chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Messina Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela chiesa parrocchiale S. Pietro e Paolo Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Pianta; Facciata; Coperture; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Pavimenti e rivestimenti; Arredi presbiterio - intervento strutturale (1990-1998) XI - XI(origine chiesa preesistente); XIII - XIII(trasferimento beneficio parrocchiale chiesa preesistente); 1599 - 1599(cessione chiesa preesistente); 1606 - 1606(ristrutturazione ed ampliamento chiesa preesistente); 1719 - 1719(interventi decorativi chiesa preesistente); 1736 - 1736(confini parrocchiali chiesa preesistente); 1783 - 1783(crollo per terremoto chiesa preesistente); post 1783 - 1908(trasferimento titolo parrocchiale); post 1908 - ante 1933(trasferimento titolo parrocchiale); post 1923 - 1932(ricostruzione chiesa attuale); 1932 - 1932(passaggio beneficio parrocchiale); 1933 - 1933(benedizione e apertura al culto chiesa attuale); 1951 - 1951(rinuncia del diritto di patronato titolo giuridico); 2017 - 2020(consolidamento e restauro chiesa attuale)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Messina>
Altre denominazioni
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani S. Pietro e Paolo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (edificazione)
Notizie Storiche
XI (origine chiesa preesistente)
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo era originariamente chiamata “dei Pisani” perché fatta costruire dalla comunità dei mercanti pisani, in una zona centrale della città, tra il Duomo e il Porto; precisamente era situata nell’area dove oggi sorge il Palazzo del Municipio
XIII (trasferimento beneficio parrocchiale chiesa preesistente)
Nel XIII secolo, a seguito della cacciata dei Pisani da Messina, la Chiesa divenne beneficio dell'Arcidiacono del Capitolo Protometropolitano
1599 (cessione chiesa preesistente)
Nel dicembre del 1599, padre Francesco Niglio, provinciale di Sicilia e terzo Generale dell'Ordine di San Camillo de Lellis, giunse a Messina ed insieme ad altri compagni prese le case dirimpetto al tempio di San Pietro e Paolo dei Pisani aprendo una chiesa sotto il titolo di Regina Coeli; poiché il sito era piuttosto angusto, l'Arcidiacono Francesco Centelles cedette la chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani ed ottenne in permuta quella di Regina Coeli
1606 (ristrutturazione ed ampliamento chiesa preesistente)
Nel 1606, i Padri Chierici Regolari Ministri degli Infermi entrarono ad abitare nella Chiesa dopo averla ristrutturata dalle fondamenta ed ingrandita
1719 (interventi decorativi chiesa preesistente)
Nel luglio del 1719, l'edificio parrocchiale, inaugurato dall'arcivescovo di Messina, monsignor Giuseppe Migliaccio, fu ornato di numerose opere e il cappellone venne affrescato
1736 (confini parrocchiali chiesa preesistente)
Nel rivelo del 1736, redatto da don Placido Milia, economo della chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani, sono definiti i confini parrocchiali. Nel territorio sono presenti: i Monasteri di Monte Vergine e delle Ree Pentite, le chiese della SS Annunziata dei Padri Teatini, dei Santi Pietro e Paolo dei Padri Crociferi, (all'interno della quale nel 1713 venne istituito il Monte degli agonizzanti), di San Gioacchino, di San Dionisio, di San Cristoforo, di Santa Maria la Grazia, del SS Nome di Maria e l'oratorio di San Basilio degli Azzurri
1783 (crollo per terremoto chiesa preesistente)
Nel 1783, a causa del terremoto che colpì la città, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani venne distrutta
post 1783 - 1908 (trasferimento titolo parrocchiale)
Fino al sisma del 1908, il titolo parrocchiale venne trasferito in diverse chiese della città fino ad avere sede in Santa Maria del Selciato, nei pressi di Piazza del Popolo
post 1908 - ante 1933 (trasferimento titolo parrocchiale)
In seguito, la Parrocchia fu affidata ai Padri Carmelitani e trovò dimora in una baracca dedicata alla Madonna del Carmine
post 1923 - 1932 (ricostruzione chiesa attuale)
Su progetto dell’ingegnere Carmelo Umberto Angiolini, secondo il nuovo PRG, la nuova Chiesa dei Santi Pietro e Paolo venne ricostruita dall'appaltatore Zaccone nell'isolato 16; il cantiere venne affidato all'impresa F.E.R. (fabbricati e ricostruzioni)
1932 (passaggio beneficio parrocchiale)
Nel 1932, la chiesa torno sotto il controllo dell'arcidiaconato del Capitolo della Cattedrale nella persona del Vicario del tempo, sac. Giuseppe Galletta.
1933 (benedizione e apertura al culto chiesa attuale)
La Chiesa fu benedetta ed aperta al culto il 19 novembre 1933.
1951 (rinuncia del diritto di patronato titolo giuridico)
Il 6 agosto 1951, l’Arcidiacono mons. Rosario D’Andrea, debitamente autorizzato, rinunziò per sé e per i suoi successori ai diritti sulla parrocchia, che si sganciò così dal Patronato della Terza dignità del Capitolo.
2017 - 2020 (consolidamento e restauro chiesa attuale)
Nel 2017 è stato presentato il progetto di restauro conservativo della chiesa. I lavori, che hanno interessato l'intero edificio chiesastico, hanno determinato il consolidamento e il restauro delle facciate, l'impermeabilizzazione della copertura, il rimaneggiamento del manto di copertura, la sostituzione delle lattonerie. I lavori si sono conclusi dicembre 2020.
Descrizione
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Messina, con il complesso immobiliare annesso, ha sede in via La Farina e confina con le vie S. Cosimo, Reggio Calabria e Umbria, un’area considerata periferica fino alla vigilia del terremoto del 1908.
Il complesso chiesastico, progettato dall' ingegnere Carmelo Umberto Angiolini, fu inaugurato nell’anno 1933 e sorge in un’area di espansione urbanistica popolare e ultrapopolare post-terremoto 1908.
La chiesa ha una superficie coperta di 750 mq con pianta a croce greca, con il braccio centrale, a cinque navate, allungato verso il presbiterio e con il braccio trasversale a tre navate.
Le linee architettoniche della Chiesa, di stile neogotico, furono fortemente condizionate dalle leggi restrittive antisismiche dell’epoca. Ciò nonostante, il progettista è riuscito a dare slancio alle forme geometrie, conferendo al complesso architettonico un aspetto artistico armonioso, caratterizzato dai movimenti delle masse strutturali e dalle sobrie decorazioni.
La torre campanaria, staccata dal corpo di fabbrica centrale, riprende lo stile della chiesa.
Pianta
Pianta a croce greca, con il braccio centrale, a cinque navate, allungato verso il presbiterio e con il braccio trasversale a tre navate.
Facciata
La facciata principale è suddivisa in tre parti, corrispondenti alla tre navate. La parte centrale è caratterizzata da una semplice capanna, ornata nel perimetro superiore da archetti pensili. Al di sotto, un grande rosone è avvolto da fasci decorativi costituiti da colonnine a più rincassi, le cui linee proseguono fino alla base della facciata. Il portale, realizzato in cemento, riporta motivi geometrici decorativi semplici nelle colonne laterali e motivi floreali nell’architrave. All’interno della lunetta è presente un bassorilievo, in piastrelle di cemento, raffigurante i Santi Pietro e Paolo. Le parti laterali della facciata, corrispondenti alle rispettive navate, sono invece caratterizzate dalla presenza di due finestroni a traforo, sempre in stile neo gotico.
Coperture
Le coperture sono realizzate a falde inclinate. L'intera struttura portante è realizzata in cemento armato, ricoperto da manto di tegole, tipo portoghesi. Tra la struttura portante e le tegole uno strato di guaina bituminosa funge da impermeabilizzante.
Elementi decorativi
La chiesa, non presenta elementi decorativi di particolare nota, ad eccezione dei soffitti, in particolare quelli della navata centrale, costituiti da volte a paraboloide iperbolico, in calcestruzzo di cemento armato, con andamento longitudinale, a doppia curvatura, mentre nelle navate laterali sono presenti classiche volte a crociera. L’abside centrale culmina con una volta a semi-cupola.
La parte dei pilastri portanti, emergente dalla muratura, è rivestita con intonaco cementizio listellato, ad imitazione pietra, alla cui sommità sono stati posizionati capitelli in gesso di stile corinzio, di modesta fattura. Il basamento delle colonne, sempre in calcestruzzo, è rimarcato da un ringrossamento delle colonne, tinteggiate con un colore a contrasto.
Impianto strutturale
L'intero edificio è realizzato con struttura portante in cemento armato e muri collaboranti in mattoni pieni. Sistema edificatorio tradizionale utilizzato nella Città di Messina nei primi anni '30 del XX secolo, secondo i dettami della ricostruzione post-terremoto.
Pavimenti e rivestimenti
I pavimenti utilizzati sono quelli tipici del periodo storico e riscontrabili in quasi tutte le chiese realizzate ex novo o ricostruite nel post- teremoto 1908.
Grandi lastre quadrate di marmo bianco carrara e grigio bardiglio nuvolato, disposte a scacchiera, ricoprono a tappeto l'intera aula con collocazione a 45 gradi rispetto all'asse longitudinale. Stesso materiale è stato utilizzato per la zona presbiteriale con posizionamento in linea con l'asse longitudinale della chiesa.
i gradini del presbiterio sono rivestiti con breccia imperiale maculata.
Arredi
Un imponente lampadario in ferro battuto, posizionato nel braccio centrale della Chiesa cattura lo sguardo all'ingresso. Altri lampadari, della stessa fattura ma di dimensioni più contenute, sono posti nei punti di intersezione delle navate laterali.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1990-1998)
Negli anni novanta del XX secolo, è stato eseguito un intervento integrale di adeguamento del presbiterio, realizzando ex novo l'altare coram populo, la sede, l'ambone, il fonte battesimale ed il cero pasquale, lasciando immutato l'originario altare maggiore, sede del tabernacolo.
I nuovi elementi sono stati realizzati prevalentemente con l'utilizzo di marmo bianco di carrara con intarsi in verde alpi e rosso sicilia.
L'altare, composto dalla mensa a base rettangolare e da due basamenti di sostegno a pianta rettangolare, sono in marmo bianco di Carrara con, incassate al centro, due semicolonne in marmo nero marquida. La parte centrale, sottostante la mensa, è occupata da una teca in vetro con profili in marmo bianco di Carrara ed elementi decorativi in verde alpi e rosso sicilia, al cui interno sono custodite le sacre reliquie dei Santi Eleuterio o Liberale, vescovo di Messina e martire, e Anzia, sua madre.
In unico blocco scultoreo sono stati realizzati l'ambone, il fonte battesimale ed il cero pasquale.
L'elemento composito, realizzato secondo le interpretazioni dei luoghi liturgici in essere negli anni 70/90, è posizionato a sinistra sul limitare del presbiterio. Il fonte battesimale, antistante l'ambone è costituito da una vasca ottagonale in marmo bianco con formelle riproducenti angeli alati; un bassorilievo, sempre in marmo bianco, riproduce gli elementi iconografici del battesimo.
il cero pasquale è collocato su un elemento aggettante alla sinistra dell'ambone.
La sede presidenziale, posizionata a destra guardando il presbiterio, speculare al gruppo ambone-fonte-cero, è anch'essa realizzata in marmo bianco di Carrara.