chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Montese Modena - Nonantola chiesa parrocchiale S. Lorenzo Martire Parrocchia di San Lorenzo Martire Impianto strutturale; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa) 1276 - 1276(preesistenze intorno); 1291 - 1291(preesistenze intorno); 1464 - 1473(preesistenze intorno); 1536 - 1536(investitura intero bene); 1569 - 1569(rettore intero bene); 1597 - 1597(preesistenze intero bene); 1744 - 1744(preesistenze intero bene); 1748 - 1748(restauri intero bene); 1757 - 1757(rango intero bene); 1791 - 1791(descrizione storica intero bene); 1821 - 1821(edificazione canonica); 1903 - 1903(restauri intero bene); 1945 - 1945(ricostruzione intero bene)
Chiesa di San Lorenzo Martire
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Lorenzo Martire <Montese>
Altre denominazioni
Chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire S. Lorenzo Martire
Autore (ruolo)
Mazzetti, Carlo Sante (Progettista dell'ampliamento della chiesa (1903))
Ambito culturale (ruolo)
romanico (edificazione)
neoclassico (restauro)
Notizie Storiche
1276 (preesistenze intorno)
la chiesa di Montese è ricordata per la prima volta in un atto notarile: il consiglio della Comunità si raduna all’interno della chiesa di S. Lorenzo per eleggere i sindaci che dovevano giurare fedeltà al Comune di Modena
1291 (preesistenze intorno)
nelle Rationes la chiesa, Ecclesia de Montesio, dipende dalla pieve di Salto
1464 - 1473 (preesistenze intorno)
nel Catalogo la chiesa, Ecclesia de Montexio, dipende dalla pieve di Salto
1536 (investitura intero bene)
il tredicenne Francesco Montecuccoli viene investito da Paolo III del beneficio di S. Lorenzo di Montese, insieme a quello di Roncoscaglia
1569 (rettore intero bene)
rettore della chiesa di Montese è Don Nardi di Ranocchio, elogiato conduttore delle attività spirituali e amministrative
1597 (preesistenze intero bene)
per tutto il Medioevo era cappella del castello, dipendente dalla Pieve di Salto. Solo dal Concilio di Trento acquista importanza religiosa assurgendo a parrocchia con fonte battesimale. La chiesa compare entro la Congregazione di Montese, comprendente quelle di Montespecchio, Maserno, Ranocchio, Montese, Salto, S. Martino, secondo il catalogo fatto predisporre dal Sillingardi dopo la riorganizzazione ecclesiastica seguita al Concilio di Trento.
1744 (preesistenze intero bene)
dalla relazione del podestà di Montese Tansillo Pinelli, redatta l’8 marzo, la chiesa risulta in pessime condizioni: vedrà pure lo stato di questa chiesa parrocchiale, la quale, dopo essere stata fatta da lui atterrare da due parti, l’ha lasciata in abbandono, di modo chè convenne per ordine del superiore ecclesiastico, far levare il sacramento.
1748 (restauri intero bene)
iniziano i lavori di restauro che però non vengono terminati
1757 (rango intero bene)
la chiesa viene elevata al titolo di prevostura
1791 (descrizione storica intero bene)
dall’”Informazione esatta della chiesa parrocchiale di Montese nel Frignano” risulta che l’edifico misura in lunghezza 29 braccia e in larghezza 13 braccia. Inoltre si legge: L’origine, e Fondazione di questa chiesa non si sà. Per tradizione verbale dicesi, che vi fosse questa chiesa sotto il titolo di S. Lorenzo martire sino al tempo, che fù fabbricata questa Rocca, cioè circa l’anno 1034; ma che fosse in un luogo de la terra, e che poi fosse maggior stato vicina, e contigua alla Rocca suddetta, dove esiste presentemente, ma di questo non si sà nemmeno il quando.
1821 (edificazione canonica)
viene eretta quasi ex novo la canonica
1903 (restauri intero bene)
la chiesa viene restaurata e ampliata, compresa la scalinata d’ingresso, su disegno dell’architetto Carlo Mazzetti. I lavori si concludono nel 1910. Il 2 agosto 1909 viene inaugurato un organo tuttora funzionante.
1945 (ricostruzione intero bene)
a causa dei danni provocati dai bombardamenti il massiccio campanile (era uno dei torrioni della Rocca) viene distrutto. Fino a quell’epoca era intonacato come la chiesa e faceva corpo unico con essa, pari alla facciata; con la nuova ricostruzione fu continuato il corpo laterale sinistro della chiesa, il nuovo campanile si presenta in pietra viva bugnata. L’interno della chiesa è di un neoclassico severo e luminoso.
Descrizione
il toponimo Montese pare derivi da “Monte di Eso” dal nome di una divinità gallica, Eso, in onore della quale si ritiene fosse stato eretto un tempio, oppure da un termine latino riferito a un Fanum Montensis, un tempio del/sul monte, di cui si sarebbe poi persa memoria, o forse alla Selva (chiamata montexana nella descrizione dei confini del 1222 e montesana nella sentenza di Federico II del 1226) che occupava la zona.
La prima menzione documentaria dell’insediamento, che appare già fortificato, risale al 1178: Trupaldus filius quondam Littonis de Montese donò al monastero di S. Pietro di Modena beni mobili e immobili entro e fuori il castello di Montese, in castro Montese et extra castrum.
La chiesa forse già esistente poco dopo il Mille, secondo una tradizione che la dice eretta con lo stesso castello di Montese, divenne sede di prevostura nel 1757. Orientata liturgicamente, è situata ai margini del castello in posizione sopraelevata, ha paramenti murari intonacati e presenta una facciata tripartita, a salienti, spoglia di elementi decorativi, con la parte centrale leggermente aggettante, coronata da due spioventi a sguscio. In asse domina l’ampia scalinata, il portale incorniciato da un arco ogivale e il sovrastante rosone circolare. Complessivamente la facciata possiede un aspetto moderno, dovuto alla ristrutturazione dopo i danni della seconda guerra mondiale, che si è sovrapposto all’intervento di restauro e di ampliamento condotto dal 1903 al 1910 su disegno dell’architetto Carlo Mazzetti secondo un gusto neogotico. Nell’ultimo conflitto fu alterato l’antico campanile, dalla possente mole con basamento a scarpa, che costituiva uno dei torrioni del fortilizio medievale. Nell’interno dalle forme classicheggianti, a unica navata con cappelle laterali, si conserva nel fondo del presbiterio un prezioso dipinto su tela, una Natività con San Lorenzo, attribuito da Alfonso Garuti a Michele di Ridolfo del ghirlandaio, esponente del manierismo toscano dal linguaggio di stile influenzato dai modi di Michelangelo e di Andrea del Sarto.
Impianto strutturale
la chiesa di S. Lorenzo si presenta esternamente di ampie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, a navata unica centrale ampia e continua fino al presbiterio, che risulta a pianta quadrata, rialzato di un gradino, coperto con cupola e delimitato da quattro archi a tutto sesto. Sul fondo si conclude col catino absidale semiesagonale coperto con semi-cupola a spicchi. L’aula liturgica, di forma rettangolare, è suddivisa in 4 campate mediante costoloni ad arco a tutto sesto, rinforzati con catene metalliche e, separata dal presbiterio con un’ampia serliana classica la quale, si ripete simmetricamente anche tra presbiterio e catino absidale. L’intero edificio sacro conserva uno stile neoclassico: i prospetti laterali interni sono caratterizzati dalla ripetizione ritmica di paraste e quattro archi a tutto sesto che sorreggono una trabeazione classica sulla quale è impostato il soffitto voltato a vele, illuminato da ampie finestre lunate. Tutto l’interno è intonacato, tinteggiato in due colori con risalto delle modanature, dei costoloni, degli archi e delle colonne.
Coperture
il tetto della chiesa è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sui corpi laterali più bassi, quindi a padiglione con quattro falde sul campanile.
Struttura
muratura portante continua in blocchi di pietra arenaria locale intonacata all’interno e all’esterno dell’edificio.
Volte e archi in muratura rinforzati con catene metalliche
Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale.
Pavimenti e pavimentazioni
in marmette di calcestruzzo con graniglia di marmo, bicromatico. Gradini in lastre di marmo bianco di Carrara alla base dell’altare maggiore. Lastre squadrate di arenaria nelle soglie e nei gradini della chiesa.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa)
l’impianto liturgico risulta classico, precedente alla riforma del Concilio Vaticano II, con il presbiterio rialzato di un gradino sull’assemblea e chiuso da una balaustra di marmo bianco. L’altare maggiore di marmo, col tabernacolo al centro e la mensa sostenuta da eleganti colonnine policrome, è rialzato di ulteriori tre gradini alle spalle del celebrante.
Una nuova mensa in legno è stata collocata provvisoriamente al centro del presbiterio, con l’ambone alla destra e la sede alla sinistra del celebrante.