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restauro
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San Martino in Campo
Perugia
Perugia - Citta' della Pieve
cappella
sussidiaria
Madonnuccia
Parrocchia di San Martino in Campo
pianta; facciate; struttura/alzato; campanile ; pavimenti e pavimentazioni; elementi decorativi
nessuno
1485 - 1485(fondazione chiesa); 1505 - 1505(realizzazione dipinto); 1518 - 1525(realizzazione campane); 1518 - 1577(costruzione altare); 1522 - 1524(ampliamento chiesa); 1563 - 1567(esistenza confraternita); 1610 - 1838(attività chiesa); 1728 - 1728(titolazione altare); 1764 - 1768(interventi intero bene); 1802 - 1816(interventi intero bene); 1840 - 1840(sistemazione intero bene); 1912 - 1912(restauri intero bene); 1976 - 1977(restauri intero bene)
Chiesa della Madonnuccia
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonnuccia <San Martino in Campo, Perugia>
Altre denominazioni Chiesa della Madonnuccia di San Martino in Campo
Ambito culturale (ruolo)
rinascimento (impianto originale)
neoclassico (restauro)
Notizie Storiche

1485  (fondazione chiesa)

La chiesa della Madonnuccia nasce, probabilmente, come oratorio della Confraternita dei disciplinati di San Martino in Campo, diventandone la sede. La data letta da Baldassarre Orsini sotto l'affresco dell'arco d'ingresso dell'abside (Padre Eterno che sostiene il Crocifisso) del 1485 è assunta come data di fondazione della piccola cappella o addirittura come momento di sistemazione. Allo stesso anno si ascrive l'affresco absidale che rappresenta la Madonna con il Bambino e i santi Cristoforo e Bernardino da Siena, attribuito inizialmente a Tiberio d'Assisi e successivamente ad Andrea Aloigi, detto l'Ingegno. Nello stesso periodo si costruisce anche la casa attigua per il sacerdote.

1505  (realizzazione dipinto)

Nella cappella viene dipinto un San Rocco nel 1505, lungo la parete destra, che divideva la navata dall'abside.

1518 - 1525 (realizzazione campane)

Negli anni che precedono e seguono la trasformazione dell'oratorio, vengono eseguite le due campane, tuttora presenti, ad opera del fonditore Crescimbonius Perusinus e datate al 1518 e al 1525.

1518 - 1577 (costruzione altare)

Nel 1518 veniva costruito l'altare dedicato a San Lorenzo dagli antenati di Giovanni Rosati, priore della confraternita nel 1563 e ancora vivo durante la visita pastorale eseguita dal vescovo Bossi nel 1577. L'altare si trovava sul lato sinistro, dove Baldassarre Orsini descrive l'affresco con la Madonna il Bambino e i santi Lorenzo e Giacomo apostolo, commissionato da Rosato del Toto, forse padre di Giovanni Rosati, dove veniva celebrata l'eucarestia in occasione della festa del santo.

1522 - 1524 (ampliamento chiesa)

Sulla facciata della chiesa si trovava un'epigrafe che recitava: "Al tempo de Giapeto del Mancino e de Sancte de Moiane e de Reinaldo de Mariano. MDXXII". L'iscrizione riporta i nomi dei priori della Confraternita che nel 1522 avevano promosso i lavori di ampliamento della chiesa con l'allungamento della navata. Questo è il periodo di maggior splendore per la Confraternita in quanto comincia a dotarsi di una consistente proprietà fondiaria e apre il proprio catasto tra il 1523 e il 1524, grazie ai lasciti testamentari di due confratelli nel 1523.

1563 - 1567 (esistenza confraternita)

L'ultima attestazione della Confraternita dei Disciplinati è riferita al rinnovamento del catasto nel 1563, ma nel 1567 si trasforma in quella del Santissimo Sacramento che però, si incontra nella chiesa parrocchiale. Questo passaggio segnò un lento declino della chiesa. Nella visita pastorale del vescovo Della Corgna (1567), sulle parete della chiesa trova molti ex voto donati per gli animali domestici segno di grande devozione del popolo verso l'immagine mariana che si custodiva. Il vescovo, tuttavia, ne decreta la rimozione.

1610 - 1838 (attività chiesa)

Nel 1610 il legato di Ubaldo d'Antonio di Pietro Pizzichetti obbliga gli eredi a far celebrare in perpetuo una messa settimanale in suffragio della sua anima nella chiesa della Madonnuccia. Questo desiderio sarà onorato fino al 1834, anno dell'ultima officiatura dell'oratorio fino alla decisione della sospensione decretata all'inizio dell'Ottocento.

1728  (titolazione altare)

L'altare dedicato a San Lorenzo, nel 1728 risulta intitolato a San Filippo Neri, ornato da una tela raffigurante i Santi Filippo Neri e Antonio da Padova.

1764 - 1768 (interventi intero bene)

Nella visita del vescovo Amadei del 1764 si riscontra la presenza di una finestra nella parete di sinistra, di cui si chiede la chiusura con un vetro o una stoffa. Sopra la porta d'ingresso, inoltre, si vedeva una finestra, dove era appesa la campana della chiesa, per la rovina del campanile. Nel 1768 il vescovo chiede che venga tolta e collocata in un nuovo campanile da costruire.

1802 - 1816 (interventi intero bene)

La visita del vescovo Odoardi del 1802 mette in evidenza il grave stato di abbandono in cui versava la chiesa. Da una porta laterale entrava l'acqua piovana che danneggiava il legno del pavimento della chiesa. Per questa ragione venne sospesa de iure e poi, se ne decreta l'abbattimento che sarà effettuato tra il 1815 e il 1816. Rimane in piedi solo la parte absidale, la casa attigua; mentre l'arco d'ingresso della cappella viene chiuso e si lascia una piccola porta che fungeva da ingresso.

1840  (sistemazione intero bene)

Vengono eseguiti dei lavori di sistemazione per la casa attigua alla chiesa nel 1840.

1912  (restauri intero bene)

Con il pievano don Zeffirino Gallinotti si riprende il progetto per restaurare la chiesa della Madonnuccia e il 13 settembre 1912 il Capitolo della cattedrale di San Lorenzo stanzia la somma di 200 Lire per dei lavori di consolidamento strutturale oltre a dotare il nuovo edificio di un portico esterno. Al restauratore e pittore Giuseppe Colarienti sono affidati i restauri degli affreschi rimasti. L'intenzione di riaprirla al culto determina la ricollocazione di un altare, oltre alla formazione della sacrestia e del campanile a vela dove vengono montate le antiche campane.

1976 - 1977 (restauri intero bene)

Nel biennio 1976-77 si ricostruisce il tetto, si consolidano le strutture murarie e si rifà il pavimento. L'affresco superstite è stato restaurato nel 1979 da Marini, significativo per la nuova attribuzione all'Ingegno.
Descrizione

La piccola chiesa è situata fuori della frazione di San Martino in Campo, storico insediamento interamente adagiato nella pianura alluvionale alla destra del fiume Tevere, ad 11 km a S di Perugia di cui è una frazione. Posta in un territorio bonificato dai Benedettini che eressero nel borgo una Pieve, trasformata poi in castello, la chiesa si sviluppa lungo la strada secondaria che si dirige a nord verso Sant'Andrea per poi ricongiungersi alla strada Tuderte, in un contesto rurale isolato, con sporadiche emergenze anche storicizzate lungo il tracciato ma a buona distanza l'una dall'altra. Il volume liturgico fa parte di un compatto complesso di cui occupa il lato settentrionale, con la tettoia posta dinanzi alla chiesa, il lato dx che si appoggia nel corpo residenziale emergente e l'aula che è limitata ad una porzione dello stesso volume al quale è giustapposto un porticato.
pianta
A forma rettangolare, di piccole dimensione circa 2x3m, con mensa addossata sul fondo, cinque sedie nel lato dx e apertura d'ingresso a tutto sesto coincidente con gran parte della controfacciata.
facciate
La principale è in laterizi a vista, con il campanile a vela posto sul lato sx che sotto si connette con il corpo residenziale più sporgente. Il porticato posto dinanzi alla facciata ne connota profondamente l'aspetto, con le sue tre colonne romaniche in travertino, con capitello dorico, di cui la più esterna inglobata nella parete adiacente, che si dispongono asimmetricamente per inquadrare il portale a tutto sesto, recentemente ricostruita in legno e vetro, con cornice in laterizio perfettamente inglobata nel tessuto murario. Un portone più piccolo rettangolare è affiancato sul lato, mentre una piccola finestra si attesta nel registro superiore disegnato dalla copertura in tegole a padiglione impostata sui due lati esterni e quindi costituita da due falde.
struttura/alzato
La chiesa presenta le pareti interne determinate dalla forma ad arco ribassato sulla quale si imposta la volta a crociera in laterizio che copre l'aula. Le superfici, su cui permangono porzioni consistenti degli affreschi che originariamente caratterizzavano il luogo, hanno un intonaco bianco di sfondo sulle pareti e sono in mattoni a faccia-vista nella volta.
campanile
A vela, posto in continuità con il fronte, terminante nella parete sx, con doppia apertura a tutto sesto per lasciare spazio a due campane, e sotto l'esile tetto a capanna, una feritoia circolare con cornice in travertino.
pavimenti e pavimentazioni
In listelli di cotto antico, disposti a spina di pesce.
elementi decorativi
All'interno contiene affreschi attribuiti ad Andrea d'Assisi detto l'Ingegno, allievo del Perugino.
Adeguamento liturgico

nessuno
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