La “Plebs de montibus” è nominata in documenti del 1232 quando era parroco e vicario foraneo un certo don Oddone, ma già un documento del 1197 ricorda che gli abitanti di Monchio prestarono giuramento di sottomissione al Comune di Modena proprio presso la chiesa di Santa Giulia.
1212 (preesistenze carattere generale)
Pare comunque che il primo parroco sia stato, nel 1212, un certo Pietro. Sempre in questo anno troviamo citata la chiesa in un documento dell’inventario dei beni che il conte di Gombola Gherardino lascia a sua figlia Alda. E’ lo stesso conto che sarà poi sepolto dentro alla chiesa: “Gherardinuscomesgomulae hic quiescit anno post millesimo CXXXXIIII” come ricordava un epigrafe ovviamente andata distrutta, che era situata nel muro interno della chiesa.
1238 (preesistenze intero bene)
Nel 1238 (l’anno della famosa eclissi di cui restava una testimonianza su di una lapide posta sulla facciata della vecchia chiesa anch’essa andata distrutta nel 1944), il parroco era do Filippo o Filiberto.
Nel 1600 con l’affermarsi delle altre chiese della zona, la nostra “plebs” perse molta della sua importanza e nel 1636, quando era arciprete don Lorenzo Orsini, la sede della parrocchia fu spostata per maggiore comodità per la popolazione al centro del paese nella chiesa di Santa Maria.
1780 (preesistenze intero bene)
Artisticamente la chiesa era un capolavoro di pietre squadrate in stile romanico a tre navate, ognuna delle quali era composta da tre campate, rette da colonne con capitelli lavorati, e aveva un’abside centrale preceduta da un profondo presbiterio. La pianta originale era praticamente quadrata, (metri 10,39 per 10,02), caso abbastanza raro anche per lo stile romanico, e rimase la stessa fino al 1780 quando venne ricostruita la facciata che era andata in rovina.
1855 - 1945 (preesistenze intero bene )
Un’altra data importante per la chiesa di Santa Giulia, fu il 1855 quando venne mutilata la navata laterale destra, per innalzarvi un campanile praticamente identico a quello attuale della chiesa di Costrignano. La secolare storia di questa chiesa venne però tristemente interrotta nell’ultima guerra mondiale, prima con le cannonate provenienti da Montefiorino il 18 marzo 1944, che la danneggiarono seriamente, poi il 9 gennaio 1945 quando i soldati tedeschi fecero saltare con la dinamite quanto era rimasto in piedi. Solo la statua di Santa Giulia in terra cotta, rimase miracolosamente illesa tra le macerie.
1951 (ricostruzione intero bene)
Negli anni ’50 si mise mano alla ricostruzione della chiesa: “il lavoro preparatorio per la ricostruzione fu lungo per identificare le fondamenta, preparare il progetto ed ottenere il finanziamento. Finalmente il 14 luglio 1951 si poté benedire e collocare la pietra angolare marmorea che porta incisa la scritta : FONDATA NEL 1100 RICOSTRUITA NEL 1951”.
1954 (inaugurazione intero bene)
I lavori proseguirono fino al compimento dell’opera e alla sua inaugurazione l’8 agosto 1954.
Solo il progettato campanile, abbastanza simile a quello originale, non verrà mai realizzato.
Descrizione
La chiesa che si può ammirare adesso, dedicata a Santa Giulia, all’interno del “Parco della Resistenza Monte Santa Giulia” nel Comune di Palagano, ha una facciata a capanna, un portale a lunetta sopra il quale si apre un occhio rotondo, e lungo ogni fianco ci sono quattro monofore e una piccola porta sul lato destro. Ad est ci sono tre absidi semicircolari che poggiano su uno zoccolo. L’interno a tre navate riutilizza alcuni elementi decorativi sopravvissuti alla distruzione: tre capitelli, una base di colonna e tre cimase di pilastri. Sia l'interno che l'esterno è in pietra arenaria locale a vista, l'interno, molto suggestivo, è coperto da struttura di copertura in legno a vista; le capriate sorreggono terzere, travetti, tavolato e il manto esterno a falde in lamiera e quello delle absidi in pianne (lastre in arenaria della tradizione locale).
Coperture
La copertura è tradizionale, a due falde con capriate, travetti e tavolato in legno, manto in lamiera; absidi coperte da manto in lastre di pietra arenaria (tipiche pianne della tradizione costruttiva montana).
Impianto strutturale
L’interno a tre navate è coperto da struttura primaria e secondaria lignea, l'edificio di culto termina in tre absidi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione all'interno della chiesa è in massicci blocchi di pietra arenaria, ben intagliati e disposti.
Struttura
Muratura portante continua in blocchi intagliati in pietra arenaria locale, interno ed esterno a faccia a vista.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
Nell’abside centrale semicircolare, trova collocamento, il presbiterio, rialzato da tre gradini l’altare maggiore in pietra, alla destra del celebrante l’ambone in legno scuro, alle sue spalle la sede.