale)

la visita pastorale di Monsignor Vincenzo M. Grande, del 2 novembre 1834, riferisce che il tetto della navata centrale e le finestre necessitano di urgenti riparazioni, rispetto alle quali hanno garantito diretto impegno le autorità civili. Dalla successiva visita di S.E. Monsignor Giuseppe Caiazzo, del 1874, si apprende infine che la copertura della nave centrale è stata sostituita da tre cupolette a base ellittica progettate dall'Ing. Bacile e realizzate dal capomastro magliese Angelo Spalletta.

1983 - 1884 (restauri ala destra e ala sinistra)

tra il 1983 e il 1984 furono avviati i lavori di restauro del pavimento della navata sinistra (motivati dal rinvenimento di sottostanti sepolture ipogee) e della fiancata destra, lungo la quale furono parzialmente riportati alla luce, con la supervisione della Soprintendenza Regionale, gli archi che dovevano incorniciare gli antichi altari lapidei laterali. I lavori restarono tuttavia incompiuti per mancanza di fondi.

2010  (restauro intero bene)

nel 2010 si concludono i lavori di restauro progettati e diretti dall'Arch. Nello Sisinni.
Descrizione

sorge nella piccola e suggestiva piazza posta nel punto di confluenza tra le vie Asmara e Cristoforo Colombo, costituendo con la facciata una quinta scenografica solenne e di forte impatto. Fiancate e prospetto tergale si sviluppano lungo strette stradine interne che lasciano tuttavia apprezzare la compatta volumetria del complesso edilizio, costituito dal corpo della nave centrale, dalle due navatelle ridotte in altezza, dalla scarsella absidale con coppia di monofore, dai raffinati portali laterali oggi tamponati, dalla vela campanaria attestata sull'angolo nord-est e infine, sul lato opposto, dai due volumi bassi e semplificati corrispondenti alla sacrestia con annesso servizio igienico.
Facciata
tripartita da quattro poderose lesene, la facciata rivela la gerarchia dello spazio interno, e si corona di un timpano spezzato entro il quale si dispone la scultura a tutto tondo di Giovanni Battista. Nel settore centrale si inseriscono l'ampio portale e la sovrastante finestra a griglia, entrambi con frontespizio spezzato (triangolare il primo, arcuato la seconda), e le medesime sottili variazioni si addensano nei settori laterali, quasi saturati da quattro finestre distribuite su due ordini (tamponate quelle dell'ordine inferiore). Il dislivello tra nave centrale e navatelle è compensato da morbide ed eleganti volute, e la trabeazione centrale comprende, all'altezza del fregio, la seguente iscrizione: "Iam praecurristi, o vere Praecursor; tibi erg(o) laus et Deo (h)onor et gloria. A. 1604". Un'iscrizione legata al titolo del sacro edificio si sviluppa anche lungo il fregio delle finestre dell'ordine superiore: "de vero - Lumine lumen - reflectimus".
Pianta
lo spazio liturgico è articolato in tre navate ritmate da quattro campate, e si conclude con un'ampia scarsella fiancheggiata a sinistra dalla sacrestia e a destra da un ampio deposito, entrambi direttamente comunicanti con il retroaltare e con le navate minori. Il passo delle campate è scandito da robuste colonne con originali capitelli e dalle volte di coronamento impostate su peducci: al centro quattro cupole a base ellittica, e nelle navate laterali il ritmo raddoppiato ma leggero di raffinate volte a stella. Lungo la parete sinistra si dispongono due elaborati altari lapidei e il pregevole fonte battesimale seicentesco, mentre in posizione speculare si evidenziano, accanto a quattro altari a dossale, tracce evidenti di fasi costruttive anteriori non ancora del tutto esplorate. Semplice ma originale, al di là dell'arco trionfale, la volta posta a coronamento del retroaltare.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della nave centrale, risalente al 1914, si compone di piastrelle 20x20 cm in graniglia di cemento di colore grigio, nero e beige, il cui disegno modulare compone motivi geometrico-floreali che mimano i temi del nodo infinito, della croce, del fiore a otto petali. Lungo le navate laterali si dispongono invece piastrelle in cotto 31x31 cm disposte secondo una trama diagonale. Nell'area presbiteriale, rimaneggiata in tempi più recenti, il piano di calpestio si compone di lastre lapidee 40x40 di colore chiaro disposte secondo una trama ortogonale. Il sagrato, perimetrato da robusti basoli in pietra calcarea, si riveste di spesse lastre in pietra locale ordite "a correre".
Illuminazione naturale
la luce naturale penetra all'interno dalle tre finestre di facciata, dalla coppia di monofore retrostanti l'altare, dalle otto generose finestre fiancheggianti la navata centrale e dalla piccola apertura ricavata entro la specchiatura muraria posta al di sopra dell'arco trionfale.
campanile
un campanile a vela, dotato di due fornici e due campane e in parte visibilmente ricostruito, si dispone alla destra dell'arco trionfale.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (anni Settanta)
nell'ultimo post-concilio l'edificio ha subito un sommario adeguamento liturgico che non ha mai assunto, tuttavia, una configurazione stabile: altare, sede e ambone sono infatti debolmente rappresentati da arredi mobili e del tutto privi di consistenza. Non così per l'antico altare maggiore, che ancora custodisce il Tabernacolo.
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