chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Corato Trani - Barletta - Bisceglie chiesa parrocchiale S.Domenico Parrocchia San Domenico Interni; Interni; Interni; Facciata; Preesistenze; Pianta; Facciata; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi altare - intervento strutturale (1970 circa); fonte battesimale - intervento strutturale (2021) fine 800 - fine 800(ristrutturazione intero bene); XI - XI(erezione intero bene - Chiesa); 1518 - 1518(ampliamento intero bene); 1952 - 1958(lavori navata centrale); 2000 - 2000(nuova realizzazione pavimentazione e copertura navata centrale); 2018 - 2022(restauro chiesa)
Chiesa di San Domenico
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Domenico <Corato>
Altre denominazioni
S.Domenico
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (costruzione della chiesa)
Notizie Storiche
fine 800 (ristrutturazione intero bene)
Alla fine dell’Ottocento, sotto la direzione dell’architetto Pasquale Malcangi, furono avviati dei consistenti lavori di ristrutturazione che cancellarono testimonianze medievali presenti nell’edificio del XIII secolo. La costruzione di una nuova navata dalle forme neogotiche e decorata con motivi eclettici, ha dato origine all’attuale impostazione della chiesa a due navate e un battistero
XI (erezione intero bene - Chiesa)
La chiesa di San Domenico fa parte di un complesso monastico inserito in un isolato compatto nella maglia di espansione otto-novecentesca della città. Conseguentemente alla progressiva espansione della città e la necessità di disegnare una maglia regolare è stata annullata la configurazione originaria.
La chiesa fu eretta nel XI secolo come si desume da un documento del 1908, nel quale l’ecclesie Sancte Marye vetere viene registrata come proprietaria di vigne. A partire dal 1276 viene invece attestata la presenza di un monastero benedettino edificato vicino alla chiesa già esistente.
1518 (ampliamento intero bene)
Nel 1518 grazie al sostegno del Marchese della città, Ladislao d’Aquino, fu eretto o meglio ampliato ed adeguato un nuovo convento, come attesta la lapide murata presente nell’attuale sacrestia.
Dell’ampio complesso, idoneo ad ospitare i frati predicatori, fornito di tre dormitori, quattordici celle al piano superiore e “l’officine necessarie” al piano inferiore, rimane visibile il chiostro scandito da volte a crociera con archi ad ogiva, alcuni ambienti ed alcuni affreschi.
1952 - 1958 (lavori navata centrale)
Tra il 1952 e il 1958, sotto la direzione del geometra S. Tarricone, fu eseguito un intervento sull’avancorpo della navata centrale. Il soffitto ligneo cadente sottostante la copertura a falde venne sostituto con un sistema piano e probabilmente realizzata una nuova copertura a doppia falda (testimoniata dalla presenza riscontrata di un manto in tegole marsigliesi in uso a quel tempo) mentre la facciata venne intonacata simulando un finto bugnato.
2000 (nuova realizzazione pavimentazione e copertura navata centrale)
Nel corso degli ultimi decenni (presumibilmente negli anni 2000) si è intervenuto realizzando la nuova pavimentazione e successivamente, sotto la direzione della Soprintendenza, al rifacimento della copertura della navata centrale.
2018 - 2022 (restauro chiesa)
Manutenzione straordinaria delle coperture e del relativo sistema di regimentazione delle acque meteoriche della Chiesa
Descrizione
La chiesa ha una semplice conformazione: la stessa si articola planimetricamente in due navate, ciascuna delle quali comprende più campate e un vano adibito a battistero situato a sinistra della navata maggiore e in corrispondenza della prima campata.
All’interno, la navata di destra è divisa in cinque campate sovrastate da volte a crociera costolonata e, alla fine vi è un’abside, con ciborio marmoreo, coperta da volte ad ombrello. Si accede alla navata centrale attraverso un vestibolo sul quale si affacciano, dalla controfacciata, cantoria e organo; a sinistra si trova una cappella con il fonte battesimale e nella lunetta si può ammirare un dipinto realizzato da Carlo Monopoli nel 1960 : Il Battesimo di Cristo. La navata è coperta da volte a botte con al centro un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario il cui culto è legato all’ordine dei frati domenicani. Alla fine dell'800 c'è stata l'ultima modifica edilizia: la vecchia chiesa di impianto medievale e parte del convento sono stati modificati in un nuovo edificio chiesastico a due navate. I prospetti esterni della attuale chiesa mostrano in modo evidente la differenza fra i due corpi di fabbrica: alla navata di destra corrisponde in facciata un portale neogotico e cinque bifore neomedioevali sul fianco destro.
Interni
La navata centrale, composta da sei campate (compreso il presbiterio) è gerarchicamente dominate. Dalla seconda alla sesta campata, è coperta da una volta a botte lunetta a tutto sesto intervallata da archi trasversali. Le unghie, con monta inferiore a quella della volta principale, aprono delle lunette occupate da finestre. Un avancorpo realizzato successivamente tra il 1952 e terminato nel 1958, come testimonia una scritta muraria posta sulla parete del soppalco (a sinistra dell’organo) costituisce la prima campata ed è coperta da un elemento piano. Gli archi trasversali e la volta a botte lunettata della navata principale, poggiano su una grande cornice (trabeazione) che rigira tutt’attorno, al di sotto della quale, in corrispondenza di ciascuno degli archi trasversali, capitelli riccamente decorati in stucco poggiano su semplici lesene addossate ai pilastri che terminano con una base in pietra ricoperta da stucco marmorizzato.
Interni
La navata laterale, più bassa di quella centrale, è coperta nelle cinque campate da volte a crociera con costoloni, separate da archi ogivali trasversali. La parte finale è caratterizzata da una volta a padiglione su pianta poligonale (semi-decagono).
La navata laterale sorge da un’area trapezoidale. Per conformarsi all’area, le campate del tutto regolari, nel susseguirsi presentano delle nicchie e si conclude, come già accennato, con un’abside poligonale.
Dai pilastri compositi, in parte aderenti a quelli della navata principale, si prolungano i costoloni impostati su pilastrini poggianti su peducci decorate con elementi vegetali ed archi ogivali. Il tutto realizzato con elementi marmorei di pregio segno tangibile delle diverse fasi costruttive.
Opposta alla navata laterale, in corrispondenza della prima campata, è presente il battistero caratterizzato da unica campata e coperto da una volta a crociera.
Interni
Esternamente l’edificio si presenta piuttosto semplice: la facciata principale, posta sul lato nord-sud, risulta tripartita articolandosi in tre pagine murarie sfalsate con tre accessi, quella laterale (nord – orientale) corrisponde invece alla navata novecentesca (neogotica). Queste due facciate restano le uniche visibili dalle vie pubbliche mentre le altre sono occultate poiché inglobate nel complesso conventuale o da edifici costruiti in aderenza.
Il fronte principale che si affaccia su una via pubblica (via San Domenico) è rialzato di circa 0,35 m dal piano stradale in corrispondenza della navata principale e circa 0,45 m in corrispondenza della navata laterale.
Facciata
La chiesa è accessibile dall’ingresso posto in corrispondenza della navata principale e al battistero a mezzo di un sistema di rampe, mentre l’ingresso posto in corrispondenza della navata laterale, è accessibile per mezzo di due scalini.
A ridosso della navata principale, sul lato sinistro ed in posizione centrale rispetto ad essa, si erge basso e tozzo campanile risalente al XIII secolo. Di stile romanico con pianta pressoché quadrangolare presenta un’articolazione su tre livelli separati da cornici poggianti su mensole. Su ciascun lato, nel secondo e terzo livello, si aprono delle monofore, da quelle poste in alto è possibile intravedere l’interno della cella campanaria. La struttura, probabilmente riconducibile alla fase medioevale, è in con blocchi in pietra squadrati che realizzano un paramento molto regolare che si restringe ai livelli più alti. Sono presenti delle
integrazioni murarie di tufo, segno di ricostruzioni succedutesi nel tempo o del mancato completamento dell’opera.
Preesistenze
Seppur le prime notizie relative all’edificio risalgono all’XI secolo, la sua struttura originaria risulta di difficile individuazione e ricostruzione, sia per la scarsità di documenti e fonti reperibili che per la mancata leggibilità dell’intero organismo conventuale occultato dagli ampi rimaneggiamenti ed inclusioni nella maglia edilizia. Della chiesa benedettina sopravvivono dei lacerti murari: la parte basamentale del campanile, un arco ogivale a piano terra presente nella parete posta in continuità sud della navata principale e una monofora strombata, al piano superiore.
Pianta
La chiesa nel suo complesso è a pianta trapezoidale, suddivisa in due navate: la navata centrale (rettangolare) è sormontata da volta a botte lunettata, quella laterale (trapezoidale) da volte a crociera. Sul lato opposto alla navata laterale è presente il battistero caratterizzato da un vano trapezoidale ad unica campata coperto da una volta a crociera. In fondo alla navata centrale, si apre il presbiterio, poco profondo, dove si erge un semplice altare realizzato colonne e lastre con intarsi marmorei.
Sulla sinistra della navata principale, sono collocati degli accessi uno in posizione centrale che immette alla base del campanile, l’altro in corrispondenza del presbiterio che immette e agli spazi destinati alla sacrestia e all’ufficio del parroco ricavati tamponando parti del portico. In corrispondenza di quest’ultima attraverso una porta ci si immette nel chiosco facente parte del più ampio complesso conventuale.
Facciata
La facciata risulta tripartita ognuna delle quali ha una terminazione a capanna (facciata pseudo tricuspidale). Ogni parte presenta caratteri ben diversi tra loro ma i trattamenti superficiale in qualche maniera conferiscono una certa unitarietà. La parte centrale delimitata da due lesene, che rigirano in prossimità della cuspide, presenta una zoccolatura in pietra e si eleva maggiormente rispetto alle altre partiture. Il fronte destro oggetto dell’ampliamento ottocentesco ad opera dell’arch. Malcangi riccamente decorato da motivi eclettici di pregio in stile neo-gotico. Qui prevale l’uso della pietra sia nel paramento murario che nell’apparato decorativo.
Il piccolo fronte sinistro del prospetto è di più ridotte dimensioni, ricoperto, come il fronte centrale, dall’alta zoccolatura in pietra e dallo strato d’intonaco suddiviso in riquadri a simulare l’apparecchio della facciata laterale. In posizione leggermente decentrata verso destra si apre una monofora strombata e al disotto vi è l’accesso al battistero.
Su via Monte Carso la facciata della chiesa presenta un apparecchio murario in pietra finemente lavorato, divisa in cinque parti da lesene su cui si aprono cinque bifore che rimarcando la corrispondenza interna in campate. La parte terminale della struttura muraria è caratterizzata dalla presenza di una serie di archetti pensili che, conferiscono un grande effetto chiaroscurale e, poiché si interrompono in corrispondenza delle lesene, sottolineano in maniera più evidente sia l’articolazione spaziale interna in campate che la corrispondente partizione in facciata.
Coperture
Attuale sistema delle coperture della chiesa di San Domenico è la risultanza delle trasformazioni intervenute nel tempo. La copertura della navata centrale infatti si eleva maggiormente rispetto a quella della navata laterale e degli avancorpi poiché realizzati in tempi successivi. La copertura della navata centrale e degli avancorpi della navata principale e laterale sono tutti a doppia falda realizzati con coppi in laterizio di riuso. La copertura del battistero invece risulta realizzata a falda unica ma sempre con coppi in laterizio di riuso.
La copertura della navata laterale risulta attualmente piana con una pavimentazione in pietra. Alcuni saggi effettuati durante i lavori di rifacimento delle coperture iniziati nel 2018, hanno evidenziato che la falda inclinata preesistente era l’esito di un intervento incongruo successivo alla costruzione della navata laterale progettata dall’arch. Malcangi. Alla luce di questa scoperta, d’intesa con la Soprintendenza, si è ripristinato il lastrico solare piano con pavimentazione in pietra posata secondo campiture che rimarcano la scansione delle campate sottostanti.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione di entrambe le navate è costituita da lastre in pietra. Le lastre di marmo lucido di colore chiaro sono disposte a filari sfalsati e conferiscono un effetto uniforme. Un colore leggermente differente delle lastre sta a sottolineare il percorso che dall’ingresso principale porta all’altare. La realizzazione della pavimentazione risale probabilmente agli anni duemila è di semplice fattura e
composizione e non mette in risalto il linguaggio architettonico dell’insieme. Il presbiterio risulta soprelevato secondo tre pedane poste a tre livelli differenti. La seconda pedana ospita l’altare, mentre la terza addossata al muro probabilmente destinata alla sede del presidente. Le tre pedane, probabilmente realizzate negli stessi anni ’70 in occasione dell’adeguamento liturgico, sono delimitate da lastre in pietra (soglie) e presentano una pavimentazione in pietra differente per formato e qualità da quelle delle due navate.
Il pavimento marmoreo del ciborio, sicuramente riconducibile ai lavori di ampliamento su progetto del Malcangi, posato su pedana rialzata, è a fasce e riquadri di diverse colorazioni e dimensioni e risulta ben conservato.
Anche Il battistero risulta caratterizzato da una pavimentazione in pietra di tonalità e formato differente posta ad una maggiore quota di calpestio rispetto all’aula liturgica.
Elementi decorativi
La navata laterale termina con un’abside a sezione poligonale nella quale al centro "domina" un ciborio di pietra riccamente scolpito con elementi classici, romanici e gotici che dimostrano l'eclettismo del progettista. Sotto il ciborio trova posto un piccolo altare mentre l’abside è rivestita a stucco marmorizzato al centro si sviluppa un arco ogivale definito da lastre con incrostazioni marmoree racchiuse da una cornice ad ovuli in cui è collocato il tabernacolo.
Elementi decorativi
Il portale centrale posto in corrispondenza navata principale costituisce l’ingresso principale della chiesa, lo stesso è caratterizzato da un portale rettangolare in pietra trabeato di altezza maggiore rispetto agli altri ingressi e più sopra è presente una finestra ad oculo. L’attuale impostazione è il risultato dei lavori compiuti negli anni ’50 del Novecento, a completamento di opere rimaste incompiute, con la realizzazione di un rivestendo che ha dato unitarietà architettonica alla facciata della chiesa. Il portale cosi come quello del battistero appare dimesso ed è il risultato dell’apposizione di lastre lapidee a configurare un sistema trabeato. La facciata poi si completa con una parte basamentale in pietra ed in intonaco trattato a conci allusiva della facciata neo-gotica.
Elementi decorativi
Portale e Protiro del Malacangi - La partizione destra della facciata tripartita, fa parte dell’ampliamento realizzato in base al progetto dell’architetto Malcangi, questa più compiuta dal punto di vista della qualità architettonica presenta una zoccolatura in pietra conclusa da una cornice modanata identica a quella della facciata laterale. Più in alto si snoda una fascia in marmo dalla tinta rossastra. La parte basamentale viene interrotta dalla presenza di un portale, i piedritti agli angoli superiori presentano due elaborate mensole che sostengono un alto architrave su cui si sviluppa una lunetta tamponata a tutto sesto. L’apparato decorativo del portale d’ingresso è organizzato per ghiere progressivamente aggettanti e differentemente decorate con motivi vegetali. All’altezza della cornice in marmo rossastro si impostano due colonnine pensili con capitelli corinzi che sostengono un elegante protiro scolpito e che termina con una edicola cuspidata, motivi decorativi di forma circolare completano l’apparato decorativo.
La facciata laterale progetta dal Malcangi a fine dell’ottocento è di stile eclettico. Il paramento murario in lastre di pietra finemente lavorata presenta una zoccolatura in blocchi calcarei dalla superficie assai scabra ed irregolare e si conclude con una cornice superiore ad archetti pensili e da una scansione di paraste che inquadrano cinque bifore di gusto neo-romanico.
Elementi decorativi
In occasione dei lavori iniziati nel 2018 sotto la direzione dell’arch. Antonella Varesano sono emersi numerosi elementi lapidei (peducci, archetti, capitelli, ecc.) rimasti custoditi per più di un secolo nal sottotetto dell’avancorpo della navata laterale. Questi facevano parte degli elementi decorativi del progetto della facciata progettata dall’architetto Pasquale Malcangi, progettista della navata laterale della chiesa San Domenico alla fine dell’Ottocento, ne è testimonianza la presenza facciata di elementi analoghi (sono presenti due archetti pensili e due peducci sagomati con protomi raffiguranti un ariete e un’aquila). Del ritrovamento è stata informata la Sovrintendenza. Il funzionario restauratore dopo aver preso visione dei reperti ne ha autorizzato la rimozione, catalogati e fotografati dalla Direzione Lavori sono poi stati oggetto di una mostra. I reperti oggi vanno ad arricchire il patrimonio artistico della città di Corato e restano in attesa di una giusta collocazione.
Elementi decorativi
Sul soppalco posto sopra dell’accesso alla navata centrale, realizzato in coincidenza degli interventi iniziati il 1952 sotto la direzione del geometra S. Tarricone e terminati il 1958 (la data del 1958 è riportata sulla parete perpendicolare alla facciata posta a sinistra l’organo) è presente un organo a canne installato della ditta Ruffatti di Padova che fu inaugurato il 19 settembre del 1959.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1970 circa)
La presenza di alcuni elementi architettonici nella zona presbiteriale sono il segno tangibile di alcune trasformazioni avvenute nella zona presbiteriale. L’altare presente fino agli anni ’70 addossato sulla parete di fondo, e il suo piano di posa sono stati modificati nel tempo per rendere agevole e fruibile la celebrazione verso l’assemblea. Attualmente, infatti, l’altare, di scarso valore artistico, è distaccato rispetto alla parete di fondo e posto al centro del presbiterio, in modo da consentire di girarvi intorno e di compiere tutti i gesti liturgici ad esso inerenti. Contestualmente allo spostamento dell’altare la zona presbiteriale è stata leggermente rialzata rispetto l’aula secondo tre pedane per migliorare il rapporto visivo tra celebrante e l’assemblea. La terza pedana addossata al muro probabilmente destinata alla sede del presidente. Questa trasformazione ha visto anche la rimozione della balaustra che delimitava l’area presbiteriale.
Gli interventi realizzati nel tempo risultano disorganici e privi di qualità architettoniche e/o scultoree non conferendo delle qualità spaziali della zona presbiteriale.
fonte battesimale - intervento strutturale (2021)
La demolizione di una parte posta sulla sinistra della navata principale in corrispondenza del Battistero, inserita nel progetto di variante ed autorizzata dalla Soprintendenza, ha reso il fonte battesimale fruibile anche visivamente e quindi più adeguato alla funzione liturgica. Durante le lavorazioni della nuova pavimentazione realizzata nel 2000 si e persa traccia del fonte battesimale realizzato nel 1887 quando la chiesa viene elevata a vicaria parrocchiale di Santa Maria Maggiore (chiesa Matrice). Ne è testimonianza la documentazione fotografica.